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Illuminismo francese, teatro e società nel XVIII secolo, Schemi e mappe concettuali di Lingua Francese

La tendenza del romanzo picaresco ad inserire episodi estranei alla storia principale, affidati alla voce di altri personaggi, e della ripresa di questa tendenza nel teatro francese del XVIII secolo. Vengono descritte le istituzioni teatrali di Stato e i piccoli teatri privati e popolari, come quelli del boulevard e quelli allestiti in occasione delle fiere. Viene inoltre analizzata la tragedia alla Comédie Française, considerata il tempio della tradizione, e la critica della tradizione con l'esigenza riformatrice della società e dei costumi basata sulla fiducia nel progresso. Infine, vengono descritti il sistema politico inglese, la filosofia di Locke e la scienza di Newton, al centro delle Lettere inglesi di Voltaire.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 31/08/2022

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Scarica Illuminismo francese, teatro e società nel XVIII secolo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingua Francese solo su Docsity! La narrativa È stato sostenuto che il romanzo moderno sia nato nel 18 secolo in Inghilterra. Il termine “romanzo” è apparso nella letteratura medievale con un senso evidentemente diverso da quello che diamo noi oggi. Infatti all’inizio del 18 secolo in Francia l’ottica era diversa: la ripartizione dei generi letterari continuava a basarsi sullo schema retorico antico, che contemplava l’egloga o la tragedia, la commedia o la poesia lirica, ma non il romanzo. L’unico genere narrativo che i greci avessero assegnato a una Musa era il poema epico. Se un’opera veniva definita “roman”, ciò accadeva per declassarla come inverosimile e poco interessante. Dall’epoca della Princesse de Clèves (1678) si erano moltiplicate invece le forme narrative brevi, con una trama semplificata, un’ambientazione più recente e, soprattutto, fatti narrati potenzialmente credibili. Venivano chiamate “storie”. Si poteva infine, per rinforzare ancora di più l’idea di autenticità del contenuto, affidare il racconto a una finto narratore autobiografico, e qualificarlo come memorie. Il settecento francese persegue il filone del conte de fées, che aveva avuto una grande espansione negli anni 1690-1700. Pur collegandosi agli antipodi dell’illusione di autenticità, e attingendo anzi piene mani nel meraviglioso, anche i contes si caratterizzavano per la brevità, si confacevano a ogni pubblico e riflettevano l’inclinazione dei Modernes a creare nuovi generi fuori dai canoni classicisti. Inoltre si sottolinea la serie settecentesca dei viaggi straordinari presso nazioni immaginarie, dove lo scrittore immaginava un ordine politico-economico e ideali morali nel quadro di una società selvaggia e primitiva da prendere a modello per ricostruire la corrotta società contemporanea (“utopie”). Il travestimento esotico e il rovesciamento utopico lasciavano riconoscere il mondo parigini dell’epoca. Tendenza derivante dal modello del romanzo picaresco ad innestare sulla storia principale episodi estranei affidati alla voce di altri personaggi incontrati dal protagonista-narratore nel corso del suo racconto, che viene successivamente ripreso dal punti in cui si era arrestato, chiudendo la vicenda secondaria temporaneamente aperta come un cassetto (roman à tiroirs). Mentre i primi quindici anni del secolo ci appaiono caratterizzati dalla ricerca di prototipi per un genere letterario ancora non riconosciuto, il panorama della letteratura narrativa della Régence è caratterizzata dal capolavoro narrativo di uno scrittore destinato a imporsi come uno dei fondatori del pensiero politico moderno: Charles-Louis Secondat, barone di Montesquieu (1689-1755). Nelle Lettres Persanes l’uso del travestimento esotico, nel quale si legge un rispecchiamento satirico della società, viene rovesciato. Montesquieu lo sfrutta per creare un punto di vista estraniato. Temi: razionalismo, dibattito cristianesimo- islamismo, principio di autorità, confronti tra culture diverse, sensualità. Merita un discorso particolare l’organizzazione dl romanzo epistolare, formula narrativa che celebra i suoi massimi fasti proprio in questo secolo. Esistevano già da tempo opere narrative basate sullo scambio fra due corrispondenti o costruite su un carteggio scritto da una stessa persona, il cui prototipo medievale sono le lettere di Eloisa e Abelardo. Le Lettres Persanes inaugurano la grande epoca del romanzo epistolare polifonico, cioè con molti corrispondenti, resi allo stesso tempo narratori e personaggi, nella varietà dei loro caratteri e dei loro punti di vista. Il teatro Gli ultimi anni del regno di Luigi XIV furono anni bui per la vita teatrale parigina. Il declino coincise con una ripresa del radicalismo giansenista, ostile al teatro. L’introduzione della censura, nel 1701, portò alla nomina di commissari con il compito di esaminare tutte le opere teatri prima della loro rappresentazione per epurarle da ogni contenuto contrario alla morale. Colpo alla vivacità teatrale parigina = caccia della compagnia degli attori italiani (1697). La seguente ripresa del teatro fu dettata dal fatto che il rapporto con le città si fece più stretto e che il ritorno della compagnia degli attori italiani alle forme del teatro di strada diede nuovo slancio agli spettacoli del boulevard, la zona immediatamente fuori dalle mura. Primo ventennio del secolo: • Sopravvivenza delle istituzioni teatrali di Stato, come l’Académie Royale de Musique, o Opéra (solo teatro in cui erano ammessi il canto e la danza e disponeva di un’orchestra completa) e la Comédie Française • Nascita di piccoli teatri privati e popolari, come quelli del boulevard, e quelli allestiti in occasioni delle fiere (Foires), punto di incontro degli artisti di strada La tragedia alla Comédie Française Tempio della tradizione. A inizio secolo si rappresentano i maestri Corneille, Molière e Racine. Unici generi ammessi: tragedia e commedia, i prediletti dal pubblico. Stimolo essenziale alla ripresa del genere tragico fu la