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La follia e la sua relazione con la psichiatria, la filosofia e la letteratura, Appunti di Filosofia

Lafollia e della sua relazione con la psichiatria, la filosofia e la letteratura. Si discute della psichiatria fenomenologica e della sua differenza rispetto alla psichiatria naturalistica. Si parla anche del dolore e del tempo interiore, con riferimenti a Bergson e Nietzsche. Il documento si conclude con la trasvalutazione dei valori di Nietzsche e la necessità di avvicinarsi alle ragioni segrete del cuore.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 16/01/2023

madda.cecchi
madda.cecchi 🇮🇹

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Scarica La follia e la sua relazione con la psichiatria, la filosofia e la letteratura e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! LA FOLLIA La follia è una possibilità che riguarda tutti noi e non sempre prende la forma della malattia perché fa parte della dimensione normale della persona. BASAGLIA Dice che la psichiatria italiana è cambiata, perché questa ha potuto imparare dalla filosofia e dalla letteratura. Quando la psichiatria si è aperta agli orizzonti di significato di senso della filosofia e della letteratura, è cambiata come scienza. Si può parlare di psichiatria fenomenologica, che quindi cerca di indagare nella profondità della vita della persona. La psichiatria quindi cerca il suo significato nella filosofia, che aiuta a comprendere i problemi del senso e del non senso che sono alla radice della vita dell'uomo. Prima della legge Basaglia la psichiatria era naturalistica: psichiatria che si basava sui sintomi e aspetti esteriori della malattia e queste applicazioni pratiche della psichiatria naturalistica non hanno saputo evitare la creazione di oscure istituzioni manicomiali, quelle invece della psichiatria fenomenologica hanno invece condotto alla loro cancellazione, grazie ad una immersione nel mondo della vita (davanti ad un uomo e non un malato). IMMAGINE CLINICA DELLA FOLLIA La psichiatria si occupa: dei linguaggi dell'anima, del linguaggio del corpo, di inquietudine, di memoria, di ragioni del cuore nelle lacerazioni a cui vanno incontro nella follia --> modi di essere e di vivere che riguardano tutti. La follia non bisogna vederla solo come una malattia. Si manifesta attraverso linguaggi dell'anima. Gli stati di una persona possono prendere due strade: • Diventano esperienze psicotiche che sono espressione di malattia (ad esempio la malinconia può diventare depressione) • Diventano esperienze neurotiche, cioè non malattie, e rientrano solo nelle aree metaforiche della follia (stati normali della vita quotidiana) Entrambe (nevrosi, ansia, inquietudine, manifestazioni) sono accompagnate sempre da esperienza del dolore, da sofferenza. Il dolore è sempre associato alla follia. IL DOLORE E IL TEMPO INTERIORE - BERGSON La follia può essere indagata solo negli abissi della interiorità e non nei modi di essere interiori di malattia (sintomi) La psichiatria e la filosofia indagano il tempo interiore. Tempo della scienza, quello misurabile (tutti allo stesso modo, a prescindere dai sentimenti) e il tempo interiore (della durata, vissuto) Definizione Bergson: Tempo interiore: soggettivo, vissuto, dell'io. Futuro-presente-passato, cioè le agostiniane dimensioni di tempo; si intrecciano e sconfinano vertiginosamente le une nelle altre: senza alcuna discontinuità. Tempo non misurabile. Nel dolore, il divenire del tempo, il suo fluire, scandito diversamente dai nostri stati d'animo, si arresta e talora si frantuma: invischiato in un presente immobile e pietrificato (attimi che non passano mai o ore che passano velocemente) Tempo della scienza: (non riguarda la psichiatria) dell'orologio, del mondo, matematico di clessidra. Scorre inesorabile e uniforme in ciascuno di noi al di la dei nostri stati d'animo, le nostre speranze e attese, delle nostre illusioni e sofferenze. IL DOLORE - Nietzsche Il dolore accompagna l'esperienza della follia che riguarda la nostra interiorità e il tempo interiore. Il dolore ha determinato la vita di Nietzsche. Nietzsche