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la germania del terzo reich, Schemi e mappe concettuali di Storia

in questi schemi vengono riassunti tutti gli avvenimenti possibili, avvenuti nel periodo della Germania del terzo reich. Schemi fatti appositamente per chi deve studiare in poco tempo e capire il meglio possibile❤️

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 11/04/2023

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jacotoma-23 🇮🇹

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Scarica la germania del terzo reich e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 8 LA GERMANIA DEL 3 REICH: Parole chiave: Reich: significa impero, stato. 3 Reich (Sacro romano impero-Impero di Guglielmo I-Nazisti) Risarcimento di guerra: Indennità che i paesi sconfitti versano ai vincitori, come riparazione di spese e danni Nazionalsocialismo: simboleggiata dalla svastica e fondato sulla superiorità della razza ariana Totalitarismo: regime autoritario che intende dominare la società in ogni suo aspetto soffocando i dissensi Antisemitismo: Atteggiamento di discriminazione e persecuzione verso il popolo ebraico Date fondamentali: 1918-1933: repubblica di Weimar 1920: Hitler fonda il partito Nazionalsocialista dei lavoratori 1934: Hitler a capo del terzo Reich 1935: Leggi di Norimberga 1939: Patto d’acciaio e patto Molotov-Ribbentrop (Mussolini-Stalin) 8.1 LA REPUBBLICA DI WEIMAR: In Germania dopo la guerra: la fine della guerra in Germania diede luogo ad un vuoto di potere, aveva logorato fino allo stremo l’esercito, l’economia e la struttura del Paese. Alla fine del 1918 la situazione era precipitata, il Kaiser Guglielmo II abdica (9 novembre) e prende la via dell’esilio, mentre veniva proclamata la repubblica e formato un governo provvisorio guidato da Ebert; governo che 2 giorni dopo firma l’armistizio di Compiègne (11 novembre 1918). Il governo repubblicano era però troppo debole per mantenere l’ordine, visto l’aver accettato un armistizio durissimo che poi a Versailles si trasformò in un umiliante trattato di pace (29 giugno 1919), che contribuì al mito della “pugnalata alle spalle”. La rivolta di Berlino e la settimana di sangue 1919: Il primo attacco contro il governo venne fatto dall’estrema sinistra, guidato dal Kpd, partito comunista tedesco, (gennaio 1919, il partito era nato dalla lega di Spartaco), essi criticavano il leninismo e sfiduciavano i socialdemocratici. Il 5 gennaio 1919 mentre Berlino era ripiombata in un clima insurrezionale, il Kpd e la sua ala spartachista tentarono di nuovo la via della rivoluzione, (la settimana prese il nome “settima di sangue”), venne brutalmente repressa. Ebert poté contare sull’appoggio dell’alta finanza e dell’esercito. La costituzione della repubblica di Weimar: In gennaio si svolsero le elezioni per un’assemblea costituente, dove vinse il partito socialista. L’assemblea si era riunita nella città di Weimar e aveva elaborato una nuova costituzione che entrò in vigore l’11 agosto 1919; la Germania diveniva una repubblica federale, che prevedeva il suffragio universale maschile e femminile, l’affermazione di ampi diritti civili, politici e sociali. Il cancelliere rispondeva del proprio operato al parlamento e veniva nominato un presidente ogni 7 anni dal popolo, al quale la costituzione accordava il potere di sospendere le facoltà civili in caso di emergenza, e attuare tutte le misure ritenute necessarie. Per questo il potere esecutivo poteva prevaricare quello legislativo intaccando la fondamentale divisione dei poteri. Il Putsch di Kapp: la nuova repubblica dovette far subito i conti con i gruppi di estrema destra, in particolare con quello guidato da Kapp, che si batteva per revisionare i trattati di pace e per il ritorno alla monarchia. Nel marzo 1920 Kapp promosse un movimento insurrezionale militare che fallì per il mancato appoggio dell’esercito. I problemi economici: I problemi della repubblica erano aggravati dalla disastrosa situazione economica post-bellica, resi insostenibili dagli infattibili risarcimenti di guerra. La situazione peggiorò nel 1922 quando il governo iniziò a mettere in circolazione più banconote; ne derivò un’inflazione senza precedenti che determinò un vorticoso deprezzamento del marco. I prezzi seguirono la svalutazione della moneta e aumentarono a dismisura; i lavoratori erano addirittura pagati 2 volte al giorno e veniva dato loro il permesso di assentarsi per 2 ore per andare a fare la spesa. L’iperinflazione e la massiccia disoccupazione portarono al collasso economico e sociale, all’abbassamento della qualità della vita. Parte della popolazione era ridotta alla fame, mentre una piccola parte della borghesia ne fu avvantaggiata potendo esportare prodotti tedeschi a prezzi competitivi. L’occupazione francese della Ruhr: Il governo dovette sospendere il pagamento dei risarcimenti di guerra in marchi-oro (Versailles). La Francia reagì e nel gennaio del 1923 occupò militarmente il bacino minerario della Ruhr. Sottrare la Ruhr alla Germania significava metterla totalmente in ginocchio e privarla della possibilità di produrre e ripagare i debiti di guerra. L’unico risultato di tale azione fu quello di aumentare il risentimento del popolo tedesco ed esasperare i sentimenti nazionalisti e le correnti di destra che se ne facevano portavoce. 