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La Prima Guerra Mondiale: Linea Italiana, Trenche, Tecnologia e Popolazione Civile, Schemi e mappe concettuali di Storia

La situazione italiana durante la prima guerra mondiale, con particolare riferimento alle battaglie sul fronte italiano, all'uso delle trincee e alla tecnologia bellica. Viene inoltre discusso il coinvolgimento delle popolazioni civili e il genocidio degli armeni.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 22/05/2022

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: Linea Italiana, Trenche, Tecnologia e Popolazione Civile e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! LA GRANDE GUERRA 1. 1915-16: il fronte italiano e gli altri fronti L'esercito italiano era male armato, poco preparato e comandato dal dispotico generale Cadorna: la linea del fronte italo-austriaco, per la sua posizione geografica, era difficile da difendere. Nel giugno del 1916 gli Austriaci sfondarono le linee italiane e occuparono Asiago, ma dovettero fermarsi per respingere i Russi sull'altro fronte. Cadorna contrattaccò e liberò Gorizia, dopodiché si tornò allo stallo e alla guerra di trincea. Nel 1915 la situazione fu favorevole agli Imperi centrali. Nel 1916 nelle due grandi battaglie di Verdun e sulla Somme l'Intesa riuscì a impedire il crollo del fronte francese e l'esercito russo ebbe la meglio sugli Austriaci. Per porre fine al blocco economico imposto dalla Gran Bretagna, la Germania attaccò la flotta inglese nella battaglia dello Jutland. Nonostante i danni riportati, il dominio dei mari restò agli Inglesi. L'INFERNO DELLE TRINCEE 1. La trincea La prima guerra mondiale fu segnata dall'uso delle trincee, un antichissimo sistema difensivo utilizzato nelle guerre di posizione. Si trattava di un sistema di fossati, più o meno profondi, scavati nel terreno, utilizzati inizialmente per offrire riparo dal fuoco nemico e successivamente come vero e proprio rifugio. I militari erano costretti a viverci per lungo tempo, in uno stato di tensione continua per l'incombente minaccia di un attacco nemico, in pessime condizioni igieniche ed esposti alle intemperie, dalle quali era quasi impossibile difendersi. Una delle caratteristiche peculiari del primo conflitto fu la tragica presenza della morte, con la quale i soldati dovevano costantemente convivere. Numerosi cadaveri di compagni e di nemici restavano nell'area compresa fra le opposte trincee per più giorni, talvolta per sempre. Gli uomini in guerra vivevano fra paure individuali e panico collettivo. La loro resistenza nervosa era spesso messa a dura prova dai bombardamenti dell'artiglieria, il cosiddetto "fuoco di preparazione" che precedeva l'attacco nemico. Quando si trattava invece di attaccare, le probabilità di morire durante l'assalto erano altissime. La determinazione e il coraggio dei combattenti si spiega in parte con lo spirito di corpo e il cameratismo, in parte con l'attaccamento alla nazione. In realtà, i soldati obbedivano solo perché non potevano agire diversamente: i tentativi di disobbedienza o di diserzione venivano puniti sul posto con la morte. Per la maggioranza dei soldati, passati i primi giorni, la guerra perse rapidamente ogni alone di eroismo e venne accettata con rassegnazione come un ineluttabile flagello naturale. LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA GUERRA 1. Il gas, aerei, carri armati e sottomarini Oltre alle armi tradizionali, usate comunque con un dispiegamento mai visto, gli eserciti partecipanti alla prima guerra mondiale poterono utilizzare nuove armi e applicazioni tecnologiche messe a disposizione dai grandi progressi della scienza nei decenni precedenti. Vennero utilizzate le armi chimiche: dei gas il cui effetto era la morte per soffocamento o avvelenamento. Le necessità belliche stimolarono lo sviluppo di settori industriali e scientifici di nascita recente: l'industria automobilistica fornì alle forze armate mezzi per il trasporto più rapido di truppe o