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La filosofia di Cartesio e la rivoluzione scientifica, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

La trasformazione del modo di intendere la scienza e il mondo naturale nota come rivoluzione scientifica e la filosofia di Cartesio, padre della filosofia moderna. Si analizzano le quattro regole del metodo scientifico, le idee e l'esistenza di Dio, il criterio della verità e la morale. Il testo è utile per comprendere la nascita della scienza moderna e il razionalismo cartesiano.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 02/04/2023

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Scarica La filosofia di Cartesio e la rivoluzione scientifica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! SENTIERO TRA FILOSOFI SCIENZA - METODO - NATURA Tra la metà del XVI e la fine del XVII secolo si compie quella trasformazione del modo di intendere la scienza e il mondo naturale nota come rivoluzione scientifica. I confini temporali della rivoluzione scientifica possono essere individuati nel “De revolutionibus orbium coelestium” (1543) di Copernico, opera con cui inizia la rivoluzione astronomica, e nei “Philosophiae naturalis principia mathematica” (1687) di Newton, testo che sintetizza in un quadro concettuale coerente i principi della fisica moderna. Il risultato della rivoluzione scientifica è la nascita della scienza moderna, un nuovo tipo di sapere autonomo dalla tradizione, interessato alla scoperta delle leggi della natura, sperimentale e matematico, pubblico e soggettivamente costruito, pratico e socialmente utile. Mentre si sviluppa una ampia riflessione sul metodo e viene elaborato il linguaggio proprio della scienza moderna, si ridefinisce l'immagine della natura: declinano le interpretazioni e i modelli essenzialistici, organicistici e finalistici e si afferma la concezione di un universo fisico inteso come sistema governato da leggi causali e strutturato in modo meccanicistico. CARTESIO RAZIONALISMO E MODERNITÀ- Cartesio viene definito "padre della filosofia moderna": la sua grandezza deriva dall'avere posto al centro del dibattito filosofico l'uomo e la conoscenza, trasformando così la filosofia da scienza dell'essere a dottrina della conoscenza (gnoseologia) ed evidenziando il valore metodologico della matematica. La particolare posizione poi assunta al riguardo da Cartesio è all'origine del razionalismo moderno: corrente (formata da Cartesio, Spinoza e Leibniz) che tra 600 e 700 assegna alla sola ragione, il compito della ricerca della verità. TRE SOGNI RIVELATORI- La riflessione filosofica e scientifica di Cartesio venne "illuminata" da tre sogni "rivelatori" avvenuti nella notte del 10 novembre 1619, e descritti negli Olympica, riflessioni giovanili andate disperse. I sogni culminarono con la visione di un libro nel quale stava scritto: «Quod vitae sectabor iter?», cioè: «Quale percorso di vita seguirò?». Nell'immediato Cartesio interpretò questa frase come un invito generico alla saggezza. Ma, alla luce del successivo sviluppo del suo pensiero, si nota che: iter, in greco viene espresso con il termine methodos (hodos, la via, che conduce oltre, meta). Sarebbe dunque questo il cuore dell'illuminazione di cui parla Cartesio, la scoperta di una «scienza mirabile» fondata su di un semplice interrogativo:" Quale metodo seguire per ricerca della verità?" LE QUATTRO REGOLE DEL METODO (SCIENZA) Tenendo presente il procedimento matematico, Cartesio formula le quattro regole del metodo che ci devono guidare nella ricerca della verità. • Evidenza: non accettare mai nulla per vero che non sia evidente. • Analisi: affrontare i problemi complessi dividendoli in più parti possibili, così da risolverli meglio. • Sintesi: condurre i pensieri partendo dalle cose più semplici fino a giungere alle conoscenze più complesse. • Enumerazione e revisione: enumerare gli elementi dell'analisi per non tralasciare nulla, vedere di non aver fatto errori. LE IDEE E L’ESISTENZA DI DIO Per Cartesio le idee possono appartenere a tre categorie. • Idee innate: sono idee che non provengono dal mondo esterno, né dalla nostra volontà, ma solo dalla coscienza, cioè dalla