8.2 HITLER E LA NASCITA DEL NAZIONALSOCIALISMO Hitler e partito fascista: Nel gennaio 1919 si costituì a monaco un partito di estrema destra denominato “partito dei lavoratori” al quale aderì Adolf Hitler. Allargò il partito e nel corso del 1920 lo trasformò nel partito nazionalsocialista dei lavoratori, più comunemente noto come partito nazista. Il NSDAP come emblema aveva la svastica, che richiamava la simbologia solare. Inoltre, il partito nazista creò le così dette SA contraddistinte dalle camicie brune. Il fallito putsch di Monaco: I membri del Nsdap utilizzavano metodi terroristici con l’obiettivo di creare in Germania un regime autoritario e anticomunista. Tra l’8 e il 9 novembre 1923 Hitler tentò un colpo di stato contro il governo regionale della Baviera. Hitler venne arrestato e condannato a 5 anni di carcere, la prigionia durò però solo un anno. Decise di cambiare strategia e come obbiettivo la conquista legale del potere La stabilizzazione dell’economia: L'economia in Germania stava leggermente migliorando grazie a relazioni diplomatiche e commerciali con l’unione sovietica e soprattutto grazie all’intervento degli stati uniti nel 1924 con il piano dawes La riconciliazione franco-tedesca: Nell’ottobre 1925 Francia e Germania con la garanzia di Inghilterra e Italia, firmarono a Locarno (in Svizzera) un patto in base al quale diventavano definitivi alcuni punti fondamentali stabiliti dal trattato di Versailles. L’atteggiamento dell’Europa nei confronti del nazismo: loro poi accidentale sottovalutò l’avvento del nazismo per molte ragioni, Hitler realizzò il programma sfruttando le vie legalitarie affermandosi come uomo capace di portare ordine in situazioni stabili. Inoltre, negli anni 30 i successi del Germania riconoscere ammirazione anche dall’estero, poi quando metà degli anni 30 il nazismo divenne più aggressivo in politica estera le vecchie potenze europee cercarono soluzioni diplomatiche anche perché avevano un ricordo della Prima guerra mondiale. 8.4 l’ideologia nazista Razza e ineguaglianza: i fondamenti dell’ideologia nazionalsocialista vennero delineati da Hitler nell’opera Mein Kampf, che dettò a Rudolf. Il testo uscì in due parti: la prima nel 1925 e la seconda nel 1926; divenne subito un punto di riferimento del nazismo. L’ideologia hitleriana si fondava su un sentimento mistico di teorie eugenetiche (migliorare la specie umana) che aveva come punto di raccordo due elementi: razza considerata essenziale e l’ineguaglianza ritenuta legge fondamentale della natura. Il nazismo sosteneva la teoria della superiorità assoluta della cosiddetta razza ariana, alla quale andava attribuito il merito esclusivo del progresso dell’umanità. Dato che secondo Hitler la razza ariana si identificava nella razza germanica, compito principale dello stato nazista doveva essere quello di dare corso a un processo di purificazione per creare un gruppo razziale tedesco. Se una razza dominante avesse necessitato di uno spazio vitale avrebbe avuto pienamente il diritto di occuparlo. L’antisemitismo: il razzismo nazista individuò il principale nemico nel popolo ebraico considerato come il male del mondo. Secondo Hitler l’ebraismo era una sorta di malattia. Ne conseguì una politica che mirava a una spietata persecuzione degli ebrei ritenuti anti-razza. La persecuzione divenne sistematica con la promulgazione delle leggi di Norimberga, dove gli ebrei furono privati della cittadinanza, vietato di contrarre matrimoni con tedeschi e obbligati a esibire sugli abiti la stella gialla di David per essere riconosciuti. La notte dei cristalli: nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 con il pretesto di una ritorsione in seguito all’uccisione a Parigi di un diplomatico nazista per mano di un giovane ebreo, in molte città del Reich vennero devastati i luoghi di culto, gli esercizi commerciali e le abitazioni private dagli ebrei. Poiché furono infrante le vetrine dei negozi, l’azione venne definita la notte dei cristalli, dopo due giorni veniva definitivamente stabilita l’esclusione degli ebrei del commercio e dalle professioni. Le persecuzioni degli ebrei permettevano di mettere le mani sui loro patrimoni. In questa fase le autorità naziste spinsero anche all’emigrazione. Il dato deve far riflettere sia sulla forza propagandistica dei regimi totalitari, si sulla propensione umana a individuare un capro espiatorio. La persecuzione culminò nel genocidio di sei milioni di ebrei. 