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La Formazione Umana: Ruolo della Scuola e dell'Infanzia nella Società Moderna - Prof. Di B, Dispense di Filosofia

pedagogiaTeoria della ComunicazioneCultura e societàPsicologia dell'educazione

Il ruolo della scuola e dell'infanzia nella società moderna, utilizzando riferimenti da wittgenstein, russell, dewey, bruner e altri teorici educativi. Sulla necessità di superare il ruolo trasmissivo della scuola, promuovendo l'alfabetizzazione e la formazione critica. Inoltre, analizza l'evoluzione dell'idea dell'infanzia e i suoi effetti sulla società e sulla formazione. Il testo invita a riflettere sulla necessità di bilanciare la conoscenza acquisita dai media con la formazione critica e la conoscenza acquisita nella scuola.

Cosa imparerai

  • Come l'idea dell'infanzia ha evoluto nella società moderna?
  • Come la scuola può superare il suo ruolo trasmissivo?
  • Come Dewey e Bruner definiscono il ruolo della lingua nella formazione?
  • Come l'alfabetizzazione può aiutare a formare cittadini critici e responsabili?
  • Come i media possono influenzare la formazione e l'educazione?

Tipologia: Dispense

2018/2019

Caricato il 23/11/2019

GiadaCastronai
GiadaCastronai 🇮🇹

4

(16)

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Scarica La Formazione Umana: Ruolo della Scuola e dell'Infanzia nella Società Moderna - Prof. Di B e più Dispense in PDF di Filosofia solo su Docsity! NEO-BILDUNG CAP. 4: PER UN'ECOLOGIA DELLA CULTURA: NEIL POSTMAN DALLA CRITICA SOCIOLOGICA ALLA PEDAGOGIA. 1. una definizione del 900 è “secolo dei media”. La ricerca filosofica e pedagogica statunitense offre vari contributi. Fra questi è utile quello di NEIL POSTMAN (punto di vista pari di quello di Nussbauman). Nato nel 1931 a New York, considerato come un esponente della pedagogia critica, può offrire oggi, anche dopo la sua morte nel 2003, e anche in un contesto caratterizzato da trasformazioni tecnologiche + accellerate di quelle prese in esame da lui, spunti utili per l'epoca contemporanea. Postman declina il suo pensiero curvandolo sempre con attenzione a FORMAZIONE, EDUCAZIONE e ISTRUZIONE. Il suo contributo pedagogico è sintetizzabile in 4 itinerari, interconnessi ma specifici: – itinerario linguisitco (interesse ai linguaggi: orale, scritto, trasmesso...) – itinerario storico (dell'infanzia). – Itinerario sociologico-critico (come interprete critico del progresso tecnologico) – itinerario formativo (approccio fra pratica e teoria e che assegna un ruolo impo. All'ecologia). 4 itinerari che ne delineano il profilo di intellettuale INTERDISCIPLINARE. 2. I PRIMI STUDI (1961), si dedicano al rapporto fra televisione e insegnamento della lingua inglese. Nel 1966 con Weingartner pubblica “LA LINGUISTICA” → presenta “l'imparare a imparare” come uno dei principi e degli obbiettivi dell'educazione in un'epoca caratterizzata dalla diffusione di info. E conoscenze provenienti anche da contesti extrascolastici. La scuola deve rendersi consapevole del compito di promuovere la formazione in soggetti + umani e + aperti (mente e spirito). Usano gli spunti di Wittgenstein e Russel come riferimenti per definire il ruolo della lingua all'interno della cultura, per coinciliare poi le esperienze di Dewey e Bruner: se da un lato il problema dell'istruzione consiste deweyanamente nel fornire agli studenti “qualcosa da fare”, la lingua necessita di essere studiata perchè aiuta un soggetto a divenire qualcosa che non è, o a fare qualcosa che non sa fare o a sentire ciò che vorrebbe sentire. Al tempo stesso, gli autori sostengono che la lingua possa rappresentare anche un mezzo attraverso il quale indagare i modi in cui si forma la conoscenza e le strategie per promuovere una comprensione intelligente. La linguistica è un “modo di fare qualcosa” e un “modo di comportarsi” e un “atteggiamento scientifico” che dovrebbe promuovere all'interno della scuola l'applicazione del processo di indagine. Il compito di imparare ad apprendere dovrebbe essere perseguito con il riconoscimento della centralità del linguaggio in ogni disciplina: qualsiasi insegnante dovrebbe prendere