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La guerra civile in Inghilterra, Sbobinature di Storia

Il contesto storico della guerra civile in Inghilterra, con particolare attenzione al regno di Elisabetta I Tudor e di Carlo I Stuart. Vengono analizzati i conflitti religiosi e politici che hanno caratterizzato l'epoca, nonché le tensioni tra monarchia e parlamento. Viene inoltre descritta la crisi economica che ha colpito il Regno inglese tra il 1620 e il 1650.

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

In vendita dal 14/10/2022

gaetano09
gaetano09 🇮🇹

4.1

(9)

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Scarica La guerra civile in Inghilterra e più Sbobinature in PDF di Storia solo su Docsity! La guerra civile in Inghilterra CONTESTO STORICO Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, e talvolta chiamata "regina vergine" o Gloriosa o "la buona Regina Bess", Elisabetta fu la sesta e ultima monarca della dinastia Tudor; liberata dalla prigionia alla quale era sottoposta nel 1558 per evitare che prendesse il potere, dato che era illegittima, succedette nello stesso anno alla sorellastra Maria I d'Inghilterra, morta di malattia senza lasciare eredi. Il suo regno fu lungo e segnato da molti avvenimenti importanti. La sua politica di pieno sostegno alla Chiesa d'Inghilterra, dopo i tentativi di restaurazione cattolica da parte di Maria Tudor, provocò forti tensioni religiose nel regno e vi furono parecchi tentativi di congiure contro di lei, in cui rimase implicata anche la cugina Maria Stuart, regina cattolica di Scozia, che Elisabetta fece giustiziare nel 1587 dopo averla imprigionata per diciannove anni. Coinvolta a più riprese nei conflitti religiosi della sua epoca, uscì vittoriosa dalla guerra contro la Spagna; sempre durante il suo regno furono poste le basi della futura potenza commerciale e marittima della nazione ed ebbe inizio la colonizzazione dell'America settentrionale. La sua epoca, denominata età elisabettiana, fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: William Shakespeare, Christopher Marlowe, Ben Jonson, Edmund Spenser, Francis Bacon sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno. Il nome della prima colonia inglese in America, la Virginia, fu scelto in onore della "regina vergine". Dopo la morte di Elisabetta I Tudor (1603), che non lasciò eredi diretti, il trono di Inghilterra e di Irlanda passò al parente più prossimo, il figlio della cugina Maria Stuart, Giacomo Stuart, già re di Scozia col nome di Giacomo VI, il quale assunse anche la corona inglese con il nome di Giacomo I d'Inghilterra. Alcuni storici riferiscono che Elisabetta I, sul letto di morte, dichiarò Giacomo suo erede; altri, invece sostengono che fino alla fine della sua vita ella mantenne il silenzio su questa decisione presa insieme alla cugina Maria Stuart. In ogni caso nessun pretendente era abbastanza forte da poter seriamente contrastare la rivendicazione al trono di Giacomo Stuart che, poco dopo la morte di Elisabetta, fu proclamato re Giacomo I d'Inghilterra. Per la prima volta si trovavano riunite sotto lo stesso sovrano l'Inghilterra anglicana, l'Irlanda cattolica e la Scozia calvinista. Il regno di Giacomo (durato fino al 1625) fu un'età di forti contrasti e lacerazioni che investirono tutti gli ambiti, ma in particolare quello religioso. L’Inghilterra e la Scozia, i due regni che Giacomo governa, sono realtà molto differenti. La Scozia, che John Knox aveva convertito alla fede calvinista, è un vasto paese scarsamente popolato, dedito principalmente all’allevamento, guidato da una forte nobiltà, da un Parlamento e da una Chiesa calvinista, la Kirk, diretta secondo il modello ginevrino da un Consiglio degli anziani. L’Inghilterra è invece un paese in crescita, con una popolazione di 3 milioni di abitanti, un’agricoltura ricca, una pastorizia fiorente, un artigianato attivo e soprattutto un commercio marittimo in espansione. Il Parlamento