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La nascita dei totalitarismi in Europa, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto del capitolo 6 del libro "Storia contemporanea: il 900" di Vidotto, in cui sono esposte cause e conseguenze della nascita dei regimi totalitari

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 09/01/2019

henke_henke
henke_henke 🇮🇹

4.7

(148)

30 documenti

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Scarica La nascita dei totalitarismi in Europa e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! TOTALITARISMI Con la grande crisi in Europa si diffonde l’opinione che la democrazia non sia in grado di tutelare gli interessi nazionali e che, per tanto, abbia i giorni contati. In questo contesto sono i regimi autoritari, i TOTALITARISMI, a trionfare (e cioè quei regimi che vogliono dominare in modo totale la società, come il fascismo, il nazismo, ma anche il comunismo sovietico). Essi coinvolgono soprattutto i ceti medi della società, nella convinzione che il potere nelle mani di un solo capo avrebbe garantito ordine e ritorno alla normalità. Crisi della Repubblica di Weimar e avvento del nazismo Fino al ‘29 il Partito Nazionalsocialista Dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) – o NAZISTA, come viene comunemente chiamato – capeggiato da Adolf Hitler è un gruppo marginale, che fonda la sua forza soprattutto su una robusta organizzazione armata (le SA, sigla di Sturm-Abteilungen - “reparti d’assalto”). Il suo scopo principale è quello di denunciare il trattato di Versailles e riunire tutti i tedeschi in una nuova “grande Germania”, adottando misure discriminatorie contro gli ebrei. Hitler espone i suoi piani nel libro “Mein Kampf” (“La mia battaglia”): egli crede nell’esistenza di una razza, quella ariana, le cui caratteristiche sono conservate solo nei popoli nordici e in particolar modo in quello tedesco, che dovrebbe dunque dominare sul resto del mondo. Per realizzare questo sogno è per lui necessario eliminare i nemici interni – primi fra tutti gli ebrei, “popolo senza patria” e dunque causa della decadenza della civiltà europea – e ricostruire l’unità in un nuovo Stato. Solo in questo modo le imposizioni di Versailles possono essere respinte e sarà possibile un’espansione territoriale. Questo programma trova scarsi consensi, ma con lo scoppio della grande crisi la maggior parte dei tedeschi perde ogni fiducia nella Repubblica, e i nazisti possono così uscire dal loro isolamento facendo leva sulla rabbia, la frustrazione e la paura di disoccupati, ceti medi e borghesia. L’adesione al nazismo offre inoltre l’opportunità di entrare a far parte di un gruppo di “eletti”, ai quali viene garantita protezione e sicurezza. Settembre 1930: il cancelliere Brüning convoca nuove elezioni, e i nazisti assistono a uno spettacolare incremento; anche i comunisti guadagnano posizioni, mentre i partiti fedeli alla Repubblica perdono la maggioranza. Il ministero Brüning continua a governare per altri due anni, ma in questa fascia di tempo le istituzioni parlamentari si indeboliscono ulteriormente. Marzo 1932: i nazisti contano sempre più iscritti e, con le elezioni per la presidenza della Repubblica, i democratici appoggiano la rielezione del 85enne maresciallo Hindenburg, il quale ben presto cede alle pressioni dei militari e congeda Brüning. Seguono due governi fallimentari da parte di conservatori di destra e, nelle successive elezioni di luglio e novembre i nazisti ottengono la maggioranza. 30 Gennaio 1933: Hitler diventa capo del governo. I conservatori credono di poter sfruttare il nazismo a loro vantaggio, per mantenere un governo conservatore, ma sbagliano. 27 Febbraio 1933: viene appiccato un incendio al Reichstag, il Parlamento nazionale, una settimana prima della nuova consultazione elettorale. La colpa viene attribuita a un comunista olandese, fornendo al governo un buon pretesto per un’operazione di polizia contro i comunisti (e il partito verrà messo fuori legge); inoltre vengono adottate una serie di “misure eccezionali” che limitano o annullano la libertà di stampa e di riunione. Viene approvata una legge che conferisce al governo pieni poteri. Gli unici contrari sono i socialdemocratici, ma nel Giugno 1933 vengono accusati di “alto tradimento” e il partito viene sciolto. La stessa sorte toccherà a tutte le opposizioni. A Luglio Hitler fa varare una nuova legge in cui si proclama che il Partito nazionalsocialista è l’unico consentito in Germania. Di fronte a lui restano solo due ostacoli: l’ala estremista del nazismo (le SA di Röhm) e la vecchia destra. Hitler decide di risolvere il problema con un massacro in quella che sarà ricordata come la “NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI”, che culminerà con l’arresto e l’uccisione di Röhm. Hilter si candida inoltre come successore di Hindenburg e in Agosto 1934, alla sua morte, diventa capo dello stato. Terzo Reich Con l’assunzione della presidenza da parte di Hitler nasce il Terzo Reich (“Terzo Impero”) che si fonda sul PRINCIPIO DEL CAPO (F ü hrerprinzip – dove “fürher” è l’equivalente tedesco di “duce”). Il capo è alla guida del popolo, e prende le decisioni più importanti. Il rapporto col popolo è diretto, mediato solamente da alcuni organismo legati al Partito, come il “Fronte del lavoro” (che sostituisce i sindacati disciolti) e le organizzazioni giovanili. Il compito di queste organizzazioni è quello di organizzare i cittadini in una “COMUNITÀ DI POPOLO” dalla quale sono esclusi tutti gli elementi ritenuti “antinazionali” - soprattutto gli EBREI. In Germania gli ebrei sono una ristretta minoranza, ma vivono prevalentemente nelle grandi città e occupano le zone medio-alte della società. Settembre 1935: la discriminazione viene ufficialmente sancita dalle LEGGI DI NORIMBERGA, che tolgono agli ebrei la parità di diritti e vietano il matrimonio tra ebrei e non ebrei. 9-10 Novembre 1938: meglio conosciuta come “NOTTE DEI CRISTALLI” (a causa delle vetrine dei negozi ebrei distrutte) in questa notte – usando come pretesto l’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi da parte di un ebreo – i nazisti distruggono sinagoghe, abitazioni; arrestano e uccidono decine di ebrei. A guerra mondiale già iniziata, Hitler concepisce una “SOLUZIONE FINALE” al problema: deportare in massa gli ebrei e sterminarli progressivamente. Queste pratiche cruente suscitano indignazione soprattutto da parte della Chiesa, ma è un’opposizione molto debole. Il nazismo continua invece ad avere un forte consenso, e questo avviene principalmente perché: • L’aristocrazia terriera possiede oltre il 40% delle terre coltivate ed è strettamente legata alla Chiesa. • Le forze politiche di sinistra, centro e destra rispettano i verdetti elettorali solo quando sono favorevoli alla propria parte. Febbraio 1936: le sinistre unite in una coalizione di Fronte Popolare vincono le elezioni, e le tensioni esplodono definitivamente: le masse proletarie considerano la vittoria come l’inizio di una rivoluzione sociale contro i grandi proprietari; i gruppi di destra rispondono con la violenza squadristica, come le formazioni della Falange (ispirate al modello fascista). 13 luglio 1936: poliziotti repubblicani uccidono l’esponente monarchico- conservatore José Calvo Sotelo. Segue una ribellione militare guidata da Francisco Franco. I ribelli ottengono gran parte della Spagna occidentale, mentre ai repubblicani resta Madrid e le regioni a nord-est (più ricche e industrializzate). Italia e Germania aiutano gli insorti franchisti, fornendo loro uomini, materiale bellico e aerei e piloti. Nessun aiuto viene invece dalla parte delle potenze democratiche: nell’agosto 1936 viene firmato un accordo di non intervento nella crisi spagnola da parte delle grandi potenze (anche se viene rispettato solo da Francia e Gran Bretagna). L’unico Stato ad aiutare la Repubblica è l’URSS, che forma Brigate internazionali (reparti volontari composti da comunisti e antifascisti provenienti da ogni paese – diversi italiani e tedeschi ne approfittano per combattere quella battaglia che non possono affrontare in patria); ma questo non basta. Franco, che si fa chiamare caudillo (duce) è appoggiato da Chiesa, aristocrazia terriera e borghesia moderata: con la loro unione fonda un partito unico, la Falange nazionalista. Il Fronte popolare è invece molto diviso al suo interno, e avvengono scontri tra anarchici e comunisti. Primavera 1938: I franchisti riescono a separare Madrid calla Catalogna. Marzo 1939: i nazionalisti sferrano l’offensiva finale che si conclude con la caduta di Madrid. La guerra civile causa circa 500.000 morti e un grave dissesto economico. Essa è da considerarsi il preludio della 2GM: ne prefigura gli schieramenti e vengono adottati metodi di guerra e tecniche che saranno poi utilizzati nel conflitto. Hitler, nel frattempo, è deciso a espandere sempre di più il suo potere. Non incontra opposizioni né da parte dell’Inghilterra (il nuovo governo Chamberlain è disposto ad accontentarlo, nella speranza di poter risolvere la situazione pacificamente), né da parte della Francia (che è ha paura di una nuova guerra). Riesce così ad ottenere diversi successi: • Anschluss (marzo 1938): l’annessione dell’Austria al Reich tedesco. Mussolini stavolta non si oppone, e i nazisti austriaci chiedono all’esercito tedesco di “salvare il paese dal caos”; un mese dopo un plebiscito sanziona l’unificazione delle due nazioni. • Annessione della regione dei Sudeti (zona della Cecoslovacchia popolata da tedeschi). Non incontra opposizioni poiché l’URSS è disposta a intervenire solo se lo fa la Francia, e quest’ultima è condizionata dalla Gran Bretagna. 29-30 settembre 1938: Hitler incontra i capi di governo delle grandi potenze europee (Russia esclusa) a Monaco di Baviera. Gli esponenti di Francia e Inghilterra accettano il progetto dell’Italia, che prevede l’annessione al Reich della regione dei Sudeti. La Cecoslovacchia, che non è stata neanche consultata, si ritrova a dover accettare l’accordo. Al ritorno in Patria, i partecipanti agli accordi di Monaco sono accolti con entusiasmo e proclamati come salvatori della pace. Ma si tratta di una pace falsa.
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