prima rappresentazione pubblica, del 1761, dell’ultima tragedia di Racine, Athalia. Per il genere tragico si individuano tre modelli: storico e politico, puro, romanzesco. La commedia alla Comédie Française Modello più cinico che morale. La commedia di carattere, così definita perché si mette alla berlina un tipo psicologico, un carattere, deviante dalla norma sociale, si avvia al tramonto. Le commedie dell’epoca mettono in scena le mode, le manie, lo snobismo, il vizio, la corruzione, i nuovi costumi. Essendo il destinatario dello spettacolo esclusivamente borghese (la ville), bisognava compiacere un gusto più incline allo scandalo morale, alla satira e alla condanna del vizio. Si ride della decadenza dell’aristocrazia, dedita al gioco, al libertinaggio, al parassitismo, e si ridicolizzano i borghesi. CAPITOLO 2 Luci e ombre dell’Ancien Régime Con l’espressione Ancien régime si indica il sistema politico esistente in Francia prima della rivoluzione del 1789. Tale espressione fu coniata dagli stessi rivoluzionari ed è divenuta sinonimo di società tradizionale, pre-industriale, anteriore a tutti i fenomeni di modernizzazione economica e politica determinati dalle rivoluzioni industriale e francese. 1723: morte di Philippe d’Orléans, fine della Reggenza, inizio del regno di Luigi XV. Regnerà fino al 1774, anno della sua morte. Nonostante il re sia maggiorenne, di fatto il potere continua a venire esercitato fino al 1726 da un altro reggente, il principe di Condé e duca di Borbone, Louis-Henri, sostituito poi dal cardinale Fleury, assai dotato e intelligente che mise in atto una politica economico votata al risanamento più che alla grandeur. L’Europa di questo periodo (di relativa pace) è influenzata dall’azione di due importanti ministri: Fleury in Francia e Walpole in Inghilterra. Dal 1726 sino al giorno della sua morte, avvenuta il 29 gennaio 1743, il cardinale Fleury, pur senza il titolo di primo ministro, amministrò la Francia con l'assenso del re. Tornava sulla scena un primo ministro cardinale come Richelieu sotto Luigi XIII e Mazzarino sotto Luigi XIV. Gli storici contemporanei tendono a definire il periodo di governo di Fleury come uno dei migliori dell'ancien régime I due paesi danno vita a una politica di accordi estesa a Austria e Spagna che determina un equilibrio trentennale fra i due stati che sarà poi compromesso dalla potenza della Prussia di Federico II detto il Grande, re illuminato, protettore di filosofi e amico di Voltaire. considerano liberi dalla credulità popolare e dal dogmatismo ecclesiastico, reputano la religione un’impostura, negano l’immortalità dell’anima e la possibilità di dimostrare l’esistenza di Dio, rifiutano la morale tradizionale), ugonotti espulsi dal paese, aristocratici ostili all’assolutismo contribuiscono a formare un terreno favorevole al dibattito. Caratteristiche comuni e unificanti di questo movimento intellettuale: • Ragione: vengono esaltati i poteri di questo strumenti che appartiene a tutti gli uomini e ne viene proposto un impiego libero e spregiudicato. Essa è lo strumento in grado di vagliare criticamente la realtà con il proposito concreto di assicurare la felicità e il benessere agli uomini. La critica illuminista investe quindi le istituzioni politiche e religiose, il principio di autorità e tradizione, e opera nei confronti di questa realtà con un metodo empirico e sperimentale. La ragione che illumina l’umanità non è quella del razionalismo ma una capacità di indagare la realtà con un metodo che passa attraverso l’esperienza. • Diritti: alla luce della ragione viene messo in discussione il potere politico. La monarchia parlamentare inglese rappresenta un modello nuovo (influenza giusnaturalismo inglese – “diritto naturale”), lontana dalle idee di sovranità per diritto divino che ancora reggevano gli altri stati dell’ancien régime. Tale modello basato su un potere condiviso tra corona e parlamento viene introdotto in Francia da Montesquieu e Voltaire. Essi mettono in discussione la presunta superiorità naturale di alcuni uomini e affermano che tutti gli individui sono dotati di ragione e tutti hanno pari dignità allo stato di natura. I privilegi di alcuni classi sociali sono frutto dei pregiudizi ereditati dalla tradizione. Rousseau si spinge ancor più avanti proclamando la sovranità politica del popolo e denunciando la proprietà privata come base storica dell’ingiustizia sociale. • Critica della tradizione e esigenza riformatrice della società e dei costumi basata sulla fiducia nel progresso: tale fiducia nasce da una riflessione sulla storia intesa come faticoso processo di incivilimento e come liberazione dalla tutela del sacro e dell’irrazionale. Bersaglio = Chiesa e confessione religiose, considerate fonti di ignoranza, matrici di superstizioni. In questo senso l’Illuminismo fu un movimento profondamente laico. Il rifiuto dei dogmi, degli apparati dottrinali, del cerimoniale liturgico, non comportò necessariamente la negazione della fede. Prevalse invece l’adesione al deismo (Il deismo è una filosofia razionalistica della religione sviluppatasi nei secoli XVII e XVIII prima in Gran Bretagna e, successivamente in Francia e in Germania. Esso può essere visto anche come una teologia che ribadendo l'esistenza di Dio la configura in termini differenti da quelli della dottrina cristiana tradizionale. Riconferma l'esternalità di Dio rispetto all'universo.Il deismo riconosce l'esistenza di un ente supremo ordinatore dell'universo, ma nega ogni forma di rivelazione storica e di provvidenza, e rifiuta perciò qualsiasi dogma o autorità religiosa. Inoltre ritiene che l'uso corretto della ragione consenta all'uomo di elaborare una religione naturale e razionale completa ed esauriente, capace di spiegare il mondo e l'uomo. Nelle sue varie forme esso ritiene inessenziale la rivelazione, o ne prescinde, ritenendo che essa sia solo per gli incolti. Il deista fonda quindi la propria teologia non sui testi sacri ma sulla ragione, tuttavia assume a priori l'esistenza della divinità, come base indispensabile per spiegare l'ordine, l'armonia e la regolarità nell'universo. Il