Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La frase: l'analisi logica di Giorgio Graffi, Sintesi del corso di Linguistica

Introduzione analisi logica e grammaticale, la nozione di frase, l'analisi della frase; soggetto, predicati e complementi; la frase come struttura a strati

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 17/06/2019

eleonora-8
eleonora-8 🇮🇹

4.3

(17)

7 documenti

1 / 7

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La frase: l'analisi logica di Giorgio Graffi e più Sintesi del corso in PDF di Linguistica solo su Docsity! LA FRASE: L’ANALISI LOGICA, Graffi, Polimeni 1. Introduzione: analisi logica e analisi grammaticale 1.1. Motivazione dei due tipi di analisi L’analisi logica è il procedimento con cui si individuano le funzioni sintattiche che costituiscono una frase (soggetto, predicato, complementi-9. Essa si affianca all’analisi grammaticale, che ha il compito di individuare e descrivere le categorie grammaticali cui appartengono le parole presenti nella frase. L’analisi logica le funzioni sintattiche, l’analisi grammaticale le parti del discorso e le loro combinazioni, dette sintagmi. 1.1.1. Un po’ di storia La distinzione risale alla prima metà del Settecento 1.1.2. Qualche esempio 1.2. L’analisi logica nella grammatica tradizionale 1.2.1. Le categorie logiche come categorie universali di pensiero Perché si è imposto un tale termine per indicare tale tipo di analisi? Due motivi: il primo è che alcune di queste categorie(soggetto e predicato) dervano dalla terminologia della logica aristotelica. Il secondo sta nell’interpretazione dell’aggettivo logico nel senso di relativo al pensiero. L’analisi logica è ritenuta l’analisi della frase in base al pensiero che permette cioè di individuare nelle diverse lingue le identiche funzioni sintattiche. 1.2.2. L’analisi logica e l’insegnamento delle lingue classiche Se si continuava a chiamare il soggetto nominativo era molto difficile insegnare a riconoscerlo in una lingua che non ha i casi grammaticali. Se invece di parla di una funzione sintattica di soggetto l’operazione diventa più semplice. 1.3 Categorie grammaticali e funzioni sintattiche 1.4. Teorie tradizionali e moderne 2. La nozione di frase 2.1. La frase nella grammatica tradizionale La proprietà caratteristica di una frase: esprimere un senso compiuto; esprimere un giudizio; contenere un verbo di modo finito. 2.1.1. La frase è espressione di un senso compiuto Forse è la definizione che ha esercitato il maggior influsso sui grammatici successivi. Serianni: la frase o proposizione è l’unità minima di comunicazione dotata di senso compiuto. La concezione della frase come espressione di un senso compiuto è associata alla sua funzione comunicativa, ma l’esprimere un senso compiuto è certamente una proprietà delle frasi principali e non di quelle dipendenti ed anche alcune parole singole possono esprimere un senso compiuto. 2.1.2. La frase è espressione di un giudizio Il giudizio che facciamo delle cose, come quando dico la terra è rotonda, si chiama proposizione; ogni proposizione racchiude due termini: uno detto soggetto che è ciò di cui si afferma e l’altro l’attributo che è ciò che si afferma. Una proposizione, cioè un pensiero dal senso compiuto espresso per mezzo delle parole, si compone di almeno due elementi essenziali: il soggetto e il predicato. Soltanto la principal però può essere considerata espressione di un giudizio. Inoltre proprietà tipica di un giudizio è quella di essere vera o falsa, ma che dire di frasi interrogative o imperative? Esse non sono dei giudizi. Anche questo secondo tipo di definizione della frase si rivela insoddisfacente. 2.1.3. La frase contiene sempre un verbo di modo finito Questo terzo tipo di definizione della frase si basa su considerazioni essenzialmente grammaticali: e probabilmente è proprio per questo che appare più soddisfacente delle precedenti. Tuttavia, esistono frasi nominali, anche se non particolarmenti frequenti in italiano. Tutti e tre i tipi di definizione sono insoddisfacenti. 