facoltà di pensare (come l'idea di Dio). • Idee avventizie: sono idee che ci provengono dal mondo esterno (come le idee degli oggetti naturali). • Idee fittizie: sono idee "fatte", cioè inventate da noi (come le sirene o gli ippogrifi). L’unica che non dà adito a dubbio è costituita dalle innate, in particolare dall'idea di Dio, di cui Cartesio fornisce 3 prove. • L'idea di Dio non può venire da me stesso che sono imperfetto; ma da un essere che sia perfetto, cioè da Dio. • lo sono imperfetto; dunque qualcun altro mi ha creato, altrimenti mi sarei creato perfetto. • Non è possibile avere l'idea di Dio senza ammetterne l'esistenza. (prova di St'Anselmo, che C. riprende) DIO E IL CRITERIO DELLA VERITÀ- Dio per Cartesio è la garanzia metafisica del criterio di verità: se Dio esiste, e se è un essere perfetto, non può permettere che sia un'illusione tutto ciò che ci appare come chiaro e distinto. Non ci inganna e non può permettere ad altri di ingannarci sull'esistenza del mondo che ci circonda. L'esistenza di un genio maligno contrasta con l'esistenza di Dio che è verità infinita. L'errore non è dovuto al nostro pensiero ma all'intervento della volontà sul pensiero: quando la volontà ci spinge a dare il nostro assenso a un'idea confusa, allora si produce l'errore. LA MORALE E LE PASSIONI L'uomo è l'unico essere in cui si trovano res cogitans e res extensa. Problema della morale: questa però presuppone il completamento dell'edificio conoscitivo, e della metafisica. In attesa di completarlo, non può che essere provvisoria. L’uomo è concepito come spirito, intelletto e ragione. Il corpo è sostanza estesa, mentre lo spirito è sostanza pensante. L’uomo ha una garanzia di essere in quanto pensa se stesso • Prima regola: «Obbedire alle leggi e ai costumi del mio Paese, osservando costantemente la religione in cui Dio mi ha fatto la grazia di essere istruito fin dall'infanzia e regolandomi in ogni altra cosa secondo le opinioni più moderate». • Seconda regola: «Perseverare nelle mie azioni più fermo e risoluto che potessi, una volta che siano state decise e ritenute da me valide». • Terza regola: «Sforzarmi sempre di vincere piuttosto me stesso che la fortuna e di mutare i miei desideri piuttosto che l'ordine del mondo». A queste tre regole segue, una regola delle regole che così recita: «lmpiegare tutta la mia vita a coltivare la mia ragione e progredire quanto più possibile nella conoscenza del vero». Occorre seguire la ragione in una costante tensione verso la verità. C., sin dalla giovinezza, sceglie un metodo, la ragione, e un fine, la verità che, in quanto tale, è anche bene. SENTIERO TRA FILOSOFI scopre filosofia osservando se stesso. Affronta problema dell’uomo: ricerca verità universale sia per vita che per sapere. Problema risolto per lui come per tutti altri: buonsenso uguale in tutti. Sua filosofia muove da: “ragione infallibile solo se si prende per certo ciò che è evidente”; dunque bisogna mettere tutto in discussione e ciò che rimane indubitabile sarà fondamento del resto; unico principio che si sottrae a discussione è il dubitare, il pensare. Fasi dello studio:1.rapporto soggetto pensante/idee; se esiste altro bisogna provarlo. 2.Esiste Dio?(si, incarna la perfezione), tuttavia ordine delle cose è Soggetto pensante, Dio, Mondo (fu criticato per Dio al secondo posto: primato soggetto pensante). 3. Pensiero(libertà) ed estensione(meccanismo) sono opposti: Cart dà autonomia al mondo fisico rispetto a quello spirituale però si trova bloccato: deve giustificare l’unità dell’uomo in cui anima e corpo sono più di singole componenti. PASCAL LA SCOMMESSA HA SENSO?