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Visioni Impero e Nascita Classe Operaia: Filosofia Storia e Nuovi Orientamenti, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

SociologiaStoria modernaFilosofia politica

Delle visioni dell'Impero e della nascita della classe operaia, con una particolare attenzione per la filosofia della storia. come le ONG, le associazioni no-profit e quelle per i diritti umani svolgono un ruolo morale e quindi preparatorio per interventi militari internazionali. Successivamente, il testo introduce nuovi orientamenti nello studio delle classi operaie, con un focus sulla formazione e la strutturazione interna di queste classi sociali. Edward Thompson e Gareth Stedman-Jones vengono citati per i loro studi sulla classe operaia e il linguaggio della classe.

Cosa imparerai

  • Che tipo di indagine riguardano i nuovi studi sulle classi operaie negli anni '60 del XX secolo?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 01/11/2021

RickP00
RickP00 🇮🇹

4.4

(51)

65 documenti

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Scarica Visioni Impero e Nascita Classe Operaia: Filosofia Storia e Nuovi Orientamenti e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Le questioni dell’età contemporanea - BANTI LA GLOBALIZZAZIONE Premessa Negli ultimi decenni, tutta una serie di studiosi ha iniziato a parlare del concetto di GLOBALIZZAZIONE ossia un processo planetario di crescita degli scambi economici e finanziari e un aumento della circolazione al di fuori della nazione di merci e persone > il fenomeno si manifesta negli ultimi decenni del XX secolo + nel parlare di Globalizzazione, gli studiosi hanno posto l'accento soprattutto sugli ASPETTI ECONOMICI: L'imporsi dell'ideologia del LIBERO MERCATO; Diffusione di MODELLI DI CONSUMO uniformi su scala mondiale, soprattutto grazie al lavoro dei media; La compressione di SPAZIO/TEMPO dovuta a riduzione dei costi (telefonici, biglietti aerei, connessione Internet) > la POSTA ELETTRONICA che permette di vaste comunità virtuali, lontane geograficamente ma vicine virtualmente; Grande e costante sviluppo dei movimenti migratori Il concetto di Globalizzazione, però, nasconde dietro di sé, una NATURA ASIMETTRICA: sono sempre i mercati occidentali a dominare la rete degli scambi, sebbene negli ultimi decenni alcune potenze emergenti come India e Cina, hanno iniziato a dimostrare una capacità pari, se non superiore all'area nord-americana ed europea + al dominio economico, sembra corrisponderne anche uno POLITICO e, stavolta, sono gli USA a fare da protagonisti, soprattutto dopo la Guerra Fredda e il crollo dell'URSS Infine, possiamo affermare che la Globalizzazione appare oggi più come una tendenza che come un qualcosa di compiuto + il processo di integrazione finora, infatti, è stato solo parziale: ha riguardato soprattutto i mercati dell'emisfero nord, lasciando fuori dal processo buona parte dell'America Latina e dell’Africa sub-sahariana > detto questo, gli interrogativi che si sono posti gli storici sul concetto di Globalizzazione, sono essenzialmente 3: Il processo di Globalizzazione, è un fenomeno osservabile solo dal 1945 ad oggi, oppure si possono individuare tendenze precedenti? Quali sono le implicazioni politiche e culturali di tale processo? La Globalizzazione può provocare un parallelo processo di DENAZIONALIZZAZIONE? E se sì, cosa prende il posto degli Stati-Nazione? Il Sistema-Mondo Cominciamo dal primo interrogativo > la più importante proposta interpretativa ci proviene dal sociologo statunitense IMMANUEL WALLERSTEIN > tra il 1974 e 1989, pubblica un’opera in 3 volumi: Il sistema mondiale dell'economia moderna + il concetto fondamentale della sua analisi è quello delle ECONOMIE-MONDO ovvero aree economiche integrate, organizzate attorno ad un'area economica centrale che riesce a collegare a sé altre aree talvolta anche molto lontane tra loro > il termine MONDO, non significa che questi sistemi economici ricoprano tutto il globo necessariamente Le forze facenti parte di tale sistema non sono, almeno in un primo tempo, politiche ma prettamente ECONOMICHE > la morfologia produttiva che anima tutto questo processo è IL CAPITALISMO EUROPEO, nato nell’Europa moderna tra XVI e XVII secolo + nelle prime fasi di formazione dell'economia mondo, la Geografia economica si si articola in 3 aree, ognuna caratterizzata da produzioni diverse: 1. AREE CENTRALI: Europa nord-occidentale > manodopera libera con alti salari; 2. AREE PERIFERICHE: Americhe ed Europa