concetto alla base del deismo, quello di una divinità eminentemente creatrice, ma anche ordinatrice e razionalizzatrice, è immediatamente utilizzabile, nell'ambito della classificazione tra religioni rivelate e religioni in ottica etnologica, per identificare questi secondi modelli rispetto alle prime. La concezione deistica, nata in un'epoca fortemente segnata dalle guerre di religione, intende così, mediante il solo uso della ragione, porre fine ai contrasti fra le varie religioni rivelate in nome di quell'univocità della ragione, sentita, in particolare nell'ottica dell'illuminismo, come l'unico elemento in grado di accomunare tutti gli esseri umani) e a una religione naturale e razionale anche se fra gli Illuministi non mancarono correnti atee e materialiste. Vengono quindi messi in discussione i dogmi cristiani. • Nuova figura dell’Intellettuale: più saggista che filosofo, fondamentalmente eclettico e disposto ad esplorare nuovi campi disciplinari, votato alla divulgazione. Convinto che i poteri della ragione e dell’educazione fossero in grado di rovesciare da soli l’arretratezza derivante dall’ignoranza e di aprire le vie del progresso, l’intellettuale riserva a sé e alle élite un ruolo chiave nella società. Si rafforzano e si moltiplicano i luoghi e gli strumenti della comunicazione: salotti, caffè, club, accademie, società letterarie e scientifiche. Non va dimenticato che, nonostante l’impronta razionalista fu alla base del movimento, non mancarono componenti affettive ed emotive che fecero del sentimento una categoria interpretativa e uno strumento di comprensione dell’agire umano. • Laicità dello Stato e tolleranza: la concezione di una religione naturale conduce il dibattito verso la necessità di uno Stato laico, garante della libertà religiosa per ogni cittadino, al di là della fede. Principio di coesistenza pacifica nella libertà religiosa: tolleranza. • Cosmopolitismo e il progresso: gli illuministi si ritengono cittadini del mondo. Di lì il loro cosmopolitismo e il loro amore per i viaggi. Per gli illuministi, intrisi dell’ideale del progresso, la conoscenza non è contemplazione della verità per pochi privilegiati ma strumenti di intervento sulla realtà allo scopo di realizzare la felicità per l’intero genere umano. Per questo motivo si impegnano non solo in un’intensa attività di riforme, ma di divulgazione e quindi anche di traduzione. Il tutto in un’ottica secondo la quale il linguaggio non deve essere riservato agli addetti ai lavori, ma tutti gli uomini hanno diritto all’istruzione e alla conoscenza (nascita dell’opinione pubblica). • Libertinismo, deismo, empirismo e sensismo La filosofia illuminista entra in profondo contrasto con un’idea e una prassi di società piramidale, organizzata in ordini immutabili e con al vertice il re. Les Lumières restano però patrimonio di pochi intellettuali, mentre la maggioranza della popolazione resta conservatrice e filomonarchica. Le idee illuministiche, rispetto alle quali l’atteggiamento della classe dirigente fu oscillante, producono una nuova mentalità: nella seconda metà del secolo in particolare si moltiplicano i pamphlets e le satire contro Luigi XV. Senza il ruolo crescente dell’opinione pubblica il movimento dei Lumi sarebbe inspiegabile. Già prima della fine della Reggenza la corte è tornata a Versailles, dopo che Filippo d’Orléans l’aveva trasferita nella capitale. Il centro della vita mondana è però ormai Parigi e lo sviluppo della città è profondamente legato a quello dei Lumi. La città può apparire talvolta però (è il caso di Rousseau) come il paradigma della corruzione moderna. Le condizioni igieniche e morali della città diventano oggetto di discussione: Parigi verrà illuminata da lampioni alimentati a olio, vengono costruiti grandi viali alberati. Le idee provenienti dai centri protestanti e ugonotti trovano ampio terreno di diffusione nei cafés, nei salons e da lì raggiungono tutta l’Europa, esportando il modello dell’esprit, della sociabilité e dell’arte della conversazione francesi Il primo in ordine di tempo dei salons più importanti e prestigiosi dell’epoca è quello tenuto in rue Saint-Honoré da Madame Tencin, ex favorita del Reggente e madre di d’Alembert. Famoso anche quello di Madame Geoffrin, quello del barone d’Holbach. Il nuovo spirito scientifico. L’”Histoire naturelle” di Buffon I successi ottenuti in campo fisico e matematico nel 600 furono nettamente superiori a quelli del primo terzo del Settecento. L’unica applicazione notevole fu la realizzazione del termometro. Le scienze troveranno uno slancio a partire dagli anni ’40 con d’Alembert e poi con Lavoisier. Al primato seicentesco della geometria e dell’ottica il secolo dei Lumi sostituisce quello delle scienze naturali, della botanica, della chimica sotto l’influsso della psicologia lockiana e dell’empirismo newtoniano. Nella prima metà del Settecento si assiste alla vittoria dell’osservazione sulla ragione, dell’esperimento sulla sistematizzazione more geometrico. Il pensiero settecentesco converte la frustrazione di una inadeguatezza della ragione umana a tutto comprendere in un’etica e in una prassi della conquista intellettuale: microscopio e attenzione verso le scienze naturali cambiano l’idea della natura e l’attitudine del ricercatore. L’Histoire naturelle di Buffon, naturalista, la cui pubblicazione prosegue fino al 1767, va inserita in tale contesto culturale. Tale opera apre la prospettiva biologica moderna (studio dei pineti, insetti, uccelli, minerali. La prima verità espressa nell’opera è la somiglianza totale degli uomini agli animali e viene introdotto il principio di mutamento immanente della natura indipendente dalla volontà divina, legata invece a un’economia biologica e geologica che ha presupposti chimici autonomi. La ragione e la storia. Montesquieu e Voltaire. Nonostante il luogo comune sullo schematismo razionalistico del secolo dei Lumi, il modello di conoscenza che si impone è un modello dinamico, evolutivo. Ne deriva una concezione della storia (il senso storico è uno dei temi estremamente cari agli intellettuali illuministi) come progresso dello