2.2. La frase nella linguistica moderna Una via di soluzione. Il concetto di frase, nel non considerarlo unitario, ma in realtà distinto in almeno tre dimensioni, una comunicativa, un’altra logica e un’altra grammaticale. La linguistica moderna, con Charles Morris, ha introdotto negli anni trenta una distinzione tra sintassi, semantica e pragmatica. La sintassi riguarda la combinazione di parole, la semantica il rapporto delle parole e delle loro combinazioni con la realt, la pragmatica è l’uso del linguaggio da parte dei parlanti. La concezione della frase come unità comunicativa si può collegare alla pragmatica, quella come espressione di un giudizio alla semantica e quella come struttura grammaticale caratterizzata dalla presenza di un verbo finito può essere correlata alla sintassi. Frase non è quindi un concetto unitario, ma pluridimensionale. Non è detto che tra queste varie dimensioni ci sia sempre una corrispondenza precisa. 2.2.1 Frase, proposizione, enunciato Si riserva il primo termine alla sintassi, il secondo alla semantica e il terzo alla pragmatica. La proposizione è lo stato di cose descritto dall’enunciato., descrive lo stato in cui è vera o è falsa. Questo significato del termine proposizione è abbastanza diverso da quello della grammatica tradizionale, dove è sostanzialmente sinonimo di frase. 2.2.2. Frasi e atti linguistici 2.2.3. La prospettiva funzionale di frase: tema e rema, dato e nuovo Il tema è ciò di cui si afferma e il rema ciò che si afferma. In lingue come l’italiano il soggetto, se fa parte del rema enon del tema, generalmente segue il predicato; in altre lingue come l’inglese impone invece di collocare sempre il soggetto grammaticale prima del predicato. Firbas: gli elementi dotati del minimo gradi di dinamismo sono detti tematici, quelli dotati del massimo grado rematici e quelli intermedi elementi di transizione. Un elemento è tematico se è già dato dal contesto, anche se non viene realizzato nella posizione iniziale della frase. Firbas identifica sostanzialmente tematico con dato e rematico con nuovo, non considerando però questa opposizione una dicotomia assoluta, ma una collocazione degli elementi su una scala di dinamismo comunicativo. 2.2.4. La frase come struttura sintattica Cosìè la proprietà che distingue la frase dalle altre combinazioni di parole, cioè i sintagmi? È caratterizzata da un rapporto di interdipendenza tra passivo è opposta nella grammatica della valenza e nella grammatica generativa: per il primo soggetto e oggetto si scambiano di posto quando la frase da attiva viene passiva e questa costituisce una prova della perfetta parità delle due funzioni; per il secondo tra i due tipi di frase c’è una differenza essenziale: nella passiva l’argomento corrispondente al soggetto della frase attiva può mancare senza che la frase diventi agrammaticale. Infine, la funzione grammaticale di soggetto può essere priva di ruolo tematico, come nel caso dei verbi zerovalenti. In questo caso la funzione di soggetto è anche chiamato espletivo (cioè riempitivo). Casi di complementi oggetti espletivi non esistono. Il rapporto tra il soggetto da un lato e i vari complementi dall’altro risulta quindi asimmetrico: il legame tra il verbo e i suoi complementi è più stretto di quello tra verbo e soggetto. I soggetti espletivi dei verbi atmosferici? Tesniere con la definizione di soggetti apparenti non assegna loro una posizione autonoma nella struttura della frase, ma li rappresenta come uniti al verbo. 4. Soggetto, predicato e complementi 4.1. Soggetto e predicato 4.1.1. Definizioni tradizionali Le definizioni tradizionali di soggetto e predicato: il soggetto è definito ciò di cui si afferma e il predicato come ciò che si afferma (grammatica di port royal che rintraccia le sue origini in Aristotele. Alcuni trattati medievali identificano invece il soggetto come colui che compie l’azione e il predicato come l’espressione di tale azione. Bisogna fare una distinzione tra soggetto grammaticale e soggetto logico. Serianni: il soggetto grammaticale è il soggetto formale della frase, cioè l’elemento sintattico di riferimento del predicato, il soggetto logico come l’agente reale dell’azione. Anche questa distinzione non è però sufficiente. L’analisi logica tradizionale riconosce ma non definisce correttamente il soggetto. 4.1.2. Soggetto, agente e tema 4.1.3. Definizioni nella linguistica moderna Jespersen definisce il soggetto come l’argomento più intimamente connesso con il verbo (predicato) nella forma che esso effettivamente ha nella frase in questione. L’argomento più intimamente connesso è quello che si accorda con il verbo in persona e in numero: si tratta di una definizione puramente grammaticale. Però non tutte le strutture soggetto- predicato contengono un verbo di modo finito, come si può quindi definire il soggetto in queste costruzioni? Per Jespersen si deve ragionare per analogia in una frase corrispondente con un verbo finito. Un altro elemento non completamente soddisfacente è dato dalle frasi in cui due elementi possono essere entrambi considerati soggetti con un predicato nominale costituito da un nome o da un sintagma nominale: es: un mammifero è un animale. Jespersen definisce soggetto come l’elemento relativamente più definito e speciale. Non è di carattere grammaticale, ma logico.Tuttavia questo metodo non è sempre in grado di individuare il soggetto e il predicato, quando ad esempio la frase suona bene con i due sintagmi nominali posti in ordine inverso. 