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La Metamorfosi, Franz Kafka, Appunti di Letteratura Tedesca

La Metamorfosi, Franz Kafka. Descrizione dettagliata delle tre parti con riferimenti al contesto culturale e politico dell'autore.

Cosa imparerai

  • Come il documento offre un contesto storico e critico al racconto 'La Metamorfosi'?
  • Come la famiglia di Gregor reagisce alla sua trasformazione?
  • Come la donna nella stanza di Gregor reagisce alla sua metamorfosi?
  • Come la trasformazione di Gregor riflette la situazione economica della famiglia?
  • Che ruoli giocano la madre e la sorella di Gregor nella storia?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 28/06/2022

francescatrabuio
francescatrabuio 🇮🇹

4.6

(26)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Metamorfosi, Franz Kafka e più Appunti in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! LA METAMORFOSI - scritta tra il novembre e il dicembre del 1912 e pubblicata nel 15. PARTE PRIMA La celebre copertina della metamorfosi di Kafka mostra il rapporto di Kafka con l’immagine: il protagonista del racconto non si vede. Lo scrittore insistette con l’editore affinché non rappresentasse per nessun motivo la bestia, questo parassita gigante del racconto. Secondo Baioni, il tema della metamorfosi non è una novità: nella sezione dei racconti non pubblicati, c’è un frammento intitolato “preparativi di nozze in campagna”. Il protagonista è Edward Rabanne (è uno dei tanti alter ego di Kafka perché il nome Rabanne significa corvo, mentre Kafka in cieco cornacchia) che deve andare in campagna per sposarsi con Betty. La situazione in cui si trova è riluttante e riemerge un tema autobiografico. Qui non c’entra ancora Felice Bauer, perché il testo è precedente, del 1907 sembrerebbe essere la probabile stesura di questo frammento. Questo dimostra che il tema della metamorfosi, si trova anche in testi precedenti e non è esclusivamente legato al fidanzamento con Felice Bauer. Evidenzia, quindi, come la paura del matrimonio non sia relegato a Felice. Inoltre, questa paura del matrimonio e metamorfosi, come motivo letterario, si ritrovano in questo frammento del 1907. In questo testo, precedente al grande passo in avanti rappresentato dal “Verdetto”, il personaggio riflette sulla propria riluttanza e sul rapporto di questo viaggio, nella difficoltà di partire per lo stesso. [Allora Raban ebbe ...] E’ un corvo vestito senza anima. Ci sono dei tratti comuni che uniscono la paura del matrimonio al tema della metamorfosi. C’è sicuramente lo stesso senso di inadeguatezza, di regressione: Gregor Samsa ritiene di essere responsabile della famiglia, di dover lavorare per saldare un debito in famiglia. C’è dunque una invasione, una regressione, così come Raban rifiuta l’idea del matrimonio e vive con sofferenza il viaggio in campagna (le pagine mostrano la descrizione di un lungo viaggio in treno, con un mezzo, che nelle letteratura tedesca viene ampiamente trattato come in Effi Briest in carrozza, per nave, in treno, una campionatura di diverse percezione del movimento tra realismo e moderne). C’è anche l’elemento del sogno, perché l'inizio della metamorfosi, è “destandosi un mattino da sogni inquieti”. Come hanno rilevato gli esperti più raffinati, l’evento principale, la metamorfosi, precede l'incipit del racconto: il titolo è già l’evento. La perizia, la trasformazione è nel titolo, che condensa l’elemento della prima frase “destandosi un mattino”. Il protagonista viene introdotto nel suo nome come nel Verdetto, Gregor Samsa. (ha le vocali nella stessa posizione di Kafka e ugual numero di lettere - come elemento autobiografico che viene esibito e dissimulato = sto parlando di me ma sto facendo anche altro nella vita). Dopo le prime righe, nel paragrafo successivo, comincia una esplorazione per il lettore dei pensieri di Samsa e poi si parla di soggetti. Rispetto alle altre letture, qui c’è qualcosa di molto diverso nello sguardo, che spiega il successo di Kafka nel Novecento, soprattutto se comparato al genere gotico, dalla letteratura inglese o francese, o a quello del romantico di Hoffmann (L'uomo della sabbia). Nell’incipit, che racchiude la fama del Kafka, egli si limita a chiedersi pacatamente “cosa mi è successo?”. Qui lo strumento del realismo, come la descrizione della stanza, non viene più applicato per condurre il lettore in una esplorazione degli spazi in cui vive il personaggio. C’è soltanto una nuova realtà, che non è fantastica perchè la metamorfosi viene presentata come un fatto reale: ci sono stati sogni inquieti, ma nel momento in cui Gregor si è svegliato, è certo che non si tratti di un sogno. Qui, la descrizione della stanza, serve ad asseverare i fatti, oggettivamente il personaggio è presentato da un narratore onnisciente, am di cui noi al tempo stesso conosciamo i pensieri come dialogo del personaggio di se stesso o come riproduzione del discorso indiretto/indiretto libero. Il realismo viene presentato per rendere tangibile il mutamento della realtà del personaggio, il suo corpo è un altro, perché è avvenuto qualcosa nella notte e non è più quello di un essere umano, ma di un immenso insetto “Ungeziefer”. Nella stanza di Gregor, c’è una sorta di calma e di sospensione rispetto alla questione della Metamorfosi. Gli interpreti dicono che la fotografia che viene nominata (la signora con un boa e con un cappellino) nel racconto sia una citazione della storia amorosa avviata con Felice Bauer. Si ritiene, dunque, che questa donna - stando ai diari di Kafka - sia una minaccia reale alla scrittura (che esprime la vita di chi si sposa e fa figli). L’illustrazione sembra essere, secondo le descrizioni, ritagliata da una rivista illustrata: all’epoca, c’erano sia fotografica, sia pubblicità disegnate, quindi anche acquerelli, disegni a matita; non sappiamo con certezza di chi fosse la foto, ma coloro che hanno lavorato alle fotografie di Kafka rivedono la figura di Bauer. Questa donna è nella stanza di Gregor Samsa, tra “pareti note”: qui c’è un incredibile effetto di straniamento, perché il corpo è assolutamente nuovo, non lo conosce, mentre la stanza è una cosa nota - a tal punto che Gregor dirige lo sguardo verso la finestra, in una giornata malinconica e di brutto tempo. Il nuovo corpo non è facile da gestire, Gregor non riesce a dominarlo: come hanno osservato gli interpreti, che si possono leggere in italiano con Baioni e Robertson in inglese della Oxford University Press (anch’esso degli anni ‘90, un periodo molto fertile per la critica kafkiana), la prima metamorfosi è nel titolo, la seconda viene raccontata nella prima parte del racconto, durante la quale Gregor Samsa prende confidenza con il nuovo corpo. A fine pagina, i pensieri e le preoccupazioni di Samsa, vengono presentate come una possibile spiegazione della metamorfosi, qui c’è l’iniziale idea che la metamorfosi sia per il protagonista una sorta di malattia, la conseguenza di un disagio. Ci sono delle sorprese da questo punto di vista, perché il disagio di Gregor sta altrove. Il motore che spinge tutto l’incipit è la preoccupazione che domina Samsa di essere licenziato, di perdere il posto, di fare brutta figura al lavoro; in questa parte, leggendo i suoi pensieri, scopriamo che non ha buoni rapporti con il principale, si sente maltrattato in azienda. Questa prima sezione serve a spiegare ciò che succederà dopo, ovvero la famiglia che si preoccupa, in modo anche esagerato, per il ritardo di Gregor. Subentra l’elemento del tempo, fagocitato dal lavoro di Gregor, che egli - grazie alla metamorfosi - si riprende a pieno. Se da un lato il lavoro è vissuta come una cosa penosa, con la metamorfosi, esattamente come in “Preparativi alle nozze in campagna” - dove Raban sogna di mandare in campagna il suo corpo vestito - , sembra che la metamorfosi sia quella che è sempre stata nella metamorfosi classica, una fuga dal dolore, un modo per proteggersi. Le “Metamorfosi” di Ovidio, per esempio, vedono alcune metamorfosi come punizioni, altre avvengono per salvare la vita di qualcuno, per proteggere, per tutelare. Sembra quasi una citazione classica quella di Kafka, ma non è questo il reale