Scarica LA FORMAZIONE DEGLI STATI REGIONALI ITALIANI e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! LA FORMAZIONE DEGLI STATI REGIONALI ITALIANI Le città comunali italiane erano in mano a “oligarchie”, piccoli gruppi di potere che lottavano fra loro per il governo, ma erano protagonisti anche dell’economia cittadina. Gli abitanti dei comuni avevano cercato di superare i loro conflitti ricorrendo per brevi periodi di tempo al podestà, ma ciò non era stato risolutivo e già nel Duecento comparvero le rime signorie. Il signore poteva non essere di origine aristocratica; anche se doveva rispettare le regole della città, il suo potere era senza limiti, quindi assoluto. Dopo aver conquistato il potere, i signori cercavano di conservarlo e di lasciarlo in eredità ai loro discendenti e, col passare del tempo, alcune signorie si trasformarono in principati. Il principato nasceva quando il papa o l’imperatore elevavano il signore al rango di conte, duca o marchese, e ciò rendeva possibile trasmettere il potere per via ereditaria. Nel Nord dell’Italia le famiglie di signori estesero il loro potere anche al di là delle mura cittadine, no a costituire dei domini regionali. In Piemonte, per esempio, i possedimenti dell’antica dinastia feudale dei duchi di Savoia erano molto vasti e nel corso del Trecento si ampliarono con la conquista di Nizza, nel 1388, che assicurò loro lo sbocco sul mare. I Visconti erano capitani del popolo chiamati ad amministrare i comuni rurali vicino a Milano sotto la protezione dell'arcivescovo. All’inizio del Trecento presero il controllo della città e cercarono di allargare i loro domini in tutta l’Italia settentrionale, finendo per scontrarsi con la repubblica di Venezia. Durante il governo di Gian Galeazzo Visconti (nominato duca di Milano nel 1395) Milano estese il suo potere su gran parte della Lombardia e del Veneto ma anche su città dell’Italia centrale come Pisa, Siena e Perugia; a Mantova si affermò il potere signorile dei Gonzaga. Quando i turchi cominciarono la loro espansione, fra XIV e XV secolo, Venezia dovette cercare anche altrove le risorse che le erano necessarie. Il vasto territorio agricolo veneto divenne così l'obiettivo dell'espansione veneziana e, per molti membri dell’aristocrazia cittadina, l'occasione di investire i capitali accumulati con i traffici commerciali. Fra Trecento e Quattrocento Venezia si impadronì di tutto il Veneto, di Brescia e di Bergamo, entrando in conflitto con il ducato di Milano. Dal punto di vista politico, Venezia non si trasformò mai in una signoria mantenendo l'ordinamento repubblicano. Firenze, l’altra grande repubblica italiana, dalla ne del Trecento fu stabilmente governata dal cosiddetto “popolo grasso”, ossia dalle grandi famiglie di banchieri e uomini d’affari. Nella sua espansione territoriale la città conquistò Pistoia, Volterra, Arezzo e Pisa, con la quale ottenne uno sbocco al mare. La città visse lunghi periodi di conflitti interni no a che, nel 1435, il potere passò nelle mani dei Medici, una fa