4.2 I complementi 4.2.1. Definizioni tradizionali e definizioni moderne 4.2.2 Complementi del verbo e complementi del nome La grammatica tradizionale tratta i complementi come entità collegate al verbo principale, ma il complemento di specificazione è legato al nome. A volte il complemento di specificazione risulta obbligatorio anche quando è collegato al nome. Gia la grammatica tradizionale distingue una funzione soggettiva e una funzione oggettiva, ma può indicare anche una relazione di possesso. 4.2.3. Attibuto, apposizione e complementi predicativi L’attributo e l’apposizione sono facoltativi perché sono elementi di una struttura di modificazione mentre il predicato nominale è obbligatorio perché fa parte di una struttura predicativa (il nesso). I complementi predicativi alcuni sono facoltativi, altri obbligatori. Essi distinguono tra una predicazione primaria e una secondaria. Questi due tipi di predicazione sono distinti in base al concetto di ruolo tematico: con la predicazione primaria, è il predicato ad assegnare un ruolo tematico al soggetto. La predicazione è invece secondaria quando il soggetto ha già un ruolo tematico indipendente che gli è assegnato da qualche elemento della frase diverso dal predicato. I complementi predicativi dell’analisi logica tradizionale che sono obbligatori corrispondono ai predicati delle predicazioni primarie e quelli facoltative alle secondarie. 5. La frase come struttura a strati Si presenta il modello di analisi della frase elaborato dalla grammatica generativa negli ultimi decenni. 5.1. Flessione e modalità Nella flessione si distinguono la flessione nominale (declinazione) e una verbale (coniugazione), quest’ultima rappresentata dal modo, tempo, persona e diatesi. La modalità è definita come la categoria semantica che esprime il punto di vista del parlante per dar risalto all’azione a cui si riferisce l’enunciato. Si riferisce non solo alle forme del modo ma anche ai diversi tipi di frasi quali l’affermazione, domanda, richiesta. In Serianni: a seconda del messaggio che viene espresso distinguiamo le prasi semplici in enunciative, interrogative, esclamative e ottative. Le interrogative si dividono in totali, quando la domanda verte su soggetto e predicato, e parziali, quando il legamo soggetto-predicato non è messo in discussione, ma si sollecita un’informazione particolare su un altro elemento della frase. Quelle parziali sono sempre introdotte da specifici elementi interrogativi, pronomi e aggettivi. Le interrogative totali sono chiamate da Graffi interrogative si/no e quelle parziali interrogative wh. I morfemi lessicali esprimono il significato, mentre i morfemi grammaticali sono rappresentati dalla desinenza che esprime l’accordo di numero e persona tra verbo e soggetto. Tra morfemi libri e morfemi legati: i primi sono quelli che possono funzionare come parole indipendenti(bar oggi tu), i secondi non hanno questa capacità(salut-, cammin-). 5.2. Uno schema generale della struttura sintattica I morfemi grammaticali che realizzano la flessione verbale, liberi o legati che siano, sono analizzati come proprietà della frase, non del verbo. 5.3. Il “centro” della frase: ruoli tematici e flessione 5.3.1. Rappresentazione della flessione verbale 5.3.2. Soggetto tematico e soggetto strutturale 5.3.3. L’oggetto diretto e l’oggetto indiretto 5.3.4. Le frasi con il verbo essere: soggetti e predicati nominali 5.4. La periferia a sinistra della frase 5.4.1. La “prima periferia”: gli indicatori della modalità della frase La periferia sinistra della frase consiste nello strato della modalità, ossia la posizione in cui si trovano gli elementi che indicano se una frase è dichiarativa oppure interrogativa. All’interno del sintagma del complementatore, ad esempio, se la testa del sintagma è che la frase è dichiarativa, se fosse se è interrogativa. 5.4.2 La periferia estrema e la struttura comunicativa della frase Conclusioni
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved