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LA MIRRA DI VITTORIO ALFIERI, Dispense di Letteratura Italiana

ANALISI PROFONDA DELL'OPERA, DEL PERSONAGGIO DI MIRRA, SIGNIFICATI E ORIGINI

Tipologia: Dispense

2019/2020

In vendita dal 18/11/2021

Marianna_010101
Marianna_010101 🇮🇹

5

(1)

23 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LA MIRRA DI VITTORIO ALFIERI e più Dispense in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! MIRRA - ALFIERI La "Mirra" di Alfieri viene composta nel 1784 e pubblicata nell’89. Il tema è, ancora una volta, l’amore incestuoso di Mirra nei confronti del proprio padre. Trama: Tutto quello che leggeremo sono eventi che si compiono nell'arco di un'unica giornata, inizia all'alba e finisce alla sera, ed è il giorno del matrimonio di Mirra con Pereo. - AttoI:Euriclèa e la regina si confidano le proprie preoccupazioni sullo stato di salute di Mirra, che vedono infelice nonostante il fidanzamento con Pereo, principe dalle virtù ammirevoli. Ciniro dice poi alla moglie che, anche se la ragion di stato lo spinge a farsi amico il re dell'Epiro, non potrà mai costringere Mirra a sposarsi contro la propria volontà («Padre, mi fea natura; il caso, re.»), e chiede a Cecri di riferirlo alla figlia. - Atto II: Ciniro fa chiamare Pereo, che è felice di avere come futuro genero, e gli domanda se è convinto che Mirra ne ricambi l'amore. Pereo descrive lo strano e indeciso comportamento di Mirra, che oscilla tra il desiderio di affrettare il matrimonio e quello di rinviarlo, senza mai dare giustificazioni. Egli si dice disposto a rinunciare a Mirra piuttosto che vederla infelice, se ella non lo ama. Quando Mirra e Pereo si incontrano, ella si conferma nella sua condotta tentennante, ma giura che comunque non sposerà altri che lui, e infine chiede che il matrimonio abbia luogo immediatamente, a condizione che lei e Pereo lascino il paese, per sempre, il giorno seguente. Quindi si incontrano Mirra ed Euriclèa. Quest'ultima dice alla ragazza che è stata al tempio di Venere, per invocare un aiuto per Mirra stessa, ma che le è parso che la dea rifiutasse sdegnosamente i suoi voti, invitandola a lasciare il tempio. Mirra conferma di volersi sposare, ma dice di sentire che la morte si appressa e che morirà in brevissimo tempo. - Atto III: Ha luogo un colloquio tra Mirra e i suoi genitori. La giovane continua ad essere assillata dai tormenti, ma riconosce i grandi pregi di Pereo, e ottiene da Ciniro e Cecti il loro consenso a farle lasciare Cipro il giorno dopo lo sposalizio, quindi si ritira per preparare l'imminente solennità. Cecri confessa a Ciniro che una volta, ebbra di felicità al pensiero di avere un marito e una figlia così meravigliosi, giunse ad insultare Venere, rifiutando di offrirle incenso, e vantandosi che la bellezza di Mirra avrebbe attratto a Cipro più devoti che il culto della dea. Dopo quell'episodio ebbero inizio le sofferenze di Mirra. Ciniro crede che l'unica salvezza per Mirra sia di lasciare Cipro immediatamente. Pereo si sente inquieto all'idea di una partenza così improvvisa, a cui ora viene sollecitato anche da Ciniro e Cecri, ma si lascia convincere che è per poter meglio disporre dell'amore di Mirra e si dispone ai preparativi. - AttoIV: Mirra dice a Euriclèa di essere pronta per la cerimonia e di essere dispiaciuta di non poterla portare con sé. Giunge Pereo, e Mirra gli assicura di essere pronta a una vita di felicità con lui, e che sarà lui che la libererà dalle proprie sofferenze, ma gli dice che non dovrà nominare mai più Cipro o i suoi genitori. Si comincia a preparare il rito, ed entrano i sacerdoti e il coro. Si cantano alcuni inni, durante i quali Mirra è colta da un momento di parossismo, inizia a dire parole insensate e annuncia che le Furie si sono impossessate di lei. Nell'orrore generale, Pereo annuncia la fine della loro unione, e fugge disperato. Ciniro rimprovera la figlia per il suo comportamento. Quando rimane sola con la madre, Mirra accusa Cecri di essere la causa di tutta la propria infelicità per averla messa al mondo e le dice che avrebbe dovuto aiutarla ad uccidersi, ma poi, confusa, le chiede perdono, e sostiene che c'è una forza misteriosa che parla in lei. - Atto V: Ciniro è addolorato per il suicidio di Pereo, di cui è appena venuto a conoscenza. Giunta Mirra, le racconta che Pereo si è tolto la vita subito dopo la sua partenza. Ciniro è convinto che Mirra sia innamorata di qualcun altro, e le fa capire che acconsentirà all'unione, per la sua felicità, chiunque egli sia, ma insiste per sapere di chi si tratta. Mirra risponde confusamente cercando di nascondere il segreto, ma infine, esausta e messa alle strette dalle insistenze del padre, fa la terribile ammissione di essere innamorata di Ciniro stesso, che rimane inorridito. Mirra, appena terminata la confessione, sfila la spada a Ciniro e si trafigge mortalmente. Entrano Cecri ed Euriclèa, ma non possono far altro che ascoltare la triste storia dalle labbra di Ciniro. Mirra muore, rimproverando Euriclèa di non averle procurato una spada prima che confessasse al padre il suo iniquo amore: Personaggi: Queste sono le parole dell’autore: Genesi: - Sul soggetto dice che prima di scrivere questa tragedia lui aveva non poche riserve, ma alla fine l’incesto non avviene (come con Fedra) quindi il punto sta nella forza d’animo della protagonista. - Sulla protagonista dice che è molto più innocente che colpevole, dunque non esiste personaggio più tragico di questo. - Su Ciniro dice essere un re buono ma verosimile. Pensa al bene di sua figlia ma anche alla ragion di stato. - Su Pereo (quello di Ovidio non compare mai) dice che non sa se ha saputo rendere bene il personaggio perchè ha problemi a scrivere di coloro che sono semplicemente teneri d’amore. - Su Cecri (i genitori di Mirra non sono solo i suoi genitori, ma anche l'uomo che ama e la sua rivale in amore) scrive che per lui sembra un'ottima madre. - SuEuridea (l'unica nutrice che appare sul teatro alferiano, perchè Alfieri non era d'accordo con l'usanza del teatro francese di fare delle nutrici delle confidenti delle protagoniste) dice che non è necessaria all'azione, però è un personaggio semplice, e se anche a qualcuno si commuove a causa sua vuol dire che non è del tutto inutile. Con il Saul (1782) Alfieri aveva compreso che il più grande tiranno contro il quale l'uomo si trova a combattere è sè stesso, quindi si propone di smettere la sua attività di tragediografo. Il motivo della scrittura di Mirra in realtà si rintraccia nella dedica, appena si apre l’opera, alla nobildonna Luisa Stolberg, il grande amore della sua vita appena reincontrato. Alfieri recupera questo episodio dalle Metamorfosi di Ovidio. In particolare nel momento in cui la Mirra racconta alla nutrice del sentimento inespresso che la stava lentamente portando alla morte, Alfieri si commuove dicendo: "Io ho pianto nel momento in cui ho letto la bellissima allocuzione di Mirra" (tratto da ‘Vita’). La frase che lo colpisce è: "Oh madre te felice", intendendo che sua madre è fortunata potendosi congiungersi con suo padre. Sempre nella quarta epoca di ‘Vita’, Alfieri riporta che "non aveva pensato mai" (...) che l’amore incestuoso potesse essere un tema tragediabile. Nel momento in cui comincia a scrivere la "Mirra" al momento in cui la termina ci sono delle variazioni importanti che, naturalmente, seguono le tre fasi che si era prefissato per tragediare (di seguito tratto da ‘Vita’): 1. Ideare — a partire dalle Metamorfosi; Stendere — mettere questa idea su carta così come viene; Verseggiare — mettere in versi la stesura, snellendo l'azione e dando al verso la parola più degna all'azione tragica. Il procedimento che Alfieri intraprende nei confronti delle sue fonti è quello di ‘depotenziamento’. La Mirra si svuota della sua funzione di mito, così come ‘Saul’ della sua componente biblica. Ad es. La storia della Mirra delle Metamorfosi si svolge a Cipro, l'isola di Venere, quella di Alfieri è circoscritta alla reggia del padre. Questo perché l’intento dell’autore è quello di definire quel dramma interiore che anticiperà la trattazione del dramma borghese ottocentesco e la tragedia del mondo moderno, quella nell’ambito delle mura domestiche quando tra padre e figli non c’è possibilità di comunicare.
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