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La nascita e la crisi della Repubblica romana, Appunti di Storia

La nascita della Repubblica romana dopo la cacciata del re e la costituzione repubblicana che prevedeva la magistratura dei consoli, dei pretori e degli edili. Il senato era la massima assemblea romana composta da 300 membri ai quali spettava esprimere un parere sulle proposte dei magistrati. Le assemblee popolari erano i comizi puriati e conturiati. anche la crisi della Repubblica romana, dalla formazione della classe dei cavalieri alla lotta dei Gracchi per la ridistribuzione dell'agro pubblico.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 28/10/2022

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Scarica La nascita e la crisi della Repubblica romana e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA NASCITA DELLA REPUBBLICA Dopo la cacciata del re Roma si diede una costituzione repubblicana. La magistratura più alta era ricoperta dai due consoli che guidavano l’esercito e assicuravano l’attuazione delle leggi. I reati erano puniti da due pretori, mentre gli edili si occupavano dei lavori pubblici. L’amministrazione del tesoro dello stato era affidata a due questori. In caso di pericolo i consoli venivano sostituiti da un dittatore che accentrava nelle sue mani tutti i poteri. Il senato era la massima assemblea romana composta da 300 membri ai quali spettava esprimere un parere (senatoconsunto) sulle proposte dei magistrati. Le assemblee popolari erano i comizi puriati e conturiati. Assoluto era il predominio dei patrizi in questa costituzione e i plebei dovettero lottare a lungo per ottenere la parità dei diritti. Tappe fondamentali di questa lotta furono la creazione dei tribuni della plebe, leggi scritte valide per tutti e infine l’accesso ai plebei a tutte le cariche dello Stato. Intanto Roma iniziava una lunga serie di guerre vittoriose contro gli etruschi, galli, sanniti, dalle quali essa si ritrovò ad avere il controllo dell’Italia centrale. Giunta così a confinare con le colonie greche, Roma ebbe una battaglia contro Taranto (alleata con Pirro). Dopo una serie di sconfitte, Roma vinse. Ormai padrona dell’Italia, Roma organizzò i suoi possedimenti in municipi e città federate. LA CRISI DELLA REPUBBLICA: DAI GRACCHI A SILLA Le conquiste territoriali trasformarono profondamente non solo i costumi della società romana, soprattutto per influsso della Grecia, ma anche le sue strutture politiche ed economiche. Verso la metà del secondo secolo, accanto alla nobiltà senatoria, padrona di immense estensioni di terreno, si era formata una nuova classe sociale: quella dei cavalieri, arricchitisi con i commerci, i bottini di guerra e con la riscossione delle imposte per conto dello Stato. In grave decadenza era invece la classe dei piccoli proprietari terrieri i quali, costretti a vendere la loro terra ai latifondisti, andavano poi a ingrossare le file dei proletari. Si imponeva una riforma sociale: essa fu sostenuta dai Gracchi i quali proposero la ridistribuzione dell’agro pubblico, ma sia Tiberio sia Gaio furono uccisi durante scontri sanguinosi dai nobili. Non si poteva conservare più di 500 iugeri equivalenti a 125 ettari del terreno pubblico a ciascuno, e non più 250 per ogni figlio maschio, infine non si potevano superare 1000 iugeri.
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