rifornimenti. La radiofonia permise lo sviluppo di mezzi di telecomunicazione, con o senza fili, essenziali per coordinare le azioni e accelerare le catene di comando o l'invio di informazioni. Un impatto più limitato ebbe l'utilizzo dell'aviazione. Anche i carri armati furono utilizzati con grande spiegamento solo alla fine del 1917: nonostante i mezzi corazzati si dimostrassero un'arma importante per spostare rapidamente il fronte evitando lo stallo della guerra di trincea, gli Stati Maggiori non ne incoraggiarono l'uso. Nella guerra navale fece la sua comparsa, con importanti conseguenze, il sottomarino: furono i Tedeschi ad utilizzarlo su grande scala, sia per attaccare le navi nemiche sia per colpire di sorpresa le navi mercantili, anche di nazioni neutrali, che portavano rifornimenti ai paesi dell'Intesa. IL FRONTE INTERNO E LA MOBILIZZAZIONE TOTALE 1. Il coinvolgimento dei civili e il predominio dello Stato Anche le popolazioni civili, oltre ai combattenti, furono coinvolte nel conflitto. In primo luogo a subire danni e perdite furono gli abitanti delle zone in cui si svolgevano i combattimenti. Ma anche le popolazioni che vivevano lontano dal fronte subirono le conseguenze del conflitto: pesanti limitazioni della libertà personale, razionamento del cibo, rialzo dei prezzi, diffusione di epidemie, aumento dei carichi di lavoro. In pratica tutta la popolazione fu militarizzata: non solo i soldati che combattevano (fronte esterno), ma anche le persone che lavoravano nelle fabbriche e che sostenevano lo sforzo bellico senza imbracciare le armi (fronte interno). La riorganizzazione dell'assetto produttivo avvenne grazie a un massiccio intervento dello Stato, con una serie di misure che il liberismo di stampo ottocentesco non avrebbe mai previsto: settori industriali sottoposti a controllo governativo, requisizione e controllo dei prezzi per i prodotti agricoli, razionamento di beni di consumo. 2. Il nemico interno, la propaganda, i socialisti e la guerra Per ottenere l'obbiettivo del successo finale i governi sottoposero le rispettive popolazioni a un lungo sforzo di mobilitazione totale: tutte le forze del paese dovevano puntare alla vittoria. Venne imposta una stretta censura su tutte le manifestazioni di "disfattismo". Per mobilitare la popolazione i governi ricorsero massicciamente alla propaganda: era rivolta alle truppe per sostenerne il morale, ma anche ai civili. Negli anni immediatamente precedenti la guerra, la Seconda Internazionale socialista lanciò numerosi appelli per la pace, fra cui lo slogan "guerra alla guerra". A livello locale, le scelte furono diverse e in molti partiti socialisti, nell'estate del 1914, prevalsero le ragioni degli interessi nazionali rispetto a quelle dell'internazionalismo operaio. Nel corso del conflitto, i socialisti pacifisti ribadirono con forza la condanna della guerra e chiesero una pace "senza annessioni e senza indennità". IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI 1. Il popolo armeno e il suo genocidio Il coinvolgimento delle popolazioni civili nelle vicende del primo conflitto mondiale raggiunse il suo tragico culmine con il genocidio degli Armeni. Abitavano un territorio diviso fra Impero russo e Impero ottomano, dove erano presenti anche in diverse città. Già oggetto di persecuzioni nei decenni precedenti, nel 1914, allo scoppio del conflitto, gli Armeni sudditi dell'Impero ottomano si trovarono a dover combattere contro i loro fratelli cittadini della Russia. Alcuni disertarono e il governo turco ebbe seri motivi per dubitare della lealtà degli altri. Nel febbraio del '15 fu decisa dal governo turco l'eliminazione sistematica della popolazione armena. Gli Armeni furono deportati verso zone periferiche dell'Impero. Molti Armeni sparirono nel deserto della Mesopotamia o della Siria, vittime della fame, del tifo e del colera. Secondo fonti turche, le vittime armene furono 300.000 ma, secondo altre fonti, furono più di 800.000 nel
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