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La Letteratura Ellenistica: Vecchio e Nuovo, Tesine di Maturità di Latino

La letteratura ellenistica, una fase unica della grecia molto diversa dalla classica. La letteratura ellenistica inventa forme e idee nuove, ma anche riadatta quelle classiche. Esploriamo il genere epigrammatico e il romanzo, la storiografia e la retorica come esempi di questo processo. In particolare, la storiografia ellenistica si distacca dal modello classico di tucidide, diventando un genere retorico basato sulla bellezza della forma.

Tipologia: Tesine di Maturità

2019/2020

Caricato il 17/01/2022

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marika-pascarella-1 🇮🇹

4.4

(20)

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Scarica La Letteratura Ellenistica: Vecchio e Nuovo e più Tesine di Maturità in PDF di Latino solo su Docsity! La letteratura ellenistica tra vecchio e nuovo. La letteratura ellenistica è frutto di una nuova peculiare fase della grecità, molto diversa da quella classica. In quanto tale essa è costretta a inventare forme e idee nuove, ma sa anche riadattare forme e idee classiche piegandole ai suoi scopi narrativi e assecondando il suo gusto estetico. Alcuni generi letterari, alcune opere sono in progresso verso il nuovo, altre invece riformulano il vecchio. Spesso uno stesso genere letterario contiene in un’originalissima combinazione entrambi gli elementi: il modello classico e la novità. Dimostra questa affermazione prendendo in esame due a tua scelta tra i seguenti generi letterari d’età ellenistica: l’epigramma, il romanzo, la storiografia, la retorica. La letteratura ellenistica è frutto di una nuova peculiare fase della grecità, molto diversa da quella classica. Infatti molti generi letterari approdano ad idee nuove, altri invece conservano al loro interno esempi del passato classico, modificandoli in base al proprio gusto esterno. A tal proposito, possiamo citare un genere letterario molto diffuso: “la storiografia ellenistica” che è un insieme di opere che si distaccano dal modello classico precedente, quello di Tucidide. Quest'ultimo era stato il creatore di una storia politica contemporanea, in quanto c’era la possibilità di studiare la storia coerentemente, attraverso la descrizione della guerra, l’unico fatto fondamentale che ha caratterizzato le vicende umane. Tutti gli eventi vengono spiegati in relazione alle vicende umane. Tucidide dà vita a una storia pragmatica, basata sui fatti. Una storia meno piacevole che, semplicemente, vuole insegnare. Ma con la cultura ellenistica, la storiografia subisce una trasformazione: diventa qualcosa di nuovo; c’è un influsso della scuola peripatetica, cioè le caratteristiche conoscitive cedono il passo a preoccupazioni di carattere etico. Quindi non c’è più un’analisi razionale dei fatti, ma nella realizzazione del contenuto ci si perde in aneddoti artistici. Per quanto riguarda la forma del testo si arriva all’uso delle tecniche retoriche. La storia, con la cultura ellenistica, da pragmatica diventa paradigmatica, cioè un modello di virtù e vizi. L’opera storiografica arriva ad essere una rappresentazione teatrale, con l’unico scopo di procurare diletto ai lettori; diventa, quindi, un genere retorico, basato sulla bellezza della forma che è capace di catturare il lettore: “opus oratorium maxime”, cioè opera di eloquenza. Inoltre la storiografia ellenistica è accomunata alla figura di Alessandro Magno, che diventa oggetto di interesse principale; ma se alcuni autori scrivono opere piene di elogi e adulazioni per lui, altri si basano su aspetti obiettivi delle sue imprese, come Tolomeo, che è forse l’unico più fedele a Tucidide, che fa dei suoi aspetti più tecnici, un piccolo ma significativo ritorno al passato. Possiamo, poi, citare “l’epigramma”. Nasce come testo inciso o sulla pietra o su altri materiali durevoli; era un genere letterario che doveva commemorare il defunto o rendere sacro un oggetto, e generalmente gli autori erano poeti anonimi che lavoravano su commissione. È nel periodo ellenistico che la poesia epigrammatica conosce il momento di massima estensione. La necessità di raccogliere epigrammi nasce dalla curiosità erudita, dal culto del passato e dalla necessità di avere qualcosa con cui confrontarsi. Vi è il desiderio di gareggiare con il passato, il quale limita le possibili scelte del poeta epigrammatico, poiché egli non è più in grado di utilizzare le strutture metriche arcaiche o classiche. Con i poeti epigrammisti ellenistici l'iscrizione diventa prevalentemente letteraria e autonoma e la forma metrica definitiva sarà il distico elegiaco. Ovviamente, l'occasione di scrivere epigrammi si rivela sempre più spesso fittizia, un puro pretesto per comporre versi che non saranno mai più incisi, ma semplicemente recitati e letti. Con l'epoca
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