contesto: Franz non è scrittore che cita in modo dotto altra letteratura. E’ un autore che ha una visione, visionario - come si capisce leggendo i diari - che ha in testa un'immagine (già gotico, che è provocatorio perché anche il lettore viene invitato a scoprire questa nuova realtà intuendo la natura del protagonista). Sia nel Verdetto, sia nella Metamorfosi, c’è una commedia: questo grande parassita è un costume di scena, in una immagine che nel contesto cinematografico sarebbe ripresa su un film dalle sfumature horror/direttamente alla comicità. Anche i pensieri di Gregor sono un esercizio di comicità, perché si comporta quasi normalmente nonostante il corpo mostruoso; non c’è paura, né terrore, si dice subito che l’unica cosa che sente è uno spaventoso appetito, qualcosa di animale. Questa è una lettura recente, soprattutto nel mondo anglosassone, con la ragione che la Metamorfosi non sia un racconto unicamente gotico, meno che mai fantastico, ma molto teatrale - sia per la situazione, tutta l’ambientazione è nella famiglia, sia per la gestualità, quasi da cabaret in alcuni casi. La reazione dei personaggi - se si vuole escludere quella della madre quando il figlio si mostra, vede: ● un padre pragmatico, che si arma contro il figlio ● la sorella, va a chiamare il dottore, lasciando padre e figlio in un confronto diretto nel momento in cui Gregor entra nella stanza; La situazione va dunque guardata, ricostruita ed immaginata come a teatro: Kafka insiste su questo aspetto gestuale. All’arrivo del procuratore, Gregor viene difeso dalla madre, che cerca di far capire come il figlio - in realtà - sia un ottimo elemento. Il padre insiste più di tutti sulla necessità che si mostri, tantochè Gregor, ad un certo punto dice che il procuratore non può entrare e la sorella inizia a singhiozzare. Qui si consuma un importante punto per il racconto: c’è una ripresa dei pensieri di Gregor sul comportamento della sorella. [Perchè la sorella … angustiava] I pensieri, che sembrano di Gregor, sono i pensieri che immagina possano tormentare la famiglia.Per esempio, perchè non si alzava e non apriva al procuratore è una domanda dei familiari: questa è una difficoltà del racconto, dove le voci della famiglia si mescolano a quelli di Gregor. Nel momento in cui il procuratore minaccia Gregor e gli ordina di mostrarsi, c’è la lunga risposta di Samsa che scatena la reazione del procuratore, prima dell’epifania. La sorella deve correre immediatamente dal medico, perchè “Gregor è malato”. La reazione collettiva alla sua voce, perchè nessuno capisce alcunché, è il momento in cui, per la prima volta, Gregor si manifesta: l’unica ad aver capito, dal primo momento, è la sorella, perché ha una voce sommessa e cerca di verificare i propri timori e di non far capire ai familiari ciò che ha già compreso. La prima epifania coincide con quella della voce, dunque corrispondente con il lungo discorso di Gregor. A quest’ultima, servirà anche l’epifania del corpo. Il nostro protagonista spera nell’incoraggiamento della famiglia: segue una minuziosa descrizione dei movimenti dello scarafaggio, o del parassita, per aprire la porta. L’epifania del corpo di Gregor è resa in uno stile realistico, che si combina con una gestualità teatrale, già espressionista, come la fuga del procuratore (non c’è scena più da cabaret della fuga del procuratore). Gregor viene visto solo parzialmente da chi è nella stanza, più precisamente nella sala da pranzo: qui si trovano le stoviglie sopra la tavola, la fotografia di Gregor da militare. In tutto questo, Samsa fa un errore, perché parla di nuovo e la sua voce - che non è traducibile, né umana - rende definitiva la fuga del procuratore ìm che è l’unica persona di cui il padre si preoccupa. E’ la persona che spiega l’esistenza di Gregor per il padre, per questo il protagonista si getta all’inseguimento del procuratore. Il grande tema di questa prima parte, dopo l’epifania del corpo, sono le speranze di Gregor verso la famiglia: quando la sorella va a chiamare medico e fabbro (un fabbro di cui Gregor non avrà bisogno per aprire la porta), lui interpreta erroneamente quei provvedimenti come un atto d’amore. Dice di essersi sentito nuovamente accolto nel consorzio umano, in un capoverso. Tutto il tema del racconto è l’opposizione tra un personaggio solitario, che ha recitato una parte - quella del bravo commesso viaggiatore - una famiglia, che lo vuole trasformare in altro e che in ogni caso non lo ama veramente, e un personaggio, Samsa, ormai stremato che vuole essere accettato per quello che è. Si trasforma in ciò che suo padre pesa lui si, un enorme parassita. Lui, come parassita, è ciò che la famiglia vede in lui. La cosa straordinaria è che lui prende le fattezze dell’animale che il padre identifica con lui; ha senso soltanto se lavora come commesso viaggiatore. E’ un escluso fin dall’inizio, che vorrebbe essere accettato come parassita, essere di nuovo accolto dalla famiglia che funziona indipendentemente da lui (nella seconda parte, Gregor scoprirà delle menzogne, delle cose taciute, non è così’ indispensabile nemmeno al mantenimento della famiglia perché il padre ha salvato dei risparmi). L’epifania di Gregor è quella della verità sui rapporti familiari: Kafka piaceva tanto ad uno scrittore come Bertolt Brecht, perché la verità qui è concreta, è tangibile, non ci sono discussioni su cosa sia vero nella famiglia. Qui Samsa decide di dire la verità sullo stato dei rapporti familiari e si trasforma in quell'insetto che suo padre pensa lui sia. La metamorfosi è una sfida nei confronti della famiglia ma esprime anche una speranza: essere finalmente accettati da quella massima espressione della vita che è la famiglia, quel tema dei racconti del primo Kafka che è il consorzio umano, la società ed esservi ivi accettati. Quando Kafka deve rincorrere il procuratore, deve sfidare il padre: deve entrare in quella stanza, così con le sue fattezze. La reazione degli astanti (non c’è la sorella) segue lo svenimento della madre, il padre sembra voglia combattere il figlio - ci sono due battaglie, la prima (questa chiamata alle armi) e una seconda, che costerà la vita al protagonista. Anche il Processo ha un andamento teatrale, come hanno rilevato gli studiosi inglesi e francesi del Kafka, nell'universo Kafkiano, i cui rispettivi protagonisti si ritrovano in grande difficoltà, ostacolati da tutti, giudicati ed osservati con lo sguardo. Sono protagonisti la cui vita è decisa dallo sguardo degli altri. Le strategie narrative di Kafka, dunque, non vanno né in direzione del realismo, né in direzione delle avanguardie espressioniste: c’è uno stile apparentemente realistico, la cui costruzione - dello stile - è incastonata in un’altra realtà. L’esplicitazione, attraverso uno stile drammatico e teatrale, dei rapporti umani avviene attraverso i etsi, una grande immagine che è l’insetto gigante, questa voce animale che è terribile per Gregor - che scopre così di non essere più umano, anche se inizialmente si sente benissimo. Questa mostruosità, tuttavia, non ha nulla di gotico, è la normalità di Samsa. La novità della Metamorfosi rispetto al Verdetto è l’accentuazione dell’elemento teatrale, drammatico, un uso della lingua che diventa concreto: la parola metamorfosi del titolo genera tutto il racconto, insieme a Ungeziefer. Lui si sveglia ed è diventato un enorme insetto infestante. Da quella parola seguono poi tutte le conseguenze narrative. Comunque si vede anche una natura classica, perchè è a tre tempi: come preatti di una narrazione teatrale, ci sono peripezie importanti come le epifanie di Gregor, e tutta la tragedia della Ungeziefer che vede spegnersi ogni speranza di essere accolto nella famiglia per com’è, per scoprire che quel nucleo non ha fatto altro che usarlo, sfruttare e schiavizzare. DOMANDA Che significato hanno gli svenimenti della madre di Gregor? Come la Lowi, la madre naturale di Kafka, non si contrappone al padre. Nel momento in cui sviene, lei è preoccupata per il figlio e capisce la fragilità del figlio a cospetto del padre. Tuttavia la madre è nel terreno del padre: quando sviene, si trova da solo di fronte a lui, non c’è più la