Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La locandiera di Carlo Goldoni, Sbobinature di Letteratura Italiana

Riassunto della locandiera di Carlo Goldoni

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 01/05/2023

veronica-casoria
veronica-casoria 🇮🇹

5

(2)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La locandiera di Carlo Goldoni e più Sbobinature in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LA LOCANDIERA, CARLO GOLDONI Composta nel dicembre 1752, fu recitata il giorno di Santo Stefano dello stesso anno. Durante il succesivo carnevale riscosse successo e Goldoni stesso la definisce come superiore a tutte le commedie da lui scritte in cui l’arte supplisce all’interesse della trama. Giunto in Francia come poeta comico del Theatre Italiaen puntò ancora sulla sua Locandiera traoendone un canovaccio per quei comici, la Camille Aubergiste del 1764. Ispiratrice della commedia fu Maddalena Marliani, la servetta della compagnia del Medebach. Rientrata in seno alla trupe nel 1751 dopo una fuga di qualche anno. Goldoni è aderente al carattere e alle capacità dei suoi attori e quindi comprese subito le doti di questa attrice che riusciva con naturalezza a cangiare umore in scena senza mostrare artificiosità. Nel teatro di Goldoni i servi sposano sempre le servette. La locanda di Mirandolina non ha nessun punto di contatto con l’esterno, è spazio quasi metafisico deputato al movimento scenico assoluto, ma a ciò fa da contrasto quella poetica degli oggetti che definisce con realismo magistrale anche le cose più piccole: le lenzuola, gli intingoletti, i bicchierini, le bottiglie, la cioccolata, il ferro da stiro, la boccettina d’oro, la spada senza lama del marchese. Ognuno di essi assume un valore funzionale alla messa in scena. Mirandolina non ha i tratti della popolana, abile nel far di conto, seria nel suo lavoro, propone quindi una donna non più giovanissima, ma ancora piacente, autosufficiente e libera delle proprie scelte. In lei convergono la tradizione letteraria veneziana attenta ai personaggi femminili e il tipo di donna settecentesco che veniva affermandosi nelle classi più elevate, liberata dei paludamenti intellettuali delle poetesse e filosofesse della moda. Musicata da Salieri a Vienna nel 1773, La locandiera conobbe nell’Ottocento parecchie imitazioni in prosa. È una commedia composto in tre atti in prosa rappresentata per la prima volta a Venezia nel Carnevale del 1753, dedicata al senatore Giulio Rucellai, cavaliere dell’ordine di Santo Stefano. L’opera è preceduta da un testo scritta dall’autore a chi legge dove dichiara che fra tutte le Commedie composte questa è la più morale e utile. Pare impossibile credere che il Cavaliere ha veramente ceduto alle lusinghe di Mirandolina, per questo risulta vinto solo alla fine del secondo Atto. Nel Terzo Atto allora decide di dar prova di come le donne si burlano dei miserabili che hanno vinto e rendere odioso il carattere delle incantatrici Sirene. Parla poi di una mutazione. Fabrizio, il cameriere recitò la prima volta in veneziano, ma lo ha trasformato in toscano. LUOGO: la scena viene rappresentata a Firenze, nella locanda di Mirandolina. PERSONAGGI: • Mirandolina: è la padrona della locanda e la protagonista indiscussa della commedia. È una donna intelligente e scaltra, che mostra buone maniere con i propri ospiti conscia del proprio fascino, senza però cedere alle lusinghe di nessuno. • Il cavaliere di Ripafratta: è il nuovo arrivato nella locanda; burbero e scontroso, è un rappresentate dell'aristocrazia consapevole del proprio ruolo. Inizialmente deride gli altri ospiti per i loro tentativi di conquistare la bella padrona di casa, ma poi ne rimane ammaliato e giunge a comportamenti del tutto non consoni con il suo rango