- L'argomento della scommessa ha raramente incontrato il favore dei filosofi e degli studiosi. Il credente e l'ateo non si trovano in una condizione di parità, il che falsa la scommessa. Pascal invita infatti l'ateo a scommettere perché è già convinto dell'esistenza di Dio, mentre l'ateo ha motivo di non scommettere perché quei beni finiti cui dovrebbe rinunciare sono in realtà per lui certi e importanti. Pascal ha però ragione nel far intendere che nessuno può attraversare la vita senza porsi il problema di Dio. L’UOMO DEL NOSTRO TEMPO- Che l'uomo sia un «mostro incomprensibile» appare non meno vero oggi rispetto alla metà del Seicento; anche noi ci interroghiamo sulla portata e sui risultati delle scoperte scientifiche, per sapere se sono la chiave per la felicità o la causa di nuovi problemi. La riflessione contemporanea sull'esistenza ha spesso usato toni simili a quelli pascaliani, denunciando una condizione umana all'insegna dell'incertezza e dell'angoscia. L’essere umano è un soggetto in relazione con Dio. L’uomo è miserabile quando non riconosce Dio ed è grande se lo accoglie e lo ama. Per comprendere l’interiorità umana la razionalità è insufficiente, occorre lo “spirito di finezza” SENTIERO TRA FILOSOFI critica al cartesianesimo. Condivide con Cart la distinzione fra pensiero e estensione, e l’idea del sapere come libero da ogni autorità . Tuttavia la ragione dimostrativa ha limiti già in campo scientifico: primi principi scientifici sfuggono alla ragione(argomentare in modo corretto) perché influenzati da intuito; inoltre scienze oltre al dimostrare(come la ragione) devono anche osservare i risultati. Ha anche limiti nella comprensione dell’uomo(scoprire insieme grandezza e miseria): il sentimento primeggia. Uomo grande rispetto a universo se guardato internamente, piccolo se esternamente. Piccolo rispetto a Dio se non lo accoglie in sé, grande se lo fa. Quindi esiste Dio ma astratto, come principio matematico; Dio misericordioso esiste solo con la fede. HOBBES PRIMA CONCEZIONE SCIENTIFICA DELLA POLITICA- Il termine chiave della filosofia di Hobbes è quello di corpo. Se in natura si può parlare solo di corpi e movimenti di corpi, in politica si deve parlare di Stati intesi come corpi artificiali, creati dall'uomo per ottenere l'unica cosa che davvero AFFETTI E CUPIDITAS- Le emozioni o le passioni che l'uomo prova hanno sempre una causa. Non vanno derise o disprezzate, come in genere fanno gli uomini, ma solo conosciute. Possono essere studiate con "matematica obiettività" Ciò che noi chiamiamo emozioni o passioni vengono definite da Spinoza affetti.Tre sono gli affetti "primari": la cupidità, la letizia e la tristezza. Dagli affetti "primari" derivano quelli 'secondari" a iniziare dall'amore e dall'odio. L'amore è un affetto che dandoci gioia aumenta la nostra potenza d'agire, la voglia di vivere. L'odio, ci rende passivi perché ci indebolisce. Bene è dunque ciò che è utile all'uomo, e male è ciò che gli nuoce. LA VIRTÙ- Per liberarsi dalle passioni, occorre comprenderle per quel che sono: idee confuse e inadeguate. La natura nulla vuole contro se stessa: esige che l'uomo ami se stesso, ricerchi il proprio vero utile: è il fondamento della virtù definita come «agire secondo le leggi della propria natura».Il saggio è virtuoso, si comporta secondo ragione: comprende le cose vedendone Dio come causa, e quindi amandole: da ciò scaturisce la più alta soddisfazione per la mente, la beatitudine del saggio. E con essa, si raggiunge anche la libertà. LO STATO GARANTE DELLA LIBERTÀ- La democrazia è per Spinoza la forma di governo migliore, perché al suo interno nessun singolo cittadino può mai trasferire completamente ad altri il proprio potere, e quindi il proprio diritto. I cittadini devono sempre obbedire alle leggi, anche a quelle che ritengono ingiuste: la libertà di pensiero consente infatti di poterle cambiare con libere discussioni, senza che si debba ricorrere alla violenza. Il fine dello Stato è la libertà. SENTIERO TRA FILOSOFI simile a Hobbes, ha fini etico-politici, tratta problemi morali e utilizza processo matematico. In Cartesio meccanismo e ragione, necessità e libertà, si oppongono mentre in Hobbes e Spinoza si identificano. Unica sostanza autosufficiente è Dio (ma Dio e mondo coincidono) che ha infiniti attributi; unici noti all’uomo sono pensiero ed estensione: anima è manifestazione del pensiero, il corpo dell’estensione. Conoscenza attraverso 3 gradi: percezione sensibile, ragione e intuizione; così anche la vita morale procede in 3 gradi: dalla passività all’attività (dominio uomo su sentimenti). Necessario e inevitabile è il dominio di passioni su uomo, necessario è anche lo sforzo compiuto per liberarsi da tali passioni. Comprendere le passioni: per