Orientale + schiavitù e servitù; 3. AREE SEMIPERIFERICHE: Europa meridionale + vari sistemi agrari che vanno dall’affitto capitalistico all'economia contadina Dopo questa prima fase originaria, il Capitalismo attraversa altre 2 fasi: il CONSOLIDAMENTO e la PLANETARIZZAZIONE + secondo W, la concatenazione di queste 3 fasi, ha come finalità la formazione di un UNICO sistema-mondo, che non prevede però il superamento degli squilibri economici presenti tra le diverse aree Nel corso della storia, il cuore delle Economie-Mondo si è concentrato prima nell'Europa Nord- Occidentale, per poi spostarsi sugli USA, tuttavia questo non vuol dire che la situazione resterà immutata: caratteristica principale dell'Economia-Mondo è proprio per W, l'INSTABILITÀ Il lavoro di W ha come scopo principale quello di dimostrare che il processo di G ha origini lontane nel tempo, e che quindi esso non costituisce una novità degli ultimi decenni > per quanto riguarda invece una valutazione del sistema, W ce la comunica in un breve saggio del 1983, intitolato Il Capitalismo Storico > lo studioso definisce il capitalismo storico un sistema palesemente assurdo in quanto si accumula capitale per accumulame ancora di più + da qui la metafora dei borghesi che, come topolini, corrono sempre più veloce su una ruota + in questo sistema, dice poi W, una parte della popolazione vive in condizioni di miseria ma, anche chi vive bene, paga il prezzo elevato di aver a disposizioni pochi anni per godere dei frutti ottenuti dal proprio lavoro Le origini del mondo moderno Tra gli storici che analizzano le ripercussioni sociali e culturali del processo di G, ricordiamo CRISTOPHER BAYLY che, nel 2004 scrive La nascita del mondo moderno > vi sarebbero stati, secondo Bayly, altri momenti della Storia in cui cambiamenti sociali e politici si siano ripercossi a livello planetario prima del 1945 > è il caso ad esempio, delle Rivoluzioni europee del 1789 (Francese) e 1848 (Moti Carbonari) > ma anche eventi esterni all'Europa come le ribellioni avvenute in Cina e in India a metà 800 + Bayly vuole ripercorrere il sorgere di uniformità globali nello stato, nella religione, nell'ideologia politica ecc. e spiegare che questa uniformità non era visibile solo nella grandi istituzioni come la Chiesa o le corti regie ma anche in quelle usanze chiamate PRATICHE CORPOREE: il modo in cui la gente si abbigliava, parlava, mangiava e si comportava in famiglia > tuttavia, nota Bayly, questa uniformità portò di contro, anche ad un inasprimento dell’antagonismo tra i membri delle diverse società, in particolar modo tra le loro élites: più infatti, giapponesi, indiani, americani, europei si trovavano di fronte ai problemi posti dalla nuova economia globale come ad esempio l’IMPERIALISMO EUROPEO, più attingevano la forza nel loro senso di identità religiosa e culturale Una delle parti più interessanti del libro di Bayly è quella dedicata al sorgere di IDEOLOGIE NAZIONALISTE > lo studioso, non solo non la considera come una caratteristica prettamente europea ma gli sembra che nasca come risposta alle tendenze omogenizzanti del XIX secolo 3 nello spiegare ciò, Bayly fa ricorso ad una distinzione tra le aree: 1. Insvariate regioni del mondo anche extraeuropee come Corea e Giappone, a causa delle guerre, del cambiamento economico e culturale e dello sviluppo delle comunicazioni, i vecchi sentimenti di attaccamento patriottico alla terra si trasformarono in aggressivi sentimenti di nazionalità; 2. Inaltre aree, in particolare gli stati dell’Eurasia orientale e del Nordafrica, il processo avvenne repentinamente dopo il 1860 e fu dettato da guerra internazionale e Colonialismo; 3. Interzo luogo, vi erano aree come parti della Russia e persino dell'Irlanda meridionale nelle quali il Nazionalismo ancora nel 1914, non aveva assunto un suo corredo di idee e condotte politiche Per la prima volta nella Storia, lo scenario politico mondiale appare caratterizzato da un alto numero di civiltà diverse; Gli equilibri di potere tra di loro stanno via via mutando > l'influenza dell'Occidente è in calo, mentre le potenze asiatiche accrescono la loro forza militare, economica e politica; Sta emergendo un nuovo ordine mondiale, basato sul concetto di civiltà; Grazie alle sue pretese universalistiche, l'Occidente sta entrando sempre più in conflitto con altre civiltà in particolare con Islam e Cina; La sopravvivenza dell'Occidente dipende dalla volontà degli USA di affermare la loro propria identità occidentale In modo totalmente controcorrente a quello di Huntington, nel 2000, MICHAEL HARDT e ANTONIO NEGRI, pubblicano un saggio intitolato Impero. Il nuovo ordine della Globalizzazione 3 negli ultimi decenni avremmo assistito al crollo della sovranità dei singoli Stati-Nazione, a favore di un sistema reticolare di organismi nazionali e sovranazionali > tale sistema prende il nome di IMPERO e sarebbe il punto di partenza per la creazione del nuovo ordine mondiale: l'ORDINE GLOBALE Chiaramente, l'Impero di Hardt e Negri, non ha niente a che vedere con gli Imperi precedenti creatisi nel corso della Storia ma è un qualcosa di totalmente nuovo + infatti il nuovo Impero, non stabilisce alcun potere centrale e non poggia su confini fissi, ma incorpora all’interno delle sue frontiere, l'intero spazio mondiale > L'imperialismo è finito 3 gli USA occupano, indubbiamente, uno spazio privilegiato all'interno di questo impero ma, nulla anche vedere con le passate potenze imperialiste Ma come è fatto, allora, questo IMpero? > non ha confini, non ha un vero e proprio centro e, dal punto di vista politico unisce insieme Monarchia, Aristocrazia e Democrazia, dunque: L'impero ha un apice MONARCHICO > la sua forza militare è concentrata nelle mani di un unico stato, gli USA che si coordina con altri Stati alleati attraverso la NATO > il potere politico ed economico, poi, si concentra in organismo sovranazionali come il G8, la BANCA MONDIALE o l’FMI; Ha una componente ARISOCRATICA > essa si identifica tendenzialmente con le GRANDI AZIENDE MULTINAZIONALI; Infine, ha una componente DEMOCRATICA > composta dalle ONG, dalle Associazioni no-profit e da quelle per la difesa dei diritti umani Forte della sua struttura, l'Impero vuole controllare ogni aspetto della vita degli individui dai loro corpi alle loro menti, ergendosi ad unico garante della pace mondiale + questo compito viene portato avanti soprattutto dalle già citate ONG che svolgono, soprattutto un intervento MORALE 3 tra quelle di maggior rilievo, ricordiamo, sicuramente quelle che lottano contro la povertà e in favore dei diritti umani come AMNESTY INTERNATIONAL > queste ONG, combattono GUERRE GIUSTE, senza armi, senza violenza e senza confini proprio come facevano i Domenicani nel Medioevo o i Gesuiti, all'alba della modernità > tuttavia, questo intervento morale serve, molto spesso, come atto preparatorio ad un successivo intervento stavolta di tipo MILITARE > esso consiste in un'azione di polizia INTERNAZIONALE, infatti, è sempre un prodotto di una decisione presa nel quadro delle Nazioni Unite + in genere sono sempre gli USA a muoversi per primi e a chiedere poi aiuto agli alleati per combattere contro i nemici dell'Impero, i cosiddetti TERRORISTI > gli eserciti e la polizia, anticipano anche il lavoro dei TRIBUNALI, dettando le regole che le CORTI DI GIUSTIZIA INTERNAZIONALI e SOVRANAZIONALI, dovranno poi seguire + il lavoro da loro svolto dovrà essere morale e militare allo stesso tempo In conclusione, possiamo dire che le tre visioni presentate all'interno di questo ultimo paragrafo abbiano un tratto in comune: una propensione alla FILOSOFIA DELLA STORIA > più nello specifico, poi, sono guidate da presupposti e orientamenti ideali, molto diversi tra loro > tutte visioni che, una volta depurate dalle loro intenzioni ideologiche, possono legarsi insieme e andare a costituire un quadro esauriente della nuova civiltà globale. Nuovi orientamenti nello studio delle classi operaie Nei primi anni 60 del XX secolo, assistiamo ad un fiorire di studi sulle classi operaie + non è che fino a quel momento non ve ne erano stati ma, quelli già presenti, puntavano ai movimenti sindacali e politici > questi nuovi studi, invece, riguardano il processo di formazione e la strutturazione interna di queste classi sociali 3 questo tipo di indagine, viene inaugurato da un poderoso studio del 1963 ad opera di EDWARD THOMPSON > Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra 3 la Classe Operaia per Thompson, non è un frutto spontaneo della Rivoluzione Industriale, bensì un PROCESSO che implica la costruzione di rapporti sociali e politici che condividono le stesse esperienze di vita + confutando la teoria di MARX, che prevedeva un ferreo nesso tra CLASSE e COSCIENZA DI CLASSE (dove la prima era determinata dalla posizione degli individui nel sistema produttivo, mentre la seconda era determinata dall’appartenenza di classe), Thompson afferma che il rapporto classe/coscienza di classe sia di natura diversa > la classe non è una struttura, essa nasce nel momento in cui un gruppo di uomini sentono di avere interessi comuni, la coscienza di classe è invece il modo in cui questi interessi comuni sono riplasmati in termini culturali, ovvero si trasformano in tradizioni, valori, idee ed istituzioni In una raccolta di saggi del 1983 intitolati | linguaggi della Classe, GARETH STEDMAN-JONES ha ulteriormente elaborato il pensiero di Thompson, affermando che il concetto di Classe dovrebbe essere studiato nelle sue determinazioni linguistiche > con ciò, Jones vuole dimostrare che il concetto di classe appartenga ad un processo di costruzione lessicale e quindi sia sorto con precisi INTENTI POLITICI Dalla classe al linguaggio Tra gli anni 80 e 90 del XX secolo, la traiettoria di Jones ha conosciuto ulteriori sviluppi 3 lavorando attorno all'idea di base secondo la quale il concetto di classe sia una COSTRUZIONE ARTIFICIALE, PHILIP FURBANK afferma che in un'analisi sociale la prima cosa da fare sia quella di stabilire per quale fine siano impiegate certe categorie come CLASSE, CETO, GRUPPO, ecc. 3 queste, essendo costruzioni concettuali, non possono essere che ARBITRARIE Sulla scia poi di Jones, Furbank mette in luce come il linguaggio di classe abbia un preminente obiettivo politico 3 per spiegare meglio il concetto, fa riferimento a MARX > quando Marx parlò di classi non lo fece per identificarle ma per crearle > lo scopo della sua vita fu quello di creare un PROLETARIATO e, dopo averlo creato, dotarlo di una COSCIENZA RIVOLUZIONARIA > fatto questo fece in modo che tutti i “non-privilegiati” si sentissero appartenenti a questo proletariato > dopo di che, creò un nemico per questa classe ossia un’altra classe, la BORGHESIA > detto questo Furbank giunge alle sue conclusioni + la classe non è una realtà ma una NOZIONE e in quanto nozione finisce per implicare un giudizio di valore, ecco che ci sono persone socialmente superiori e persone socialmente inferiori + sarebbe una delusione se gli storici si mettessero ad indagare i concetti e non la realtà Sulla stessa scia, si muove un altro studioso, DROR WAHRMAN, che in un libro del 1995, Imagining of middle class, dichiara che il termine middle class entrò nel lessico degli speaker del Parlamento inglese o dei quotidiani politici del XIX secolo, negli ambiti in cui si discuteva l'eventualità di una riforma elettorale > chi inventò l’espressione, infatti, furono i capi dello schieramento WHIG che in questo modo crearono un'immagine tripartita della società inglese, in contrapposizione ai TORY che invece fornivano un'impostazione duale con lo scopo di sostenere il diritto a governare delle classi alte > anche i RADICALI usavano uno schema duale ma con un obiettivo diametralmente opposto: dimostrare che esistesse una classe inferiore sottoposta a sfruttamento e che dunque urgesse una riforma elettorale che fosse a suffragio universale 3 stretti in questa morsa i Whig, che erano stati esclusi dal Parlamento nel 1749, dovevano trovare un modo per rilanciarsi e ci riuscirono chiedendo una MODERATA riforma elettorale che non portasse dunque al suffragio universale ma desse il giusto spazio politico a quei gruppi sociali che avevano guidato il rinnovamento economico in Gran Bretagna negli ultimi decenni > definirono questi gruppi proprio middle class Wahrman, mostra in questa analisi 5 aspetti importanti: Siamo in epoca di Rivoluzione Industriale e dunque questi cambiamenti economici sono sotto gli occhi di tutti; Nessun Whig si preoccupò di spiegare chi fosse questa middle class, bisognava solo far credere che esistesse; Senza neppure spiegare come si fosse formata, da chi fosse composta ecc. i Whig diedero alla loro classe tutti connotati positivi: erano onesti, saggi, moralmente sani; Di conseguenza i Whig facendo parte proprio di questa classe, erano il gruppo politico più saggio e quindi la loro proposta di riforma elettorale era saggia; I Whig, nel 1830 riuscirono a vincere le elezioni e a ritornare in Parlamento + riuscirono a fare questo, non descrivendo la realtà della società inglese, ma inventando l’esistenza di una classe media, con fini prettamente politici Muovendosi in una traiettoria completamente opposta a quella di Warhman, troviamo LYNN HUNT, il quale nella sua Rivoluzione Francese del 1984, afferma: non è necessario che vi sia una perfetta coerenza tra realtà di classe e linguaggi di classe > infatti, proprio l’analisi di queste incongruenze offre molto spesso prospettive significative per un'analisi storico-sociale.
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