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La nascita dei totalitarismi, Appunti di Storia

Capitolo di storia sulla nascita e l'instaurazione dei regimi totalitari.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/05/2021

lucreziaaa01
lucreziaaa01 🇮🇹

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Scarica La nascita dei totalitarismi e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! I TOTALITARISMI Negli anni Trenta si affermarono in Europa tre regimi totalitari: Fascismo (Mussolini), Nazismo (Hitler) e Comunismo (Stalin). Il termine totalitarismo venne coniato per indicare quei regimi che avevano ormai preso il controllo di ogni aspetto della vita dei cittadini, condizionandoli fisicamente e psicologicamente affinché potessero aderire ad esso. Fra gli aspetti comuni che troviamo fra i tre regimi vi sono: un unico partito che controlla la vita politica, un dittatore che detiene tutto il potere, l’uso dei mezzi propagandistici di massa, la mobilitazione delle masse attraverso una serie di organizzazioni che condizionano la gestione del tempo, il controllo dello Stato sull’economia e la repressione degli oppositori. I totalitarismi si distinguono dagli autoritarismi in quanto quest’ultimi esercitano un controllo stretto, ma non tanto esclusivo e pervasivo quanto quello esercitato dal totalitarismo. URSS Alla morte di Lenin si aprì una lotta per la successione fra Trockij, il quale aspirava ad una “rivoluzione permanente” che potesse portare alla distruzione del capitalismo e all’affermazione del comunismo nel resto del mondo, e Stalin, il quale puntava al rafforzamento del potere in patria e al "socialismo in un solo paese". Eliminando i suoi avversari, Stalin riesce a imporsi all'interno del Partito comunista fino a stabilire nel 1927 l'incontrastato dominio personale dell'Urss e resterà al potere fino alla sua morte, avvenuta nel 1953. La vittoria di Stalin portò ad un accelerazione sul programma di industrializzazione dell’Unione Sovietica, infatti egli decise di stipulare piani d’intervento quinquennali che trasformassero l’economia russa da agricola a industriale; il suo obiettivo era quello di superare i maggiori paesi capitalistici. Nel giro di una decina di anni l’URSS diventa la seconda potenza capitalistica del mondo. Alla fine del 1929 Stalin si impose come obbiettivo quello di trasformare l’agricoltura. Il governo si impose contro i contadini agiati (kulaki) e creò grandi aziende agricole collettive. La popolazione rurale si oppose alla collettivizzazione poiché li privava della loro autonomia e arrivarono a ribellarsi, ma il governo rispose con l’uccisione di molti contadini o con la costrizione ai lavori forzati in campi di lavoro e rieducazione. La politica industriale di Stalin fu molto drastica, ad esempio la produzione si concentrava sui beni strumentali all’uso industriale a scapito dei beni di consumo individuale, e peggiorò anche la qualità di vita. Inoltre dato che la produttività degli operai era scarsa, venne avviata un’opera di propaganda basata sull’esaltazione del lavoro (stakhanovismo). Stalin impose rigidi controlli anche su arte, stampa e cultura. Grazie al controllo di tali mezzi di comunicazione egli divenne agli occhi di tutti l’unico artefice dello sviluppo dell’Urss e della costruzione del comunismo, dando vita addirittura ad un vero e proprio culto della sua personalità. Nel 1934 Stalin darà vita al “Grande Terrore”, in questo periodo migliaia di oppositori politici furono accusati di tradimento della rivoluzione e condannati a morte, eliminò anche i suoi oppositori militari e fece uso di alcuni strumenti affinché tutti gli oppositori venissero repressi, come polizia politica e i campi di lavoro forzato (gulag). Ignari di tutti questi crimini, nel resto dell’Europa i partiti comunisti occidentali cominciarono a seguire la linea politica di Stalin e a metà degli anni Trenta il Komintern sosterrà la nascita dei Fronti popolari dei partiti di sinistra contro l’avanzata dei regimi autoritari di destra. ITALIA A seguito dell’approvazione delle “leggi fascistissime” cominciò il passaggio dal regime autoritario ad uno totalitario che puntava alla costruzione di uno Stato totalmente fascista partendo da una collaborazione tra le classi. Per realizzare ciò emanò una “Carta del lavoro” creando delle corporazioni di padroni e salariati di uno stesso settore. Esse però non ebbero mai un potere decisionale in campo economico, ma furono utili a Mussolini per la costruzione dello Stato fascista, tanto che la Camera dei deputati venne sostituita con la Camera dei fasci e delle corporazioni. La crisi americana degli anni venti ebbe effetti negativi anche in Italia portando anche al fallimento di molte aziende e all’incremento della disoccupazione. Il regime fascista rispose alla crisi creando un Istituto mobiliare italiano e un istituto per la ricostruzione industriale con l’obiettivo di finanziare imprese in difficoltà e farsi carico dei debiti per evitarne il fallimento, ma nonostante ciò l’Italia si riprese dalla crisi soltanto a metà degli anni Trenta. Egli intervenne in ogni altro aspetto della vita dei cittadini, il mondo dell’istruzione e della cultura vennero anch’essi condizionati dal fascismo affinché i ragazzi venissero educati fin dalla prima infanzia ai valori del regime fascista gli insegnanti vennero obbligati al giuramento al regime fascista con pena l’estromissione dalle scuole o università e i ragazzi furono obbligati a studiare su un testo unico approvato dal Ministero dell’istruzione. Egli ricorse anche a tutti i mezzi di comunicazione come radio, stampa e cinema con lo stesso obiettivo di creare consensi al fascismo e avere il totale controllo delle opinioni degli italiani. Introdusse l’obbligo al saluto fascista e l’uso del “voi” al posto del “lei”, Mussolini assunse il ruolo di “duce” e si rifece ai trionfi dell’antica Roma con l’intento di creare un’identità italiana dominante che rinnovasse la tradizione storica, inoltre vennero introdotte le celebrazioni al regime. Si passò ad un vero e proprio culto della sua personalità e si cominciò a parlare di “fede” politica del fascismo. Mussolini aspirava alla creazione di un impero italiano e gli interventi in politica estera cominciarono a seguito della difesa dell’Austria contro le aspirazioni germaniche, a quel punto Mussolini puntò ad un accordo con Francia e Regno Unito in funzione antitedesca. Convinto dell’appoggio degli alleati, nel 1935, invade l’Etiopia e un anno dopo nasce l’impero italiano in Africa orientale. Da quel momento la Società delle Nazioni si dimostrerà ostile contro l’Italia e Mussolini comincerà ad avvicinarsi ad Hitler, sottoscrivendo un intesa con la Germania nazista (la cosiddetta asse Roma- Berlino). L’ avvicinamento ad Hitler portò però anche Mussolini stesso a cominciare a esprimere tendenza discriminatorie e razziste. L’Italia passò da un “razzismo di dominio” (razze inferiori vengono sottomesse) ad un “razzismo d’eliminazione” (razze inferiori eliminate dalla collettività); ciò raggiunse il culmine con la stipulazione di leggi razziali che promuovevano l’esclusione di cittadini ebrei dalla “razza ariana italiana” e per questo cominciarono ad essere discriminati ed esclusi da molti aspetti della vita collettiva italiana, quale il lavoro. Negli anni Venti e Trenta gli oppositori al fascismo dovettero affrontare un periodo molto complicato per il fatto che fare propaganda contraria era quasi impossibile per via del controllo del governo e anche molto pericoloso. Tra gli oppositori vi erano il liberale Croce, i cattolici Sturzo e De Gasperi e molti comunisti che operarono in clandestinità. GERMANIA Il programma per il governo autoritario della Germania venne stipulato da Hitler già nel decennio precedente alla sua nomina a Cancelliere, teorizzando sul concetto di “popolo” fondato sulla purezza biologica. Secondo il suo parere la potenza della Germania derivava dalla sua omogeneità razziale tedesca. Si cominciò a diffondere un’immagine stereotipata dell’uomo ariano, alto, biondo, occhi azzurri che portò a sostenere la discendenza degli abitanti del Nord-Europa da un’antica razza superiore che potesse dominare sui cosiddetti “popoli inferiori” (antisemitismo). Di conseguenza per Hitler era motivo di debolezza la presenza in Germania di una comunità ebraica; ciò portò alla costituzione in quegli anni di un progetto di purificazione della razza ariana che prevedeva: l’unione all’interno dei confini tedeschi di tutte le popolazioni di lingua tedesca e di conseguenza
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