mediazione che dovrebbe rappresentare. La sorella, che sembra un elemento d’aiuto, è in realtà la velenosa alleata del padre. Quindi, gli svenimenti della madre, nella gestualità kafkiana, sono uscite di scena. E’ come se fosse fuori combattimento, non avesse più energia per mediare tra padre e figlio nella battaglia finale. Ci sono vari passaggi, non solo lo svenimento: quando Gregor, alla fine, si butta all’inseguimento del procuratore e cade nelle sue zampette, c’è un gridolino - elemento comico - che si scoprirà essere di piacere. Nel momento in cui Gregor inizia ad usare il corpo, Samsa comincia a provarne piacere perché inizia a giocare con il corpo. E’ anche una racconto sulla letteratura, sulla scrittura, sul divertimento della scrittura e c’è un personaggio che gioca fin dall’inizio con l’idea della metamorfosi, un gioco con la parola Ungeheuer Ungeziefer. Com’è descritta la casa? Lo spazio è cruciale nella prima giornata del racconto: la casa è quella in cui la famiglia abitava all’epoca, con qualche variante, mancano degli elementi; dalla sala s vede l’ingresso della sala, c’è la stanza di Gregor e dietro c’è quella della sorella, un corridoio - dove sta la madre la prima volta. Ci sono varie letture su questa teoria, ma sicuramente le porte sono 3 e sulla parete libera c’è la foto di questa donna che, nelle interpretazioni, sta per Felice Bauer. 26/03/2021 RIPRESA La scrittura di Kafka nasce sui diari e continua sulle lettere, in un continuum tra diari-lettere-prosa. Non c’è soluzione di continuità e un’occasione per capire questa caratteristica novecentesca dell’universo Kafkiano è la loro lettura. L’incipit della Metamorfosi pone le condizioni dell’universo narrativo nel quale avviene il mutamento, quello svegliarsi da sonni inquieti di Gregor Samsa e quella trasformazione di un uomo che fino al giorno prima era un commesso viaggiatore e che si ritrova confrontato in una nuova realtà da scaraffaggio. La grande novità del racconto è la naturalezza con cui il protagonista affronta la situazione e, come dimostra la secondo e la terza parte, la sostanziale naturalezza con cui tutti accettano la nuova realtà in famiglia - chi non la accetta sono: ● il procuratore, quindi il legale mandato dall’azienda a richiamare Samsa alle sue responsabilità; ● la cuoca anziana, che implora il licenziamento (sull’identità delle domestiche il racconto è più vago); La famiglia, invece, tiene in casa questo scarafaggio. La prima parte, oltre alla assoluta novità data dalla naturalezza del fatto, vede la centralità di un evento altrimenti relegato nella letteratura gotica (il mostro e l’incubo notturno) trasformato in pieno giorno, in un contesto quotidiano, all’interno della famiglia. Qui, la casa maledetta, la casa gotica, in realtà, è una casa borghese. La situazione è di una giornata qualunque, nella vita di un reazione del pianto è prima apparentemente complice, successivamente diventa di rabbia nei confronti del fratello. L'aggressività della sorella nei confronti del fratello trasformato in animale mostruoso aumenterà. Nel Verdetto, le reazioni fisiche, i gesti di aggressività come il pugno del padre, sono espressione dei sentimenti nel mondo kafkiano, anche il singhiozzo cambierà di segno e diventa simbolo di sentimenti diversi nel racconto. C’è un altro tema in questa disposizione spaziale che è significativo: il contrasto fra Gregor e la famiglia, che inizia a precisare, il tema del consorzio umano. Accettato dalla famiglia, Gregor si sentirebbe accettato dal consorzio umano; tant'è, che quando vengono mandati fuori dalla casa a cercare aiuto, Gretel e la domestica, per un medico e un fabbro, il gesto di apparente solidarietà nei confronti di Gregor - anche da parte del padre e della madre che sembrano voler risolvere la situazione, viene frainteso dal protagonista, perché si può concedere alla madre la preoccupazione e alla sorella una paura reale per il fratello in questa fase, ma la ragione principale di questo affannarsi è il ruolo del procuratore (quanto è importante per la famiglia Samsa, perchè potrebbe decidere di far licenziare Gregor). Per quanto riguarda la famiglia, c’è un equivoco da parte di Gregor: lui pensa sia necessario, ma in realtà la famiglia si riprende i soldi da parte. Questa è la stessi situazione del Verdetto: la posizione di Gregor è quella espressa in “Gregor c’era sempre e non pensava minimamente di abbandonare la famiglia, mentre quella della famiglia - quando Gregor si rivela - si manifesta in una doppia epifania, quella del protagonista e della famiglia stessa. La Metamorfosi è doppia, perché anche il volto della famiglia cambia e si trasforma. E’ una trasformazione che riguarda tutto l’organismo familiare. Per letture che Kafka fa all’epoca, per lui è un organismo, ha un nesso biologico e animale all’interno della famiglia. Questa idea diffusa all’epoca, nei testi che Kafka legge e condivide con gli amici, della visione biologica, non più astratta ed istituzionale della famiglia, è cruciale per capire la Metamorfosi, perché spiega anche in parte l’orrore di Gregor, che vuole più autonomia della famiglia per la sessualità dei genitori. Una delle scene più sconvolgente del racconto è il rapporto madre-padre, questo continuo rifugiarsi della madre tra le braccia del padre. E’ un tema molto presente nella lettera al padre. La figura che si accorge che Gregor è diventato un animale è la sorella, tuttavia la persona a pronunciarlo per prima è il procuratore con “voce animale”. La questione della voce è un’altra delle grandi invenzioni di Kafka, perché riguarda il linguaggio. Kafka avrà ammiratore grandissimo in Elias Canetti, autore altissimo, che ha scritto di animali e linguaggio degli animali. Qui, la voce animale di Gregor viene recepita in maniera diversa di vari protagonisti, che costituisce un altro dei motivi del raccolto, oltre a quello della concordia (della famiglia che dovrebbe accoglierlo per farlo entrare nella comunità umana - si scoprirà che, nel gioco delle inversioni del significato, sono loro i parassiti). La voce è una mescolanza, inizialmente; quando Gregor risponde d’un fiato, preso dall’agitazione, al procuratore e capisce che lui comprende gli altri. Quando Gregor fa una lunga risposta al procuratore, gli altri non capiscano. In tutto questo, Samsa - come elemento ironico - e in una simmetria, dice “ma come? sembrava chiaro!”. Quindi, c’è già una trasformazione dell’orecchio di Gregor, che capisce queste nuove parole e suoni mentre sono del tutto incomprensibili al mondo esterno. La voce animale è animale per gli altri. Si tratta di una invenzione strepitosa quella del racconto di Kafka e assolutamente nuova, perchè altri testi sugli animali (Zanna Bianca, altri racconti con personaggi canini della letteratura tedesca) non presentano questa peculiarità. L’unico testo a vedere toccata la questione della simmetria dei linguaggi è la “Novella” un testo tardo, degli anni 30 dell’Ottocento, scritto da Goethe, amato da moltissimi scrittori tedeschi, con l’eccezione di Gottfried Benn. E’ una vicenda di un leone che viene ammansito dalla musica di un ragazzo orientale con la propria famiglia di domatori. Nel testo viene affrontata la questione della comunicazione universale con il creato, in una lingua letteraria che guarda oltre se stessa e aspira alla comunicazione globale. La comunicazione non è data nella Metamorfosi: Gregor Samsa, uno degli alter ego di Kafka, come si comprende da alcuni dettagli del personaggio, è legato alla sfera estetica, non a quella del lavoro (la ritrovata libertà nella seconda parte quando comincerà a giocare nella stanza, per esempio). Non viene capito, la sua lingua non è universale, viene considerata animale. Questo del linguaggio è una delle ragioni per cui ha avuto tanto successo nelle storie animali, perché si interroga apertamente sulla simmetria. Questi suoi animali pensanti, mostri ibridi (ci sono anche animali fantastici nelle prose del Kafka pubblicato postumo) e l'asimmetria del linguaggio sono uno dei grandi temi dell’universo della sua scrittura: il non capirsi, in vivere in temi non comunicanti. Il fatto che sia scritto da un ebreo, la