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La fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna, Schemi e mappe concettuali di Storia

breve riassunto sul passaggio dall'età medioevale a quella moderna

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 12/12/2023

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mattia-victor-ghislandi 🇮🇹

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Scarica La fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA Pagine 14/16/19/21: NORMANNI Nei primi del XI secolo alcune formazioni di mercenari normanni si affacciarono al Sud durante una rivolta Bizantina a Bari, e nel 1031 un capo normanno ottenne, per i suoi servigi, la contea di Aversa dal duca di Salerno. Questa concessione attira altri normanni tra cui gli Altavilla. Nel 1043 Guglielmo Braccio di Ferro prese la contea di Melfi, il fratello Roberto il Guiscardo ampliò questi territori preoccupando il papa Leone IX (1049-1054). Nel 1059 papa Niccolò II (1058-1061) sanzionò la vittoria normanna con un accordo che concedeva a Roberto II la Puglia, la Calabria e la Sicilia, spazzando così i domini bizantini in Italia, atto ostile giustificato dallo scisma tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Orientale nel 1054. Ruggero II, figlio di Ruggero d’Altavilla, diventò re di Sicilia con la corte a Palermo. CRISI DELLA CHIESA Tra il IX e il X secolo la Chiesa attraversò un periodo di crisi: il fenomeno più grave di questa crisi fu la simonia, la vendita delle cariche ecclesiastiche. Oltre a questo fenomeno vi era anche quello del concubinato ecclesiastico, quindi la convivenza stabile dei prelati con donne. Di fronte a questi male, i settori più sensibili si fecero promotori di una riforma religiosa; uno dei centri più importanti di questa riforma fu il Monastero di Cluny fondato da Guglielmo di Aquitania nel 910. Oltre a questo ordine vi erano altri due ordini importanti di monasteri: l’ordine dei certosini, fondato a Grenoble, e l’ordine dei cistercensi, fondato a Citeaux. La spinta di questi nuovi ordini creò movimenti importanti esterni alla Chiesa, tra cui il movimento della pataria, diffuso al Nord in seguito alla predicazione del diacono Arialdo. LOTTA PER LE INVESTITURE I protagonisti di questa lotta furono papa Gregorio VII (1073-1085) e l’imperatore germanico Enrico IV di Franconia (1056-1106). Nel 1075 il papa promulgò un documento che proclamava la volontà di opporsi alle pretese imperiali: i Dictatus papae. L’imperatore allora nel 1076 convocò a Worms un concilio di vescovi tedeschi e dichiarò caduto il papa. Di conseguenza Gregorio scomunicò l’imperatore. Questa scomunica non aveva solo conseguenze religiose, ma svincolava anche i sudditi cristiani dall’obbedienza del sovrano. Enrico fu costretto ad implorare il perdono del papa per mezzo di Matilde di Canossa e l’abate di Cluny. La penitenza fu molto umiliante: l’imperatore attese per 3 giorni sotto la neve prima che il papa aprisse le porte del castello di Canossa. Gregorio morì a Salerno nel 1085 mentre Enrico morì nel 1106. Il figlio, Enrico V (1106-1125) trovò con il papa Callisto II un’intesa che fu messa per iscritto nel trattato di Worms nel 1122; il papa decideva i vescovi, l’imperatore poteva o meno concedergli i poteri politici. Questo trattato fu più una tregua che una pace: aveva sì risolto il problema delle investiture, ma non aveva risolto il problema del primato nel mondo cristiano. Così si riaprì lo scontro che questa volta coinvolse anche la popolazione: guelfi, sostenitori della Chiesa, e ghibellini, sostenitori dell’Impero. Pagine 33/34/35: IL COMUNE IN ITALIA L’Italia centro-settentrionale, fu la regione d’Europa dove i comuni si manifestarono prima. Ciò fu possibile grazie alla presenza di alcuni vescovi intraprendenti, i quali si appropriarono dei poteri pubblici nelle città. Questi vescovi erano coadiuvati dalle comunità cittadine. A partire dall’XI secolo sia il p.imperiale sia il p.papale imposero vescovi di loro nomina, estranei alla realtà locale, formando così due schieramenti nelle città: uno costituito dal ceto dominante, l’altro costituito dagli esclusi alla partecipazione del governo. Negli ultimi decenni dell’XI secolo gran parte delle città italiane fu soggetto di scontri; da questa situazione emerse la volontà di pacificazione sociale. Firenze, Milano, Genova, Pisa, Venezia e tanti altri centri si contraddistinsero per la loro vivacità politica. In queste città fu cospicuo l’insediamento di piccoli e grandi datari che, spesso, furono protagonisti dell’ascesa delle istituzioni comunali. I comuni assunsero così la fisionomia di Stati territoriali e gli abitanti del contado (spazio di irradiazione del potere politico del comune) assoggettato non