sociale e con la sua posizione, addirittura violenti. • Il marchese di Forlinpopoli: è uno dei due pretendenti di Mirandolina. Il marchese rappresenta la nobiltà decaduta, ancora convinta del proprio ruolo ma ormai povera e incapace di sostenere il proprio tenore di vita. Il Marchese, quindi, per tutta la commedia cerca di far credere di avere ancora delle possibilità economiche, quando in realtà non ha più nulla, ed è attento alle minime spese. • Il conte di Albafiorita: anche lui è uno dei due pretendenti di Mirandolina. È un parvenu, un arricchito dell'ultima ora, e non ha quindi problemi economici; fa sfoggio della propria ricchezza in ogni occasione, e soggiorna alla locanda nella speranza di poter sposare la locandiera. • Fabrizio: è il servitore della locanda, una sorta di tuttofare. Proviene dalla campagna e spera, attraverso il lavoro, di fare il salto di classe sociale. Anche Fabrizio è innamorato di Mirandolina, di un amore più sincero e vero; non mancano comunque, nelle sue intenzioni, anche desideri di una sistemazione economica attraverso il matrimonio con una donna più ricca. • Ortensia e Dejanira: due commedianti piuttosto maldestre che recitano la loro parte. Ortensia appare più spregiudicata, petulante e più sofisticata e incallita, l’altra si mostra più giovanile e sorridente, spontanea. Entrambe sono un po’sciocche, avide di regali e avventure e un po’ civette. ATTO PRIMO SCENA PRIMA: presentazione dei personaggi del Conte e del Marchese. Il primo è caratterizzato dal ricorso al denaro e rappresenta la nobiltà recente. Il secondo è caratterizzato dal ricorso alla protezione e rappresenta la nobiltà decaduta. Inoltre, vi è la descrizione della situazione: i due si trovano alla locanda perché sono “innamorati” di Mirandolina e cercano di conquistare le sue grazie in modo da trarne vantaggi sessuali. Il Conte vuole conquistarla con il denaro, mentre il Marchese vuole conquistarla con la sua protezione (nel 1700 correre sotto la protezione di un personaggio importante voleva dire avere dei vantaggi). In questa scena veniamo a conoscenza del fatto che il padre di Mirandolina è morto da 6 mesi. SCENA SECONDA si continua a parlare della differenza che vi è tra il Conte e il Marchese. Il Marchese sottolinea che tra lui e il Conte vi è qualche differenza: per il Marchese la differenza riguarda il sangue, la nobiltà; mentre per il Conte e per gli altri ciò che fa la differenza sono i soldi. In questa scena veniamo a conoscenza del fatto che i due alloggiano alla locanda da 3 mesi. SCENA TERZA viene affrontato un altro tema: il rispetto è legato al sangue nobile o al denaro? SCENA QUARTA arriva il Cavaliere e il Conte e il Marchese gli sintetizzano la loro situazione (il perché stanno alla locanda). Egli mostra il suo disprezzo per tutte le donne. Il Conte e il Marchese evidenziano differenti qualità di Mirandolina: il primo evidenzia qualità materiali, mentre il secondo evidenzia qualità morali. SCENA QUINTA Mirandolina fa il suo ingresso in scena. Il Marchese e il Conte cercano di convincere il Cavaliere che hanno ragione ad ammirare Mirandolina. Il Cavaliere li critica. In questa scena vi è il 1° REGALO per Mirandolina: degli orecchini da parte del Conte. SCENA SESTA commento che i personaggi fanno rispetto al Cavaliere. Mirandolina pensa di cacciarlo dalla locanda perché lui è molto brusco nei suoi confronti. Il Marchese si offre di aiutarla a mandarlo via grazie alla sua protezione, mentre il Conte vuole offrirle del denaro in modo che lei non abbia perdite economiche mandando via il Cavaliere. Mirandolina rifiuta, dice di non aver bisogno di loro (è autosufficiente). SCENA SETTIMA Fabrizio vuole richiamare Mirandolina al fatto che non è bene che lei stia sola con il Conte e il Marchese sia perché sono