Scarica La globalizzazione, i suoi aspetti positivi e negativi e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! LA GLOBALIZZAZIONE Il termine globalizzazione è entrato nel lessico delle scienze umane e nel nostro linguaggio quotidiano di recente, ed è l’insieme di processi sociali di varia natura che tendono ad accorciare le distanze e a unificare il mondo attraverso la libera circolazione di informazioni, merci, persone, e il superamento degli ostacoli rappresentati dalle barriere internazionali. Essa ha come base/fondamento la fine della guerra fredda, la terza rivoluzione industriale e l’evoluzione dei trasporti e delle comunicazioni. La dimensione della globalizzazione più familiare a tutti noi è quella culturale. Con l’espressione ‘’globalizzazione culturale’’ ci si riferisce al fatto che oggi, in ogni parte del mondo, le persone condividono conoscenze, consuetudini, norme e modelli di comportamento, usi e costumi: tutto ciò che nel linguaggio antropologico si chiama ‘’cultura’’. Il termine ‘’cultura’’ nel lessico antropologico occupa una posizione fondamentale; la prima definizione è quella dello studioso Edward Tylor, il quale definì cultura un insieme complesso comprendente il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società. Secondo questo punto di vista, non esiste una cultura ‘’alta’’ distinta da una cultura di basso livello: infatti tutte le produzioni umane (materiali e intellettuali) sono ugualmente degne di rispetto e attenzione. Quindi, secondo la definizione di Tylor, la cultura è un insieme compatto e stabile, che si sovrappone alla natura umana come se fosse un abito che si indossa, essa è olistica (globale) ed è dinamica, perché si trasmette nel tempo e si diffonde nello spazio. Tutti gli aspetti contenuti nel concetto classico di cultura sono stati messi in discussione e rivisti nel secondo Novecento. Nel contesto dei processi di globalizzazione, l’antropologia ha dovuto ripensare sé stessa e mettere alla prova la validità delle proprie categorie concettuali, a partire dal concetto tyloriano di cultura come insieme compatto, e stabile nel tempo, di usanze che danno identità a un popolo. Passando dall’analisi di piccole società tribali o di villaggio allo studio dei processi culturali della contemporaneità il concetto di cultura è mutato: nel villaggio planetario in cui viviamo la cultura non è una cosa ma un insieme di processi, spesso delocalizzati o collocati in una realtà virtuale, come la comunità in rete. Per dare un’idea al tipo di società che nasce grazie a questi processi e mutamenti si è soliti parlare di società di massa e, di cultura di massa. Una possibile definizione della ‘’massa’’ come realtà sociale è stata data dal sociologo statunitense Herbert Blumer, secondo il quale è una società caratterizzata dal graduale accesso delle masse popolari alla sfera dei consumi e alle diverse forme di partecipazione politica e culturale. Da questo tipo di società, però, nasce la differenza fra due termini: ‘’massa’’ e ‘’folla’’. La massa è un insieme eterogeneo (vario), privo di autocoscienza e di identità, incapace di organizzazione collettiva; la folla, invece, si distingue, in quanto essendo pubblico si può formare un’opinione o un pensiero attraverso il confronto. Nel tempo, però, la società di massa ha assunto un’accezione negativa poiché come affermava il filosofo Nietzsche essa è facilmente manipolabile in quanto come interesse ha solo quello numerico. Dunque, la globalizzazione è un fenomeno che è costantemente sotto i nostri occhi, ma di cui non prendiamo coscienza finché non contraddice le nostre aspettative. A riguardo gli studiosi della scuola di Francoforte, un gruppo di studiosi tra cui Horkheimer, Adorno, Marcused e Erich Fromm, elaborarono un’analisi sulla civiltà industriale avanzata: nell’opera ‘’l’uomo a una dimensione’’ di Marcuse la società occidentale viene rappresentata come una confortevole e ragionevole democrazia. Inoltre nella società occidentale l’uomo è stupito dai falsi bisogni, cioè l’uomo segue dei beni che lo portano all’infelicità; è spinto a lavorare per l’ossessione di produrre e anche nella sfera privata e personale è manipolato da forze estranee. Erich Fromm, invece, nella sua opera afferma che l’uomo contemporaneo è frustato e infelice perché è dominato dalla logica dell’acquisizione e del possesso. La forma di globalizzazione più immediata è quella economica, che presenta sia caratteristiche positive legate alla potenzialità del mercato globale, sia caratteristiche negative legate alle disparità e alle instabilità finanziarie. Lo strumento dell’economia globalizzata sono le multinazionali, grandi imprese che organizzano la produzione in almeno due paesi diversi. Queste realtà commerciali si sono affermate negli anni '90 grazie al processo di liberalizzazione regionale e globale del commercio. La globalizzazione economica è legata a tre importanti pericoli globali: I problemi relativi alla distruzione ecologica determinati dalla povertà come i rifiuti tossici o i danni causati da uno sbagliato smaltimento delle tecnologie invecchiate L’insorgere dei pericoli delle armi d’annientamento di massa legati alle dinamiche della guerra. I problemi relativi alla distruzione ecologica causati dallo stile di vita delle popolazioni ricche, come il buco nell’ozono e l'effetto serra A tal proposito è stato stipulato un protocollo, il Protocollo di Kyoto è un trattato per la diminuzione dei gas che contribuiscono al riscaldamento globale. Prende il nome dalla città giapponese in cui venne approvato nel dicembre del 1997. Nel campo delle comunicazioni il fenomeno della globalizzazione implica una rete sempre più ampia e più articolata di rapporti, favoriti dalle innovazioni tecnologiche. Internet, la tv satellitare e gli altri new media estendono a tutti la possibilità di usufruire di servizi sempre più avanzati, in altre parole, grazie all’incontro di globale e locale, si estendono le offerte d’informazione. Chi appoggia la globalizzazione vede in questo processo una crescente ricchezza mondiale e maggiori possibilità di sviluppo, libertà culturale, progressi tecnologici, istruzione e formazione, competitività e libera concorrenza. I vantaggi della globalizzazione sono riassumibili nella vicinanza tra gli individui creata dai mezzi di comunicazione, nella rapidità di accesso a strumenti e informazioni e nell’impatto positivo sui paesi poveri grazie all’aumento degli investimenti produttivi nei loro territori. Gli aspetti negativi riguardano la diseguale distribuzione di tali investimenti tra i vari paesi e il fatto che spesso non sono le fasce sociali più basse a beneficiarne. Tuttavia, non tutti ritengono positivi gli effetti di questo processo, primi fra tutti i ‘’no global’’, movimento di opposizione alla globalizzazione, che organizza manifestazioni di protesta e azioni di vario tipo. La principale critica di tale movimento va contro le multinazionali considerate così potenti da condizionare le scelte dei singoli governi verso