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La morte dell'autore, Barthes - RIASSUNTO, Sintesi del corso di Critica Letteraria

Riassunto dettagliato del saggio 'La morte dell'autore' di Roland Barthes.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 23/11/2021

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elisaa159 🇮🇹

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Scarica La morte dell'autore, Barthes - RIASSUNTO e più Sintesi del corso in PDF di Critica Letteraria solo su Docsity! ROLAND BARTHES — LA MORTE DELL’AUTORE (1968) Strutturalista. Saggio tratto da ‘// brusio della lingua”. La scrittura è la distruzione di ogni voce, di ogni origine, il nero-su-bianco in cui si perde ogni identità. Non appena un fatto è raccontato la voce perde la sua origine. L’autore è un personaggio moderno, prodotto dalla nostra società > il positivismo in letteratura ha attribuito una massima importante alla persona dell’autore, che regna ancora nei manuali di storia letteraria. L'immagine della letteratura è tirannicamente incentrata sull’autore > si cerca la spiegazione dell’opera in chi l’ha prodotta. Alcuni scrittori hanno cercato di distruggere la figura dell’autore: e Mallarmé - è il linguaggio a parlare non l’autore > sostituire il linguaggio in se stesso a chi sembrava esserne il proprietario. Spersonalizzazione > solo il linguaggio agisce. Sopprimere l’autore a vantaggio della scrittura. ® Valéry —mette in dubbio e in ridicolo l’autore rivendicando a condizione essenzialmente verbale della letteratura. Ogni ricordo all’interiorità dello scrittore è pure superstizione. ® Proust—mescola e confonde il rapporto tra scrittori e personaggi, facendo del narratore non colui che ha visto o sentito, ma colui che sta per scrivere (il romanzo finisce quando la scrittura diventa possibile). Non ha messo la propria vita nel romanzo, ma ha reso la sua vita l’opera di cui il libro è il modello. > Surrealismo — scrittura automatica (scrivere velocemente quello che la mente stessa ignora), accettando il principio e l’esperienza di una scrittura a più mani > dissacra l’immagine dell'autore. "> Linguistica — l'enunciazione è un procedimento vuoto, che funziona perfettamente senza colmarlo con l'interlocutore. Nel testo moderno l’autore è assente. Innanzitutto, il tempo non è lo stesso: l’autore è il passato del suo stesso libro. Ma lo scrittore moderno nasce contemporaneamente al proprio testo + non esiste altro tempo se non quello dell’enunciazione. Scrivere è un atto performativo + l'enunciazione non ha altro contenuto che l’atto stesso con il quale si enuncia, non ha altra origine che il linguaggio stesso. Il testo non ha un significato unico. È un tessuto di citazioni, provenienti da diversi settori della cultura. Lo scrittore può soltanto imitare un gesto anteriore, mai originale: il suo potere è mescolare le scritture. Lo scrittore non ha più in sé passioni, umori, sentimenti, impressioni. Il libro è un tessuto di segni. La pretesa di decifrare un testo diventa inutile. Attribuire un autore a untesto significa dargli un significato ultimo, chiudere la scrittura. È comodo per la critica: scoperto l’autore (con le sue ipostasi: cultura, società, storia, prische), il testo è spiegato. Ma tutto è da districare, nulla da decifrare > il testo deve essere percorso, non trapassato. Chi pronuncia la frase di Balzac? Nessuno. La sua voce è la lettura.
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