suoi pretendenti sia perché sono nobili e non è suo compito quello di mettersi alla pari con loro (appartengono a classi sociali differenti). SCENA VENTIDUESIMA ( IL CONTE, IL MARCHESE, MIRANDOLINA, ORTENSIA, DEIANIRA) Entra in scena il Conte, che inizialmente cercava Mirandolina. Ora le due dame sono interessate maggiormente al Conte poiché vedono che è più ricco del Marchese, il quale sottovoce chiede a Mirandolina di mostrare al Conte il fazzoletto che le ha regalato, e nel secondo subito dopo averlo fatto dire di non farlo. Il Conte dunque si complimenta e con il permesso dei presenti dice a Mirandolina che le ha regalato un piccolo gioiello di diamanti che si abbina agli orecchini che le aveva già donato. Dopo che il Conte si è presentato le due dame sembrano improvvisamente più attratte da costui che dal Marchese. Così decidono di pranzare con il Conte invece che con il Marchese, lasciandolo solo. Il Marchese si arrabbia e il Conte gli chiede di non fare così, ma il Marchese è rimasto offeso anche dal comportamento delle dame. Per lui, infatti, non sono importanti i modi in cui il Conte spende e sperpera i propri soldi, ma il suo amato fazzoletto di seta. Ortensia e Deianira escono di scena, frettolose di andare con il Conte, poi offeso se ne va anche il Marchese e di conseguenza anche il Conte, lasciando sola Mirandolina. SCENA VENTITREESIMA MIRANDOLINA SOLA Questa scena presenta un importante monologo che Mirandolina fa parlando con sé stessa, ma rivolta al pubblico. Comincia parlando del Conte, e dice che con tutte le sue ricchezze e con tutti i suoi regali non riuscirà mai a farla innamorare di lui. Molto meno lo farà il Marchese, con la sua ridicola protezione. Nessuno dei due le interessa per attaccarsi, ora quello che le preme maggiormente è il suo obbiettivo, la sua guerra contro il Cavaliere di Ripafratta. Ora che il Conte e il Marchese sono impegnati con le due dame, e la lasceranno in pace, potrà concentrarsi sul Cavaliere. Non riesce a capire il fatto che un uomo possa resistere così alle donne, a lei in particolare. “Chi fugge non può temer d’esser vinto, ma chi si ferma, chi ascolta, e se ne compiace, deve o presto, o tardi, a suo dispetto cadere”, dopo aver detto questa frase esce di scena. ATTO SECONDO Non esistono i personaggi secondari, tutti sono ugualmente con un carattere ben spiccato. METATEATRALE = questioni che riguardano il teatro. Questo atto può essere diviso in due, secondo il luogo dove si svolgono le vicende. SCENA PRIMA , il Cavaliere viene servito per primo, dal servitore, poiché Fabrizio non ha piacere di parlare con lui. Il Cavaliere si domanda come mai si mangi prima del solito, e il servitore gli risponde che il Conte voleva mangiare e Mirandolina ha avuto premura di servire prima il Cavaliere del Conte. Egli ne rimane contento, ed è onorato delle attenzioni che gli porge. In questa scena è molto importante il ruolo del cibo. Come anche la biancheria nell’atto primo scena quindicesima, il cibo ora ha il ruolo di rappresentare la lussuria, il piacere di gola. Mirandolina non entra subito, entra infatti prima il cibo, come se la dovesse presentare. Dopo che il cameriere confessa di essere anche lui stato stregato da Mirandolina, tanto da volerla servire come un cagnolino, il Cavaliere ribatte e riconferma la sua convinzione di non cedere, e la prende come una sfida anch’egli. SCENA SECONDA IL SERVITORE E IL CAVALIERE In questa scena il servitore porta un altro piatto al Cavaliere, poiché manda a dire da parte di Mirandolina, che se il pollo non fosse stato di suo gradimento avrebbe mandato un piccione. Inoltre sulla tavola c’è una salsa che Mirandolina ha fatto “colle sue mani”. Il Cavaliere è sempre più lusingato, e dopo aver assaggiato la salsa, manda subito il cameriere a dire che è preziosa. Intanto il Cavaliere ripete “non si può negare che non sia gentile; ma quel che più stimo in lei, è la sincerità” poiché lui ha sempre odiato le donne per la loro slealtà, perché sono bugiarde, ma non sa che anche Mirandolina sta fingendo per uno scopo. SCENA TERZA IL SERVITORE E IL CAVALIERE Il servitore torna e manda il messaggio di Mirandolina che ringrazia il Cavaliere, e che sta preparando una nuova vivanda “colle sue mani”, (viene sottolineato). Il Cavaliere allora risponde alla fine della scena “Orsù, con costei bisognerà corrispondere con generosità. È troppo compita; bisogna pagare il doppio. Trattarla bene, ma andar via presto.”. Intanto il servitore gli serve da bere, e si mettono a parlare del Conte, chiedendo al servitore se è andato a pranzo. Il servitore risponde di si e aggiunge anche che è in compagnia di due dame, che crede non conoscesse prima d’ora. Il Cavaliere dunque conferma la sua debolezza con le donne, e che si rovinerà certamente perché tutte le volte spende un sacco di soldi. SCENA QUARTA Mirandolina entra in scena, portando lei stessa in tavola il piatto. Il Cavaliere non vuole ma lei insiste, (come ha fatto con la biancheria), e glielo porge lei in tavola invece che il servitore. Il Cavaliere risponde che questo non è compito suo, ma Mirandolina risponde che è una serva di chi favorisce venire alla sua locanda, ed il Cavaliere apprezza la sua umiltà. Il Cavaliere prova la pietanza che Mirandolina ha fatto per lui, prima di andarsene e lui risponde dicendo che è prezioso, buonissimo. In questo punto Mirandolina fa un’allusione con la frase “queste mani sanno far delle belle cose”. Il Cavaliere dunque pensa già di andarsene l’indomani per Livorno, deve andare via da quella locanda. Dopo il Cavaliere chiede da bere un vino di Borgogna e Mirandolina condivide a pieno i suoi gusti, sorprendendo il Cavaliere, (poiché il vino è un argomento maschile). Dopo aver bevuto del vino il Cavaliere chiede a Mirandolina il motivo di cotante attenzioni verso di lui. Mirandolina risponde sospirando “eh, signor cavaliere…”, al ché il Cavaliere si altera, si preoccupa e chiede come mai sta sospirando. Mirandolina dice “Le dirò: delle attenzioni ne uso a tutti, e mi rattristo quando penso che non vi sono che ingrati. […] Con lei non pretendo di acquistar merito, facendo unicamente il mio dovere.”, il Cavaliere dunque rassicura Mirandolina dicendole che non è così rozzo come ella crede, e che di lui non deve dolersi, poi brinda alla salute di Mirandolina. Dopo il Cavaliere le offre un bicchiere di vino, ma Mirandolina risponde che non merita queste grazie, il Cavaliere insiste e Mirandolina accetta. In questo punto c’è un altro tratto allusivo poiché Mirandolina beve dal bicchiere del cavaliere dicendo “Beverò le sue bellezze” ridendo. Dopodiché Mirandolina confessa che è tanto che ha mangiato e che ha paura che il vino le faccia male. Il Cavaliere la invita a sedersi, e lei dopo qualche indugio si mette a sedere e favorisce del pane. Dopo qualche battuta Mirandolina ricorda al Cavaliere il suo odio per le donne e gli dice di conservarsi sempre così. In questo momento il Cavaliere vuole discorrere da solo con Mirandolina e manda il servitore a fargli due uova. Una volta soli il Cavaliere dice a Mirandolina che teme che lei voglia fargli cambiare natura, che voglia dissuaderlo. Mirandolina si arrabbia dicendo che se veramente pensa così per tutto quello che ha fatto per lui, allora in questa camera non ci verrà più e manderà i servitori. Aggiunge anche che anche lei si sente qualcosa dentro, ma che corrisponde a quello che si prova quando si incontra un amico affine a noi stessi. Alla fine della scena brindano insieme alla loro amicizia, e Mirandolina allude “Viva… chi si vuol bene… senza malizia tocchi!” e brindano. SCENA QUINTA Il Marchese entra in camera del Cavaliere. Il Marchese entra con la scusa che cercava dei camerieri ma non c’era nessuno. Mirandolina vuole andare via ma il Cavaliere la ferma e se la prende con il Marchese dicendogli che con lui non si prende tanta libertà (inizia una rivalità tra i due). Mirandolina non vuole che il Marchese pensi che lei era lì per altro scopo e quindi dice al Marchese che lei era lì per servire il Cavaliere quando si è sentita male e lui l’ha soccorsa con del vino. Al Marchese in realtà ciò non gli interessa, la sua attenzione è focalizzata sul vino di Borgogna. Il Marchese riesce a farsi offrire un bicchiere di vino. SCENA SESTA il Cavaliere chiede al servitore un bicchierino di vino per il Marchese. Egli dice: “Non tanto piccolo il bicchierino”. Il servitore porta anche le uova, il Marchese chiede che piatto sia. Egli dice che le uova non gli piacciono e così il servitore le porta via. Mirandolina offre anche al Marchese l’intingoletto fatto con le sue mani. Il Marchese comanda al servitore di portargli una sedia e poi una forchetta (Non è il Cavaliere che lo invita). Il Marchese offre al Cavaliere e a Mirandolina un vino: vino di Cipro. Mirandolina vorrebbe andare via e fa in modo che il Cavaliere la obblighi a restare. Battute tra parentesi nella scena 15 riportavano ciò che il personaggio pensava davvero; nella scena 5 riportano uno scambio di battute tra il Cavaliere e Mirandolina, in modo che il Marchese non senta. Il Marchese tira fuori una bottiglina molto piccola contenente il vino. Egli dice che questo vino va bevuto a gocce come lo spirito di Melissa (anticipazione. È un infuso aromatico che serviva in caso di svenimenti per riprendere i sensi). Il servitore porta dei bicchierini e il Marchese dice che sono troppo grandi e ne domanda altri più piccoli. Il Marchese vuole sapere cosa ne pensano del vino: il Cavaliere finge e dice che è un vino buono e prezioso; Mirandolina per mostrarsi sincera al Cavaliere dice che lo trova cattivo. Inoltre, punzecchia il Cavaliere dicendo che chi sa fingere in una cosa, saprà fingere anche in un’altra. Il Marchese giustifica questa risposta dicendo che Mirandolina non si intende di vini. C’è un altro scambio di battute tra Mirandolina e il Cavaliere. Il Marchese si faa portare 3 bicchierini perché vuole offrire il vino anche al Conte e alle due “dame”. La scena si chiude con il Marchese che dice che lascia sedere Mirandolina vicino al Cavaliere solo perché sa che lui disprezza le donne. Non la lascerebbe stare con un altro. Il Cavaliere comincia a sentire disprezzo per il Marchese: sia per i suoi modi di fare, sia per la rivalità per Mirandolina. SCENA SETTIMA il servitore torna nella camera del Cavaliere con una bottiglia di vino di Canarie che il Conte gli dà per farlo assaggiare. (Ogni bottiglia è associata ai personaggi. Il vino è il correlativo oggettivo dei personaggi: CAVALIERE VINO DI BORGOGNA (vino francese molto pregiato. Lui è un cavaliere di alto rango) (mezzo di seduzione) MARCHESE VINO DI CIPRO (vino molto antico ricordato addirittura nella Bibbia. È un vino liquoroso molto forte. Il Marchese è la vecchia nobiltà decaduta così come il vino è fuori moda e non viene più bevuto molto.) (mezzo di ostentazione) CONTE VINO DI CANARIE (prodotto recente proveniente dalle Canarie. Rappresenta la novità così come lui rappresenta la nuova nobiltà) (mezzo per soverchiarsi) Il confronto tra i vini riporta allo scontro che c’è tra di loro. Infatti nella scena 7 il Marchese mette in risalto il fatto che il Conte abbia contraccambiato portando una bottiglia di vino come risposta. Questa situazione di sfida che vi è tra tutti i personaggi, nell’atto terzo sembra che possa terminare in tragedia. Il Marchese se ne va portando via la bottiglia di vino di Canarie. SCENA OTTAVA il Cavaliere dice che il Marchese è pazzo a causa di Mirandolina. Ella si mostra offesa per il fatto che il Cavaliere pensi che lei faccia impazzire gli uomini. 3° BRINDISI è richiesto dal Cavaliere. Il Cavaliere le porge il bicchiere e Mirandolina fa un brindisi che le ha bene. Mirandolina gli domanda il motivo per cui le ha mandato questo boccetta ora e non prima quando  stava male e, in confidenza, il servitore le risponde che il Cavaliere lo aveva mandato subito dopo l’accaduto, prima dall’orefice a comprare la boccetta d’oro, e poi dallo speziale per comprare lo spirito. Mirandolina ride e per far contento il Cavaliere ne beve un goccio per poi ridare indietro la boccetta, anche se il servitore le aveva detto che era sua, che il Cavaliere l’aveva comprata apposta per lei. SCENA TERZA: Ritorna Fabrizio col ferro da stiro in mano e Mirandolina gli riferisce ciò che è appena successo: il Cavaliere le ha mandato una boccetta d’oro e lei gliel’ha rimandata indietro. Poi ordina a Fabrizio di preparare un altro ferro da stiro e di portarglielo appena diventa caldo. SCENA 4 e 5: Arriva il Cavaliere che le dice che ha motivo di dolerla perché ha ricusato la boccetta  che gli ha mandato per servirsene nell’occorrenza. Mirandolina gli risponde che per sua fortuna non è  soggetta a svenimenti e gli fa intendere che quello che è accaduto oggi sia per causa sua, e aggiunge con  rabbia, a causa di quel maledetto vino di Borgogna che le ha fatto bere. Il Cavaliere si mortifica e la prega di  accettare la boccetta o andrà in collera; allora Mirandolina, dopo vari rifiuti, per non sentirlo, prende la  boccetta e con disprezzo la getta nel paniere della biancheria. Nel frattempo ritorna Fabrizio, che le porta il ferro da stiro caldo e vedendo il Cavaliere s’ingelosisce. SCENA 6 e 7: Il Cavaliere dice a Mirandolina che si vede che si è invaghita di Fabrizio, lo capisce da  come si è rivolta a lui pocanzi e aggiunge che lei meriterebbe l’amore di un re e la prega di smettere di  stirare per un secondo poiché le deve parlare seriamente. Mirandolina non lo ascolta e continua a stirare, ed ad ogni sua parola gli risponde con asprezza ma, nonostante ciò, il Cavaliere non resiste e le confessa il  suo amore, che è la prima volta che prova questo tipo di sentimento. SCENA 8 e 9: Giunge il Marchese e domanda al Cavaliere se per caso lo avesse insultato. Il Cavaliere  conferma dicendo di non averlo fatto apposta, di compatirlo. Dopo aver discusso per un po’ il Marchese si  accorge che il Cavaliere si è innamorato ma lui non vuole ammetterlo. Allora il Marchese, fra sé e sé, pensa che molto probabilmente ha paura di lui, ha paura di dichiararsi suo rivale. Poi osservandosi attorno nota buttata nel paniere la boccetta d’oro e decide di prenderla. SCENA 10 e 11: Arriva Dejanira e nota che il Marchese sta cercando di pulire una macchia con  lo spirito di melissa della boccetta e gli dice che lo spirito di melissa non serve per levare la macchia, anzi la  farebbe diventare più grande. Poi Dejanira osservando la boccetta gli domanda se per caso è oro e il  Marchese le risponde di no, che non è oro ma princisbech, e decide di regalargliela, facendole però una  raccomandazione, ossia di non farla vedere a Mirandolina. Dopodiché Dejanira va via e, nel frattempo  giunge il servitore del Cavaliere che inizia a cercare la boccetta d’oro. Il servitore vedendo il Marchese gli domanda se per caso lui avesse visto una boccetta d’oro poiché la signorina Mirandolina la vorrebbe, che  l’ha lasciata lì, e il Marchese gli risponde di non averla vista. SCENA DODICESIMA: Soppraviene il Conte che aggiorna il Marchese delle ultime novità. Prima di tutto gli racconta del Cavaliere, lo sprezzatore delle donne, il quale si è innamorato perso di Mirandolina e che, a  parer suo, Mirandolina potrebbe ricambiare poiché ha usato attenzioni verso di lui che per loro non ha  usato. Inoltre lo mette al corrente di un regalo che il Cavaliere ha fatto a Mirandolina, ossia la boccetta d’oro dal valore di venti zecchini e ciò è una cosa minima a confronto dei doni che le hanno fatto loro. Così decidono insieme di andarsene da quella locanda, di trovarsi un’altra sistemazione, per fare un dispetto a  Mirandolina. Poi il Marchese viene a sapere che le due donne che pensava fossero dame, in realtà sono solo delle commedianti e che se ne sono andate anche loro dalla locanda e che ora alloggiano in una casa vicino  alla locanda. Il Marchese ora sa dove deve andare: a recuperare la boccetta d’oro dalle due commedianti. SCENA TREDICESIMA: Mirandolina è sola e si chiude in camera a pensare nel guaio che si è cacciata col  Cavaliere, quasi a pentirsi di quello che ha fatto. Per rimediare e per non avere una brutta reputazione, le  viene in mente di sposare Fabrizio, sul serio stavolta, non prometterglielo soltanto. SCENA 14 e 15: Il Cavaliere bussa alla porta della camera di Mirandolina poiché vuole entrare ma ella non vuole e gli dice di andare in camera sua e di aspettarla. Poi la locandiera chiama  Fabrizio e gli confida che il Cavaliere si è innamorato di lei ma che lei non ricambia e, inoltre, gli dice che ha  preso la decisione di sposarsi. Poco dopo il Cavaliere bussa di nuovo alla porta e Fabrizio dice a Mirandolina  di non preoccuparsi, che l’avrebbe difesa lui. SCENA 16 e 17: Sentendo rumore giungono anche il Marchese e il Conte, e Fabrizio spiega loro che questo rumore è causato dal Cavaliere che vuole sforzare quella porta poiché vuole parlare atutti i costi con Mirandolina. I due, dopo aver mandato via Fabrizio, cercano di parlare col Cavaliere ma  finisce a discussione, tanto che il Conte e il Cavaliere si trovano spada contro spada, l’uno di fronte all’altro, poiché il Cavaliere non sopporta che gli si dica che èinnamorato perso di Mirandolina. Alla fine non accade nessun duello, poiché l’unica spada che riesce a recuperare il Cavaliere ha la lama spezzata. SCENA 18 e 19: Giunge Mirandolina che vedendo ciò che sta accadendo si spaventa, ed essi danno la colpa a lei, dicendo che è per causa sua che il Cavaliere si è innamorato. Il Cavaliere, da  canto suo, continua a negare tale insinuazione. Così Mirandolina, per mettere a tacere ogni dubbio fra lei e il Cavaliere, e ormaI riuscita nel suo intento, rivela di volersi sposare con Fabrizio, destinato a lei da suo padre. Subito il Conte ed il Marchese gli promettono di riempirla di doni per le nozze, mentre il Cavaliere si infuria e va via, dicendo di voler fuggire da lei, dalle sue lacrime, lusinghe e finzioni. Appena andato via Mirandolina si scusa con Fabrizio di ciò che è successo col Cavaliere, giustificandosi col fatto che nessuno la comandasse essendo una fanciulla sola, di essere stato solo uno scherzo, una bizzarria.     ULTIMA SCENA: Arriva il servitore del Cavaliere, il quale è venuto a salutare la locandiera prima della sua  partenza. Successivamente il Conte dice a Mirandolina che sposata o meno lui la tratterà sempre allo stesso  modo, e anche il Marchese le dice che potrà far capitale della sua protezione ugualmente. Mirandolina  risponde ai due signori, in modo molto pacato, che ora che ha marito non ha bisogno di protettori o spasimanti, e che sarebbe anche il caso che loro, per atto di grazia, cercassero un’altra locanda dove  alloggiare. I due capiscono la sua richiesta e vanno via, e prima di andare il Marchese restituisce la boccetta  d’oro che essa aveva smarrito dicendole di averla trovata lui.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved