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La filosofia di Nietzsche e la rivoluzione scientifica, Appunti di Filosofia

L'idea di assenza di fondamento e la crisi del paradigma scientifico sulla quale si fondava tutta la realtà. Si parla della teoria della relatività e della fisica quantistica come rivoluzione nell'ambito delle scienze. Inoltre, si analizza la filosofia di Nietzsche e la sua opera 'La nascita della tragedia', dove sono presenti i temi fondamentali delle sue opere. Si tratta di un'opera filologica che ha un'importanza filosofica notevole, dove sono fusi due spiriti fondamentali: Apollineo e Dionisiaco.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 09/05/2022

giuvicari
giuvicari 🇮🇹

4.5

(2)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La filosofia di Nietzsche e la rivoluzione scientifica e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Introduzione: Sulla scia della riflessione di Schopenhauer si radica l’idea di assenza di fondamento: impossibilità da parte del pensiero di pervenire qualsiasi forma di sintesi universale e totalizzante (ovvero il pensiero umano non è in grado di coglierlo). Entra in crisi il concetto di un paradigma assoluto, un fondamento al quale ancorare tutta la realtà fenomenica. Ci sarà così la frantumazione del paradigma scientifico sulla quale si fondava tutta la realtà: la teoria della relatività e la teoria dei quanti (fisica quantistica) danno via ad una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle scienze, dimostrano l’inadeguatezza dei fondamenti della meccanica classica (Isaac Newton). Proprio Newton ci aveva detto che tempo e spazio erano dei contenitori assoluti in cui tutti i fenomeni erano classificati. Quando Einstein dimostra invece che né lo spazio e né il tempo possono dirsi “assoluti” (poiché dipendono dal moto del corpo di riferimento), si determina una frattura epistemologica che apre le porte a un modo totalmente nuovo di osservare e studiare i fenomeni (fenomeno → ciò che appare). Questa rivoluzione che travolge la meccanica classica newtoniana porta alla creazione di un nuovo paradigma, all’interno del quale non si può prescindere dalla ridefinizione dei propri ruoli, attraverso le nuove definizioni scientifiche, esattamente come dopo la scoperta della terra come pianeta appartenente ad un sistema solare con altri pianeti analoghi ad essa. A questo punto crollano le certezze che appartenevano all’uomo dell’epoca, con una crisi che travolge tutto il sapere. Nietzsche La sua morte, nel 1900, sembra voler indicare la sua funzione di spartiacque: la stragrande maggioranza dei filosofi successivi hanno dovuto confrontarsi con la sua filosofia. Tutte le sue opere parlano di una profonda innovazione, dove non è presente un distacco tra l’autore e il pensiero; Nietzsche incarna il suo stesso pensiero, una nuova concezione della filosofia e del filosofo, che ribadisce in tutte le sue opere. Per lui il tortuoso cammino del filosofo è caratterizzato dalla non conformità (non conformarsi con il contesto). 1872 → opera, Nascita della tragedia (opera filologica) 1878 → opera, Umano, troppo umano (distacco da Wagner e Schopenhauer) Era cresciuto con due donne imponenti, la madre e la sorella. Cresce con una forte emicrania e dolori agli occhi, per i quali sarà costretto a lasciare la cattedra di filologia classica, e viaggiare in luoghi più miti che facessero bene alla sua malattia (come la Sicilia). Conduce una vita solitaria, girovagando per l’Europa, scrivendo tutte le sue opere durante i suoi viaggi : l’Aurora, la Gaia scienza, Asos frucht zarathustra, Al di là del bene e del male, la Genealogia della morale, l’Anticristo, Ecce homo (autobiografia dove vuole dimostrare che ogni singolo uomo può diventare se stesso: “come si diventa ciò che si è”, una guida per autorealizzarsi). “La nascita della tragedia” è un’opera molto diversa dalle precedenti, è definita “filologica” ma ha un’importanza filosofica notevole. In essa sono già presenti i temi fondamentali delle altre opere di Nietzsche. Egli presenta la tragedia di Eschilo e di Sofocle come la manifestazione più alta dell’antica arte greca. In loro sono fusi due spiriti fondamentali, presenti nella tragedia: - Apollineo (dal dio Apollo, arte, equilibrio, moderazione) - Dionisiaco (dal dio Dioniso, ebbrezza, eccesso, forza, follia, irrazionalità, impulso, musica, spirito capace di squarciare il velo di