inglese, diviso in due Camere (quella dei lord, dove siedono in via ereditaria i membri della nobiltà titolata e l’alto clero anglicano, e quella dei comuni, che rappresenta il resto della popolazione), ha una solida tradizione di intervento nella direzione politica del regno. La Chiesa anglicana, di cui il sovrano è capo supremo, costituisce un fondamentale caposaldo del potere della corona, che ne nomina i vescovi. Il re, infatti, si impegnò nel diffondere l'Anglicanesimo, sempre più vicino a posizioni quasi cattoliche, in un paese che invece richiedeva una riforma pericolosamente (dal punto di vista della Corona) vicina a posizioni protestanti. Il movimento puritano, diffuso soprattutto nelle classi più abbienti, teorizzava il ripristino del più ortodosso calvinismo e si ispirava a un modello di società fondata sul primato dell'individuo, della sua religiosità e delle sue scelte autonome. Il Regno inglese stava vivendo un momento di cambiamenti e di tensioni che si combinarono in modo esplosivo. Dal punto di vista religioso i rapporti tra la monarchia e le minoranze protestanti e cattoliche si erano deteriorati soprattutto dopo la congiura delle polveri del 1605, durante la quale i cattolici provarono a uccidere re Giacomo I. A livello politico i contrasti tra re e parlamento divennero più aspri: Giacomo I governò secondo i principi della monarchia assoluta ed evitò il più possibile di convocare l'assemblea togliendole potere. Per quanto riguarda gli aspetti socioeconomici, tra 1620 e 1650 una crisi economica senza precedenti si abbatté sul Regno inglese con conseguenze pesanti per i ceti inferiori. CARLO I STUART Nel 1625 divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda Carlo I Stuart, figlio di Giacomo I Stuart. Con lui esplodono conflitti e tensioni già in atto dal regno del padre e che riguardano due aspetti: politica e religione. Guerre di religione risalgono a un secolo prima, con Enrico VIII Tudor che impone l’anglicanesimo e si trova diviso tra cattolici e anglicani. Nel frattempo, però, si sviluppa anche il puritanesimo, il nome che viene dato in Inghilterra ai calvinisti. Dal punto di vista politico, Carlo I si ispirò al governo autoritario del padre (progetto assolutistico seguendo il modello di Richelieu che puntava a rafforzare la monarchia a scapito della nobiltà  smontare sistema feudale in cui la nobiltà controllava la monarchia  progetto ripreso e concluso da Luigi XIV) ma la nobiltà inglese aveva molto più potere in Inghilterra attraverso il governo consultivo, il Parlamento. SCONTRI TRA CARLO I E IL PARLAMENTO 1628 Carlo I vuole finanziare una spedizione armata in appoggio degli ugonotti assediati a La Rochelle e il Parlamento /cera dei lord e comuni) risponde con la petition of rights richiedono che il parlamento devono dare la loro autorizzazione per istituire nuove tasse  fondamentale per la gestione dello stato da parte del re. Il sovrano accolse la richiesta, ma l’anno successivo sciolse le camere e annunciò ufficialmente di voler governare senza il loro ausilio. Affidò la politica interna al primo ministro Thomas Wentworth e la politica religiosa all’arcivescovo di Canterbury William Laud. Nel 1629 Carlo decise di sciogliere il parlamento (non era fisso): governò i successivi dieci anni senza convocarlo e imponendo forti tasse. Tra queste, Carlo I cercò di rimpinguare le casse del regno attraverso l’imposizione di tasse, tra cui la ship money (pagata originariamente dalle sole città della costa per il mantenimento della flotta ed estesa a tutto il paese proprio per il volere del sovrano). futuro New model army, un nuovo modello di esercito che prevedeva l’elezione degli ufficiali ad opera degli stessi soldati e il loro indottrinamento politico e religioso. Cromwell, con un esercito riformato e riorganizzato, ottenne una fondamentale vittoria a Naseby (1645) sull’esercito realista. Il re venne fatto prigioniero. I problemi non finirono. Cominciarono, a dire il vero, subito dopo la vittoria i dissidi interni ai vincitori: l’esercito da un lato, di tendenze estreme, e il parlamento dall’altro, in cui prevalevano i presbiteriani, di orientamento monarchico. Cromwell, temendo una rivendicazione che potesse mettere in difficoltà la gestione alto borghese del potere, epurò dal parlamento i presbiteriani e i deputati moderati. Nel 1647, anziché trattare, Carlo I fugge e riorganizza l’esercito monarchico, si allea con gli scozzesi contro i parlamentaristi e muove nuovamente guerra contro l’Inghilterra, ma venne definitivamente sconfitto, insieme alle truppe scozzesi, a Preston (1648) dagli uomini di Cromwell. l 30 gennaio 1649 il rump parliament (parlamento tronco), chiamato così per indicare ciò che restava del parlamento lungo dopo le purghe, giudicò il re (solo Mary Stuart prima di lui, dopo che non era più regina) per alto tradimento e lo condannò a morte. La sentenza, che recava la firma di Oliver Cromwell, venne eseguita il 9 febbraio e divenne il primo re europeo ad essere decapitato da un tribunale rivoluzionario davanti alla folla. Il 19 maggio il parlamento dichiarò ufficialmente la fine della monarchia e instaurò la repubblica (Commonwealth). Il governo della neonata Repubblica fu affidato a un Consiglio di Stato guidato da Cromwell, che dovette affrontare la rivolta dei Cattolici in Irlanda e le truppe del figlio di Carlo I, Carlo II. Cromwell represse nel sangue gli Irlandesi e sbaragliò nel 1650 l'esercito regio. La guerra civile continuo ancora con altre lotte interne e, in realtà, si ritiene conclusa solo nel 1651. COSA SUCCEDE DOPO LA GUERRA? Nel 1651 in seguito alla promulgazione da parte di Cromwell dell'Atto di Navigazione, una misura che salvaguardava gli interessi navali inglesi, scoppiò una guerra contro l'Olanda che sancì nel 1654 il dominio inglese sui mari. Vinta anche questa lotta, Cromwell fece prima disperdere con la forza il parlamento, ostile al suo strapotere politico e militare, e poi scelse nuovi membri fedeli prima di scioglierlo del tutto. Nel 1655 Cromwell assunse il titolo di Lord protettore della Repubblica e instaurò una dittatura personale: egli rifiutò la corona di re, perché odiava la monarchia, ma rese ereditario il titolo di Lord protettore. Nel 1658 Cromwell morì e si racconta che dopo la morte la folla ne dissotterrò il corpo e lo impiccò, lasciandolo a lungo appeso, prima di esporne la testa al disprezzo di tutti nelle sale del parlamento. Gli succedette il figlio con il quale si aprì una fase di scontri tra parlamento ed esercito e tra repubblicani e monarchici. Nel 1660 un parlamento dominato da membri fedeli al re spianò la strada al ritorno di Carlo II Stuart e alla restaurazione della monarchia. Malumori iniziarono a palesarsi a causa del timore che il sovrano volesse restaurare il Cattolicesimo, ma lo stesso parlamento si pose a difesa della Chiesa Anglicana: nel 1673 con l'Atto di prova vietò ai cattolici di ricoprire qualsiasi carica pubblica e nel 1679 decretò l'esclusione del fratello di re Giacomo Stuart dalla successione perché cattolico. Nel 1685 alla morte di Carlo II salì comunque al trono Giacomo II, che abolì l'Atto di prova e l'habeas corpus. Di fronte alle misure autoritarie del nuovo re, il parlamento decise di offrire il regno a Guglielmo d'Orange, principe olandese, protestante e genero di Giacomo, che nel 1689 venne dichiarato re con il nome di Guglielmo III. A coronamento di questa Gloriosa rivoluzione, chiamata così perché portata a termine senza spargimenti di sangue, vennero compiuti due atti formali. Il parlamento:   Dichiarò decaduto Giacomo II affermando l'idea che l'autorità dei re inglesi traesse fondamento da un patto stabilito con il popolo  Emanò la Dichiarazione dei diritti in cui furono elencate le leggi che il sovrano si impegnava a rispettare prima di venir eletto: nasceva la monarchia costituzionale parlamentare.
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