spirito umano verso la perfezione. La speranza che dilaga nelle opere degli intellettuali è quella di costruire le condizioni politiche, sociali ed economiche per la realizzazione della “felicità pubblica”. In questa impresa di definizione storica, indistinguibile da un’istanza politica, emergono le opere dei due maggiori illuministi della prima generazione: Montesquieu e Voltaire. La fama di Charles Secondat, barone di Montesquieu, nonostante il successo delle Lettres Persanes, è legata a L’Esprit des lois (1748), una delle opere più importanti del pensiero illuminista. Dopo aver descritto i caratteri dei tre sistemi fondamentali (repubblica, monarchia e dispotismo) e dei principi che li reggono (virtù, onore e paura), egli sottolinea l’importanza dei corpi intermedi (soprattutto i Parlamenti) per neutralizzare la degenerazione delle monarchie in dispotismi. Trae quindi la convinzione dell’importanza della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Nell’opera (31 libri) vuole tracciare un quadro universale delle istituzioni umane, al fine di riportare la loro estrema diversità a pochi tipi fondamentali. Elabora la nozione di “legge”, definita come rapporto necessario che deriva dalla natura delle cose, il cui ordine è soggiacente al caos. Celebra il valore supremo della libertà politica e ha come modello di riferimento il sistema costituzionale inglese. L’esaltazione del sistema politico inglese, della filosofia di Locke e della scienza di Newton erano già state al centro delle Lettere inglesi o Lettere filosofiche di François-Marie Arouet detto Voltaire. Tale opere è il segno dell’esilio in Inghilterra e , proponendo lo schema del viaggiatore a contatto con una realtà culturale diversa, esalta la libertà religiosa inglese, il dinamismo del commercio, l’importanza riservata al pensiero politico, filosofico e scientifico, al teatro e alla letteratura. Egli praticò tutti i generi letterari: fu tomi di un “seguito” dell’opera. Aggiunta la storia di Manon Lescaut, che, nonostante sia l’appendice finale dei Mémoires, viene considerato un romanzo a sé stante in cui l’autore raggiunge la quintessenza del tuo talento narrativo. Questi tre scrittori sono promotori di un nuovo filone, quello del roman de moeurs, in cui si annida un libertinaggio di pensieri che è sempre stato associato a un libertinaggio morale. I gesuiti criticavano tali opere di finzione a vantaggio delle opere storiche. Tali romanzi furono comunque pubblicati all’estero o clandestinamente. Marivaux pubblicò La vie de Marianne, racconto autobiografico di un’orfana. La protagonista è destinata a diventare contessa e a scoprire la propria nobiltà interiore. Capolavoro dell’autore: Le paysan parvenu. Si tratta, secondo l’eredità del romanzo picaresco, di un protagonista di umili origini. Crébillon: Lettre de la marquise *** au comte de ***, una sorta di versione riveduta sul modello mondano delle lettere di Eloisa e Abelardo. Romanzo e costumi Si sviluppa un nuovo genere, quello della “narrativa breve”, ispirato a periodici inglese, che scaturiva dalla cronaca giornalistica, cioè dai fatti ritenuti veri o presunti tali, tralasciando il modello dei contes de fées o delle Mille et une nuits. Parallelamente cominciano a uscire i primi racconti filosofici di Voltaire. La voga anglofoba del romanzo Il rispetto filiale, l’onestà e l’amicizia erano luoghi comuni a teatro. L’influenza inglese di racconti brevi rimaneva una tradizione comunque essenzialmente francese. La scena narrativa dell’epoca, soprattutto se si pensa al sentimentalismo crescente, torna a essere dominata da romanzi di lunghe dimensioni come appunto quello di Rousseau. Esso non sarebbe stato forse mai scritto se nel frattempo non fosse comparsa un’opera, il cui titolo originale era inglese. Il 1751 segna segnare una svolta capitale nel panorama letterario francese: Prévost pubblica la sua prima traduzione da Richardon, Lettres anglaises, ou Histoire de Miss Clarisse Harlowe , seguita quattro anni dopo da quella di Sir Charles Grandisson. Si tratta di lunghissimi romanzi epistolari che rilanciano sulla scena letteraria europea il tema della fanciulla perseguitata. Grazie alle maggiori libertà alle quali erano avvezzi gli scrittori inglesi, Samuel Richardson scriveva infatti con scrupoloso realismo, senza quelle censure che i canoni classici avevano imposto alla rappresentazione del corpo e delle sue debolezze, alle situazioni immorali, al linguaggio. A determinare la svolta estetica non contribuiva soltanto il fattore sociologico, se si pensa ai presupposti filosofici che, sempre provenendo dall’Inghilterra, si erano fatti strada gradualmente nella cultura francese. Il teatro Il rinnovamento dei generi tradizionali e la nascita di forme nuove Nei circa cinquant’anni del regno di Luigi XV la teatromania che caratterizza tutto il secolo esplode. Settecento = secolo del teatro. C’erano i théatres de société, sale private costruite nei parchi delle dimore signorili o ricavate adattando alla rappresentazione teatrale parti delle dimore stesse nelle, nelle quali ricchi borghesi e aristocratici si divertivano a mettere in scena pièces di ogni genere. A lungo clandestini, in quanto vi si rappresentavano spesso pièces di argomento osceno, mettevano in scena opere del repertorio, successi contemporanei. Nell’epoca di Luigi XV, come nella precedente, il quadro della vita teatrale si presenta movimentato. Sulle scene non ufficiali furoreggia ancora la Foire, dove si pratica il genere tipicamente settecentesco della parodia. Le idee dell’Illuminismo, i nuovi modelli sociali, l’estetica del sentimentale, che caratterizza il secolo, si fanno sentire anche a teatro e lo trasformano. Tragedia e commedia, nell’età dei Lumi, richiedono allo spettatore un genere di coinvolgimento nuovo che permetta di immedesimarsi nella situazione. Bisognava fare i conti con i modelli che la tradizione offriva loro e adeguarli alle esigenze di una moderna drammaturgia. La tragedia Il principale tragediografo del periodo è Voltaire. Nel corso del suo soggiorno inglese Voltaire aveva approfondito la conoscenza del teatro di Shakespeare. Quell’incontro fu decisivo per la cultura teatrale francese. Si può sostenere che tutti i movimenti anticlassici del teatro francese abbiano preso polemicamente a modello il grande teatro elisabettiano. L’irregolarità barocca, la mescolanza dei generi, praticata disinvoltamente dal teatro inglese non piacevano neanche a Voltaire. Di Shakespeare, Voltaire ammirava la capacità di aver creato un repertorio nazionale, fondato sulla storia moderna e non sulla mitologia. Se da un lato restò fede al codice della tragedia raciniana, dall’altro lo trasgredì nella scelta dei soggetti e nella loro trattazione. Zaire, tragedia dell’amore. C’è una contraddizione nelle tragedie di Voltaire tra la rigidità dello stile necessariamente elevato e i contenuti razionali, moderni, positivi, che vuole trasmettere. All’altezza tragica, insomma, non sempre può corrispondere l’applicazione del buon senso, della ragione, della giustizia, che combattono e vincono i vizi più gravi dell’umanità: ignoranza, integralismo e intolleranza. Tre modelli della commedia Così come la sublime altezza dell’eroe mitologico non corrisponde più ai contenuti tragici settecenteschi, anche il suo opposto, la bassa comicità farsesca, che mostra la fame, la deformità fisica, i malanni ridicoli dei vecchi brontoloni, la lingua sbloccata dei servi, il riso aggressivo, fuoriesce dalla commedia. Le nuove commedie saranno accusate di essere romanesques, romanzesche, cioè inverosimili, proprio in quanto mescolano riso e lacrime. Possiamo definire tre linee di sviluppo per la commedia dagli anni 30 agli anni 60: 1. Un primo modello rappresentato da Marivaux, è di tipo psicologico sentimentale 2. Un secondo modello proposto da Destouches e Voltaire prevede la presenza di situazioni patetiche in una cornice ancora comica. 3. Il terzo modello è rappresentato dalla commedia larmoyante creata da Nivelle e La Chaussée. Diderot e il dramma borghese Diderot sviluppa un grande interesse per la drammaturgia. Egli attacca quasi ogni aspetto del teatro francese, per lui poco incline alla verosimiglianza. Reclama soprattutto infatti la verosimiglianza delle situazioni rappresentate e afferma che il genere che corrisponde meglio alla realtà sociale del pubblico che va a teatro deve essere ancora inventato e dunque non possiede un nome. Si fa promotore del “dramma borghese”, un tipo di pièce che sopprime radicalmente i ruoli servili e ai caratteri, costitutivi della vecchia commedia, sostituisce le condizioni. Le passioni, per Diderot, dipendono dalla condizione sociale dei personaggi e assumono sfumature diverse a seconda della estrazione di ognuno. La psicologia lascia il posto all’analisi sociale, che tiene conto della posizione dell’uomo nella società. La concezione teatrale di Diderot pone al suo centro il borghese, che non è più ridicolo, come ai tempi di Molière. Diderot denuncia il pregiudizio sociale che riguarda la differenza di nascita e pensa che il teatro abbia un fine educativo. Rousseau e la contestazione del teatro A dare un nuovo stimolo alla polemica sulla funzione del teatro fu però la pubblicazione, nel VII volume (1757), di un articolo di D’Alembert sulla città di Ginevra, una delle voci più controverse dell’opera. Vi si sosteneva infatti che la città aveva sbagliato a mettere al bando il teatro per proteggere la moralità dei giovani. Rousseau, che allora vi risiedeva, rispose l’anno successivo con la famosa Lettre à D’Alembert sur les spectacles, un lungo saggio nel quale sostiene che il teatro non può essere giudicato buono o cattivo in sé. L’uomo infatti è sempre condizionato dalla religione, dalle leggi, dai costumi e dunque non può dire cosa sia bene o male per lui in generale, ma solo quello che è buono per tutti gli uomini in tempi e luoghi diversi. Per la sua Ginevra, R. pensa che il teatro sia dannoso in quanto non istruisce ma diverte: cioè si conforma all’opinione pubblica e la lusinga. Rafforza il carattere nazionale, favorisce le inclinazioni naturali, ma non modifica nulla. Può solo incoraggiare alla virtù degli uomini già virtuosi e al vizio quelli già corrotti. Non può correggere perché non esiste catarsi (purificazione) a teatro. A questa condanna non sfugge neanche Molière. A proposito del “Misantropo” Rousseau accusa il grande commediografo di aver esaltato l’ipocrisia e messo in ridicolo la bontà, ridendo crudelmente di Alceste, un personaggio ai suoi occhi virtuoso in quanto smaschera la falsità mondana e preferisce la solitudine alla compagnia degli ipocriti. Identificandosi in Alceste, Rousseau dimostra quanto lontano fosse ormai lo spirito della commedia molieriana dalla comprensione del pubblico borghese. Opéra-italienne, Opéra-Comique e Opéra Nella famosa Querelle des buffons i fautori della superiorità dell’opera italiana si opponevano ai sostenitori della tragedia lirica francese. Rousseau si schiera dalla parte degli italiani, nonché in un celebre passo della N.H. (parte seconda, lettera 23). Vivacità degli italiani, soggetti non più mitologici ma quotidiani, con il loro realismo e ottimismo, erano di gran lunga preferiti alle tragedie liriche della tradizione francese. Gli spettacoli composti da teatro e musica subirono in quest’epoca un’importante evoluzione: diventano un genere proprio. L’importanza della querrelle sta nell’aver legato musica e drammaturgia aprendo la strada al melodramma moderno. La narrativa Lo schema retorico antico contemplava la tragedia, la commedia, la poesia lirica, il poema epico. Il romanzo nasce nel medioevo. Il passaggio verso il romanzo moderno, nato in Inghilterra nell’ottocento, avviene in Francia con le novelle (storie). Nella Francia settecentesca nascono nuovi generi fuori dai canoni classici basati su una serie di avventure. Per rinforzare l’idea di autenticità del contenuto il racconto veniva affidato ad un finto narratore autobiografico (memorie); gli asterischi fingono di occultare l’identità di un personaggio realmente esistito presentando come autentica la storia narrata, nasce il racconto di fate, genere del meraviglioso. L’ utopia di Thomas more avvia in Francia la serie settecentesca di viaggi straordinari presso nazioni immaginarie dove osservando l’umanità selvaggia e primitiva, la fantasia dello scrittore è usata per disegnare un l’ordine politico e per studiare i fondamenti naturali delle istituzioni. Mondi chiusi che per accedervi bisogna naufragare (escamotage letterario) 1707 ‘Il diavolo zoppo’ di Lesage diavolo che scoperchia case e rende possibile il racconto di faccende private . Uso del sovrannaturale di facciata per creare verosimiglianza. nasce l’impresa di una definizione storica partendo dal rapporto tra natura, ragione e storia per arrivare ad un modello razionale di sviluppo delle società umane. In questo contesto emergono Montesquieu e Voltaire. Montesquieu 1721 lettere persiane = Pensare la storia per montesquieu significa analizzare i rapporti, istituire relazioni, elaborare paradigmi. Nella sua prima opera storica del 1734 riflette sulle cause generali che hanno portato alla decadenza dei romani. Nel 1748 scrive lo ‘Spirito delle leggi’ testo fondatore della riflessione politica e sociologica moderna. Tenta di istituire un quadro universale delle istituzioni umane postulando che il pensiero riesce a far emergere un ordine delle cose soggiacente al caos e appartenente alle cosce stesse. Idealizza 3 forme possibili di governo : repubblicano (virtù), monarchico (onore), dispotico (paura). Voltaire Voltaire rinnova la ricerca storica: rivolta all’analisi della realtà concreta dei popoli e delle loro aspirazioni ; non più verso le vite dei potenti. Si scaglia contro tutte le forme di intolleranza e i pregiudizi religiosi della sua epoca. Per voltaire lo storico deve raccogliere i fatti. Non nega una logica del divenire storico. Nella violenza cieca della storia e nella casualità associa l’assenza di ordine e di disegno divino rivendicando le piccole conquiste della ragione. Il progresso è frammentario, la ragione può sbagliare. Con il siècle inaugura una nuova visione della storia per far rendere conto di come lo spirito umano si realizza nelle sue varie forme attraverso gli aspetti intellettuali, morali e materiali di una società. Ai lettori parla di eventi che li interessano da vicino aiutandoli a capire il contesto in cui vivono. Lo storico sfuma nel presente lasciando intravedere il grande giornalista. Il divenire storico è legato allo spirito umano. Storia totale = costumi (cultura) che determinano l’andamento della civiltà. A partire dagli anni 60 diviene storico del presente avviando una serie di opere critiche tra cui quella verso il modello sociale francese il quale lo mette a paragone nelle ‘lettere inglesi’ con quest’ultimo. Nel 1734 scrive le lettere filosofiche Poi racconti filosofici (Micromega e candide) in cui subordina il libero gioco letterario all’esigenza di trasmettere un preciso messaggio filosofico. Filosofia Dalla meta del 700 i filosofi diventano intellettuali alla moda che tentano di estirpare l’ignoranza, favorire la felicità pubblica, attaccare i principi della fede religiosa, esaltare la ragione. Modello del dispotismo illuminato = filosofi che tentano di essere gli ispiratori politici Piano religioso : deisti (voltaire e Rousseau), atei (Diderot) Piano politico : monarchici , aristocratici (montesquieu), tesi del re (voltaire), democratici (Rousseau). Società : naturale dell’uomo (voltaire e diderot), corruzione primitivo stato di natura (Rousseau). Diderot Enciclopedia : diffusione del sapere (valore supremo) orientato verso la vita pratica. 1780 ‘’storia delle due indie ‘’ : emerge il naturalismo, virtù selvaggi vs vizi degli europei. Proiezione discorso relativo alla libertà sessuale sullo sfondo ontologico della struttura della materia. 1782 ‘il sogno di d’alambert’ = dialoghi che affermano l’assimilazione biologica fra uomo e animale e la possibilità che il pensiero scaturisca dalla materia in chiave polemica contro il dualismo cartesiano corpo- anima. Passioni L’utilità delle passioni viene collegata al diritto di essere felici. Filosofi parigini = fautori del progresso e difensori del lusso Natura buona Dalla meta del 1700 prende avvio il mito della natura buona su impulso di idee fisiocratiche e correnti preromatiche. Si tratta di una natura come idea di bellezza, fonte di ispirazione morale, luogo di solitudine malinconica. Il senso di celebrazione della natura buona andrà individuato nella reazione a un pensiero scientifico che aveva frammentato il mondo e trattato l’uomo alla stregua di un fenomeno biologico fra altri. Con Rousseau diviene paradigma di innocenza e paradiso sensoriale polemicamente contrapposto alla civiltà corrotta ; ipotesi filosofica al servizio di un progetto critico. Rousseau Nato a Ginevra da una famiglia protestante nel 1712 si fa conoscere nel 1750 con il ‘discorso sulle scienze e le arti’ in cui sostiene che la civiltà abbia corrotto l’uomo e compromesso il suo stato di beatitudine originaria. In nome della felicità individuale critica la civiltà respingendone la logica (fonte di alienazione e angoscia. Il punto di vista di rousseau è estremamente soggettivo, autentico ed unisce riflessione teorica + esperienza personale. Opere - 1755 ‘Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini’ : civiltà concepita come allontanamento dallo stato di natura, fase primitiva e animale dell’uomo in condizione di libertà nella quale non conosce nessuna forma di socialità. Avvenuta la costruzione della società e iniziata la fase dell’artificialità dei bisogni gli individui piu forti sottomettono i piu deboli creando diseguaglianza e sopraffazione. La visione della storia risulta all’insegna della perversione della natura. Rousseau va contro tutti i philosophes, i quali esaltavano la vittoria della ragione sulla natura, rovescia tutti i valori e fa apparire le istituzioni politiche come mezzi di disuguaglianza e perdita di libertà. Lo stato di natura gli serve come strumento comparativo, astratto, per misurare il grado di alienazione determinato dalla civiltà. - 1762 ‘Sul contratto sociale’ : Rousseau sviluppa l’idea dello stato come prodotto di un atto di alienazione volontaria da parte dei cittadini che si privano