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La Legge Casati: La Prima Legge Sull'Istruzione Italiana - Prof. Polizzi, Sintesi del corso di Pedagogia

Organizzazione scolastica in ItaliaLeggi sull'istruzione in ItaliaStoria dell'istruzione in Italia

La Legge Casati, intitolata a Vittorio Emanuele II di Savoia, fu la prima legge sull'istruzione in Italia, approvata nel 1861. La descrive la storia e l'organizzazione della pubblica istruzione in Italia unificata, dalla scuola elementare alla scuola universitaria. Il documento illustra i cinque livelli di istruzione, dai comuni alla scuola elementare, dalla scuola tecnica al liceo classico.

Cosa imparerai

  • Come la Legge Casati ha influenzato la struttura della scuola elementare in Italia?
  • Che livelli di istruzione copre la Legge Casati?
  • Come la Legge Casati ha influenzato la struttura della scuola superiore in Italia?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 02/12/2021

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5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Legge Casati: La Prima Legge Sull'Istruzione Italiana - Prof. Polizzi e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! La legge Casati: Nel biennio turbolento della storia italiana tra il 1859-1861, anni in cui esce l'Italia Unita, anni in cui la seconda guerra di indipendenza ha accorso favorevole per il Regno di Sardegna con il suo alleato militare fondamentale per la riuscita di questa guerra (Impero francese guidato da Napoleone III) essa fu decisiva poiché dopo aver sconfitto l'impero Asburgo essa riesce ad estendere il regno di Sardegna fino al lombardo veneto e attraverso plebisciti, l'adesione di piccoli staterelli italiani come il Ducato di Parma e Piacenza, Gran Ducato di Toscana. Cos'è il plebiscito? Essa una mutazione pubblica nella quale si doveva semplicemente dire sì o no all’annessione del regno di Sardegna ed è una votazione pubblica. Una cosa simile avviene con una maggiora difficoltà anche nello Stato della Chiesa. Contemporaneamente la guerra di indipendenza ci fu la spedizione di mille, iniziativa di Giuseppe Garibaldi talmente autonoma dagli obbiettivi di Cavour e re Vittorio Emanuele Il, partì a Quarto sbarcando a Marsala insieme alla sua truppa e con un'iniziativa militare che ebbe successo conquistando Palermo. La sua spedizione fu funzionale all’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna (A Napoli si ottenne il plebiscito per l'annessione del regno di Sardegna). Garibaldi invase le Marche, ci fu la battagli a Castel Petardo e con la sconfitta delle truppe del Papa, Vittorio Emanuele Il ottenne con questa spedizione l'annessione di tutto lo stato Pontificio ad eccezione di Roma e del Lazio. Garibaldi cesse la sua conquista del regno delle due Sicilie a Vittorio Emanuele II, un accordo che non era così scontato poiché la diffidenza era reciproca: Garibaldi era mazziniano prima di sostenere il Re. Nel 1861 nacque il Regno d’Italia, il parlamento dello Stato italiano si riunì per proclamarlo. Il tema dell'istruzione fu uno dei più rilevanti nello Stato d'Italia. Il 13 Novembre del fu emanata una legge da parte di re Vittorio Emanuele Il, chiamata legge casati, che prese il nome dal, che valse solo per il regno di Sardegna e fu una modificazione della legge Boncompagni. Alla nascita dello Stato italiano, senza modifiche della legge, venne estesa con regio decreto il 28 novembre del 1861 al Regno d’Italia. Questa legge divenne la prima legge sull'istruzione d’Italia per regio decreto. La struttura di questa legge durerà fino all'avvento del Fascismo e della Legge Gentili. Le matrici di questa legge a livello organizzativo sono una commissione che il re aveva creato con esperti, uno dei quali un esule piemontese Angelo Fava che si occupò della scuola elementare nel regno Lombardo Veneto ed apportò le conoscenze di questa realtà costituzionale molto avanzata. Questa commissione che lavorò ad erigere questa legge assunse un modello di tipo Prussiano. La Prussia con l'università di Berlino costituì un'istruzione universitaria e pubblica ben articolata che fu d'esempio per il resto d'Europa. Com'è organizzata la legge Casati? La prima che emerge è che ci sono cinque titoli che vanno dal basso verso l'alto: — il primo titolo si occupa dell'ordinamento della pubblica istruzione, significa che tutte le amministrazioni pubbliche devono dirigere le istituzioni. -— La seconda parte della legge riguarda l'istruzione superiore cioè quella universitaria e accademica, — il terzo titolo è dell'istruzione secondaria “classica” (è quello del liceo classico) — ilquarto titolo è riferito all'istruzione tecnica, messa ad un livello più basso che fu caratteristica dell'istruzione pubblica italiana il quinto titolo è quello dell'istruzione elementare. Questa articolazione è di tipo gerarchica, un modello che aveva una sua esemplarità. La formazione tecnica è nettamente separata dall’istruzione classica ed è ritenuta di livello inferiore, riguarda ceti sociali inferiori rispetto a quelli che andranno a frequentare l'istituzione liceale. Lo schema per età e per cicli: L'istruzione elementare, a carico dei comuni, era articolata in due cicli: un ciclo inferiore biennale (comprende l'insegnamento religioso, la lettura, la scrittura, l'aritmetica elementare, la lingua italiana, nozioni elementari sul sistema metrico), obbligatorio e gratuito, istituito nei luoghi dove ci fossero almeno 50 alunni in età di frequenza, e un ciclo superiore biennale (comprende, oltre lo svolgimento delle materie di grado inferiore, le regole della composizione, la calligrafia, la tenuta dei libri, la geografia elementare, la storia nazionale, le cognizioni di scienze fisiche e naturali applicabili agli usi ordinari della vita. Inoltre, vanno aggiunti, nelle scuole maschili superiori, i primi elementi di geometria ed il disegno lineare; nelle scuole femminili, i lavori donneschi, anche se presente solo nei comuni sede di istituti secondari o con popolazione superiore a 4000 abitanti (dunque l'istruzione, pur essendo obbligatoria e gratuita non era pienamente realizzata > problema strutturale, il bambino che non abitava in un paese di almeno 4000 abitanti doveva fare chilometri a piedi per andare in un’altra scuola). — L'istruzione secondaria classica (materie umanistiche), l'unica che consentiva l'accesso a tutte le facoltà universitarie, era presente in ogni capoluogo di provincia, ed era articolata nel ginnasio, di cinque anni, a carico dei comuni, seguito dal liceo, di tre anni, a carico dello Stato. L'istruzione secondaria tecnica era invece articolata nella scuola tecnica, di tre anni, gratuita ed a carico dei comuni, seguita dall'istituto tecnico, di tre anni, a carico dello Stato; l'istituto tecnico era diviso in sezioni, quelle che noi chiamiamo indirizzi, una delle quali era la sezione fisico- matematica che consentiva l'iscrizione alla facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. La legge Casati introdusse uno schema ciclico che prevedeva l’inizio della scuola a 6-7 anni (che rimarrà cannonino fino ai nostri giorni) ritenuti come ciclo inferiore, obbligatorio e gratuito che doveva essere istituito in tutti i luoghi comuni o frazioni che avessero almeno cinquanta alunni frequentanti. Tra gli 8-9 anni ciclo con la scuola secondaria. Si passò poi all'istruzione classica che era nei capoluoghi di provincia e che iniziava a 10 anni con un'articolazione di cinque anni che prese il nome di “ginnasio”; dopo i 14 anni c'erano tre anni di licei che garantiva l’accesso alle università. Chi avesse voluto proseguire gli studi dopo i nove anni doveva scegliere l'istruzione classica. L'università durava dai 18 ai 21 anni. Se non si seguiva l'istruzione secondaria classica ma si voleva seguire comunque un'istruzione secondaria vi era a disposizione l'istruzione secondaria tecnica che si divideva in due parti: Una che dura dai 10 ai 12 anni e poi si poteva proseguire con l'istituto tecnico che durava tre anni. In questo istituto tecnico c'erano vari indirizzi e va segnalata la sezione fisica matematica che qui rimase bloccata a 15 anni e basta ma sarà matrice alla nascita del liceo scientifico. L'altro aspetto essenziale e contenuto nella legge e la formazione dei maestri elementari. Una delle scelte più immediate e più improvvisate dal regno garantiva la scuola a maschi e femmine, eliminando il divario nelle scuole elementari ma non in quelle superiori; solo a metà dell'Ottocento l'istruzione superiore venne garantita anche alle donne ma furono delle iniziative insieme a delle scuole realizzate da donne che sviluppò un'attenzione pedagogica, le creazioni degli asili e delle scuole elementari autonome/private. Le modifiche fino alla legge Daneo Credaro sul piano programmatico vanno segnalate le modifiche di Aristide Gabelli, pedagogista, di orientamento positivistico che sosteneva la centralità dei dati positivi (ciò che può essere verificato e osservato, l'esperienza) la scuola doveva mettere al centro l'osservazione dei fenomeni. Francesco de Sanctis introdusse anche l'insegnamento dell'educazione fisica a scuola, che fu estensione di istruzione non tradizionale insieme al canto e alla musica, soprattutto nella scuola elementare. Il passaggio alla lege Gentili: Il passaggio all’età giolittiana fu critico con la partecipazione dell’Italia al primo conflitto mondiale. Il parlamento portò a tre partititi con diverse ideologie: partito socialista, l'orientamento cattolico e l'orientamento popolare. Ci fu un ampio quadro rappresentativo e una crisi economica e sociale successiva alla guerra a cui dover far fronte. In questo contesto si affermerà una forza di reazione di gruppi di ex soldati che avevano partecipato alla guerra che vedevano questi movimenti di protesta come una vera e propria guerra interna al territorio italiano (Fasci di Combattimento). Dopo le crisi del 1921-1922, nacque il primo governo di coalizione di Mussolini e nel 1924 vi fu l'avvento del regime fascista di Mussolini fino al 1944. Benedetto Croce, esponente del movimento liberale s'impose il problema di una riforma dell'istruzione pubblica, il suo governo durò poco e non ebbe la possibilità di realizzare questa riforma. Fino alla fine degli anni Venti, Croce fu un amico intimo di un altro filosofo italiano, Giovanni Gentile, che si schierò nel 1924 con il partito fascista. Gentile e Croce erano molto legati, avevano sviluppato, prima della guerra, battaglie comuni contro il positivismo, contro una certa idea di cultura popolare e avevano (dopo la guerra) vinto la battaglia, diventando protagonisti di questi movimenti che volevano una forma radicale della scuola. Croce la progettò e Gentile la strutturò e la mise in atto dopo essere diventato ministro. La riforma Gentile ha come orizzonte l'ideologia fascista. Gentile fu sostenitore dello Stato nazionale e della sua centralità, dello spirito nazionale e un'etica dello Stato cioè sostenne che lo stato viene prima del cittadino e quest'ultimo si deve riconoscere nello Stato, uno Stato etico che gli proviene dalla sua formazione hegeliana. Questa visione dello stato è totalizzatene. La Nazione è risultato di una omogeneità che si costruisce dal vertice e che si estende a tutti; divenne uno stato che va verso una “statalizzazione” di tutte le istituzioni pubbliche. La scuola dev'essere nazionale e di stato, questa forza venne data con l'avvento del fascismo. Queste ideologie faranno da asse di riferimento alla riforma Gentile. Riforma che venne emanata con regge decreto il 6 Maggio del 1923: L'obbligo dello Stato per l'istruzione dei cittadini fino ai 12 anni. La visione della scuola è di tipo classista per Gentile, secondo lui devono proseguire gli studi solo chi se lo merita e gli studi devono essere molto rigorosi. Obbligo scolastico che si completò dopo l'istruzione elementare con il corso di “avviamento professionale” cioè con sesta e settima classe per chi non prosegue gli studi. Viene inserito anche un anno di scuola materna statale precedente; viene mantenuta la struttura della scuola secondaria superiore: il ginnasio durava cinque anni e venne introdotto il liceo scientifico (triennale). Venne rispristinato l'insegnamento della scuola cattolica nelle scuole elementari che poterà alla conciliazione tra Stato e Chiesa nel 1929). Venne ridisegnato il curriculum della scuola secondaria superiore con nuove discipline, rimase nel liceo classico la centralità delle discipline classiche come il latino e il greco. Nel liceo vennero introdotte discipline come la storia e la filosofia che vennero unificate (le insegnava un unico docente). L'insegnamento della filosofia doveva indirizzare gli studenti verso l'omogeneità morale che si esprime nella Nazione. Per Gentile il valore della filosofia è quello di pensare in maniera autonoma ma con il richiamo del modello etico che il docente deve trasmettere in una visione che si unifica in una visione totalizzante. Questo non escluse che a livello della scuola elementare e della scuola d’infanzia che venne introdotto, non vi siano concezioni abbastanza moderne a livello pedagogico. Il pedagogista che si occupò di questa questione fu Giuseppe Lombardo Radice che introdusse un'iniziativa dimensione attivistica che portava alla valorizzazione del gioco e l'espressività libera degli alunni. Favoriva una certa libertà dell'espressione infantile, purché questa venne però gestita e canalizzata nelle altre fasi della vita del ragazzo. L'idea della dimensione attivistica è un'idea hegeliana ed al passo con i tempi. Un'idea dialettica nella quale c'è tesi-antitesi- sintesi: l'infanzia viene vista come gioco e attività libera, l'importante è che nell'adolescenza ci fosse lo sforzo di sviluppare l'impegno all'assoggettamento al docente e alla legge.
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