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La memoria, il ricordo e il tempo, collegamenti da Montale., Appunti di Italiano

Tema della memoria, collegamenti da Montale, Leopardi, Primo levi, D'annunzio, Bergson, Proust, Locke...

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 16/05/2021

riccardo2202
riccardo2202 🇮🇹

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Scarica La memoria, il ricordo e il tempo, collegamenti da Montale. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! LA MEMORIA NELLA LETTERATURA La dimensione della memoria in letteratura è frequentissima. Specialmente nel corso del Novecento artisti, scienziati, scrittori e filosofi hanno concentrato la loro attenzione sulla questione del tempo prendendo in considerazione in modo approfondito anche un tema ad essa connesso: la memoria. Il tema della “memoria” inteso come ricordo e non solo, è sicuramente uno dei più cari ed usati da poeti e scrittori, sia italiani che stranieri. Essa si proietta, talvolta involontariamente, sul passato, a seguito di stimoli dati dal presente. Il ricordo, la memoria diviene quindi esperienza originale ed irripetibile per il singolo, in grado di legare tra loro, i momenti più significativi dell'esistenza passata al presente, conferendogli nuovi significati. In Montale Questo tema è centrale soprattutto nella raccolta Le Occasioni. Montale afferma che a volte un insieme di circostanze esterne – di occasioni – fa scattare il ricordo, la memoria che riporta, riavvicina persone, luoghi, eventi. Montale però dice che la memoria è solo un attimo, una breve pausa e che, spesso anche il ricordo, è appannato se non addirittura cancellato dall'inesorabile scorrere del tempo, e quindi non riesce ugualmente a portare conforto. La memoria si attiva nel tentativo di un faticoso e difficile recupero di eventi che hanno segnato momenti importanti, e che con il loro riemergere forse potrebbero cambiare il corso della nostra esistenza: l’unica possibilità affinché questo avvenga è data dalla presenza di un qualcosa di tangibile, ad esempio un’immagine, che in qualche modo renda sostanziale il nostro ricordo. La memoria e il ricordo quindi non sono altro che preziose “occasioni” di vita attuale. In molti testi tratti dalle “Occasioni” (che sono la seconda raccolta poetica montaliana, scritte nel decennio fra il 1928 e il 1939) Montale rievoca episodi della sua vita passata, amori, incontri di persone, riflessioni su avvenimenti, paesaggi ricordati non solo per nostalgia del passato e consolazione del presente, ma per analizzarle e capirle nel loro valore simbolico. In una di queste poesie, “Non recidere, forbice”, Montale accenna alla forza disgregatrice del tempo, che ci porta via anche i ricordi più belli. Parla appunto dell’impossibilità angosciante di conservare il ricordo del volto della donna amata. TESTO: “NON RECIDERE, FORBICE, QUEL VOLTO” Nella prima strofa compare la visione di una donna amata ma ormai lontana, presente al poeta solo nella memoria. La poesia è costruita su l'implicito paragone tra la potatura di un albero di acacia, alla fine dell’autunno, e l’oblio che elimina senza pietà i ricordi. Ecco allora che, rivolgendosi direttamente agli utensili che stanno per recidere i rami più alti dell’albero, (le forbici) il poeta le prega di non tagliare, insieme con le fronde della pianta, anche il ricordo del volto di una persona amata: quel viso, infatti, è ormai rimasto l’unica immagine ancora viva nella memoria confusa. Ma la forbice rappresenta proprio l’azione inesorabile del tempo, destinato a eliminare il ricordo dell’amata. Il testo si basa su questo rapporto tra la potatura di quest’albero e la memoria. La memoria è qui raffigurata come qualcosa che perde pezzi che la compongono e la riempiono, proprio come un albero perde i rami che gli vengono tagliati. Al verso 5 vi è una sensazione di gelo improvviso (un freddo cala…) che precede il taglio secco che recide questo ramo sulla cima dell’albero, provocando inaspettatamente un’altra manifestazione simbolica. Un “guscio di cicala” (v. 7), che rappresenta l’estate appena trascorsa, precipita dalla pianta e crolla a terra dove viene sommerso dal fango della bufera. È questo il momento rivelatore che meglio rappresenta la scomparsa del ricordo, il dissolversi del viso amato, sommerso dalla “nebbia” (v.4) che è una tipica immagine per indicare i ricordi che svaniscono. L’ albero rappresenta quindi la memoria che si svuota. Tutto ciò che resta al poeta sono quindi le immagini e i ricordi della donna; la sua unica speranza di salvezza è la memoria. Ma anche nella poesia “la casa dei doganieri” è presente questo tema: “LA CASA DEI DOGANIERI” T.7 Poesia dedicata ad Arletta o Annetta. Si immagina che il poeta e la sua interlocutrice abbiano vissuto insieme un momento di vita vera nella casa dei doganieri. Il poeta vive ancora, mentre la donna è morta. Il primo, quindi, è rimasto legato al ricordo di quel momento, che invece dalla donna è stato abbandonato. La casa, che un tempo luogo di incontri amorosi con una donna e ormai solo luogo della memoria, diviene per il poeta l’“occasione” per rivivere un sogno di felicità. Nella “Casa dei doganieri” è rappresentato un forte contrasto tra memoria e tempo. Infatti Il trascorrere del tempo costituisce una minaccia perché può cancellare i valori e i significati del passato, custoditi invece nella memoria, che tenta inutilmente di mantenere immutato e presente, cioè immobile, ciò che di necessità cambia e si allontana. Ciò si nota nel v.3 e v.5, in cui ‘’attendere’’ e ‘’sostare’’ sono in contrasto con verbi di movimento confusi e violenti ‘’va impazzita’’, ‘’sferza, ‘’si gira’’, ‘’si allontana’’. L'opposizione tra immobilità e movimento è riassunta anche con ‘’andare’’ e ‘’restare’’. Vi è una sorta di speranza di trovare un varco che permetta di immobilizzare il passato. COLLEGAMENTI LEOPARDI-PASCOLI-UNGARETTI-PRIMO LEVI Il tema del ricordo ha un rilievo notevole anche nella poetica di: Leopardi: - Nella poesia A Silvia il poeta tenta di recuperare, attraverso la memoria, il tempo della giovinezza, che è il tempo delle illusioni, in contrapposizione alla maturità, che è il momento della presa di coscienza della realtà. Il testo poetico A Silvia nasce nel 1828 dopo l'ultimo ritorno di Leopardi a Recanati. È appunto Il borgo con i suoi luoghi e i suoi immutabili quadri di vita, che costituisce il referente ideale per dar spunto all'elaborazione della ricordanza. Si tratta di una serie di memorie nitide, evocate con la precisione delle sensazioni ancor vive. “Silvia, rimembri ancora…” dice Leopardi in “A Silvia” ma è soprattutto nei canti che la memoria (o, per usare le parole del poeta, la rimembranza) costituisce uno dei temi di spicco. “La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro, se non perché il presente, qual ch’egli sia, non può esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago”. Zibaldone del 14 dicembre 1828: Nella poesia Alla luna il sentimento che prevale è l’angoscia del poeta che contempla la luna dall’alto del monte Tabor, mentre illumina la natura circostante e mentre ricorda che anche l’anno prima in quello stesso punto l’aveva contemplata, ma nulla nel frattempo è cambiato. Viene quindi evidenziato il grandissimo valore del ricordo come consolazione. È questo un idillio che presenta le immagini unite sul filo della memoria: il colle dell’Infinito, la luna che rischiara la selva nella notte, il dolore per la vita attuale, il ricordo del tempo trascorso che allevia il dolore del presente. - In Pascoli prevale la memoria di luoghi familiari, il ricordo dell’infanzia, del “nido”: nella poesia X Agosto il dolore per la morte del padre diventa il dolore degli uomini sulla terra “atomo di male”, che viene contrapposta a una dimensione superiore in cui non c’è spazio per la violenza. - Anche un poeta come Ungaretti cerca talvolta nella memoria un rifugio e un po’ di conforto, anche se momentaneo. Nella poesia “C’era una volta” il ricordo nostalgico della poltrona di velluto verde rappresenta un istante di quiete nell’orrore della guerra. L’analogia suggerita dall’immagine del pendio verdeggiante sotto la luce lunare richiama la memoria di momenti trascorsi nella quiete confortevole di un caffè parigino, prima della guerra. Quella poltrona e quella calma silenziosa però appartengono a un passato ormai lontano e irraggiungibile, quasi sfumato in un mondo di favola. “Sentimento del tempo” è una delle raccolte di poesie di Giuseppe Ungaretti. Il tema centrale è la percezione fra il presente, il passato e l’eterno. La guerra non fa più da sfondo alle liriche. I temi trattati, oltre al dolore e al mistero dell’esistenza, sono la morte, la memoria e la poesia come capacità di impedire la distruzione del ricordo.
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