maia) Questi due spiriti sono fusi perfettamente nell’arte tragica dei due personaggi, e non nella tragedia di Euripide, che rappresenta per Nietzsche il responsabile della corruzione dell'arte greca, poiché aveva fatto prevalere lo spirito apollineo sul dionisiaco (ovvero la razionalità sulla irrazionalità), negando il senso più profondo dell’esistenza umana. Per questo Euripide rappresenta il degrado, sul quale Nietzsche si scaglia, che annienta l’essenza della vita umana e di conseguenza l’essenza della tragedia. La MUSICA è l’elemento che unisce Nietzsche a Schopenhauer. Wagner definisce la musica come colei che può riportare lo spirito ellenico, che può far rinascere lo spirito greco attraverso quello tedesco. La sapienza dionisiaca celebra la vitalità, trascendendo l’annientamento fenomenico degli individui. I temi principali che traiamo dalla Nascita della Tragedia sono: - l’esistenza dell’uomo come una totalità irrazionale - il dolore come componente insopprimibile della vita umana - la critica alla modernità come decadenza (iniziata con le euripide) - la critica al cristianesimo Dopo aver scritto la Nascita della Tragedia, Nietzsche coltiva la speranza di recuperare la vitalità dionisiaca, sia attraverso la musica di Wagner, sia attraverso la filosofia tedesca (soprattutto grazie a Kant e Schopenhauer, che hanno abbandonato l’illusione socratica che la conoscenza razionale possa attingere l’essenza intima della realtà, ovvero la cosa in sé, che aveva portato alla risoluzione dell’Io). Nel libro della compassione esprime il suo distacco intellettuale da Schopenhauer, che per lui rappresenta il maestro dell’eroismo intellettuale, dell’animo dionisiaco : visione della vita come unico dolore, insopprimibile. Per Schopenhauer, la verità (la Wille) ha indicato l’uscita dalla mediocrità, dalla massificazione, dal conformismo, che però non conduce a una vita felice, ma eroica = all’insegna del disprezzo dell’illusione, la vita di uno spirito libero, che accetta il dolore dell’esistenza. Questo spirito ritrova sé stesso nella solitudine, che è lo stato in cui Nietzsche matura una visione più profonda delle sue idee. Egli riconosce di dover tantissimo a Schopenhauer, ma decide comunque di distaccarsi totalmente da lui, per non rimanere ancorato. Il rapporto invece con Wagner, inizia a incrinarsi (anche per motivi sentimentali personali), poiché Wagner (anticristiano) si avvicina improvvisamente al cristianesimo. L’animo di Wagner diventa sempre più religioso, tanto che Nietzsche arriva completamente a disprezzarlo, fino alla rottura definitiva dell’81 (con l’opera d’arte Parsifal). L’alternativa alla germanicità borghese di Wagner, diventa l’opera Carmen di Bizet, che gli fa comprendere che era solo un’illusione credere che “ il sole della Grecia potesse risplendere anche in Germania”. Nietzsche esprime 3 considerazioni. In “Sull’utilità e il danno della storia e della vita” capisce che la filosofia metafisica deve essere rinnovata, per eliminare tutte le illusioni che sono correlate ad essa. In questa riflessione lui analizza tre modalità di appoggiarsi alla storia, poiché secondo lui a seconda di come si studia la storia, ognuno di noi può instaurare un rapporto diverso con il passato; individuando quello che è il carattere illusorio che fa da fondamento alla nostra civiltà (prevalentemente quelle religiose). In questo pensiero viene ripresa l’Illuminismo, ma a differenza del 700, Nietzsche considera superstizioni non solo le religioni, ma anche gli ideali egualitari ed umanitari. Ora la comprensione della realtà è frutto di una minuziosa analisi scientifica. La conoscenza per Nietzsche è molto dolorosa, poiché deve avere il coraggio di guardare la storia in tutte le sue sfaccettature, riconoscendo errati dei precetti che ci hanno narcotizzati per decenni. Le prime certezze della metafisica sono - libero arbitrio - Immortalità dell’anima - Esistenza di Dio Soprattutto la religione è considerata l’antitesi della conoscenza, che ha origine nella credenza primitiva degli incantesimi, e il prete è in realtà il discendente dello stregone. Per lui il filosofo metafisico è in realtà la nuova versione di un prete. Nietzsche vuole conoscere la realtà, senza però padroneggiarla, per smascherare le illusioni. Nella Genealogia della morale, critica la morale, come prosecuzione dell critica alla civiltà, tanto che Nietzsche svolgerà questo attento discorso, oltre l’indagine filosofica, sui sentimenti morali, che hanno origine da impulsi interiori e bisogni terreni, “umani, troppo umani” (meschinità, paura, ipocrisia, ricerca del piacere, amore di sé). Perciò dietro ai comportamenti più nobili vi è l’egoismo (smascheramento di una “menzogna necessaria”, ovvero l’autoinganno che ha messo l’uomo sulla strada della cultura e della civiltà). La circolarità del tempo richiede forza e coraggio per essere accolta, “la capacità di fare i conti, giorno per giorno, con le proprie cicatrici, senza rinnegare le proprie esperienze e i propri errori, per aprirsi al futuro con positività”. L’eterno ritorno farà perdere ogni valore teleologico al tempo e alla storia, in assoluto contrasto con la religione cristiana e con la filosofia hegeliana: “non vi è una concezione lineare del tempo”, poiché essa implicherebbe una svalutazione dell’esperienza. Nietzsche attraverso l’idea dell’eterno ritorno, sostiene il precetto che ogni attimo presente è legato al passato e al futuro. Sostenendo ciò si rende conto che il valore non risiede nel presente, per questo da una definizione nuova: il presente è a sé, per dar valore all’attimo. Siamo così all’interno della piena immanenza, senza un metro di giudizio all’infuori di sé; “l’attimo presente non ha alcun valore perché non si ha qualcosa per misurarlo”. La tesi che viene elaborata partendo dall’eterno ritorno, non è una tesi metafisica (con ragionamenti logici ben strutturati, apollineo), ma una semplice interpretazione (valorizzando il dionisiaco). In questo modo Nietzsche valorizza il divenire (prospettiva presente) a discapito dell’essere (prospettiva storica). Le tesi metafisiche vanno di pari passo all'esistenza di Dio, con la morte di esso cadono tutti questi precetti. apollineo dionisiaco tesi metafisiche interpretazione essere divenire Dio oltreuomo LA MORTE DI DIO Rappresenta per Nietzsche l'avvenimento epocale, il crollo di tutte le illusioni metafisiche e di tutte le grandi categorie alle quali l'uomo aveva assegnato un fine e una prospettiva di verità. A questo punto l’individuo cade nell'angoscia nichilista, ossia nel vuoto più totale, privo di un senso vitale. Questo nichilismo vede nascere, in modo opposto, un'altra strada, propria di chi si riappropria della vita in modo vitalistico, superando il vuoto. Queste due strade costituiscono due forme distinte di nichilismo, uno attivo e uno passivo. Nell’opera “La Gaia Scienza” si annuncia la morte di Dio e da qui nasce la necessità di costruire una scienza che conduca l'uomo a liberarsi delle tenebre del passato, accettando il nulla per poi DOMINARLO. Per questo la morte di Dio, apre la strada a chi è in grado di fare ciò, il SUPERUOMO (UBERMENSCH). ZARATHUSTRA E METAMORFOSI Zarathustra, un antico profeta mediorientale che fondò una religione comprendente un Dio del bene e uno del male, è il protagonista dell’opera nietzscheana “Così parlò Zarathustra”. Nietzsche vedeva la religione come un qualcosa di positivo e per questo individua anche nella figura di Zarathustra un valore positivo, che lo rende la persona giusta per annunciare l’arrivo dell’oltreuomo. Nel momento dell’annuncio dell’arrivo dell’oltreuomo, Zarathustra scende dalla sua grotta sulla montagna verso il paese, ma arrivando a valle vede che un funambolo sta già attirando l'attenzione dei cittadini. Durante l’esibizione però il funambolo muore e tutti abbandonano la piazza, tranne Zarathustra, che rimane per seppellirlo. Il funambolo rappresenta l’uomo dominato dallo spirito dionisiaco, che Nietzsche vuole dimostrare pericoloso per gli uomini Nietzsche afferma che l'uomo attuale è un cavo teso tra la bestia e l'oltreuomo, quindi potrebbe essere in grado di evolversi in quest'ultimo, e spiega questo processo attraverso 3 metamorfosi rese possibili da 3 allegorie: 1. Il Cammello, con le sue gobbe, rappresenta l'uomo oppresso dal peso della cultura tradizionale, servo della Metafisica e della religione. 2. Il Leone, (se l'uomo che prima era spirito di cammello assume le caratteristiche del periodo illuminista diventa leone) esprime la forza della volontà che lo libera dai vincoli della tradizione. 3. Il Fanciullo, l'opposto dello spirito cammello e rappresenta il simbolo dell'oltreuomo. Un essere rigenerato e privo di vincoli, spirito libero e dionisiaco, aperto alla vita e alle sfide di essa.
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