della loro libertà originaria e riconoscono un monarca rappresentante della volontà generale. Al sovrano spetta di fissare gli articoli della religione civile che ogni buon cittadino deve rispettare. Passaggio dalla natura alla cultura studiato sul piano collettivo - 1762 ‘Emile’ : passaggio studiato sul piano individuale. Rousseau espone i principi della religione naturale e della tolleranza riducendo la religione a una morale del cuore e della coscienza individuale. Rousseau anticipa con quest’opera la psicoanalisi di Freud inventando il concetto di infanzia Bisogna secondo lui adottare un sistema educativo che tuteli l’iniziale integrità del bambino, ricreando lo stato naturale delle cose, e installare poi piano piano i principi morali e civili che gli consentano di rapportarsi con gli altri uomini. Il pensiero scientifico che aveva trattao l’uomo come fenomeno biologico fra tanti scaturisce un senso di celebrazione della natura buona ; mentre per Rousseau la natura è ancora un’ipotesi filosofica al servizio di un progetto critico Alla fine del 700 iniziano a diffondersi moti di sensibilità che creeranno le basi al romanticismo ottocentesco. La narrativa : il romanzo Nasce la figura del romanziere : Prevost, Mariveaux, Crebillon Romanzo di costume: gli autori respingono l’inverosimiglianza e scrivono storie con numerosi riferimenti alla realtà contemporanea. Dal 1742 , a cause di rigidi censure sulle opere, esse vennero pubblicate clandestinamente. Romanzo lista = Tema del libertinaggio dal punto di vista della vittima femminile e del conquistatore maschile. Narrativa breve : impostazione saggistica, finzione narrativa Spostamento dal caso individuale all’insegnamento morale pubblico. Alla fine del secolo si sviluppa il filone gotico / fantastico Filone libertino del romanzo francese = libertinaggio di pensiero e di costumi Genere fantastico caratterizzato dal sovrannaturale PrevostAbate che si ribella alla carriera ecclesiastica. Venne attaccato dai gesuiti poichè nelle sue opere non aderì ad alcuna confessione, si formò solo sulla base dei <lumi naturali>. Opera principale : ‘’Memoires d’un homme de qualitè’’ - Pseudo memorie: accelera il ritmo del racconto, passione che acceca i personaggi che riceveranno un esito tanto più tragico quanto piu si rivoltano agli ostacoli umani e sociali che ne impediscono la realizzazione. - Struttura all’infinito : inserimento di avventure secondarie narrate da personaggi secondari. - 1730 scrive tre storie simili : origine nobile e carriera promettente, incontro fatale con una fanciulla, omicidio e morte amata. - Figura dell’eroe infelice : L’unica circostanza casuale oggettiva è l’incontro con la donna che deciderà la vita dell’eroe, tutti gli atti successivi da lui compiuti rimangono sottomessi al libero arbitrio. - Due ingredienti principali : passione amorosa + avventure. - Autoanalisi : racconti in prima persona - Romanzo pedagogico riempito da vicissitudini amorose e non da esperienze politiche - Viaggio, riferimenti topografici Opera politica ‘’ il filosofo inglese, signor Cleveland’’ Cromwell, tiranno sanguinario che vuole liberarsi dei figli. Cleveland che vive in una caverna con la madre, fuoriesce dal grembo materno, dolora esperienza nel mondo. Viaggio, relazione illegittima. Cleveland naufraga su 3 isole, delle quali l’autore può descriverne i Modelli politici con l’intento di denunciare i Lavoro dell’attore Due diversi modi di concepire il lavoro dell’attore - emozionalista : emozioni - Antiemozionalista : lavoro, tecnica, studio Contestazione del teatro di rousseau Marmontel sottolinea la funzione morale del dramma secondo i cui la commedia deve incoraggiarci a ridere dei vizi per evitarli. 1757 secondo d’alambert la città aveva sbagliato a mettere a bando il teatro 1758 lettera a d’alabert di rousseau : saggio nel quale sostiene che il teatro non può essere giudicato buono o cattivo, rafforza, non cambia, solo la natura e la ragione possono farlo. Commedie cantate Genere misto = teatro + musica = arie cantate con l’orchestra Querelle = apre la strada al melodramma moderno Luigi XVI e la Rivoluzione Contesto storico 1771 colpo di forza contro i parlamentari Luigi 16 = richiama il parlamento, nuove misure economiche, grave situazione finanziaria per la guerra dei sette anni e i finanziamenti alla guerra d’indipendenza americana. Discredito monarchico a livello europeo. Fallimento politiche economiche di turgot e necker 1789 - 5 maggio convocazione Stati generali , giuramento della pallacorda per creare una costituzione - 14 luglio attacco della bastiglia (simbolo assolutismo monarchico) - 4 agosto l’assemblea nazionale abolisce i privilegi feudali - 26 agosto proclama i diritti dell’uomo e del cittadino - 5 ottobre il popolo marcia su Versailles perchè il re respinge i cambiamenti 1791 costituzione : separazione dei poteri + sovranità popolare. Nasce l’assemblea legislativa 1792 sospetti sul re coalizzato con l’austria dopo gli attacchi . Il 20 giugno il re è costretto a mettere il cappello rosso, simbolo della Rivoluzione. A settembre l’esercito francese respinge a Valmy gli alleati. Viene formata la convenzione nazionale. 1793 ghigliottina Luigi 16 con accusa di tradimento. La sinistra sale al potere con Robespierre ed inizia il periodo del terrore. 1794 inizio del direttorio comandato dal consiglio degli anziani e dei cinquecento. 