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La Metamorfosi, Kafka, Sintesi del corso di Letteratura Tedesca

Riassunto dettagliato del romanzo

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Caricato il 05/06/2019

valeria-cornish
valeria-cornish 🇮🇹

4.5

(11)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Metamorfosi, Kafka e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! Franz Kafka LA METAMORFOSI - DIE VERWALTUNG “Quando Gregor Samsa si svegliò un mattino da sogni inquieti, si trovò trasformato, nel proprio letto, in un immenso insetto” Parte I Uno strano risveglio ► Una mattina il protagonista della storia, il signor Gregor Samsa, ancora a letto, in posizione supina, aprì gli occhi e si vide completamente trasformato in un insetto enorme. In un primo momento pensò di sognare, ma riconoscendo le mura della propria stanza, si rese conto di trovarsi nella realtà della propria casa e non in un qualche sogno. Guardando fuori dalla finestra, vide la pioggia cadere fitta e sentì una forte malinconia invadere il suo animo: il brutto tempo tende a rattristare le persone, a renderle inquiete e spente (il fatto che piovesse era comunque un’ulteriore prova del fatto che non si trattasse di un sogno ma della realtà). In un secondo momento pensò che se si fosse riaddormentato per qualche istante, al suo risveglio, probabilmente sarebbe tornato normale, avrebbe riacquistato le proprie sembianze umane: non potendo girarsi sul fianco destro però, come era sua abitudine per trovare sonno, non avrebbe avuto nessuna possibilità di riaddormentarsi (si insinua quindi la possibilità che si tratti solo di una sorta di allucinazione che possa in qualche modo sparire con un buon risveglio). “Per quanto si gettasse con forza sul lato destro, tornava sempre a dondolare supino. Ben cento volte ci provò, chiudendo gli occhi per non essere costretto a vedere le sue gambe brancolanti; smise soltanto quando cominciò a sentire nel fianco un leggero, ottuso dolore, mai sentito nel passato”: si tratta di una scena, a tratti comica e grottesca, in cui l’insetto cerca disperatamente di sdraiarsi sul fianco, senza riuscirvi, muovendo le sue gracili zampine rivolte verso l’alto in modo agitato e confuso. Pensò che dovesse trattarsi proprio di un’allucinazione, dovuta all’estrema stanchezza del corpo e della mente, riconducibile ai ritmi frenetici della vita di un viaggiatore di commercio (preoccupazioni commerciali, preoccupazione per le coincidenze dei treni, il mangiare irregolare e cattivo, l’impossibilità di stringere forti legami con le persone e il doversi alzare sempre presto). Occorre notare la tendenza a razionalizzare, a ricondurre tutti gli eventi e i fenomeni a leggi fisiche, matematiche, scientifiche reali: il protagonista infatti cerca, sin da subito, di trovare una spiegazione plausibile e coerente, senza farsi prendere dal panico e perdersi nell’irrazionalità. Gregor si rese conto di aver perso il treno delle cinque di mattina: la sveglia impostata la sera precedente, doveva aver suonato alle quattro ma, forse per l’estrema stanchezza, non la sentì e continuò a dormire. Erano già le sei e mezza: il prossimo treno sarebbe partito alle sette ma, per riuscire a prenderlo, avrebbe dovuto prepararsi in fretta, e in quelle condizioni, sarebbe stato davvero difficile riuscirvi. Pensò che il direttore della ditta per cui lavorava ormai da cinque anni, nonostante non avesse preso un solo giorno per malattia, si sarebbe infuriato per il suo ritardo e per la sua assenza: probabilmente avrebbe fatto visitare il suo dipendente da un medico della mutua, che avrebbe trovato il paziente perfettamente in salute, e avrebbe rimproverato i genitori per la pigrizia del figlio. Gregor già da tempo avrebbe voluto avere la possibilità di dire tutto quello che pensava al proprio datore di lavoro, facendolo addirittura cadere dalla scrivania sulla quale stava sempre seduto impartendo ordini ai suoi sottoposti, ma il rispetto per i propri genitori glielo impediva: avrebbe quindi aspettato ancora circa cinque o sei anni per poter guadagnare il denaro che i genitori gli devono. Erano ormai le sette meno un quarto quando la madre bussò alla porta del figlio per ricordargli che sarebbe dovuto partire (“Gregor, sono le sette meno un quarto. Non volevi partire?”): occorre notare la dolcezza e la preoccupazione tipiche di una madre che cerca di far svegliare il figlio e di metterlo al corrente dell’ora. “Sì, sì, grazie mamma, mi alzo subito”: Gregor si spaventò nel sentire la propria voce, che era sempre la stessa di sempre ma si mescolava, nei toni bassi, a un pigolio doloroso che lasciava sussistere le parole, solo nel primo istante in cui venivano pronunciate, per poi soffocarle nella parte finale. Fortunatamente però, forse grazie alle pareti della stanza che avevano attutito la voce insolita di Gregor, la mamma non sospettò di nulla e tornò in cucina. Il padre, che stava facendo colazione nella stanza accanto, e la sorella, ancora in camera, preoccupati per il fatto che Gregor non fosse ancora uscito per andare a lavoro, come suo solito, gli chiesero se stesse bene: occorre notare la preoccupazione dei familiari che temono per la salute del figlio e fratello, il loro volersi rendere utili per farlo stare meglio, tipica di una famiglia unita. Gregor voleva che nessuno lo vedesse in quello stato e si rallegrò di aver chiuso la porta a chiave, come sua abitudine, la sera precedente. A questo punto pensò che si potesse trattare di un semplice dolore, provocato da una posizione sbagliata durante la notte, che lo inducesse a interpretare male la realtà: probabilmente se si fosse alzato, sarebbe sparito quello strano insetto e si sarebbe sentito nuovamente umano. Giustificò inoltre il cambiamento della propria voce, interpretandolo come l’avvisaglia di un brutto raffreddore, molto comune per un uomo sempre in viaggio. Per alzarsi avrebbe avuto bisogno di braccia e mani con le quali aggrapparsi, purtroppo però aveva solo delle gracili zampine di cui non riusciva a controllare il movimento, inoltre la sua mole era notevolmente grande e pesante da sostenere. Erano ormai le sette del mattino e Gregor capì che solo con un’attenta e rilassata riflessione avrebbe potuto trovare la giusta soluzione al suo problema. Decise quindi che entro le sette e quarto avrebbe dovuto trovare il modo per alzarsi: iniziò così a far ciondolare il proprio corpo, nel senso della lunghezza, fuori dal letto. L’arrivo del procuratore ► Mangiava due volte al giorno, la mattina (quando i genitori dormivano ancora) e il pomeriggio (quando i genitori facevano il loro riposino), sempre grazie alla sorella, che forse per amor suo, forse per non dare un dispiacere ai genitori, se ne occupava quotidianamente. La domestica chiese di essere licenziata perché non voleva restare in quella casa con quell’orribile creatura, il medico e il fabbro non furono più chiamati perché si pensava che come loro non potessero intendere le parole di Gregor, anche lui non avrebbe capito la loro lingua. Inoltre nessuno voleva restare solo con lui in casa, quindi si cercava di stare sempre in due. Un giorno Gregor sentì il padre parlare della difficile situazione finanziaria in cui la famiglia era caduta: cinque anni addietro infatti, il negozio del padre era andato distrutto, e Gregor decise che avrebbe fatto tutto ciò che poteva per aiutare la famiglia, contribuendo in pieno con il proprio stipendio, facendo fronte a tutte le spese familiari da solo. Inizialmente la famiglia era cordiale e grata con il figlio per il suo aiuto, ma dopo qualche tempo, un po’ tutti, si abituarono alla cosa senza farci più molto caso. Il padre non avrebbe più potuto lavorare perché ormai era anziano, la madre soffriva da tempo di asma e la sorella, appena diciassettenne, aveva il diritto di vivere la sua adolescenza: Gregor si vergognava per questo, consapevole che in quello stato non avrebbe più essere d’aiuto alla famiglia, lui era l’unico su cui si potesse contare e adesso aveva deluso la sua intera famiglia. Gregor, con aria triste e malinconica, aveva preso l’abitudine di spostare il divano vicino alla finestra per potersi arrampicare e guardare fuori: ben presto però si rese conto di non vedere più bene, di aver perso gran parte della propria vista, di non riuscire a distinguere bene le cose (allusione alla sua incapacità di vedere, di potersi orientare nel nuovo corpo, così lontano dalla sua mente). Dopo un mese dalla trasformazione di Gregor, la sorella si sarebbe dovuta abituare al suo aspetto attuale, ma quando una mattina entrò nella stanza e vide il fratello affacciato alla finestra, si spaventò a tal punto da scappare via chiudendo la porta all’istante. Consapevole che la propria vista risultasse insopportabile alla sorella, che tanto carinamente si occupava di lui quotidianamente, Gregor decise di coprirsi