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La guerra lampo e la seconda guerra mondiale, Appunti di Storia

La strategia militare della guerra lampo utilizzata dalla Germania nella seconda guerra mondiale e la controffensiva alleata che portò alla vittoria finale. Vengono descritte le campagne militari della Germania, la guerra nel Pacifico, il fronte orientale, la guerra in Africa e la caduta del fascismo in Italia. Viene inoltre menzionata la guerra civile in Italia e la difficile avanzata degli Alleati nel territorio italiano.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 09/09/2022

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alessia-pinna-5 🇮🇹

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Scarica La guerra lampo e la seconda guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! SECONDA GUERRA MONDIALE Il successo della guerra lampo (1939-1940) Concetto di guerra lampo Per guerra lampo (blitzkrieg) si intende l’insieme delle operazioni militari finalizzate a mettere fuori combattimento il nemico nel più breve tempo possibile. Possiamo dire dunque che la guerra-lampo è l’opposto della guerra di logoramento, dove il nemico – più che militarmente – viene sconfitto dal sopraggiungere della stanchezza e della debolezza. Nel caso specifico della Germania la strategia militare della guerra lampo si fonda su un uso combinato di forze aeree, mezzi corazzati (carri armati) e fanteria. Sia l’aereo che i carri armati furono utilizzati già nella Grande Guerra, ma il loro uso fu molto limitato. Nella seconda guerra mondiale, invece, si fece di questi nuovi strumenti un uso sistematico. Per cui sia Polonia, Francia e (in parte) Inghilterra, abituate a un vecchio modo di combattere, furono rapidamente sconfitte. U.S.A. e U.R.S.S., invece, ebbero più tempo per prepararsi meglio alla «guerra totale» provocata dalla Germania nazista e per prendere tutte le contromisure che poi portarono le truppe Alleate alla vittoria finale. La svolta del 41: estensione globale del conflitto Abbiamo visto che le campagne militari della Germania portano: - All'annessione della metà occidentale della Polonia (l'altra metà viene annessa dall'U.R.S.S.) - Alla sconfitta della Francia (e alla sua occupazione militare) Malgrado gli insistenti combattimenti aerei (la «battaglia d’Inghilterra») i tedeschi non riuscirono a piegare la resistenza britannica. L’inizio della controffensiva alleata La prima cosa che va sottolineata per comprendere il definitivo successo delle forze Alleate è il fondamentale sostegno degli Stati Uniti d’America, che grazie alla loro efficienza industriale poterono svolgere quel ruolo di “arsenale della democrazia” tanto pubblicizzato da Roosevelt. Gli stati Uniti, infatti, erano lontani dai bombardamenti e le loro fabbriche potevano produrre a pieno ritmo tutto il materiale bellico che serviva per sconfiggere Hitler e i suoi alleati. La controffensiva alleata si snoda in quattro direttrici fondamentali: a) Guerra nel Pacifico; b) Fronte orientale; c) Guerra in Africa; d) E, dal 1944, fronte Occidentale. La guerra nel pacifico è la diretta conseguenza dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Nel volgere di pochi mesi gli americani si riprendono dal grave colpo subìto e iniziano una potente controffensiva che dopo la battaglia delle Midway porterà (lentamente ma inesorabilmente) il Giappone ad arretrare progressivamente le proprie posizione e a ritirarsi nei propri confini nazionali. Man mano che gli alleati si avvicineranno alle isole giapponesi la resistenza nipponica si farà sempre più dura, fino al concretizzarsi di fenomeni (eroici o fanatici, dipende dal punto di vista) come quello dei kamikaze. Gli americani giungeranno, nel 1945, ad avere una totale superiorità aerea e navale, ma l’esercito di terra giapponese (pressoché intatto) si apprestava a dare battaglia (una durissima battaglia) nell’eventualità che gli alleati fossero permessi di sbarcare sul loro suolo nazionale. Sul fronte orientale (cioè quello russo) le cose iniziarono a cambiare quando, a cavallo tra il 1942 e il 1943 i tedeschi furono sconfitti pesantemente a Stalingrado. Tale sconfitta rappresenta il punto di inizio di una controffensiva russa che, nel giro di due anni porterà le truppe sovietiche nel cuore del Reich tedesco. Fu proprio in occasione dell’avanzata russa (la maggior parte dei lager era dislocata nell’Europa orientale) che iniziarono ad emergere gli orrori dell’occupazione tedesca di cui dovremo parlare più approfonditamente sotto. Caduta del fascismo e guerra civile in Italia Nel frattempo, anche in Africa, gli Alleati ottengono importanti vittorie. Ad El-Alamein (novembre 1942) gli inglesi battono le truppe italo-tedesche, che iniziano a ritirarsi verso la Cirenaica. Contemporaneamente (novembre 1942) gli americani sbarcano in Algeria stringendo sempre più in una morsa fatale il contingente italo-tedesco che nel maggio del 1943, in Tunisia, si arrendono definitivamente al nemico. Da questo momento in poi gli Alleati, che dominano tutta l’Africa, possono attaccare la “fortezza Europa” (Hitler e Mussolni) da quello che W. Churchill definiva il “ventre molle” dell’Asse: l’Italia. Gli Alleati sbarcarono in Sicilia il 10 luglio 1043 senza incontrare un’adeguata resistenza. Fu allora che si riunì il Gran consiglio del fascismo, che votando a maggioranza l’ordine del giorno Grandi (nella notte fra il 24 e il 25 luglio 1943) decretò il ripristino dello Statuto e delle libertà costituzionali, nonché il ritorno del potere a Vittorio Emanuele III. Dopo aver fatto arrestare Mussolini (imprigionato a Campo Imperatore)9, il re nominò primo ministro il gen. Badoglio, che da un lato continuò la guerra contro gli Alleati a fianco della Germania, ma che contemporaneamente avviò le trattative per una pace separata. Le trattative con gli Alleati si conclusero con la firma, da parte dell’Italia, di un armistizio (8 settembre 1943) che fece piombare il paese nella più totale confusione. Il re infatti, abbandonò precipitosamente Roma, lasciando i vertici militari senza precisi ordini. Questo stato di confusione favorì la discesa in Italia dei tedeschi (operazione Alarico), che riuscirono a occupare i 2/3 del territorio nazionale. Il 12 settembre Mussolini fu liberato e posto a capo di uno stato fantoccio subordinato alla Germania nazista: la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.), mentre al Sud il re, rifugiato a Brindisi, era passato a fianco degli alleati coi quali era diventato cobelligerante. Gli anni dal 1943 al 1945 furono anni molto duri per l’Italia. L’avanzata Alleata infatti si dimostrò tutt’altro che facile (come invece credeva Churchill), perché i tedeschi furono definitivamente cacciati dalla penisola solo nell’aprile del 1945 (25 aprile: festa della Liberazione). In Italia scoppiò così una “guerra civile”: da un lato le forze militari che, sentendosi tradite dalla fuga del re, si erano unite a Mussolini (aiutate dai tedeschi); dall’altra le forze rimaste fedeli al re (aiutate dagli Alleati), e ingrossate dai “partigiani”, che operavano, con azioni di disturbo, anche dietro le linee nemiche. Furono proprio queste azioni di disturbo che causarono la folle reazione dei tedeschi, che si concretizzò nelle rappresaglie delle Fosse Ardeatine e nella strage di Marzabotto.
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