1799 (18 brumaio dell’anno VII) colpo di stato di Napoleone, inizio Consolato. Correnti di pensiero La rivoluzione costituisce l’applicazione di principi illuministici sia per i moderati (modello costituzionale inglese) che per i giacobini (culto della ragione e contratto sociale rousseau). Le correnti filosofiche principali erano quelle degli Ideologues e degli Illuministes. I primi con visione materialistica, perpetuano la fiducia nella perfettibilità e nel progresso umano degli illuministi, l’allargamento della pubblica istruzione. I secondi hanno un forte misticismo e spiritualismo, percepiscono la rivoluzione come espiazione storica. Pensiero controrivoluzionario Cominciano ad emigrare esponentio di tutte le classi. Nel 1792 viene organizzato l’esercito monarchico dei principi per la guerra di liberazione di Luigi 16. I centri di ritrovo degli emigrati divengono luoghi ideali per la formazione di un pensiero controrivoluzionario. La narrativaLaclos 1782 ‘’le relazioni pericolose’’ = romanzo epistolare che fornisce un intreccio sul dominio sessuale da parte di una coppia perversa (valmont e merteuil) . L’intento è far crollare la virtù, il rigore dei costumi. Laclos sposta il baricentro dal realismo sentimentale verso l’arte sublime del seduttore che sdoppia il ruolo di quest’ultimo con l’invenzione di un diavolo femminile, la Merteuil, al cui sguardo lucido è affidato lo studio della psicologia sociale dell’alta società parigina alla fine dell’ancien regime. I protagonisti rimangono vittime dei loro intrighi e del loro istinto passionale. La pubblicazione delle lettere coincide virtualmente con quella dell’opera e si realizza l’idea che sta alla base della formula epistolare, ossia quella del romanzo che si costruisce da solo. Casanova = sessualità non peccaminosa Per molti romanzieri si può invece parlare di pura e semplice ricerca di erotismo. La svolta della ricerca libertina della felicità attraverso il piacere sta nella scoperta degli istinti più malvagi dell’animo umano. I libertini criminali pretendono cercare l’estrema raffinatezza del piacere nei più crudeli eccessi che la mente umana possa concepire i cui risvolti hanno interessati i futuri studi sulle patologie psichiche Sade Sade esprime il libertinaggio con molta audacia. Denuncia l’ipocrisia dei narratori che avevano ammantato la reale natura umana. Lunghe e minuziose descrizioni di atti sessuali. 1795 ‘’Le 120 giornate di Sodoma’’ = iniziazione di una giovane al libertinaggio, orrore associato ai luoghi che andava costituendo il nuovo romanzo gotico. Con tutta la sua componente fantastica il roman noir veicola in Francia l’applicazione ai contenuti romanzeschi dello spirito scientifico che l’enciclopedismo aveva affermato. Spunti politico sociali della narrativaRetif de la bretonne Tematica familiare ed ossessioni connesse (maledizione paterna, incesto ecc..). Vuole collocarsi in antitesi rispetto all’immoralismo aristocratico di Sade. Letteratura sociale = interesse verso i bassifondi parigini, osservazione urbana che sfocia nella pornografia. Uso del romanzo utopico Mercier Romanzo sociale (‘’Il ritratto di Parigi’’ 1788), romanzo storico, idillio. Teatro 1759 legge che proibiva gli spettatori di occupare lo spazio della scena 1782 nasce la platea Trionfo del dramma : contenuti morali, esaltazione virtù borghese, importanza legami familiari. Il dramma realizza il suo scopo solo se eroi ed eroine sono socialmente prossimi agli spettatori. Viene riconsiderato il comico nella prospettiva del dramma. La letteratura e la rivoluzione La libertà politica perseguita dalla rivoluzione significa in letteratura apertura a nuove esigenze e generi. La letteratura resta legata all’estetica classica, al neoclassicismo che si impone sul rococò nell’ultima fase dell’ancien regime. Viene esaltato l’ideale della roma repubblicana, sinonimo di libertà, virtù civile ed eroica. Nel formale rispetto delle tradizioni emergono nuove esigenze e nuove sensibilità. Gli eventi forniscono materiale per la lirica. Si viene a creare un desiderio di libertà del tutto nuovo che mescola stili e generi ed è aperto alle influenze straniere. Il popolo protagonista di eventi politici diventa fruitore di letteratura : nasce il romanzo popolare. La letteratura procede tra tradizione e innovazione. L’epoca napoleonica spegne con la sua dittatura questo processo che riprenderà vita durante la restaurazione con il fiorire del rinascimento. Nascono nuovi generi - eloquenza politica = specchio in cui la rivoluzione si riflette. Gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità sembrano imporre la parola. - Giornalismo = la rivoluzione vede la proliferazione di di giornali e riviste che si differenziano a seconda della loro appartenenza ad uno schieramento. - Phamplet = prende di mira un personaggio particolare (stile vivace e aggressivo) - Brochure politica = argomento di ampio respiro (stile riflessivo e letterario) La poesia La poesia prevalentemente retorica e descrittiva, chiusa in un’estetica classica, perde slancio. Gli avvenimenti diventano un nuovo soggetto di ispirazione sia nelle forme tradizionali che in una nuova veste legata all’attualità. Vengono composti inni e canti su base musicale per le feste rivoluzionarie o per celebrare un avvenimento. 1792 ‘’La marseillase’’ Il romanzo La rivoluzione è uno spettro sempre presente nel romanzo. • Romanzo popolare : sfrutta l’emotività del periodo rivoluzionario • Romanzo nero : realtà contemporanea intrecciata ad epoche remote e paesi lontani. Topos : persecuzione, sospetto, fatalità, prigioni, cupi castelli gotici, senso del mistero, protagonisti che interpretano il bene o il male. La vittima è la fanciulla innocente perseguita dal potere oscuro di un nobile perverso. Necessità di oggettivare e esorcizzare le psicosi collettive dell’epoca rivoluzionaria del terrore. • Romanzo sentimentale femminile : le romanziere si appropriano del romanzo epistolare per esprimere la loro visione del mondo, la loro sensibilità e una critica della condizione della donna. Romanzi che parlano di sentimenti, dell’analisi interiore. Gli avvenimenti del mondo vengono filtrati, come se fossero lontani. Lo sfondo è la natura nella quale l’IO trova confronto. L’attenzione è volta ai movimenti del cuore che la società mortifica. Romanziere : madame de Charriere, Olympe de gouges, madame de genlis. Memorie, autobiografie, riflessioni La fine del 1700 è caratterizzata dalla proliferazione delle memorie. Gli avvenimenti e la consapevolezza di aver vissuto in un periodo eccezionale spingono gli individui ad esprimere le loro idee, a giustificare le proprie posizioni, a sentirsi parte del rinnovamento. - memories aristocratici = tradizione classica - Confessioni = spazio alla formazione del protagonista, alla narrazione ed
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