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LA METAMORFOSI DI KAFKA, Appunti di Letteratura Tedesca

APPUNTI DELL'OPERA, ANALISI, TRAMA, APPROFONDIMENTI

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 08/11/2022

eleonora-scrivano-1
eleonora-scrivano-1 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LA METAMORFOSI DI KAFKA e più Appunti in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! LA METAMORFOSI DI KAFKA TEMATICHE: inettitudine, conflitto generazionale, protesta contro la famiglia moderna, anti fiaba, il destino, l’alienazione dell’uomo moderno, sensazione di inettitudine, costrizioni della vita borghese, differenze tra il normale ed il diverso, oppressione delle regole sociali sull’individuo |incomunicabilità, dall’individuale all’universale CORRENTE: modernismo, del surrealismo e del realismo magico. ll pensiero di Kafka, gelido e di visioni sconvolgenti, appartiene già a un mondo completamente cambiato, permeato dagli incubi del Novecento e dalle ossessioni che segneranno la coscienza dell’uomo moderno. La metamorfosi è un racconto lungo di Franz Kafka (1883-1924), scritto nel 1912 ma pubblicato nel 1915. Si tratta di uno dei testi più noti e famosi dello scrittore boemo in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Generalmente La metamorfosi è interpretata come una allegoria della alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini (come si vede anche nel romanzo Il processo). Commento Le pagine della Metamorfosi di Kafka si presentano come una lunga, articolata metafora che si sviluppa in due direzioni differenti ma strettamente correlate tra loro. Da un lato, il racconto è una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne. Dall’altro lato, La metamorfosi è un apologo sull’impossibilità di comunicazione tra esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari 2, simboleggiati dai luoghi chiusi ed asfittici in cui si svolge tutta la vicenda. Gregor Samsa, in cui possiamo vedere un “doppio” del suo autore, è schiacciato dalle regole della vita borghese. Il suo lavoro di commesso viaggiatore, ripetitivo e faticoso, è tuttavia la fonte di sostentamento dell’intera famiglia, circostanza che lo obbliga ad uno scrupoloso rispetto di obblighi, orari e doveri d’ufficio. Non a caso, quando appena sveglio capisce d’essersi tramutato in un ributtante scarafaggio, il primo pensiero di Gregor è al ritardo accumulato già di prima mattina; quando il procuratore gli intima di aprire la porta della stanza minacciandolo di licenziamento, Samsa non bada alla reazione che potrà suscitare il suo nuovo aspetto bestiale, ma cerca in ogni modo di giustificare il proprio operato e il proprio comportamento. La metamorfosi in insetto è insomma la forma concreta dell’alienazione di Gregor, incastrato in meccanismi che lo privano della sua identità. I rapporti di affetto e amore si capovolgono ben presto quando Gregor non può più assicurare alcuna forma di sostentamento a causa della sua mutazione; in poco tempo, egli diventa un peso insostenibile e, dopo una serie di incidenti non voluti da Gregor, anche l’amata sorella lo vede come un fastidio di cui disfarsi. In questa situazione emergono facilmente tutte le tensioni latenti, come il difficile rapporto tra il figlio e il padre, fino all’episodio del ferimento di Gregor a colpi di mela, o alla circostanza, che prelude alla morte del protagonista, in cui il giovane ascolta i discorsi dei familiari su tutti i problemi che egli ha causato alla famiglia. Tutto ciò - che ha pure precisi riscontri biografici nell’esistenza di Kafka, figlio di una famiglia di commercianti ma portato alla carriera letteraria - può farci interpretare La metamorfosi come l’allegoria dell’impossibile conciliazione tra le aspirazioni individuali e le costrizioni della vita borghese. La “diversità” di Gregor si carica così di significati e letture che, in parte, restano volutamente ambigui ed enigmatici, com’è tipico della narrativa kafkiana. Le cause della metamorfosi non sono spiegate né indagate ed essa è accettata da Gregor come un dato di fatto; gli altri membri della famiglia, che rappresentano invece il alto “normale” della vita e della società, ne sono disgustati, ma nemmeno loro si interrogano sulle cause della mutazione. L’effetto di straniamento che ne consegue circonda tutta la vicenda di un’aura di “realismo magico”: in un contesto apparentemente reale e quotidiano (l’esistenza di una normale famiglia borghese di inizio secolo) viene calato un elemento magico o sovrannaturale (la “metamorfosi”), senza darne spiegazioni razionali. La metamorfosi diventa così per Kafka la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo. DAL MANUALE L’opera di Kafka, pur essendo cronologicamente contemporanea, è intellettualmente molto distante dalla letteratura fin de siècle. Il pensiero di Kafka, gelido e di visioni sconvolgenti, appartiene già a un mondo completamente cambiato, permeato dagli incubi del Novecento e dalle ossessioni che segneranno la coscienza dell’uomo moderno. Era steso sul dorso, duro come una corazza... "Cosa mi è successo?" pensò. Non era un sogno.» Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia un mattino dopo sogni inquieti e si ritrova trasformato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti famigliari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza. Perché, come scrive Luigi Forte: «Dietro l'icona dell'insetto si nasconde l'abnegazione del figlio disposto a sacrificarsi, ma soprattutto la sua implacabile denuncia: essere costretto a denigrarsi, rimpicciolirsi, scomparire di fronte al potere illimitato». ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- RIASSUNTO RACCONTO: In una normale mattinata, Gregor si risvegliò in maniera diversa: viscido, duro e con molte zampette divincolanti. Non capiva esattamente ciò che stesse succedendo e cercò di riaddormentarsi, ma essendo solito addormentarsi sul fianco in quel modo gli risultava impossibile. Tra l’altro sentì anche un dolore sul dorso e notò dei puntini bianchi, cercò di toccarsi ma non appena si avvicinò, un dolore freddo percosse tutto il suo corpo. La sensazione di malinconia lo pervase, e cominciò a pensare al suo lavoro e al non voler prendere il treno ogni mattina, e fu così che ripensandoci notò che era in ritardo di almeno un’ora e mezza poiché non aveva sentito la sveglia. Adesso avrebbe dovuto correre per prendere il prossimo, ma le grida del capo non se le sarebbe risparmiate, così pensò alla malattia come soluzione, anche se in 5 anni non era mai mancato una singola volta. Mentre che si faceva tutti questi pensieri bussò la madre, una bellissima voce, ma Gregor nel rispondere notò che la sua cambiò e che era stata mista assieme a dei pigolii lamentosi. La madre se ne tornò ma vennero padre e sorella preoccupati e Gregor cercò in ogni modo di dissimulare la sua voce scandendo ogni minima parola, riuscendo ad allontanarli. Adesso voleva solo alzarsi, ma era impossibile, le zampette non rispondevano al suo volere e nonostante il divincolarsi restò ancora a letto, a fissare fuori, con la speranza che tutto tornasse alla normalità. Abbandonata l’idea del lavoro pensò solo al volersi alzare, cercando di buttarsi a terra senza destare sospetti per ogni minimo rumore e soprattutto non sbattendo la testa, ma fu in quel momento che arrivò direttamente il procuratore vista la sua assenza a lavoro. Fu così che Gregor scese immediatamente dal letto sbattendo pure la testa, il procuratore sentì tutto e si avvicinò davanti la sua porta. Tutti cercarono di Ma Georg cercò di sviare facendo capire al padre che forse aveva bisogno di stare meglio, in una stanza più illuminata e magari pure di mangiare di più, ma il padre tornò sullo stesso discorso, e Georg cercò di fargli ricordare questo amico che pure lui avrebbe visto 3 anni prima. Georg ebbe cura di rimetterlo a letto e di rimboccargli le coperte, ma non appena lo fece il padre balzò in piedi sul letto e cominciò a urlargli contro, dicendogli che lo ricordava bene l’amico e che in realtà era il figlio che aveva sempre desiderato ma che Georg ha mandato in Russia, adesso Georg era stranito da queste parole. Ma le parole del padre continuarono, continuò a dire atroci verità fino a quando Georg non si trattenne dal gridargli “commediante!”, e lui annuì e riprese ancora, fu così che Georg desiderò che il padre si chinasse in avanti e cadesse, infatti il padre si chinò e vide che Georg non si mosse, rimproverandogli il tutto, in più gli disse che l’amico le sue lettere non le leggeva e che sapeva già tutto sull’azienda e sul matrimonio, perché gli scriveva proprio lui in persona. La situazione precipitò sempre di più fin quando Georg decise di uscire di casa in fretta e furia, superò la domestica sulle scale e uscito di casa persino le macchine parcheggiate, fin quando non raggiunse un ponte con al di sotto la strada, decidendo di buttarsi proprio lì in mezzo... IN GALLERIA Storiella su una giovane ragazzina che corre a cavallo quasi ininterrottamente ma applaudita dal pubblico, il direttore la segue e dà segni coi colpi di frusta innalzando la gioia del pubblico, tutti tranne uno. Lo spettatore di galleria, che incessantemente inizia a piangere. IL VILLAGGIO VICINO Mio nonno soleva dire: «La vita è incredibilmente breve. Oggi, nel ricordo, mi si accorcia a tal punto che a malapena, per esempio, riesco a concepire come un giovanotto possa decidere di recarsi a cavallo fino al villaggio vicino senza il timore che, a prescindere da accidenti sfortunati, il tempo stesso di una vita normale e serenamente vissuta sia di gran lunga inadeguato a tal viaggio.» IL TORMENTO DEL CAPOFAMIGLIA Storia su Odradek, storia nonsense su un possibile oggetto o addirittura persona indefinita. UN MESSAGGIO DELL’IMPERATORE Storia angosciante su un imperatore che deve lasciare un messaggio, proprio al lettore stesso. Ci fa capire quanto il messaggero sia impossibilitato dal recapitare il messaggio. Dovrebbe attraversare sale, saloni, scale e palazzi e non potrà arrivare mai. Mentre il lettore aspetta invano… DAVANTI ALLA LEGGE Storia che narra di un uomo di campagna volenteroso di entrare nella legge, ma un guardiano lo ferma, gli dice che è pericoloso e che superato lui ci saranno addirittura altri guardiani pronti a fermarlo più forti di lui. L’uomo però non demorde e prova incessantemente per anni e anni fino a che non si trova allo stremo delle forze e sta per morire. Ma poco prima chiede al guardiano perché tutti erano desiderosi di entrare e mai nessuno ha avuto l’accesso, e lui risponde che solo lui poteva entrare quando voleva, chiudendone poi la porta… UN MEDICO DI CAMPAGNA Un medico doveva visitare un malato in un giorno di bufera di neve, ecco perché si reca in una stalla vicina alla ricerca di qualcuno che glielo prestasse. Trovò un signore col quale addirittura andrà a trovare direttamente il malato, il medico avendo fretta non obietta minimamente. Si ritrovano dunque dal malato e la prima cosa che il medico si sente dire è “lasciami morire”, lui continua la visita e ripensa a Rosa, la figlia dell’uomo che ha prestato i cavalli, poi scopre che effettivamente il paziente è sano, solo un po’ anemico, ma sano, ecco allora che ripensa all’andarsene, ma poco prima di andarsene nota il malato, con una ferita grande quanto una mano nel fianco, rossa accesa e piena di vermi, la famiglia è felice nel vederlo lavorare ma purtroppo l’uomo non ha scampo di sopravvivere, la famiglia gettò il medico assieme a lui nel letto e i due dialogarono, il paziente lo riempì di colpe e il medico spiegò la situazione a cui è sottoposto ogni giorno effettivamente, poi decise di andarsene, prese tutto e si gettò a cavallo in preda ai pensieri negativi.. UN VECCHIO FOGLIO Si parla di un bottegaio che nota che la piazza dove lavora si fa sempre più ricca di soldati rozzi e burberi, fatto stranissimo ma non vi fa troppo caso, ogni giorno aumentano sempre di più e la piazza diventa sempre più un porcile, un giorno guardando fuori però notò l’imperatore in persona affacciato alla finestra, non sapeva come rimediare a questa situazione, e chi doveva pensarci e pagare le conseguenze erano proprio i bottegai. SCIACALLI E ARABI Un viaggiatore si ritrova nel deserto, circondato da qualche arabo e soprattutto da sciacalli, finché uno non gli diede a parlare, gli disse che era l’uomo che aspettavano da migliaia di generazioni di sciacalli in quanto veniva dal Nord e li vi si trovava la ragione. Nel frattempo gli sciacalli aumentarono sempre di più durante i loro discorsi, così decise di spiccare fuori dal cerchio che gli si era creato intorno, ma non gli fu possibile visto che fu trattenuto, poi lo sciacallo riprese a parlare e gli chiese di uccidere gli arabi per lui, infatti gli portarono una piccola forbice da cucito per compiere tutto ciò. Ma gli arabi arrivarono in tempo e gli spiegarono che gli sciacalli fanno così con tutti, e che ogni europeo è il prescelto per tale compito, detto ciò gli arabi gli lasciarono un cammello morto e gli sciacalli cibandosi si dimenticarono di tutto. UNA VISITA IN MINIERA Descrizione continua e minuziosa di 10 inservienti che controllano il luogo di lavoro della miniera: toccano e annotano tutto senza dire nulla, uno più strano e preciso dell’altro fino ad arrivare all’inserviente capo. Ma il tutto si concluderà con una giornata di lavoro persa per colpa della loro presenza. UNDICI FIGLI Racconto di un padre che descrive semplicemente uno ad uno i suoi figli in maniera dettagliata e minuziosa UN FRATICIDIO Narrazione del delitto di Wese da parte di Schmar.. La vittima stava tranquillamente tornando da lavoro mentre sua moglie lo aspettava a casa, ma oltre a loro vi era affacciato alla finestra il signor Pallas, il quale stava guardando tutto, ma non fece assolutamente nulla. Avviene finalmente il delitto e Pallas chiama a gran voce Schmar dicendo di aver visto tutto e di non avere scampo, nel frattempo arriva la moglie accompagnata da una grande folla, si stringe forte al marito come se fossero un solo corpo, mentre Schmar viene lentamente scortato da un agente.. UN SOGNO Narra del sogno di Josef K, che si ritrova in un cimitero ed è attratto da un tumulo di terra, l’uomo farà di tutto per raggiungerlo nonostante a volte la sua vista sarà ostacolata, non appena arriva lì vede due uomini con una bara che la posano proprio dentro il buco accanto al tumulo, subito dopo arrivò un uomo che riconobbe come artista e che comincio a scrivere e disegnare in aria prima di scrivere effettivamente sul marmo della lapide.. Ma l’artista si fermò, i due si scambiarono vari sguardi di imbarazzo che fermarono l’artista dallo scrivere, K capì la sua colpa e cominciò a piangere singhiozzando, quando si calmò si appoggiò sul tumulo dove venne immediatamente risucchiato, l’artista riprese a scrivere e l’ultima cosa che K riuscì a vedere fu proprio il suo nome sulla lapide…a quella magnifica visione l’uomo si svegliò RELAZIONE PER UN’ACCADEMIA Un signore illustra il suo passato da “scimmia”, di come abbia passato questi 5 anni in quello stato, di come non se ne sia minimamente pentito e del suo sentirsi nonostante tutto vicino agli uomini. Narra che ciò che imparò per prima fu la sincerità che sprigiona una stretta di mano, e successivamente di come fu catturato…gli spararono esattamente due pallottole, la prima nella guancia che gli valse il soprannome di Pietrorosso e la seconda nell’anca che ancora nonostante tutto lo costringe a zoppicare. Da lì ricorda il fatto di essere stato rinchiuso in una piccolissima gabbia dove dava le spalle alla gente e il tutto provocava la loro voglia di martoriargli la schiena. Da lì nacque la sua voglia di scappare in un certo senso, ma si accorse che il suo non era un desiderio di libertà, ma di scampo, poiché la libertà è una parola troppo abusata e non rende mai il suo vero valore. Col tempo decise che forse il vero modo era di essere sempre più umano e si accinse ad imitarli, cominciò a sputare, pure in faccia agli altri, cominciò a prendere la pipa, senza distinguere se fosse piena o meno, oppure iniziò a bere e a cercare di aprire le bottiglie, grazie a un uomo che a ogni ora del giorno o della notte andava da lui cercando di insegnargli qualcosa. Ma i primi tentativi furono nulli, finché una sera davanti a tantissima gente prese una bottiglia e la sturò secondo le regole per poi berla tutta, e nel lanciarla via emise pure un “olà”, tutti restarono estasiati al suo parlare ovviamente, ma per qualche mese lui non ci riuscì più, anche se ora aveva capito in che direzione muoversi. Arrivato ad Amburgo doveva scegliere tra il giardino zoologico e il varietà, riconoscendo il secondo come vera opportunità di scampo, studiò tanto, assunse maestri e si impegnò all’inverosimile per raggiungere finalmente il suo agognato scampo. Adesso quando torna a casa ha un piccolo scimpanzè ammaestrato in cui rivede quello sguardo da bestia incosciente che solo lui può riconoscere. ANALISI La Metamorfosi, a sua volta, rappresenta certamente l’orrenda oleografia di un’etica della lucidità, ma è anche il prodotto di quell’incalcolabile stupore che l’uomo prova nel sentire in che bestia possa senza sforzo trasformarsi. È in questa fondamentale ambiguità che consiste il segreto di Kafka. Le sue perpetue alternative fra il naturale e lo straordinario, l’individuale e l’universale, il tragico e il quotidiano, l’assurdo e il logico si ritrovano in tutta la sua opera e gli danno, insieme, la sua risonanza e il suo significato. [...] Il cuore umano ha una spiacevole tendenza a chiamare destino soltanto ciò che lo schiaccia. Ma anche la felicità, a suo modo, è senza ragione, poiché è inevitabile. L’uomo moderno tuttavia se ne attribuisce il merito. «Non gli oggetti e gli eventi in quanto tali sono in Kafka inquietanti, inquietante è che le sue creature si comportino nei loro confronti come se fossero davanti ad oggetti e ad eventi affatto normali, dunque senza turbarsi. Ciò che rende la lettura così terrificante non è il fatto che Gregor Samsa si svegli una mattina come uno scarafaggio, ma il fatto che lui non ci veda nulla di stupefacente. Terrificante è dunque la quotidianità del grottesco. Questo principio, che si potrebbe chiamare il principio della esplosione negativa, consiste nel fare sì che il mondo semplicemente conservi la sua tonalità abituale e che là dove ci si dovrebbe attendere un “fortissimo” non ci sia nemmeno un “pianissimo”. In effetti nulla è più sconcertante della naturalezza e della ingenuità con cui Kafka si cala improvvisamente nelle storie più stupefacenti. Da un punto di vista puramente tecnico, questa de-sensazionalizzazione è raggiunta con il metodo dell’inversione. Ciò significa: come accade in tutte le favole, soggetto e oggetto vengono invertiti, scambiati di posto. Kafka opera l’inversione e dice che il terribile è ovvio e naturale.» «Se l’opera di Kafka conosce la speranza, ciò avviene in queste fasi estreme: nella capacità di resistere anche nelle situazioni più spaventose. Ma se si potesse isolare e captare lo sguardo terrorizzato del bambino, è di queste dimensioni che dovrebbero apparirgli gli adulti, e così deformati, con enormi gambe che calpestano e teste remote, minuscole; con una macchina fotografica inclinata è possibile fotografare questo effetto.
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