raggiungere serenità no passioni ma ragione, così uomo libero prende come inevitabile l’ordine delle cose e comprende la natura divina. Neanche Stato può limitare la libertà: primo scopo la pacifica convivenza, poi promuovere libertà. “Come la ricerca della libertà possa inserirsi in un mondo geometricamente determinato, è il grande problema della filosofia spinoziana”. LOCKE ISPIRATORE CORRENTI- Le principali teorie di Locke, come l'origine sensibile delle idee, la fondazione dello Stato sui diritti naturali e sul contratto, la separazione tra potere legislativo ed esecutivo, la limitazione dei poteri dello Stato e la tolleranza religiosa, hanno contribuito a dar vita a significative correnti filosofiche moderne, come l'empirismo, il liberalismo, il costituzionalismo e 'Illuminismo. Non va dimenticato come gli scritti di Locke fossero mossi principalmente da questioni sollevate dall'attualità politica e religiosa del suo tempo, piuttosto che esigenze di elaborazione teorica. ESPERIENZA BASE CONOSCENZA- Locke è interessato a delimitare l'ambito di azione della ragione, stabilendo quali sono gli oggetti accessibili alla conoscenza umana. Per L,, come per C., pensare significa avere delle idee. Pertanto la sua indagine parte dall'origine delle idee, che derivano tutte dall'esperienza: l'intelletto, è un foglio bianco, senza alcuna idea. Non esistono quindi idee innate. La nostra mente percepisce soltanto idee semplici, che sono di due tipi: • di sensazione, quando sperimentiamo oggetti esterni tramite i sensi; • di riflessione, quando sperimentiamo le operazioni interne alla nostra mente. Le idee semplici possono essere inoltre intese in due modi diversi: • come qualità primarie, cioè non separabili dai corpi che percepiamo, come estensione, solidità, movimento e quiete, numero e figura; • come qualità secondarie, cioè prodotte in noi dagli oggetti per mezzo delle loro qualità primarie, come colori, suoni… ATTIVITÀ INTELLETTO UMANO- L'attività dell'intelletto umano consiste principalmente nel combinare le idee semplici, formando idee complesse, che Locke suddivide in tre tipi: • i modi, cioè le idee complesse che si suppone non possano esistere di per sé ma siano dipendenti da una sostanza, come lo spazio, la durata, il numero ecc. • le sostanze, quelle combinazioni di idee semplici che rappresentano cose sussistenti di per sé, come un tavolo • le relazioni, cioè le idee complesse che ricaviamo dal confronto di un'idea con un'altra, come le idee di causa ed effetto, di identità e diversità, delle relazioni morali. Secondo L., le sostanze esistono come ciò che sostiene quelle idee semplici che la mente percepisce tutte insieme; questa struttura non può però essere conosciuta dall'intelletto. L'altra attività svolta dall'intelletto consiste nel produrre per astrazione le idee generali, che si ottengono separando dalle idee complesse le circostanze di luogo e di tempo e qualunque altra idea che determina un'esistenza particolare. Alle idee generali vengono imposti dei segni, cioè delle parole, che sono i termini generali attraverso i quali l'uomo può comunicare agli altri i propri pensieri. RAGIONE E FEDE- Locke distingue con precisione tra ragione e fede: • la ragione stabilisce la certezza o probabilità delle proposizioni che ha dedotte dalle idee ottenute tramite la sensazione e la riflessione; • la fede è l'assenso dato a quelle proposizioni che si basano sulla rivelazione, intesa come testimonianza di Dio. L'ambito di competenza della fede è quindi quello delle proposizioni superiori alla ragione, che non sono ricavabili dalla sensazione e dalla riflessione (per esempio la resurrezione dei corpi dopo la morte). L'ambito che resta del tutto precluso alla fede è quello delle proposizioni contrarie alla ragione. La fede non può quindi contrastare la ragione, altrimenti tutte le fantasie della mente dovrebbero essere accettate per vere. Riguardo infine alle proposizioni conformi alla ragione, la fede risulta essere inutile, in quanto Dio ci ha già dato la facoltà naturale della ragione per giungere alla conoscenza di quelle verità. TOLLERANZA RELIGIOSA- distingue con chiarezza anche tra la sfera religiosa e quella politica. Compito del potere politico è quello di garantire la pace terrena, mentre la salvezza eterna riguarda esclusivamente il rapporto tra il fedele e Dio e non può essere regolata per legge dallo Stato. La tolleranza è giustificata da L. anche con un argomento di carattere teologico: la fede deve essere frutto di convinzione interiore e non può essere imposta con la forza; nessuna Chiesa particolare è inoltre depositaria della rivelazione divina nella sua purezza e non può imporre a tutti la propria verità. Secondo L., l'unico articolo necessario alla salvezza è la fede in Gesù di Nazareth. Tutte le altre questioni religiose sono irrilevanti e possono essere interpretate liberamente dai singoli. In questo modo Locke poneva le basi per una società più libera e tollerante. La tolleranza deve tuttavia avere dei limiti, quando alcune dottrine o convinzioni mettono in pericolo la conservazione pacifica dello Stato. Locke negava pertanto il diritto alla tolleranza a due gruppi: • ai cattolici, perché si consideravano sudditi di un sovrano - il papa - differente da quello dello Stato di cui erano cittadini, rappresentando cosi un grave pericolo per l'unità e sicurezza dello Stato stesso. • agli atei, perché, negando l'esistenza di Dio, non potevano mantenere la parola data, rendendo vani i patti e i giuramenti su cui si fonda la società umana. STATO DI NATURA- Secondo L., gli uomini nascono liberi per natura e si sottomettono all'autorità di qualcun altro solo con il loro consenso. In questo modo L. confutava l'assolutismo monarchico fondato sulla teoria del diritto divino dei re, esposta da Filmer nel Patriarcha. La libertà di cui gode l'uomo nello stato di natura non comporta tuttavia la liceità assoluta di fare qualunque cosa torni a proprio vantaggio, come nello stato di natura hobbesiano, ma pone alla libertà il limite della legge di natura razionale: l'uomo capisce che non può pretendere il rispetto della propria libertà se non accetta quella altrui. Nello stato di natura gli uomini sono inoltre tutti uguali, in quanto portatori di diritti. I diritti naturali sono da un lato i due diritti-poteri di: 1) punizione, in base al quale è legittimo reagire all'offesa subita da chi non rispetta la legge di natura e invade la sfera giuridica di un altro; 2) risarcimento, che autorizza chi ha subito un torto a ricevere una ricompensa proporzionale al danno subito. Dall'altro lato i diritti naturali sono i tre diritti fondamentali che proteggono la sfera individuale, ritenuta inviolabile: 1) il diritto alla vita; 2) il diritto alla libertà; 3) il diritto alla proprietà. Locke giustifica la proprietà già a livello dello stato di natura. Egli introduce l'elemento del lavoro. Se l'uomo è il proprietario della sua vita e della sua libertà, lo è anche dei risultati delle azioni che da esse provengono: ha il diritto di possedere ciò che lavora. La proprietà è un diritto naturale e non nasce come una convenzione stabilita per contratto. Le diversità nel possesso delle ricchezze sono legittime, in quanto non contrastano con la condizione naturale degli uomini. ISTITUZIONE DELLO STATO- Lo stato di natura non è però sempre sicuro, mancano sia un giudice imparziale che condanni chi infrange la legge di natura sia un'autorità che obblighi a rispettarla. L'uscita dallo stato di natura è necessaria per poter godere in sicurezza e tranquillità dei diritti naturali. Lo Stato viene istituito con un patto, in cui gli individui decidono di dare vita a un solo corpo politico, che rappresenta l'insieme di tutti. Attraverso il patto i cittadini demandano la facoltà di decidere cosa si può o non si può fare alla maggioranza dello Stato, che detiene così il potere legislativo. Essi cedono inoltre al potere politico i due diritti-poteri di risarcimento e punizione, ma mantengono i diritti naturali alla vita, alla libertà e alla proprietà. Il fine della creazione dello Stato consiste nella tutela di questi diritti, che nello stato di natura erano in pericolo. Se il potere politico non li rispetta, diventa ammissibile il diritto alla resistenza, che può di fatto essere esercitato solo dalla maggioranza del corpo politico che ha stretto il patto con il sovrano. PERSONA La persona coincide con la relazione che l’uomo ha con se stesso e questa relazione si identifica con la sua coscienza. Locke riconosce i diritti inviolabili dell’uomo: la vita, la libertà, la proprietà (intesa anche come lavoro, intelligenza e virtù) e il diritto di difendersi e di punire. Per Locke è necessario un patto che ceda a un’autorità sovrana il compito di garantire l’ordine nello Stato. Se lo Strato viola il patto i membri della società possono ribellarsi e insorgere. Lo stato esiste quindi per proteggere la proprietà e i diritti privati dei cittadini. Lo stato, però, non ha potere sulla coscienza e la salvezza dell’anima non rientra nei suoi compiti poiché dipende dalla Fede. La dignità dell’uomo, quindi, presuppone la libertà di coscienza e la laicità dello Stato. L. pensa che educare significhi rendere capaci di valutare e respingere le opinioni dell’ambiente a cui si appartiene. Condanna le punizioni corporali, getta le basi della difesa della dignità della persona. SENTIERO TRA FILOSOFI filosofia per criticare la ragione. Non è come per Cartesio, unica o onnipotente, ma può variare, sbagliare e inoltre non produce da sé le idee. Vuole stabilire origine, certezza e estensione conoscenza umana: 1.bisogna essere cosciente delle idee (rifiuto idee innate); esperienza fonte e limite conoscenza. 2.Distingue passività (idee semplici) e attività (idee complesse, di relazione o generale: unione di idee semplici) della mente. 3. conoscenza deriva da accordo fra idee (accordo diretto, intuizione, o indiretto, dimostrazione);uomo conosce con certezza -il proprio io per intuizione -Dio per dimostrazione, prova causale -il mondo esterno per sensazione attuale. Ragione come unica guida, nemmeno fede può farne a meno. Idee pedagogiche: fondata su persuasione più che costruzione, così da formare uomo saggio più che dotto. Pro liberalismo: uomini affidano potere a una figura conservando i diritti naturali, se li viola gli uomini possono ribellarsi. Tolleranza religiosa: Chiesa e Stato non devono interferire l'una con l'altra. Pensatori del '700 successivi a Locke sviluppano tali idee:1. religione diventa razionale, privata di ogni mistero: spesso religione si identifica con ragione. 2. uomo possiede una morale che lo guida nella vita. 3 Valorizzazione sentimenti, ora alla pari con la ragione. 4. Filosofia deve essere interessante, anche attraverso ironia. LEIBNIZ GENIO UNIVERSALE- Leibniz fu in grado di offrire contributi originali nei settori più disparati del sapere. La sua convinzione che la conoscenza, posta a servizio dell'umanità, ne avrebbe migliorato le condizioni lo portò alla fondazione di importanti accademie. L'obiettivo della sua attività era il raggiungimento dell'armonia universale e della conciliazione sia nel campo sociale, religioso e politico che in quello delle idee. STILE FRAMMENTARIO MA SISTEMATICO- L'opera di L. fu variegata e frammentaria nella forma esteriore, ma sistematica. Un entativo di conciliare la moderna scienza della natura con alcuni temi della metafisica tradizionale. LIBERTÀ DELL’UOMO- Se il criterio di verità consiste nel fatto che il predicato inerisca al soggetto, Dio, vedendo la nozione individuale di una sostanza, vi vede al tempo stesso la ragione di tutti i predicati che gli si possono attribuire. Ogni azione di una sostanza è dunque necessaria. Si pone allora il problema di stabilire come la libertà dell'uomo, per la quale egli è responsabile delle sue azioni che rimangono così contingenti, possa coesistere insieme alla perfetta determinatezza della serie delle cause di cui tali azioni sono la conseguenza. Ciò è possibile poiché l'insieme infinito di cause efficienti che determinano ogni evento non costituisce una necessità assoluta ma ipotetica. MIGLIORE DEI MONDI- L'universo sarebbe potuto essere diverso da com'è. Accanto al mondo attuale si possono pensare altri mondi possibili; il mondo attuale di conseguenza è contingente, perché il fatto che esiste questo mondo dipende soltanto dalla volontà di Dio. Dio però non fa nulla per capriccio o per caso, ma, tra tutti i mondi possibili, ha scelto in modo necessario questo
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