con un telo di lino sotto il divano quando questa entrava in stanza. Il padre e la madre inizialmente non si avvicinavano nemmeno alla stanza di Gregor ma dopo una quindicina di giorni dalla sua trasformazione, iniziarono ad aspettare fuori dalla porta quando la figlia andava a portargli il cibo, chiedendo al suo ritorno, se avesse notato qualche miglioramento. Incidente ► Gregor si era stufato di stare sempre sdraiato sul pavimento, così iniziò a strisciare sulle pareti e sul soffitto, e trovò molto divertente cadere sul tappeto dall’alto. La sorella, per facilitare i suoi movimenti, decise di spostare i mobili della stanza: da sola non ci sarebbe riuscita così chiese l’aiuto della madre, all’insaputa del padre. La madre avrebbe voluto entrare sin dall’inizio e, più il tempo passava, più sentiva la mancanza del figlio, così, per aiutare la ragazza a spostare i mobili, entrò nella stanza. Gregor si nascose sotto il solito telo di lino sotto il divano perché nessuno potesse spaventarsi vedendolo. Le due donne cominciarono a spostare i mobili, ma quando la parete rimase vuota, la madre provò un senso di tristezza: decise che la stanza sarebbe dovuta restare tale e quale a prima perché non voleva che il figlio pensasse che la famiglia avrebbe potuto abbandonarlo a sé stesso, perdendo completamente la speranza di una sua guarigione. Gregor si sentì strano, sbagliato, iniziò a chiedersi come fosse possibile aver desiderato di cambiare la propria stanza, di vedere le pareti vuote: gli sembrò di essersi abituato a tal punto a questa sua nuova forma, da dimenticarsi di chi era prima, perdendo completamente il senso dell’umano, i propri ricordi, il vantaggio del rapporto umano. La sorella non era d’accordo con la madre così si decise di togliere ugualmente tutti i mobili: Gregor ne soffrì terribilmente infatti, mentre queste entravano e uscivano, portando fuori i mobili, uscì da sotto il divano e prese il dipinto che era appeso al muro, intenzionato a conservare almeno qualcosa della sua vecchia vita. Al ritorno delle due donne, nonostante la sorella avesse cercato di allontanare la madre, questa vide l’orribile creatura sulla parete e cadde sul divano come svenuta. A questo punto la sorella rivolse le sue prime parole a Gregor dopo un lungo tempo di silenzi, “Gregor!” in tono duro e di biasimo. La sorella cercò qualche aroma con il quale far riprendere la madre e Gregor uscì dalla stanza raggiungendo le due donne in salotto, intenzionato ad aiutare come poteva: purtroppo però non avrebbe più potuto dare i suoi consigli alla sorella, così si limitò a seguirla inerme (Gregor ormai non era più utile in casa, non serviva più a nulla, nemmeno a prendersi cura della madre che aveva avuto un mancamento, a causa sua per di più). Quando la sorella si accorse di lui in salotto, si spaventò facendo cadere a terra una bottiglia di vetro: un frammento gli ferì la faccia e la medicina acida che conteneva lo bagnò. La ragazza corse subito dalla madre chiudendo dietro di sé la porta: Gregor, sapendo di non poter fare nulla, e soprattutto cercando di non intralciare la sorella, decise di rimanere ad aspettare notizie della madre. Nel frattempo, preso dall’agitazione, iniziò a strisciare su tutte le pareti e i mobili del salotto, accasciandosi infine sul tavolo, stanco. Purtroppo però, al suo passaggio, aveva lasciato la scia, una schiuma appiccicosa e marrone. Quando tornò a casa il padre, Gregor si appiattì sulla porta della sua camera per far capire al padre di avere l’intenzione di far ritorno in camera sua per non disturbare oltre ma questo non capì: questo iniziò a seguire Gregor, che scappava intorno al tavolo, gli lanciò contro delle mele per colpirlo fino a quando l’insetto, ormai stanco, rimase immobile disteso sul terreno come svenuto. La madre uscì dalla cucina e convinse il marito a risparmiare la vita del figlio: ancora una volta, il capitolo si chiude con l’allontanamento di Gregor da parte del padre che con un gesto violento rifiuta il figlio. Occorre notare che il padre, in veste da fattorino, deve aver iniziato a lavorare presso una banca, per la quale svolge delle commissioni. Parte III Invalidità ► Per la ferita Gregor soffrì per circa un mese: una delle mele che il padre gli aveva tirato infatti gli era rimasta conficcata nelle carni e nessuno aveva il coraggio di togliergliela. Quasi come un invalido, faticava a muoversi, gli ci voleva molto tempo per attraversare la stanza e l’idea di strisciare sulle pareti fino al soffitto era del tutto impossibile. La famiglia però, comprendendo il peggioramento della sua situazione, ogni sera apriva la porta della stanza di Gregor che dava sul soggiorno, in modo tale che lui potesse vedere i suoi familiari seduti intorno al tavolo per la cena, e ascoltare i loro discorsi, pur restando al buio perché questi potessero non vederlo. Poteva quindi partecipare in qualche modo alla vita familiare: poteva ascoltare i discorsi della famiglia, senza dover più origliare dalla sua stanza, e poteva vedere la sua famiglia, senza però essere visto. La famiglia conduceva una vita piuttosto tranquilla: dopo cena il padre, ancora in veste da lavoro, si addormentava sulla poltrona (stanco dopo una lunga giornata di lavoro come fattorino per una banca), la madre cuciva degli abiti per un negozio di moda e la sorella studiava stenografia e francese (era in cerca di un lavoro più redditizio rispetto all’occupazione da commessa che aveva trovato da qualche tempo). A modo loro, tutti contribuivano al mantenimento della famiglia, sfruttando le proprie capacità: l’unico che non faceva assolutamente niente era proprio Gregor, che passava le sue intere giornate chiuso in camera come un invalido che riesce a muoversi a fatica. Alle dieci la madre e la sorella cercavano di convincere il padre ad andare a letto perché l’indomani si sarebbe dovuto svegliare alle sei: lo aiutavano ad alzarsi e a raggiungere la camera da letto, qui lui proseguiva da solo lamentandosi dell’estrema stanchezza e della fatica che era costretto a fare durante la vecchiaia (il figlio non dava più alcun contributo quindi il padre, ormai anziano e in età da pensione, dovette rimboccarsi le maniche a gran fatica). La domestica venne licenziata (tempo prima la domestica di sempre si era licenziata, ma dopo poco tempo una giovane signorina prese il suo posto, che adesso venne licenziata, si mantenne solo una vecchia signora robusta che si occupava delle faccende più pesanti), alcuni gioielli venduti, il padre, la madre e persino la giovane figlia trovarono lavoro, avrebbero inoltre voluto trasferirsi in una casa più piccola ma non avevano idea di come fare a trasportare Gregor. “Chi aveva tempo in questa famiglia affaticata e troppo stanca, per curarsi di Gregor più di quel che fosse strettamente necessario? ”: la sorella infatti non si preoccupava più di vedere se Gregor avesse gradito il pasto (spingeva con il piede un cibo qualunque per poi buttare via gli avanzi, o il più delle volte, nella sua interezza) e puliva la sua stanza nel minor tempo possibile (tralasciava polvere, sporcizia e immondizia il più delle volte). L’anziana domestica che si occupava delle faccende più pesanti, non provava alcuna ripugnanza o ribrezzo alla vista di Gregor infatti ogni giorno cercava sempre di vedere che stesse facendo, chiamandolo addirittura verso di lei: Gregor però non gradiva essere disturbato inutilmente da questa signora, e non le si avvicinava, offeso dai nomi con i quali lo chiamava a sé (“Ma vieni qua, vecchio bacarozzo!” oppure “Ma guardate un po’ il vecchio scarafaggio!”) Un giorno, Gregor, stufo dei continui richiami della donna, cercò di rivoltarsi contro di lei per aggredirla ma questa non si spaventò affatto, anzi prese una sedia minacciando di colpirlo alla schiena: Gregor allora tornò al suo posto e non andò oltre per non essere colpito. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini. L’effetto di straniamento che ne consegue circonda tutta la vicenda di un’aura di “realismo magico”: in un contesto apparentemente reale e quotidiano (l’esistenza di una normale famiglia borghese di inizio secolo) viene calato un elemento magico o sovrannaturale (la “metamorfosi”), senza darne spiegazioni razionali. La metamorfosi diventa così per Kafka la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo. Lo scarafaggio resta tuttavia un uomo e, per questo, sente di dover tenere a mente i suoi doveri umani, che per ora si limitano a stare nascosto perché nessuno lo veda in quello stato, provando orrore a quella vista (il suo isolamento nella stanza-prigione acquista quindi una giustificazione narrativa!) Potrebbe sembrare che lo scarafaggio venga ucciso proprio dal padre, che gli ha lanciato addosso una mela che, rimasta conficcata a lungo nelle sue carni, gli ha provocato un’infezione. In realtà, Gregor è un suicida che non fa nulla per guarire dalla sua ferita e, in aggiunta, si astiene dal cibo. All’affetto dei genitori e della sorella si contrappone l’indifferenza della domestica, che non può essere interpretata come vera indifferenza perché in fondo l’anziana signora considera Gregor essenzialmente come uno scarafaggio, quindi come un animale insignificante, e non si mostra indifferente nei confronti di un uomo. Generalmente La metamorfosi è interpretata come un’allegoria dell’alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. L’opera può essere interpretata come una lunga e articolata metafora che si sviluppa in due direzioni differenti ma strettamente correlate tra loro. -Da un lato, il racconto è una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne (tutto ciò può farci interpretare La metamorfosi come l’allegoria dell’impossibile conciliazione tra le aspirazioni individuali e le costrizioni della vita borghese). ► Gregor Samsa, in cui possiamo vedere un “doppio” del suo autore, è schiacciato dalle regole della vita borghese: il suo lavoro di commesso viaggiatore, ripetitivo e faticoso, è la fonte di sostentamento dell’intera famiglia, circostanza che lo obbliga ad uno scrupoloso rispetto di obblighi, orari e doveri d’ufficio. Non a caso, quando appena sveglio capisce d’essersi tramutato in un ributtante scarafaggio, il primo pensiero di Gregor è al ritardo accumulato già di prima mattina: quando il procuratore gli intima di aprire la porta della stanza minacciandolo di licenziamento, Gregor non bada alla reazione che potrà suscitare il suo nuovo aspetto bestiale, ma cerca in ogni modo di giustificare il proprio operato e il proprio comportamento. La metamorfosi in insetto è insomma la forma concreta dell’alienazione di Gregor, incastrato in meccanismi che lo privano della sua identità: la mutazione va intesa come la liberazione dalla menzogna della vita quotidiana del lavoro e delle relazioni sociali. -Dall’altro lato, il racconto è un apologo sull’impossibilità di comunicazione tra gli esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari, simboleggiati dai luoghi chiusi ed asfittici in cui si svolge tutta la vicenda. ► Gregor, che sino al giorno della sua trasformazione, aveva sostenuto la famiglia con il suo solo stipendio, si sarebbe sacrificato inutilmente per la famiglia che non aveva bisogno del suo denaro perché perfettamente in grado di provvedere da sola alle proprie finanze (il mondo del denaro è penetrato nella vita familiare e vi ha alienato i rapporti umani!) I rapporti di affetto e amore si capovolgono ben presto quando Gregor non può più assicurare alcuna forma di sostentamento a causa della sua mutazione: in poco tempo, egli diventa un peso insostenibile e, dopo una serie di incidenti non voluti da Gregor, anche l’amata sorella lo vede come un fastidio di cui disfarsi. In questa situazione emergono facilmente tutte le tensioni latenti, come il difficile rapporto tra il figlio e il padre, fino all’episodio del ferimento di Gregor a colpi di mela, o alla circostanza, che prelude alla morte del protagonista, in cui il giovane ascolta i discorsi dei familiari su tutti i problemi che egli ha causato alla famiglia. La Metamorfosi si configura inoltre come la storia di un uomo che si è stufato di combattere e non vuole più vivere: Kafka infatti, ha rinunciato all’amore, compiendo la volontà del padre che ha condannato il suo fidanzamento con Felice Bauer e si abbandona allo stato della creatura immonda che non può essere amata ed è stata esclusa dal mondo di coloro che possono amare. L’insetto simboleggia il non riconoscersi nel proprio corpo e la sofferenza fisica e mentale che ne deriva. Secondo Emrich, Gregor è talmente oggettivato nel lavoro che la sua interiorità gli appare improvvisamente estranea, come un insetto che minaccia la sua esistenza razionale. Il pigolio della voce simboleggia l’impossibilità di comunicare con gli altri, con una forte connotazione bestiale (il pigolio infatti è il verso dei pulcini). La musica simboleggia una sorta di nutrimento spirituale per il corpo e la mente dell’uomo, che arriva a non sentire più alcun dolore. Occorre notare il continuo richiamo alla malattia: Gregor si tramuta in uno scarafaggio a letto, per l’intero racconto è come messo in una sorta di quarantena nella sua stanza, dalla finestra può vedere un ospedale, si lamenta continuamente del dolore fisico.
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