è un uomo molto sensibile. Ci si chiede se è stata la sua delicatezza a portarlo alla follia, oppure sia stata la follia a diventare in lui una ispirazione creatrice. Quando Nietzsche è diventato pazzo, anche il suo pensiero si è inaridito. Ma nella sua mente geniale la follia ha potenziato ancora di più l'ipersensibilità, genialità, predisposizione, genio, facendoli arrivare a livelli di conoscenza altissima. Come lui, anche moltissime altre persone con grande base culturale sono stati afflitti da follia che gli ha portato a livelli altissimi di filosofia o arte. Nella "Gaia Scienza" la tesi di Nietzsche è che: tutte le conoscenze teoriche, astratte, razionali, solo se accompagnate dal dolore ci consentono di capire i nostri modi di vivere e di morire --> cioè qualsiasi tipo di conoscenza o approccio razionale alla realtà, se non è accompagnato da dolore, ci fa capire meno della realtà e di noi stessi. Parla inoltre del grande dolore, dicendo che è l'estremo liberatore dello spirito in quanto esso è il maestro del grande sospetto --> cioè che tutta la realtà che ci circonda in fondo vuole dare una immagine razionale della vita, nascondendo la tragedia silenziando il dolore; invece proprio i maestri del sospetto riconoscono la tragedia che sta dietro alle cose, smascherano la falsità dell'apparente sicurezza, razionalità e equilibrio della cultura occidentale. Fanno emergere la dimensione del dolore e della vita; l'elemento tragico (dionisiaco) è camuffato dalla razionalità da Socrate in poi. "non siamo ranocchi pensanti, apparecchi per obiettivare e registrare, dai visceri congelati"; cioè la nostra vita non si limita a registrare, imparare, ma abbiamo un fuoco dentro che è legata alla sofferenza e ci fa guardare diversamente la realtà e la vita stessa" Riferendosi alla società che ci circonda e alla cultura: "occhi grigi e freddi non sanno il valore delle cose, spiriti grigi e freddi non sanno il peso delle cose". Uno sguardo che è solamente razionale sulle cose non sa pesare la realtà e non ne capisce il valore Nietzsche soffriva molto; percepiva nella società in cui viveva un deserto di significato. Per questo arriva alla trasvalutazione dei valori, condanna della morale, dire che dio è morto; Nessuno sa del nostro dolore e del desiderio di vivere. Condanna la freddezza della cultura che tace ognuno di noi, nella nostra interezza. "il grande dolore costringe noi filosofi a discendere nelle nostre ultime profondità e a sbarazzarci di ogni fiducia, di ogni bontà, mansuetudine, di tutto ciò in cui forse una volta riponemmo la nostra umanità", cioè noi siamo costretti a sbarazzarci di valori cristiani, bontà, sottomissione, umiltà, costretti quando si va fino in fondo. "è necessario andare oltre alle apparenze, il desiderio, le convenzioni, le certezze impossibili e i silenzi del dolore e bisogna invece avvicinarsi alle ragioni segrete del cuore, anche di un cuore ferito della tragedia e lacerato dalla follia", Nell'opra "Aurora" dice "a tutti quegli uomini superiori che erano irresistibilmente attratti ad infrangere il giogo di una qualche eticità (a distruggere i valori del passato) e a dare nuove leggi (trasvalutare i valori), non restò niente altro che, se essi non erano veramente folli, di diventare pazzi o farsi passare per tali, e ciò vale per i novatori in tutti i campi…" Cioè tutti quelli che hanno il coraggio di andare contro alla mentalità dominante, se non è pazzo, deve far finta di esserlo perché non è accettato per quello che è o per il fatto che si metta in risalto la parte fragile di noi, o che si condanni la pazzità della cultura dominante. La follia è quell'atto di libertà contro il gioco dell'oppressione dei valori di una morale che ci vuole costringere a quello che non siamo. Le fiamme divoranti della follia erano ancora lontane ma questo era il presagio. Nietzsche non era ancora pazzo quando diceva queste cose, ma presagiva che lo sarebbe diventato. Faceva affermazioni inascoltate molto forti. La malattia per lui è stata matrice di immaginazione, creatrice, ma poi aggravandosi, l'aveva inaridita.
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