godevano degli stessi diritti dei cittadini e subivano un prelievo fiscale non meno esoso di quello dei signori feudali. Pagine dalla 62 alla 68: LA PRIMA CROCIATA Nel corso dei concili di Piacenza (Marzo 1095) e Clermont-Ferrand (Novembre 1095), il pontefice Urbano II affermò che il vero nemico della cristianità erano i miscredenti musulmani che occupavano il Santo Sepolcro e molte reliquie sante a Gerusalemme e in Palestina. Il fenomeno delle crociate nasce dall’incrocio tra motivazioni di entusiasmo religioso e aspettative di ricchezze. Migliaia di uomini europei cominciarono a guardare alla Palestina come la meta suprema della loro esistenza. Essa era una piccola regione, ma la sua importanza ideologica è sempre stata enorme; ben tre religioni l’hanno infatti scelta come punto di riferimenti: Cristiani, Ebrei e Musulmani. Una prima spedizione, detta crociata popolare, partì spontaneamente nel 1096 composta da contadini e avventurieri; questa massa inferocita fece massacri di “infedeli”, ma arrivati in Ungheria vennero dispersi, e in Turchia trucidati. La prima crociata “ufficiale” partì nel 1096 radunando guerrieri da tutti i paesi europei. Giunti in Oriente però dovettero con Alessio I Comneno, imperatore bizantino, il quale si unì a loro ottenendo però la supremazia della spedizione. Così i crociati, raggiunto l’accordo, assediarono Gerusalemme conquistandola nel 1099. Gli accordi con Bisanzio non furono però rispettati, infatti nei territori presi i crociati crearono molte compagini di tipo feudale. Questi principati resistettero per due secoli grazie al continuo afflusso di guerrieri dall’Europa. Le crociate (in tutto otto, l’ultima nel 1270), furono una sorta di istituzione permanente. Questo afflusso di uomini però non fu sempre positivo, perché alcuni nuovi arrivati, presi come da una sete di potere, attaccano gli “infedeli” in modo incontrollato e senza motivo. Per risolvere questi problemi la Chiesa si adattò perfettamente alla società guerriera di quel tempo, creando ordini monastici-cavallereschi: i più importanti furono i templari e gli ospedalieri di San Giovanni. Successivamente alcuni di questi ordini fondarono basi anche in Europa, come i Cavalieri teutonici. DOPO LA PRIMA CROCIATA Le crociate furono un prodotto dell’espansione europea. Alla prima crociata ne susseguirono altre sette, che dal punto di vista militare furono un fallimento e si concentrarono su obbiettivi principalmente difensivi. La seconda crociata (1147- 1149), fu promossa da Luigi VII di Francia e dall’imperatore Corrado di Svevia. La terza crociata (1189-1192) fu condotta da Federico Barbarossa, da Riccardo Cuor di Leone (re inglese) e Filippo II Augusto (re di Francia), fu fatta perché i Turchi ripresero Gerusalemme nel 1187, passati all’offensiva sotto Saladino (1177-1193) il quale alla fine non riuscì a sconfiggere i crociati che però presero solo Cipro. Nella quarta crociata, mossa da papa Innocenzo III nel 1202, sancì la rovina della Cristianità bizantina. Il progetto però prese una piega imprevista: il doge veneziano Enrico Dandolo cercò di sfruttare la spedizione a favore della sua città mettendo a disposizione la potente flotta veneziana. I crociati espugnarono Zara, ma non arrivarono mai in Terrasanta perché si lasciarono tirare in mezzo alle vicende veneziane così assediando Costantinopoli. La città cadde nel 1204, e a Costantinopoli venne insediato un debole Impero Latino d’Oriente, legato a Roma dal punto di vista religioso. Questo debole impero durò solo fino al 1261, quando fu ristabilita la vecchia ortodossia greca. Dopo l’inconcludente e sanguinosa quinta crociata (1217-1221) Federico II di Svevia ottenne la liberazione di luoghi sacri per un decennio (sesta crociata, 1228-1229). Presa un’altra volta Gerusalemme dai Turchi, disastrose furono le ultime due crociate promosse da Luigi IX di Francia: nella settima (1248-1254) fu sconfitto e nell’ottava (1270) morì di peste appena sbarcato in Africa Settentrionale. L’ultima piazzaforte cristiana, San Giovanni d’Acri, cadde nel 1291. Capitolo 7: I SEGNI DELLA RECESSIONE L’espansione demografica ed economica iniziata nell’XI secolo si arrestò verso la fine del XIII secolo. Questo a causa di carestie ed epidemie, le quali si spargevano tra le persone a causa della fame e delle condizioni igienico-sanitarie. La manifestazione più evidente fu l’abbandono di molti insediamenti. Questo fenomeno di villaggi abbandonati era comune in tutta Europa: in Francia si chiamavano villages désertés, in Germania wùstungen e in Inghilterra lost villages. Queste carestie non furono che l’inizio del periodo di sciagure e catastrofi che segnò la riapparizione in Europa della peste. DAL TOPO ALL’UOMO
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