8.5 la politica estera aggressiva La rottura dell’equilibrio europeo: Hitler si mostrò deciso a superare gli accordi di Versailles allontanando definitivamente la Germania dallo spirito di Locarno. Il primo passo fu l’uscita dalla società delle nazioni. Due anni dopo la potenza tedesca si consolidò grazie alla riannessione della Saar. Mentre già sviluppata l’industria bellica reintrodusse il servizio militare universale e obbligatorio. Rinasceva cosi l’esercito tedesco la Wehrmacht. Francia, Inghilterra e Italia riunite in convegno nella cittadina piemontese di Stresa dove espressero la loro condanna nei confronti dell’iniziativa tedesca. Hitler non incontrò ostacoli quando era consapevole di andare contro un’altra clausola del trattato di pace e approfittando della guerra etiopica in atto e ordinò alle sue truppe di insediarsi in Renania. Asse Roma-Berlino-Tokyo: fino al 1935 solo l’Italia aveva contenuto le ambizioni di Hitler. Ma in seguito alla guerra d’Etiopia Mussolini si trovò in una posizione di difficile isolamento e non potendo rinnovare l’intesa con Gran Bretagna e Francia, si avvicinò alla Germania. Fu allora che le due potenze giunsero a firmare l’accordo che prese il nome asse Roma-Berlino. La prima prova concreta della loro concordanza era imminente: avvenne sui campi di battaglia della guerra di spagna cominciata nel 1936. Germania e Italia trovarono il sostegno del Giappone che aveva contribuito a inasprire le relazioni internazionali con l’invasione della Manciuria e la conseguente uscita dalla società delle nazioni. Germania e Giappone firmarono il patto Anticomintern che prevedeva una cooperazione in chiave anticomunista e antisovietica. Nel novembre 1937 anche all’Italia rappresentata da Galeazzo Ciano (ministro degli Esteri) aderì al patto Anticomintern, delineando quell’asse Roma-Berlino-Tokyo. L’annessione dell’Austria: l’atteggiamento aggressivo di Italia e Germania aveva finito per prelevare sulla cauta politica di Francia e Inghilterra e aveva rafforzato in Hitler la convinzione di poter impunemente mutare i rapporti in Europa e nel mondo. Sbandierando il mito della riunione in un unico stato di tutti i tedeschi. A quattro anni dal precedente tentativo, ordinò alle truppe di occupare Vienna. Non si trattò di una vera e propria invasione. Nominato cancelliere Arthur Seyss- inquart spalancò le frontiere del paese a Hitler. Il 13 marzo l’Anschluss dell’Austria alla Germania fu sancita da una legge e poi confermata da un plebiscito. Mussolini a differenza di quanto aveva fatto accondiscese all’aggressione nazista. Era la più evidente manifestazione del mutamento d’indirizzo intrapreso anche dall’Italia. Conferenza di Monaco: poco dopo l’Anschulss, Hitler intimò alla repubblica cecoslovacca, la cessione del territorio di frontiera dei Sudeti, una regione abitata in prevalenza da una popolazione di nazionalità tedesca. Le altre potenze Europee, spinte dalla volontà di evitare la guerra, cercarono nuovamente un accordo. Il governo inglese incaricò il suo primo ministro Arthur Neville di avviare le trattative nel corso di una conferenza internazionale a Monaco nel 1938, si riuscì a salvare la pace ma a spese della Cecoslovacchia, dove si vide costretta a cedere il territorio a Sudeti. ormai deciso di non abbandonare la tecnica dei colpi di forza, il dittatore invase la Cecoslovacchia, ne occupò la capitale Praga e creò un protettorato tedesco. Il patto d’acciaio: nel 1939 il Fuhrer intimò alla Polonia la cessione del cosiddetto corridoio di Danzica, ovvero quella striscia di territorio prima appartenente ai tedeschi. Questa volta la Francia e Inghilterra ribadirono gli impegni assunti e assicurarono alla Polonia la loro protezione. Germania e Italia stipularono un trattato di alleanza militare, subito ribattezzato patto d’acciaio. La Germania sottoscrisse un patto di non aggressione con l’unione sovietica, firmato dal ministro Molotov e dal ministro degli esteri tedesco Ribbentrop. Il patto prevedeva la spartizione dell’Est e della Polonia in due sfere d’influenza. L’accordo fu determinato dalla necessità della Germania di proteggersi le spalle in caso di conflitto con le potenze occidentali. Da parte sua Stalin era stato spinto dall’atteggiamento di Francia e Inghilterra, che avevano assecondato l’espansione tedesca. Si era ormai a un passo dallo scoppio della Seconda guerra mondiale.
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