condizione biblica per eccellenza del peccato originale, oltre alle cacciate dal paradiso, i diluvi universali, è la torre di babele: la condanna a parlare lingue diverse, ad essere cacciati dalla lingua del paradiso che tutti comprendono. In questo universo fatto di colpa, che è la famiglia kafkiana, ci sono molti riferimenti anche ai miti della Bibbia Ebraica - in particolare, all’idea della storia dell’uomo che comincia con la colpa e la cacciata dal paradiso. La ricerca di una lingua universale è una tematica ricorrente e cara anche a Goethe, attraverso l’arte. Quando Goethe scrisse la “Novella” alla fine degli anni 20, c’erano già moltissime traduzioni di lingue straniere, un caos nel mercato internazionale, che diventa il tema della “lingua unica” (che tutti possono comprendono). Tra la fine degli anni ‘20 e ‘30, diventa quindi un tema importante, che torna anche in Kafka, con un animale che non può essere capito addirittura dalla famiglia. La cosa più significativa della fuga del procuratore è la gestualità impressionista, uno dei motivi per cui questo racconto è stato considerato espressionista, insieme all’aspetto cabarettistico. Questo è gioco con i generi letterari (il gridolino di Gregor, per esempio). Se si comprende la Metamorfosi, la gestualità del Processo è evidentissima, perché è la sua chiave di lettura - la gestualità è un tratto della scrittura novecentesca di Kafka, comunque, perchè non c’è il sentimento, la psicologia, l’interiorità del personaggio dato che si esprime con i gesti. Gregor ha diversi stati d’animo, che vanno dalla spensieratezza del gioco alla tristezza e alla rabbia, ma in maniera non psicologica. [Ma nel preciso istante in cui … - “Mamma, mamma!”... per tutta la scala] La madre sviene, accasciata sulle gonne: lo svenimento potrebbe essere un elemento legato alla teatralità, al dramma e un aspetto cabarettistico. Se ci fosse il padre a tenerla nelle sue braccia, la situazione sarebbe diversa. Il padre e la madre hanno infatti comportamenti opposti. In questa scena c’è un incontro tra madre e figlio, estremamente infelice. In questo momento, a Gregor, nello sconvolgimento della madre e del procuratore, interessa il caffè che sta venendo su. Questo elemento quasi insignificante segna la distanza tra Gregor e la famiglia, che si focalizza sul caffè, il cibo, verso cui è attratto istintivamente. Lui ha fame, hanno la meglio i suoi impulsi e istinti animali: viene costruito un uomo che comincia a diventare animale e scopre nuove priorità, seppur fosse preoccupato per la madre. La proprietà è del corpo, dei bisogni primari. Il cibo è IL tema del racconto, a cui si gira attorno da questo momento in avanti come manifestazione dell'istinto. Gregor, alla fine, si lascerà morire di inedia: smetterà di mangiare, lo ritrovano morto e rinsecchito, tra la vedova che è l’unica a resistere ai domestici di casa, assunta ad ore quando tutti gli altri se ne sono andati inorriditi dalla situazione familiare. Il legame con il cibo è un motivo anche autobiografico, perché è noto che fino alla giovinezza era salutista (ossessionato dal cibo), mentre il padre era amante della carne, delle manciate abbondanti. Questo era spesso motivo di conflitto familiare, perché tendenzialmente esprimeva un comportamento anoressico, salutistico, vegano, aderendo sin da giovane ad una linea di condotta estremamente assolutista. In questa senso, segue i dettami dello zio, medico di campagna, che era altrettanto salutista (cerca un rapporto con la natura Franz Kafka). C’è pochissima natura nel suo mondo, i fiumi, gli alberi, le primavere e gli inverni: c’è poco, poco colore, tanta umanità e tanti animali. La natura, come si è abituati a leggerla in quel momento nella letteratura realista o dell’estetismo in Kafka non si trova e ci sono dei motivi alla base. SCENA FINALE DELLA PRIMA PARTE DELLA STORIA Di questa prima parte, è fondamentale fare attenzione a come sono arredate le stanze, il tavolo della colazione al quale passa, il padre, molto tempo facendo colazione o leggendo i giornali, che è il luogo della socialità familiare. Qui diventa invece il luogo della battaglia con il padre. Inizialmente, la sorella fa pensare che sia stato Gregor a voler uscire dalla stanza e che abbia attaccato la madre. Il padre inizia ad attaccarlo, con un inseguimento quasi comico - prima si fermano, poi riprendono a correre, ad una velocità bassa. La metamorfosi è una rete di motivi e di gesti che sono introdotti e poi avariati. Qui in realtà la sorella non c’è, è presente alla seconda resa dei conti (nel secondo capitolo). La madre si è messa alla finestra. In questa disposizione teatrale, il padre si comporta come un battitore: batte i piedi, fischia, sibila, fa un gran rumore e lo scopo è quello di spaventare l’animale (Gregor viene trattato già come una bestia). Gli dà un gran colpo da dietro, per farlo entrare nella stanza, tanto che qui si ferisce per la prima volta. Altro tema della letteratura kafkiana è quello della ferita: un tema arcaico di un padre che si scaglia contro un figlio, la violenza del padre. Anche la scena è arcaica, perché il padre non sta parlando, fischia, sibila. Non è una lingua umana ma sta trattando quella creatura che ha davanti come una minaccia, un animale. E’ una battuta di caccia, alla lettera, che si conclude con un gesto di violenza. La ragione per cui è stato molto amato nel novecento sta nel “alle spalle di Gregor … dell’apertura”. E’ come se la voce del padre avesse messo alle spalle di Gregor, tanto è il frastuono, un insieme di padri, ad inseguire questo poveretto. Lui rimane incastrato nella porta, rimasta aperta con solo uno stipite. La prima e la terza parte sono un capolavoro di: - invenzione - costruzione - simmetrie e motivi ricorrenti - drammaturgia - il palcoscenico creato per la tragedia familiare ne è l’esempio, orchestrato in vario modo: ● il potere della famiglia che gira attorno al cibo ● il modo in cui il padre mangia (è psicanalisi antelitteram), ● la metamorfosi della famiglia con l’elemento estraneo, Gregor, che ha sempre pensato con orgoglio di aver fatto qualcosa di positivo per la famiglia, ha progetti per la sorella, ha pensato di essere parte della nucleo familiare, ma scopre che sono il padre-la madre-la sorella. Questo è uno psicodramma di verso gli Stati Uniti. Lowy che Kafka vede a Praga resta in Europa, ma gli costerà la vita perché morirà qui. Molti autori si sono trasferiti nel Lower East Side di New York per la loro storia è legata alla commedia americana: si intreccia con l’anticolarsi e il suo sviluppo, insieme al teatro musicale americano. Nel teatro Yiddish c’era solo tradizione ebraico orientale, ma una rilettura, in chiave ebraica orientale, del teatro europeo, in particolare quello di Shakespeare, come l’Amleto. C’è questa ibridazione tra una cultura popolare e una cultura alata del canone europeo. Questo aiuta a capire perché Kafka, ad un certo punto, abbandona le rappresentazioni realistiche dei racconti che gli danno al celebrità come Il verdetto e la metamorfosi, per passare a produzioni come la raccolta del “Medico in Campagna” che ha una narrazione che mescola alto e basso, cultura bassa e alta. E’ l’incontro con la cultura yiddish ad essere stato fondamentale.) Nel 1912 tiene un “discorso sulla lingua yiddish”, in un momento in cui ricerca una collocazione culturale negli anni in cui l'antisemitismo si stava aggravando. Si rivolge al pubblico che deve ascoltare l’ultima compagnia di Lowy, dicendo “Quando il gergo - lo yiddish …”. Il pubblico è quello di veri assimilati, in cui Kafka dice che, sentendo questa lingua viva e solo ebraica, che rappresenta la comunità ebraica, avranno paura di loro stessi. Nel capire quanto sono lontani, fuori di metafora, della lingua degli avi e dall’ebraismo. Quindi Kafka, prima di scrivere il Verdetto e la Metamorfosi, si avvicina ad altre forme di ebraismo: da un lato quello di un ebraismo impegnato dei suoi amici sionisti, che si attivano in un movimento politico e culturale di rinascita della cultura e della nazione ebraica, e dall’alto incontra questi ebrei orientali, che parlano una lingua arcaica, l’yiddish. E’ una lingua anniluce lontana dal tedesco, che parlano gli amici di Kafka, in una cultura in cui si mescola oriente ed occidente (quella dell'ebraismo orientale e il grande canone occidentale, come Shakespeare) e con la musica. C’è il rapporto di una comunità che è coesa con la musica, una gestualità armoniosa, legata anche alla presenza della danza sul palcoscenico e al canto. Non è solo attraverso i cantori di sinagoga, che Kafka conosce la musica ebraica: conosce quella di Klefer, attraverso il teatro yiddish. C’è quindi questo incontro incredibile, prima della stesura dei racconti che solitamente sono presentati come psicodrammi familiari. In realtà, i racconti dimostrano l’incontro tra diverse comunità ebraiche, che già dalla Metamorfosi, avviano un confronto con queste identità. La figura del parassita è applicata dal padre di Kafka a Lowy, che è amico del figlio in quegli anni. Il padre disapprova che il figlio frequenti un ebreo orientale: l’idea dello scaraffaggio è legata alle reazioni del apdre di Kafka a questo Lowy, che Kafka frequenta; la figura del parassita è altresì uno di quegli insulti classici del parassitismo dell’epoca nei confronti della cultura ebraica e degli intellettuali ebrei, secondo cui quest’ultimi sarebbero parassiti della cultura tedesca. Quell’immagine che Kafka riporta dell’insetto, non ha niente di Gotico. E’ tutt’altro, non esiste. Viene usata ai tempi di Kafka e prende corpo nell’invenzione letteraria, assommando il conflitto familiare e di identità che Kafka sta vivendo in quegli anni. Non c’è solamente lo psicodramma, il conflitto con la famiglia: la stessa “lettera al padre” è la storia del rapporto di un figlio con l’ebraismo assimilato da Hermann Kafka. In questa letteratura, c’è molto dell’epoca in cui Kafka visse, e molti dei conflitti che tutt’ora agitano la cultura globale: conflitti di identità, religione, pregiudizi e il terribile retaggio del razzismo. Qui c’è uno scrittore che riesce ad attraversare il Novecento e ad arrivare fino al ventunesimo secolo, perché è stato un grandissimo interprete dei problemi legati al radicamento del razzismo nella cultura prima europea e poi mondiale. L'espansione di questo retaggio di pregiudizi, collegati al rapporto popolo-lingua, è uno dei grandi temi presente nell'opera di Kafka e discusso in maniera straordinariamente intelligente, che lo ha reso amato e scritto da ovest ad est, dall’estremo occidente all’estremo oriente. La musica diventa per la prima volta protagonista in Kafka la “Metamorfosi”, in questa scena in cui la sorella suona il violino. 31/03/2021 RIPRESA L’immagine della Ungeziefer è quella dell’insetto-parassita, che collega la “Metamorfosi” ad un contesto culturale storico. C’è sempre un filone interpretativo prevalente che legge Kafka attraverso la biografia e per mezzo della disciplina della disciplina allora in auge della psicoanalisi. Questo però sarebbe limitativo, perchè la “Metamorfosi” viene scritta in un momento in cui non soltanto Kafka ha cominciato: - a capire le proprie capacità di scrittore (vedi i passi di diario) - ad allontanarsi dal problema biografico personale. IL suo problema personale, nello specifico il rapporto come il padre e la costellazione familiare, diventa parte di un contesto più altro, quella della esperienza di un'intera generazione di giovani intellettuali ebrei, figli di genitori assimilati. E’ un aspetto importante da cogliere perché è ciò che rende la letteratura di Kafka la sua opera così attuale nel ventesimo secolo e nel primo ventennio del ventunesimo secolo. Si esce dalla questione che ha tanto interesse dell'estetismo del conflitto fra arte e vita. La questione, articolata per esempio nell’opera di Hugo Hofmannsthal (austriaco, di origini ebraiche) o di Thomas Mann (di Lubecca), si arricchisce di un ulteriore elemento nell’opera di Kafka: la storia. L’esperienza storica di una generazione di scrittori ebrei figli di genitori assimilati. Si trovano nel bel mezzo di una tempesta, l'antisemitismo. Questa discriminazione culturale e razziale era accompagnata da una tempesta politica, un nuovo movimento politico cha approda. Il conflitto tra arte e vita diventa uno scontro non solo interiore dello scrittore che si interroga sul significato di arte e letteratura nella modernità, ma diventa un conflitto che tocca da vicina l’esistenza stessa dello scrittore, la sua fisicità, il suo rapporto con la cultura tedesca. Il conflitto tra arte e vita si rafforza nell’esperienza degli scrittori ebrei, figli di assimilati, perchè non c’è solo il problema di un Thomas Mann e Hugo Von Hofmannsthal: nella Praga di Kafka, ci sono delle forze storiche che si fanno sentire. Il sionismo critica lo stile di vita dell’ebraismo assimilato. La centralità di questo problema emerge nel momento in cui Kafka fa trasformare Samsa in un parassita: l’idea del parassita è dunque un crocevia tra storia e cultura, del conflitto familiare e del contesto. Il parassita torna dunque in vari ambiti e permette di leggere la metamorfosi come un ponte verso il tema del “Processo”. Qui c’è un protagonista, Josef K. che viene criticato da una comunità misteriosa, messo sotto accusa senza che gli venga comunicata la cultura della sua colpevolezza. Nell’anno della stesura del Verdetto e della Metamorfosi, aveva appena conosciuto Felice Bauer e Max Brod, l’amico, si era fidanzato, così come la sorella Valli. Entra nel vivo il problema della vita da scapolo, perché sente che dovrebbe sistemarsi. Anziché sposarsi, inizia a scrivere fiumi di lettere alla Bauer e compone il Verdetto, sentendosi nascere come scrittore. Nel frattempo, sono successi altri eventi: nei mesi precedenti, ha partecipato le conferenze di un circolo che aveva già frequentato da anni ma si concretizza nel 1910, di “Bar Kochba”. Qui sente parlare della: - colonizzazione ebraica della Palestina - cultura ebraica - antisemitismo Fino alla fine della sua vita, prenderà e leggerà la rivista di questo circolo. C’è quindi un scrittore che ha, quando scrive Verdetto e Metamorfosi, assiduamente frequentato in modo intenso un circolo di giovani intellettuali ebrei impegnati su vari fronti per la rinascita della cultura ebraica, per il sionismo di recente formazioni (ha poco più di un decennio nella sua veste ufficiale - i primi eventi sono di fine ottocento, seppur il pensiero sia più antico) in una città dove molte famiglie non sono particolarmente religiose, si vestono all’occidentale e improvvisamente si trovano al centro di contestazioni antisemita che vengono a vari fronti, dal fronte tedesco cattolico e dal fronte ceco nazionalista. SIONISMO - GLOSSARIO A coniare la parola è un scrittore ebraico e austriaco, Nathan Birnbaum (o ebreo austriaco, a seconda di usi e costumi) che diventa sionista. Teorico del “sionismo politico” sarà invece l'austro ungarico Theodor Herzl, il sionismo che propone la soluzione politico-diplomatica della questione ebraica in Europa mediante la formazione di uno stato ebraico. Il primo congresso sionista si tiene nel 1897 a Basilea e la corrente prevalente è quella proposta da questo ebreo di origini ungheresi, Herzl, che si impegna per una soluzione ebraica nel momento in cui segue, come giornalista, il famoso caso “Dreyfus” - ufficiale dell’esercito francese degradato nel 1894, pubblicamente - gli hanno tolto le mostrine, spezzata la spada - per una accusa di spionaggio, di aver venduto segreti militari ai tedeschi. Condannato e deportato, viene riabilitato nel 1906. La storia fa emergere la virulenza dell'antisemitismo francese ed europeo: la Francia si era spaccata in sostenitori ed accusatori di Dreyfus, per scoprire che lo spionaggio non era a suo carico ma di un altro ufficiale di origine ungherese. Fu usato come capro espiatorio, perché Herzel - davanti a questa esperienza - si impegnò nella progettazione di una soluzione stabile dell'antisemitismo. Kafka, grazie a questo circolo di giovani intellettuali, conosce questo aspetto politico diplomatico e un altro aspetto culturale, che prende significativa importanza a Praga. E’ ancora un intellettuale, teologo, filosofo di grandissima importanza per la storia della cultura Europea Martin Buber, che conosce l’ebraico, lo yiddish - sia la lingua sacra dell’ebraismo sia quella orientale - a diffondere i principi di un sionismo che si preoccupa, in primo luogo, di far rinascere la cultura ebraica. C’è una grossa differenza qui: per uno scrittore è chiaramente più impressionante la questione culturale, specie Kafka, che vede in Buber la proposta - rifacendosi all’esempio delle comunità orientali - di passare da un ebraismo orientale occidentale assimilato a una cultura ebraica intrisa di religiosità. Non necessariamente l’ortodossia, ma una cultura comunitaria dell’ebraismo, per uscire dall’isolamento della modernità occidentale, dalla solitudine degli ebrei assimilati nella società orientali. Bruber proponeva un ritorno alla cultura ebraica, diffondeva la cultura dell’ebraismo orientale, una religiosità quasi di orientamento mistico, il chassidismo, che Buber conosceva perché originario della Galizia (anche per questioni familiari e di studio, ma con un legame profondo con l’ebraismo orientale.). Questa religiosità orientale, chiamata chassidismo che Buber diffonde anche tra questi giovani intellettuali, era per lui la prova di una possibilità di vivere un ritorno alla cultura ebraica interessandosi a queste forme esistenti della cultura ebraica, che lui tentava di propagare e di rendere popolari tra giovani intellettuali ebrei delle capitali d’Europa. Buber era molto famoso a Praga, Vienna, Berlino: aveva una straordinaria capacità di far interagire culture diverse, del dialogo, anche con altre religioni (monoteistiche). Non era un ideologo, era un intellettuale del dialogo, della della battaglia non è, però, dominata solo dalla vergogna, ma anche dalla angoscia. E’ un’angoscia che nasce per la sua nuova situazione, la vita tranquilla della famiglia, che lui vive in uno stato di dormiveglia notturno. C’è una presa di coscienza che si discosta dal primo capitolo, in cui tutto veniva comicamente accettato come superabile, risolvibile, l’idea di partire come scarafaggio, fare colazione, vestirsi, andare a lavorare e rimediare al guaio dell’ufficio. Qui è consapevole o inizia ad esserlo, nei riguardi delle conseguenze della metamorfosi sugli equilibri familiari e sul destino di Gregor. Il racconto decolla, perché questa presa di coscienza passa attraverso la scoperta del comportamento della sorella, di quello che effettivamente è cambiato. Si concretizza in queste righe: [già di prima mattina ... dentro ansiosa] La sorella guarda dentro ansiosa e non lo scorge immediatamente. Si avvicinò a lui come “fosse vicina ad un malato grave o addirittura a un estraneo”. Questo cambio di gestualità della sorella e la frase “fosse vicina ad un malato grave o addirittura a un estraneo” fa capire come Gregor, in questa metamorfosi, esprime la percezione della propria estraneità, all’interno della famiglia. Gregor, in questo secondo capitolo, si scopre essere stato sempre un estraneo, perché non gli hanno detto tutta la verità. C’è la cassaforte che il padre ha salvato dal fallimento della sua attività, ci sono soldi di cui Gregor non sapeva. Bisogna fare attenzioni a questi dettagli e parole, che fanno di questi particolari un capolavoro della narrativa del Novecento. Gregor scambia per bontà la scelta della sorella di offrirgli cibo diverso, mezzo marcio, che lui mangia avidamente, cibo che aveva rifiutato da essere umano prima della narrazione. Gli elementi comici e cabarettisti della “Metamorfosi” sono qui presenti, quando Gregor sente, dopo aver mangiato avidamente, la chiave nella toppa, si mette sotto il canapè, ma è così gonfio di cibo che non riesce quasi a respirare e gli occhi gli escono gonfi dalle orbite. [Sentendosi ... cosa] Il tema dei rifiuti: ormai è cosa assodata che, nel conflitto scatenato dai razzismi e dalle finte gerarchie stabilite tra diverse razze e culture, l’immagine del rifiuto sia cruciale. Le vite rifiuto, trattate come rifiuto, come scarti. E’ un argomento dell’antisemtismo, che Kafka coglie subito, perché è uno scrittore intuitivo, come idea di vita scartata, rifiutata, buttata nel secchio del pattume. La sorella usa cautela con Gregor, spera sia nascosto perché non lo vuole più rivedere e, al tempo stesso, comincia ad entrare nel racconto il cibo di fiuto. Anche il cibo non toccato viene trattato come uno scarto, fino a che sarà poi lo stesso Gregor ad essere oggetto del rifiuto, gettato via come pattume. 01/04/2021 RIPRESA Il secondo capitolo ha una grande intensità nello sviluppare temi che erano stati solamente accennati nella prima parte del racconto. Questo è il capitolo nel quale avviene la seconda metamorfosi: quella della sorella. Da parte di Gregor, si inizia a vedere e capire, interpretare il comportamento della sorella. L’epifania di quest’ultima sarà soltanto più avanti, quando la stanza verrà svuotata. Nelle pagine che precedono la peripezia di questo secondo capitolo (lo svuotamento della stanza, per esempio) ci sono degli indizi. INDIZI Lo sbarazzarsi delle cose che appartengono a Gregor, come tentativo di dimenticarlo. La sorella, più avanti, nella conclusione del racconto - come epifania del suo vero progetto - espelle Gregor dalla famiglia. Il tema della cordialità, della bontà, della comunità umana è importante ed ha a che fare con la presenza di tanti animali nei suoi racconti. Esiste un racconto che Kafka adorava, un classico che non riesce a fare breccia nei lettori in base a stupide gerarchie di canone, “Michael Kohlhaas” di Heinrich von Kleist. E’ un racconto dell’Ottocento tradotto da Paola Caprioli che narra la vicenda di un uomo molto giusto, che subisce un torto apparentemente riparabile - i suoi splendidi cavalli vengono sequestrati da un nobile di cui Kohlhaas deve attraversare la proprietà. Questo si impossessa dei cavalli tramite un trucco e questi splendidi cavalli vengono usati nei campi, destinati a ben altro - a figurare in ruoli più nobili - li fa massacrare di fatica e Kohlhaas cerca di ottenere giustizia per vie ufficiali e non vi riesce. Si sente escluso dalla comunità umana, esce per sua scelta perché espulso nel momento in cui non riceve giustizia dalla comunità degli uomini e diventa un feroce assassino. C’è l’idea della comunità umana come unico luogo in cui l’uomo può essere umano. E’ proprio nel Kohlhaas che questo tema, della ferocia del protagonista del racconto in parte cacciato dalla comunità umana perché viene isolato, messo con le spalle al muro, gli viene uccisa la moglie - subisce torti che segnano un climax negativo - a conclusione del quale decide di combattere, di vendicarsi in modo solitario e affermare la propria idea di giustizia. Questo conflitto tra comunità umana e questo personaggio che rimane solo e al di fuori si ritrova anche nella “Metamorfosi”. Coloro che sono fuori dalla comunità umana sono gli animali, che non fanno parte della collettività dell’uomo: nel momento in cui Gregor viene espulso dalla comunità umana, diventa una bestia. Il sintomo delle difficoltà familiari nella famiglia Samsa è proprio la metamorfosi, il suo volto bestiale. È Bestia, come si capisce in questa secondo capitolo, perché in realtà dettagli su questa faccenda cominciano a venire alla luce qui: il lettore partecipa a questo flashback di Gregor sul suo ruolo nella famiglia, a partire dal capoverso - in cui si comprende il ruolo di Gregor nella famiglia e come quest’ultima, nei suoi confronti, sia stata, nel recente passato, sempre meno cordiale. La grandezza di Kafka sta proprio su questo: la Metamorfosi è l’immagine di quella progressiva esclusione di Gregor sulle relazioni familiari. La bontà, la cordialità, che sono elementi di coesione della famiglia e della comunità degli uomini che vivono nella collettività umana, non vengono concessi a Gregor, che coltiva un'immagine falsificata del suo ruolo nella famiglia. Scopre che la situazione economica è completamente diversa. [Ci si era abituati alla cosa … alla vigilia di Natale] Qui, poco prima di Natale, si viene a scoprire che il ruolo di Gregor esprime, dal punto di vista dei genitori, un aumento di potere interno della famiglia. Ci sono due piani: - i piani degli affetti, che Gregor crede di vedere nella sorella, quella sorella intelligente che nella sua bontà gli porta il cibo giusto, per la sua nuova forma; - il piano del potere, ovvero del controllo del territorio; Seguono maggiori dettagli: Gregor sta dietro la porta ad origliare - la porta, che aveva aperto per mostrare alla famiglia, diventa ora il suo luogo di ascolto. E’ lì che riesce ad ascoltare le conversazioni dei familiari e scopre che ci sono dei risparmi. Questi soldi avrebbero avuto un significato ben preciso: se Gregor lo avesse saputo prima, avrebbe potuto rafforzare il suo ruolo quasi paterno nei confronti della sorella, sostituendosi al padre nel mandarla prima in conservatorio, e sarebbe diventato autonomo. Avrebbe potuto lasciare il lavoro ed estinguere il debito che il padre ha con il principale di Gregor. Il procuratore che viene dalla ditta è interno alla costellazione familiare, perché il debito del padre che fa sì che la ditta non sia estranea dal contesto familiare. Questa idea dell’accerchiamento, che il racconto costruisce in modo progressivo a singoli passi e con dettagli che richiedono osservazione da parte del lettore (quasi come un racconto giallo segnato da indizi di comportamenti ostili da parte della famiglia di Gregor) è una battaglia che Gregor combatte con una famiglia che, ancora prima del tempo, gli aveva nascosto indizi decisivi per impedire la sua autonomia e libertà. Questa costellazione era già stata costruita con grande arte nel Verdetto, che lo rende celebre per l’epifania del padre, tutt’altro che malato e che aveva tenuto rapporti segreti con l’amico russo. Nella Metamorfosi, questa epifania e costellazione ruota attorno alla sorella, che ha solamente 17 anni: agli occhi Gregor, come fratello maggiore, è la bambina, che conosce e capisce di musica e che il fratello vuole aiutare. La sorella ha questa passione, questo sogno che diventa anche di Gregor, perché la vorrebbe al conservatorio a suonare il violino. [Spesso rimaneva sdraiato … il vetro interno] Continuano gli elementi della metamorfosi corporea di Gregor. Rispetto ai racconti letti in precedenza, qui viene trattato nuovamente il tema dello spazio e della finestra. Per questo enorme scarafaggio, che non si può vedere veramente perché Kafka nega la parola reale, ci gira intorno, noi vediamo Gregor che ha subito al metamorfosi in un insetto non meglio identificato. E’ la vecchia vedova che poi la spazzerà via a chiamarlo così. Questo mostro di statura umana si appoggia alla finestra che un tempo gli dava un senso di liberazione. Ora, questo passaggio, fa capire che Kafka è uno scrittore che lavora con i motivi ricorrenti: come molti scrittori del Novecento e del Modernismo, lavora con l’elemento architettonico della finestra, che sta per il tema “arte e vita”. Chi è dietro alla finestra, chi sta solo sui libri chi si dedica alla letteratura (come si legge nei diari di Kafka) è isolato dalla vita. La vita, quel senso di libertà di essere parte della concordia umana, è fuori dalla finestra. Qui c’è una citazione di un motivo ricorrente della letteratura kafkiana - anche motivo presente nella letteratura del fin de siècle e del modernismo, quindi si tratta di un motivo letterario celebre in questi decenni - che sta per separazione tra interno ed esterno, tra arte e vita (dunque la scrittura e la letteratura che relega lo scrittore nella stanza, alla scrivania, e che lo separa da coloro che vivono non interrogandosi sulle parole che dicono e usano semplicemente il linguaggio per la vita quotidiana, in modo del tutto irriflesso). Man mano che i giorni passavano, le cose gli apparivano sempre chiare: anche la finestra che prima era liberazione ora è un’esperienza più difficile perché vede tutto più lontano, la vista gli sta scalando. C’è uno spostamento di sensibilità: l’appetito è vigoroso, sente e capisce la lingua umana - mentre gli altri non capiscono lui, come asimmetria che inizia a crearsi tra i due universi, comunità familiari e lui che ne viene espulso nei momenti in cui le chiavi vengono messe all’esterno. La sensibilità con cui viene a relazionarsi è diversa da quella umana, perché inizia a vedere peggio, perde la vista, per esempio. Vedendo oggi, è anche legato a questo nuovo corpo che ha altre capacità: una di queste è l’agilità di questo nuovo corpo, i giochi - usati dalla sorella come pretesto per rendere più spaziosa la stanza. Il primo segno che la sorella sta cambiando sta nel “terribile per lui”. Il tema che qui si annuncia con l’aggettivo terribile è il tema della paura: è un tema che si trova ben articolato anche nella lettera al padre. La sorella entra nella stanza di Gregor, facendosi sentire ed invitandolo a nascondersi, per non farsi vedere. E’ molto attenta a quello che il fratello fa: inizialmente, riordina la camera. Uno degli atti aggressivi della sorella nei confronti di Gregor unico mobile che intende lasciare, sfida la sorella, la quale - quando lo vede nella tappezzeria a fiori (mai citata nella critica, seppur lui non essendo uno che descrive molto poco, è significativa) - lei leva il pugno nei confronti del fratello. La ragione per cui kafka è stato tanto amato nel Novecento sta nel fatto che non ci siano sentimenti: leva il ougno, c’è un gesto. Il narratore, dopo questo gesto, dice che erano le prime parole che gli rivolgeva direttamente dopo la metamorfosi. La madre si rivela del tutto inutile perché grida con voce stridula e sviene, quasi rinunciando ad ogni cosa. La madre non ha forza e diventa un elemento di rischio per Gregor, perché la ama comunque. Gregor va dietro la sorella, che è andata a prendere delle medicine, la sorella lo nota, fa cadere la boccetta e si ferisce: tutto quello che i familiari fanno arreca delle ferite per Gregor, un altro elemento di rischio. Ad un certo punto la sorella va dalla madre, chiude la finestra con il piede e Gregor, con un grande senso di colpa perchè seriamente preoccupato della madre, comincia a girare nella stanza - così tanto, che quasi in preda alla disperazione, quasi sviene e cade in mezzo al tavolo (che il padre usa per fare colazione - un elemento comico). Quando arriva il padre, Gregor è spossato e vedendolo arrivare cerca di avvicinarsi alla propria stanza affinché questo non lo aggredisca. La persona che ha aperto al padre, usando un’altra porta, è la sorella: l’alleanza padre-sorella si stringe definitivamente. Il loro rapporto, in questa immagine e in questo gesto, può essere di preoccupazione ma anche di particolare affetto. La sorella si stringe al petto del padre, lo abbraccia, quindi c’è un contatto fisico tra i due, una cosa dalla quale Gregor è completamente escluso. Di tutta questa scena della battaglia, si esplicita l’alleanza strategica padre e sorella, che replica un po’ l’alleanza strategica tra il padre e l’amico russo nel Verdetto. C’è una sorta di battaglia in corso, che molti non vogliono vedere come dominio di battaglia, in corso tra la famiglia. Questo conflitto viene fatto ricadere nella testa di Gregor, ma questo racconto - nella sua evidenza, attraverso le immagini e i gesti - segna come i nemici, le persone poco buone, sono il padre e la sorella. La bontà della madre, però, è inutile, perchè è priva di energia: la forza fisica sta nel padre, che è un gigante (“Gregor si stupì dell’enorme grandezza nelle suole delle sue scarpe” - qui si capisce che Kafka ha la percezione delle immagini da teatro, come attraverso un dispositivo tecnico, lo zoom, attraverso il primo priano cinematografico. Le cose non sono tutte a distanza proporzionata, per creare effetti di dinamismo e di visione di sproporzione fra oggetti). La fuga di Gregor viene vissuta come una battaglia dal padre, che infatti si riempie, con una immagine assurda, di mele - che vengono messe nelle tasche come fossero munizioni. Qui c’è un figlio che scappa, che cerca rifugio e di salvarsi la vita, e dall’altra un padre, che è enorme e prevenuto. [Me lo aspettavo, disse il padre … Gregor] Il figlio cerca di scappare per la salvezza e sopravvivenza, in realtà cacciato dal padre, stanato dalla sorella e ricacciato dalla stanza da cui la madre esce discinta, semi svestita. Questa è una scena quasi da psico-analisi: la madre si precipita dal padre, svestita, mentre la sorella le ha slacciato le gonne, e lo abbraccia. E’ quasi una scena di copulazione, come è stato osservato, davanti agli occhi del figlio. Le due donne lasciano la stanza di Gregor, sentono che c’è un conflitto tra padre e figlio, che sta per essere cacciato dalla stanza. La madre fa un gesto, seminuda, che è stato letto come un'immagine di copula: c’è la forza della coppia e la debolezza, interna a questa coppia, della donna e Gregor, viene ferito dalla mela (proiettile usato dal padre che lo ucciderà sulla lunga distanza). L’ultima cosa che il lettore vede di questa scena sono le mani della madre che cercano di implorare benevolenza, pietà. [e le mani … vita di Gregor] TERZA PARTE L’ultima parte è dominata dal tema della ferita: il rapporto tra Gregor e la famiglia è irrecuperabile (la grave ferita). La ferita iniziale, i primi scorticamenti, diventano una grave ferita. Gregor, tagliato fuori dalla famiglia, chiuso a chiave ed imprigionato, riesce casualmente ad evadere ma viene nuovamente ferito dal padre, questa volta mortalmente. Lui non viene più percepito come un pericolo, perchè si sa che è gravemente ferito. Le porte verranno lasciate sostanzialmente aperte. Nel momento in cui la madre abbraccia il padre, in questo gesto di copula, ed implora pietà, Gregor comincia a essere dimenticato: non è più un pericolo, è una disgrazia, una sfortuna di cui è necessario liberarsi. Nel terzo capitolo, quello meno riuscito, è opportuno notare la metamorfosi dei motivi che il racconto ha messo in capo: ● la ferita; ● il corpo di Gregor; ● il cibo e il rapporto con quest'ultimo; Gregor comincia a non provare più piacere per il cibo che gli è stato sempre offerto e comincia a mettere in bocca il cibo quasi per gioco. L’ostilità della famiglia e della sorella, in particolare, nei confronti di Gregor si manifesta attraverso le mancate pulizie: la stanza non viene più pulita, quindi Gregor, lentamente, si avvicina agli oggetti e alle polvere della stanza; diventa, in parte, un mobile rilegato nel ripostiglio, come un oggetto dimenticato ed è anche un rifiuto. E’ quasi un “vecchio scarafaggio”. All’inizio del racconto, Gregor non era vecchio, quindi c’è una sorta di ulteriore metamorfosi, perché Gregor si raggrinzisce. Il tempo della vita sembra qui accelerare: gli insetti non vivono tanto quanto i cani, gli esseri umani. C’è una diversa durata della vita di tutti. C’è una metamorfosi anche del padre, che già aveva iniziato a mutare il ruolo nella famiglia, esattamente come il padre del Verdetto. La metamorfosi del padre si verifica ma non lo limita, perché riesce comunque ad andare a lavorare e in questa ultima parte si vede in una specie di divisa. La famiglia se la cava benissimo, prendendo addirittura 3 affittuari che andranno a dormire in quella che, seguendo i disegni fattibili di questa casa, sono nella stanza dei genitori e una stanza oltre il tinello. Significa che i genitori si sono spostati nella stanza della sorella, la quale poi, per dormire, utilizzerà il tinello. C’è una sorta di ridistribuzione degli spazi: l’unica camera che cambia semplicemente destinazione ma rimane di Gregor è quella in cui vengono sbattuti poi tutti i mobili che gli affittuari non vogliono avere nella stanza affittata perché verrà arredata. Il padre torna, in questa metamorfosi, ad essere il capo della famiglia, va a lavorare. Inizialmente, è come se fosse in scarsa salute. Torna ad indossare una divisa, che è stata letta come una divisa militare, ma sembra la divisa di un inserviente in un qualche albergo. Ci sono varie letture di questa divisa seguendo gli inizi del racconto. Tuttavia il padre ha,a questo punto, una unica figlia: Gregor è completamente escluso, non serve più a nessuno e non viene nemmeno più amato. Dopo l’incidente con i 3 ospiti - si avvicina non visto alla sorella - sarà la sorella che non vuole più pronunciare il nome di Gregor davanti a quel mostro. Lei diventa l'unica figlia e il padre riconosce in lei, dopo questa dichiarazione, l’unica figlia, cambiando il ruolo familiare: il padre si salda alla sorella definitivamente, quando questa prende posizione per sbarazzarsene. Il padre ha manifestato la sua autorevolezza e forza emarginando in modo deciso il figlio che, nel primo capitolo, ancora ne minacciava le potestà. L’episodio del violino è l'episodio più importante di questo terzo capitolo: [Gregor viene attirato nel tinello …nutrimento ignoto che egli agognava] è la frase più significativa dell’ultima parte. Questo significa che l’arte è nutrimento ignoto: il vero cibo al quale aspira è un “nutrimento ignoto”, il suo essere bestia viene qui letto in modo diverso. Semplicemente la metamorfosi l’ha liberato dalla cattiva umanità dalla famiglia ed ora è in una sfera diversa, in una sfera del linguaggio dell'arte che va oltre i limiti del corpo. Il suo corpo è di bestia, sembra animale, ma lui capisce la musica, musica che lo porta oltre questa sofferenza dei ruoli, del lavoro, dello scarso affetto nei rapporti. C’è qui l’amore per l’arte, che viene espresso nel III di cui l’unica scena veramente bella è questa, perché poco si potrebbe dire delle scene da cabaret della vecchia domestica, che parla al vecchio scarafaggio, lo tratta come qualcosa di disgustoso e alla fine se ne sbarazza come se non fosse nemmeno stata parte della famiglia, buttandolo via come rifiuto. DOMANDA: La Metamorfosi può essere una sorta di anticipazione del realismo magico degli anni 20 del Novecento? Gli interpreti di Kafka hanno notato un desiderio di universalità dello scrittore, di elevarsi oltre la condizione storica e il desiderio dis crivere opere che fossero di canone come lo sono la bibbia o l’odissea o come le opere di Shakespeare. La categoria del realismo magico, che è diventata celebre dopo il successo di Garcia Marquez, è una categoria da usare con le molle nella letteratura tedesca. Ci sono varie classificazioni di realismo magico: per esempio, “il tamburo di latta” di Gunter Grass uno dei tentativi di classificare il romanzo è stato quello di farlo rientrare nella tradizione letteraria del realismo . Un mix di fantastico e di magia non basta per questa corrente. Tra l’altro, la tradizione che Kafka stravolge è radicata nella sua passione per E. T. A. Hoffman, autore molto noto della letteratura tedesca del romanticismo tedesco, che scrive racconti fantastici che creano una maniera di grande successo in Germania e Europeo. In uno dei suoi ultimi racconti scritti prima di morire, la “Finestra d’angolo del cugino” scrive di fatto - secondo gli storici della letteratura - il primo racconto realista. La coesistenza di rapporti fantastico-romantici e di realismo è già in uno degli autori più amati di Kafka, Hoffman. Gli elementi riportati da questo autore sono indubbiamente fantastici, gotici, realistici mescolati insieme. Questo insieme ha sicuramente una radice nella tradizione letteraria tedesca del romanticismo maturo (Hoffman vive in varie città tedesche, morirà a Berlino, quindi è autore del romanticismo maturo). Il ruolo di Kafka nella tradizione del realismo magico non è attivo, nel senso che non vi partecipa. Questo lo spiega Todorov, che fa una serie di indagini sul fantastico europeo, parlando anche di fantascienza e in questo saggio spiega che la Metamorfosi diventa così famosa perchè si tiene fuori sia dal fantastico, sia dal realismo. E’, di fatto, un nuovo mondo con regole sue, nuove. Queste regole nuove stanno già nel titolo “Verwandlung” - la metamorfosi, Ciò che fa Kafka è usare il linguaggio come se fosse onnipotente, perché è la parola metamorfosi che vi apre le porte della casa e della stanza di Gregor, con regole proprio condivise dal mondo che noi conosciamo ma che la “Metamorfosi” ci costringe di vedere con gli occhi di un uomo trasformato in animale. Già nella estetica del giovane Schiller, c’è una riflessione legata alla nuova disciplina che nasce in Germania alla fine del Settecento, negli ultimi vent’anni, l’antropologia, in cui egli dice che l’uomo è un ibrido tra animale e uomo, anima e corpo. La prossimità dell’uomo
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