consapevolezza di essere anche un insegnante di lingua (perchè tutte le materie sono un fatto di linguaggio). Attraverso il linguaggio è possibile far sviluppare negli allievi un atteggiaemnto critico nei confronti della realtà. La lingua quindi può rappresentare un vettore di riscatto ed emancipazione per i soggetti. Con l'alfabetizzazione avviene una presa di coscienza da parte dei sogg e una formazione di cittadini + critici e responsabili. In “TECHNOPOLY” chiarisce che il linguaggio è lo strumento ideologico, + potente: ci insegna i nomi delle cose, quali cose possono avere un nome, divide il mondo in soggetti e oggetti. Compito della scuola è scoprire il programma ideologico della lingua, che altrimenti sarebbe destinato a rimanere nascosto, nell'inconscio di ciascuno. Nel 1969 pubblica TEACHING AS A SUBVERSIVE ACTIVITY, sempre con Weingartner. → qui la scuola viene considerata l'unica agenzia in grado di far fronte alla moltiplicazione dell'info. E alla diffusione di nuovi ambienti di apprendimento. Come già sostenuto da Dewey in scuola e società, Postman e weingartner ritengono che la scuola debba farsi consapevole di poter governare il cambiamento in atto, progettando sistemi educativi in grado di trasmettere ai giovani i concetti necessari per sopravvivere alle continue trafsormazioni della società, cultura, tecnologia... la scuola dovrebbe farsi carico di una strategia per la sopravvivenza e far sì che i giovani sviluppino l'attitudine al pensiero e le capacità di formulare critiche in campo sociale, politico e culturale. Postman e Weingartner auspicano che in educazione venga valorizzato il rapporto fra il fare e l'imparare. La scuola dovrebbe superare il suo ruolo esclusivamente trasmissivo, formando allievi capaci di formulare nuove domande e che, usando l'indagine, riescano a creare conoscenza. In questo compito la funzione chiave spetta al linguaggio. Lo studio del linguaggio a scuola deve vertere sui rapporti della lingua con la realtà, affinchè lo studente possa cominciare a sviluppare dei criteri in base ai quali potrà valutare le percezioni. La linguistica deve rappresentare una chiave di lettura interdisciplinare in grado di promuovere forme di educazione nuova che sappiano promuovere sguardi divergenti e creativi. Nel processo interpretativo il lettore assume un ruolo fondamentale: egli non è solo un destinatario passivo dei contenuti ma è sempre almeno potenzialmente un interprete attivo. E può diventare ancora + attivo a patto che padroneggi il codice dell'autore, servendosi di abilità di analisi, di ragionamento e di valutazione del linguaggio. La linguistica ha in se il compito di farsi anche metalinguistica e portare il soggetto a sviluppare una consapevolezza dei vari usi della lingua, che riguardano la scrittura, lettura, parola parlata e lingua trasmessa. 3. la storia dell'infanzia è un ambito della ricerca pedagogica esistente dal XX secolo, si è arricchito gradualmente di analisi che offrono spunti per comprendere i giovani dell'epoca contemporanea e per alimentare la loro educazione. A partire dalle tesi di ARIES, Postman scrive LA SCOMPARSA DELL'INFANZIA del 1982, volume che ha ricevuto molte critiche, ma che offre spunti utili per riflettere su un'idea dell'infanzia che si trova nella società statunitense (anni 70), esposta al rischio di “scomparsa”. Postman si serve delle analisi di aries per sottolineare come, per quanto le bambine/i siano sempre esistiti, siano stati l'Umanesimo e altre trasformazioni sociali dell'epoca moderna a far sì che l'idea o il sentimento dell'infanzia si siano diffusi all'interno della società. Questi però sono solo “embrioni” del sentimento dell'infanzia che scompaiono nel Medioevo. In quest'ultima epoca non vi è una chiara distinzione fra gli ambiti di vita del bambino e dell'adulto. → il bambino cresce nella stessa sfera sociale dell'adulto e ha la possibilità di accedere ai contenuti che avrebbero dovuto appartenere solo all'adulto. essere dottissimi, ma in realtà non sapranno nulla. Thamus si preoccupa, prima ancora dei contenuti che produrrà l'uomo con la scrittura, del fatto che l'uomo scriverà. Sosteneva che il medium è il messaggio e che la forma di una tecnologia condiziona il contenuto: la tecnologia determina la nostra terminologia + impo. E lo fa senza dircelo. Le tecnologie creano dei monopoli di conoscenza, assegnando potere a coloro che controllano l'elaborazione di una tecnologia a scapito di coloro che non la padroneggiano. L'ammirazione per thamus espone postman alle critiche di autori che lo hanno accusato di essere apocalittico. Lo stesso autore conferma il suo sbilanciamnto verso una prospettiva critica ma cmq le sue analisi criticano derive della società contemporanea: la rivoluzione tecnologica (avviata con la stampa) ha dato avvio all'età dell'info.. apartire da queste trasformazioni si è diffusa la necessità di controllare queste info. , un compito che è stato affidato alla scuola. Il passaggio dalla tecnocrazia al tecnopolio però, è contraddistinto dall'impossibilità di attivare un sistema immunitario rispetto all'info. E dal rischio che la scuola, se lasciata da sola, non sia in grado di far fronte alla situazione. Nella società contemporanea, non costituisce un problema solo il fatto che il ridere sostituisca il pensare, ma occorre allarmarsi anche dal fatto di non sapere per cosa ridere. L'INTELLETTUALE ha quindi un ruolo impo. → ha il compito di chiedersi il motivo per il quale si è cessato di pensare. Se la mancanza di info. È un danno gravissimo, occore dunque mettersi in guardia anche dagli eccessi di info (900). a fronte di un aumento delle info non sono + sufficienti i meccanismi di controllo dei sogg, i quali per gestire tali crescenti info sono costretti ad affidarsi nuovamente alla tecnologia → si crea un CIRCOLO VIZIOSO e la conseguenza è un crollo della tranquillità psichica e della finalità sociale. Anche se dai testi di postman spesso si avverte una sensazione di RASSEGNAZIONE al tecnopolio, non mancano strategie per la tutela dell'uomo autonomo. Offre una risposta ragionevole rappresentata dalla resistenza (soggetti come militanti che non accettino la tecnologia come parte dell'ordine naturale delle cose, ma che la valutino come prodotto di un contesto economico e politico) con amore (occorre tenere a cuore le narrazioni e simboli della cultura). È un compito che non può passare solo dall'istruzione e che deve coinvolgere anche la formazione dei soggetti, chiamati ad assumere un atteggiamento critico e autonomo nei confronti della realtà. 5. RESISTENZA CON AMORE: contrassegna il legame fra postamn sociologo e pedagogista- filosofo dell'educazione. L'arrivo di una nuova tecnologia non aggiunge ne sottrae alcunchè, ma CAMBIA TUTTO, cioè trasforma il contesto e l'ambiente nel quale questi strumenti sono utilizzati dall'uomo. Per postamn si deve puntare al ristabilimento dell'equilibrio, affinche l'habitat dell'uomo non si impoverisca e non finisca per privare l'uomo di pensiero critico. Auspica quindi a un intervento omeostatico della scuola, che riporti equilibrio. → da qui si torna all'invito di reistere con amore per l'ascesa dell'umanità. Hanno quindi ruolo fodnamentale la scuola e l'istruzione. Infatti quest'ultima ha il compito di promuovere un concetto generale di militante della resistenza, ma anche quello di aiutare i giovani a plasmare il proprio modo di esprimere tale concetto. ISTRUIRSI come CONOSCENZA DEI PROCESSI INTELLETTUALI E CREATIVI CHE HANNO PORTATO ALLA PRODUZIONE DI QUANTO MEGLIO è STATO DETTO E PENSATO. Altro volume di postman: ECOLOGIA DEI MEDIA, 1979. : la tesi è che i mezzi di comunicazione e la tv, siano a tutti gli effetti un curriculum. Curriculum come un sistema particolare d'info., avente lo scopo di influire, insegnare, coltivare la mente e il carattere della nostra gioventù. Al pari della scuola, anche la tv HA ed E' un curriculum: – HA: PERCHè ORGANIZZA IL TEMPO E LO SPAZIO SECONDO DIREZIONI SPECIFICHE E DEFINISCE IN FORME DIVERSE IL SAPERE – E': offre ambienti e stili caratteristici che contribuiscono a determinare la formazione dei soggetti. Il primo curriculum, in senso gerarchico, è proprio la tv in quanto vanta di maggiore diffusione ed efficacia rispetto a quello scolastico. Le conseguenze di questa primarietà sono preoccupanti, in quanto gli strumenti comunicativi come la tv si servono di forme ANALOGICHE (forme di comunicazione in cui i sistemi di codificazione hanno un rapporto diretto con quello che significano). L'info. Veicolata dalla tv si fonda su significati che traggono origine dalle percezioni umane delle struttura della natura e dalla capacità d'imitarne le forme. L'immagine essendo unica, non parafrasabile, si contrappone alla parole che al contrario è astratta e traducibile: la tv impegna al max le emozioni dei ragazzi a scapito della loro capacità di astrazione, che invece rimarrebbe passiva. Usando come fonte primaria di info il linguaggio, il curriculum scolastico ha uno stile di insegnamento espositivo, si occupa di fatti e si fonda sull'impo del distacco, dell'analisi e della critica. Le influenze del curriculmu sono studiate anche a livelli psicologico e fisiologico: l'immersione in forme analogiche fortifica l'emisfero dx del cervello (deputato funzuioni non linguistiche e non logiche), inebriendo le funzioni dell'emisfero sx (capacità di parlare, scrivere, contare). A fronte di questa primarietà, postman auspica un intervento omeostatico proprio da parte di quel secondo curriculum: la SCUOLA DEVE AVERE FUNZIONE DI CONTROCANTO. Il riferimento all'ecologia arriva dalla lettura di N. WIENER, per il quale essendo molto cambiato l'ambiente in cui vive, l'uomo ha adesso l'esigenza di modificare se stesso per vivere una nuova realtà. Mentre in un ambiente statico la sopravvivenza dipendeva dalla conservazione e dalla trasmissione delle strategie sviluppate in passato, quando il cambiamento diventa la caratteristica principale dell'ambiente la sopravvivenza dipende dal fatto di essere in grado di stabilire quali dei vecchi concetti sono rilevanti rispetto alle necessità derivanti dalle nuove minacce alla sopravvivenza e quali non lo sono. L'ecologia fa da filo conduttore all'interno dell'antinomia fra: – CONSERVAZIONE: la scuola dovrebbe farsi carico di preservare quei saperi che rischiano di andare smarriti. – SOVVERSIONE: per riformare i metodi educativi e promuovere un pensiero critico e divergente. In entrambi l'obbiettivo è ECOLOGICO: si ambisce al mantenimento di un equilibrio che riesca a garantire all'uomo un ambiente idoneo a perseguire i propri intenti formativi. E dalla convinzione che il sistema scolastico sia l'unica istituzione sociale esistente in grado di svolgere la funzione di nutrire il pensiero della civiltà nonostante l'esponenziale velocità dell'evoluzione tecnologica, aiutando gli studenti a fare propri i concetti rilevanti per le nuove esigenze dell'ambiente. Promuovere uno sguardo ecologico significa che l'insegnante dovrebbe rendersi consapevole della funzione determinante che i media possiedono per i processi di educazione. Dovrebbe prevederne il loro inserimento a scuola per comprenderli e analizzarli con gli strumenti tipici della scuola, al fine di promuoverne usi + critici. HOW TO WATCH NEWS del 1992, scritto con Steve POWERS, → se i media rappresentano una possibile fonte di conoscenza occorre che questa non sia l'unica, anzi si richiede un approfondimento che provenga da altre fonti (scuola), cioè un riequilibriamento ad opera del pensiero critico. Il paradigna ecologico è alla base anche dell'ultimo testo LA FINE DELL'EDUCAZIONE, 1996. → il suo scopo è quello di ridefinireil valore della scuola, anche di fronte al rischio che si parli di crisi o fine dell'educazione. In risposta alla possibile fine è opportuno tornare a definire quali siano i FINI dell'educazione. Postman chiarisce una differenza: se da un lato l'istruzione è un'attività circoscritta e localizzabile in determinate situazioni, l'educazione non ci da pace, non ha confini e rifiuta di essere ignorata. Altre agenzie che educano, oltre alla scuola sono: media ed ogni esperienza con la quale il sogg entra in contatto. Esperienze che partecipano alle azioni di ex-ducere (tirare fuori) e di edere(nutrire) che si rintracciano nell'etimologia del verbo EDUCARE. Il fine di ricerca di postman si concentra sulle strategie, finalità che la scuola deve mettere in atto per assolvere veramente al suo ruolo. L'interrogativo se la scuola sia destinata a sopravvivere rappresenta per postman una domanda retorica, la risposta → per lui il tematizzare le problematiche alle quali essa è esposta significa mettere in atto la strategia di RESISTENZA già descritta. Al fine di garantire al sogg le possibilità per coltivare la propria umanità, occorre potenziare il sapere scolastico, cercando di fare in modo che non risponda solo a finalità educative ma che sappia assolvere a compiti formativi, secondo un'ottica della neo-bildung. 6. senza usare nei testi la parola “postmodernità”, postman fa riferimento alle trafsormazioni avvenute durante la seconda metà del XX secolo e individua le modalità con le quali vengono a diffondersi le info come uno dei motori + potenti delle trasformazioni in atto. Trasformazioni che rischiano di ritorcersi contro l'uomo, se egli non riesce a preservare quei saperi e quei modi di pensare che sono legati alla scuola. I suoi contributi sono stati spesso etichettati come apocalittici, e poco adatti a interpretare l'immersione del sogg in formazione in contesti tecnologici sempre + innovativi. Invece i suoitesti possono configurare un modello pedagogico molto attuale per interpretare le trasformazioni in atto:un modelllo implicito di neo-bildung che può essere sintetizzato in 10 punti: 1. individuazione del linguaggio come strumento trasversale fra le discipline per ripensare l'istruzione. Il linguaggio non serve solo ad esprimere il pensiero, ma anche a rendere possibili i pensieri. L'educazione linguistica è il primo passo di un'educazione che riesca a decantarsi nell'antinomia fra sovversione e conservazione. L'educazione ha infatti il compito di farsi al tempo stesso rivoluzionaria e tradizionale. La scuola seppur conservatrice, risulta sovversiva, in quanto attraverso una padronanza della lingua coltiva il pensiero critico e offre una strategia di resistenza. Per formare sogg liberi e critici, occorre una padronanza della lingua. Ogni insegnate 2.JAMES HILLMAN E LA FORZA DEL CARATTERE: psicologo di matrice jungana, nato nel 1926 ad atlantic sity, insegna in molte uni. Fino alla morte nel 2011. per hillman la terapia non deve essere intesa come qualcosa che gli analisti fanno ai pazienti, ma si tratta invece di processi che si svolgono ad intermittenza nell'esplorazione della nostra anima, caratterizzati dagli sforzi per comprendere le nostre complessità. ANIMA e ARCHETIPO sono i 2 centri dinamici per comprendere l'analisi psicologica: – anima → pone le proprie radici negli archetipi – archetipo → modelli profondi del funzionamento psichico che determinano le prospettive medianti le quali i sogg vedono e interpretano loro stessi e il mondo. – Tratta la formazione nel libro LA FORZA DEL CARATTERE, 1999, dove recupera la definizione di anima tracciata ma si occupa di età senile. Vuole decostruire l'idea della vecchiaia come momento della vita difettoso, caratterizzato dall'attesa della morte. → si deve smontare l'idea che l'uomo sia una creatura solo fisiologica. In realtà ognuno è soggiogato al proprio carattere. L'autore sottolinea come proprio quegli anni in + siano determinanti per confermare e portare a compimento il carattere. Il carattere è una condizione di tratti, manie ed adesioni ideali che restituiscono la traccia della nostra esistenza. È il carattere a plasmare il volto dei sogg, le loro abitudini, amicizie. Vecchiaia come: – RESTARE → bisogna valorizzare questa parola, per far si che i pensieri si concentrino sulla vita che stiamo vivendo: piuttosto che interrogarsi sulla morte, è opportuno riflettere su ciò che resta. E a restare è il carattere!. L'età è un laboratorio utile per la raffinazione del proprio carattere. – LASCIARE → non si fa riferimento alla morte come esito della vecchiaia, ma come funzioni che il nostro corpo lascia e diventino funzioni del carattere. I cambiamenti fisici sono una forma di linguaggio poetico che riscrive la personalità trasformandola in carattere. Occorre quindi decostruire anche caratteristiche che possiede l'anziano, senza interpretarle in chiave negativa: ripetizione come funzione per la trasmissione della cultura, svegliarsi di notte come risveglio ALLA notte. Si deve decostruire anche l'idea che l'anima, entrando nel mondo con l'infanzia, allo stesso modo lasci lentamente il mondo con la vecchiaia. – DURARE → che non ha significato di “vivere + a lungo possibile” ma come “rimanere fedeli alla propria forma”. Recupera così aristotele, sostenendo che la forma sia legata all'anima, che dà forma al corpo, pur essenso incorporea: METAFORA DEL CALZINO → prendiamo un paio di calzini. Un calzino si buca e ricuciamo il buco. Si crea un altro buco e si ricuce anche quello e così via.+ sono i rammendi della lana originale e + il nostro calzino è fatto di una lana completamente diversa. Eppure è sempre lo stesso calzino (è diverso dall'originale calzino, ma la sua forma è rimasta la stessa). Nonostante l'alterazione del materiale, il mio calzino non diventa mai un altro calzino. LA MATERIA di cui è fatto è diversa, ma la sua FORMA è uguale. Il carattere ha uno stretto legame col volto: è il segno della nostra esistenza e la traccia nuda che ciascun sogg dà all'altro. Per hillman formare l'uomo significa “dare forma al proprio carattere” ed è un processo che avviene per tutta la vita. Però in tale epoca è sempre + esposto a rammendi, e reclama la necessità di orientamento per mantenere la forma. L'idea del carattere può quindi rappresentare una risorsa nella cultura perchè riesce a nutrire l'immaginazione. Hilman sottolinea quindi la necessità che al fianco di educazione e istruzione, vi sia una cura per la costruzione del proprio carattere che parta dall'infanzia fino alla terza età. E che quel momento venga valorizzato per le sue ricchezze. 3.PAUL WATZLAWICK E LA PRAGMATICA DELLA OCMUNICAZIONE UMANA: paul nasce in austria. Studia a zurigo, all'istituto carl gustav jung. Poi approda a Palo Alto nel 1961. egli si fa interprete attivo della teoria costruttivista con i testi: LA REALTà DELLA REALTà e LA REALTà INVENTATA. Il suo testo + noto è LA PREGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA, scritto con beavin, jackson nel 1967. → ogni comportamento è forma di comunicazione. Tali ricerche si collocano nei COMMUNICATION STUDIES, per i quali la comunicazione è una conditio sine qua non della vita umama e ordinamento sociale. Parlando di comunicazione NON si può intendere un fenomeno unidirezionale, perchè si tratta di un fenomeno caratterizzato da interazione (mosse governate da regole, spesso ne siamo inconsapevoli di queste). È molto. Impo. Che venga incluso anche il contesto nello studio della comunicazione. La pragmatica pone attenzione a scopi e obbiettivi, curando gli aspetti concreti della comunicazione. Occorre occuparsi dell'effetto che la reazione del ricevente può avere sul trasmettitore:in sostanza, la comunicazione produce retroazione (comportamento di una persona influenza ed è influenzato da tutte le persone coinvolte nella comunicazione). Paul, beavin e jackson individuano 5 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE: 1. non si può non comunicare → ogni comportmaento in situazione di interazione ha valore di messaggio. 2. ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, in modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione. → quando il rapporto fra comunicanti è sano e spontaneo gli aspetti relazionali tendono a recedere sullo sfondo. Nei rapporti malati avviene una lottaper definire la natura della relazione che rende sempre meno chiaro il contenuto. 3. la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra comunicanti. → la punteggiatura organizza gli eventi comportamentali ed è quindi vitale per le interazioni. 4. gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (creato culturalmente) che con quello analogico (riferimento diretto a ciò che esprime il significato). 5. tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, basati sull'uguaglianza (si tende a rispecchiare il comportamento dell'altro) o sulla differenza (il comportamento di un comunicante completa quello dell'altro). Le riflessioni di paul rimandano alla necessità cheil sogg impegnato nella comunicazione riesca a prendere in considerazione anche gli aspetti metacomunicativi: ciò significa procedere a un passo laterale rispetto alle situazioni comunicative nelle quali si è immersi, assumendo uno sguardo da lontano e operanod una decostruzione. La formazione passa dalla comunicazione e può essere alimentata da una forma di comunicazione autentica, finalizzata all'icnontro con l'altro. Nel saggio ISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICI, 1983, l'autore ricorre a un taglio ironico per sottolineare come sia necesario emanciparsi dalla favola millenaria secondo la quale la felicità e serenità sarabbero mete desiderabili della vita. È utile invece, costruire la propria infelicità e coltivarla. “è il rendersi infelici che va imparato”. La chiave per la felicità secondo paul è nella distinzione fra: – giochi a somma zero → quei giochi nei quali la perdita di ungiocatore significa la vincita dell'altro (- +). – giochi a somma diversa da zero → prevedono che vincita e perdita non si pareggino, in quanto entrambi i giocatori possono vincere o perdere. La nostra società ci induce a pensare che esistono solo i giochi a somma zero, in cui il successo di uno significa la sconfitta dell'altro. I partecipanti di questi giochi persistono l'idea della vincita e del superamento reciproco, non si avvedono che sia un terzo a sorridere: la vita , nella quale entrambi sono perdenti. Rendersi consapevoli che la vita è un gioco a somma diversa da zero sarebbe il compito dei soggetti affinchè riescono a rendersi sia infelici che felici, e coltivare stati d'animo per declinarsi in ottica formativa. Per paul è quindi impo: riflettere sui propri modi di comunicare, e si aspirare a prendere consapevolezza dei propri limiti (senza perseguire la felciità). La felicità NON deve essere considerata un traguardo, ma un modo di confrontarsi con una realtà cosi instabile. 4.JEREMY RIFKIN E LA CIVILTà DELL'EMPATIA: nasce nel 1943 a denver. Si forma con studi economici. Le sue analisi curcvano su temi legati all'ecologia, sostenibilità e mettono al centrola categoria dell'empatia per promuovere la costruzione di cittadinanza. Prende inoltre, in esame le conseguenze della diffusione della rete sulla cultura, società e biosfera. Primo testo è del 2000, L'ERA DELL'ACCESSO → sottolinea come il ruolo della proprietà privata stia cambiando, in quanto i mercati starebbero cedendo il passo alle reti: la proprietà è sostituita dall'accesso. Internet è il motore di una terza rivoluzione industriale: per effetto di internet il potere sarebbe passato dalle consuete strutture piramidali a un potere fianco a fianco, capace di sfuggire alle gerarchie e di dare a tutti i sogg la possibilità di incidere su scala planetaria rispetto alla cultura, società ed economia. Propone un superamento dell'economia capitalista, per procedere al costo marginale di produzione quasi zero (es. pubblicare un libro, l'unico costo è la quantità di tempo impiegata per creare il prodotto e i costi di accesso alla rete) e all'economia collaborativa: nello scenario economico i mercati stanno cominciando a cedere il passo alle reti. La proprietà sta diventando meno impo. Dell'accessibilità. Emerge in lui un nuovo sogno: UNA QUALITà DI VITA SOSTENIBILE. L'era dell'accesso avrebbe portato nuovi strumenti per riorganizzare l'esistenza e nuove definizioni del concetto di “umano”. Il testo + pertinente: LA CIVILTà DELL'EMPATIA, 2009. → nuova interpretazione della storia della civiltà umana a partire dall'evoluzione empatica dell'uomo: questa evoluzione ha ricadute sullo sviluppo della nostra specie. Per rifkin l'empatia è una caratteristica strutturale di ogni sogg e ciò può aprire punti di vista nuovi in vari ambiti. Tutte le discipline devono occuparsi dell'uomo empatico, nterpretando le relazioni sociali ed ambientali a partire dalla consapevolezza della dimensione relazionale di ciascuno. Ponendosi in (apparente) contrasto col pensiero postmoderno, ritiene che esista un tema dominante nell'avventura umana: tale tema è l'EMPATIA (faccia dell'esperienza umana capace di rivelare la nostra natura sociale, l'evoluzione e l'estensione degli affetti e l'impatto di tutto ciò sulla cultura e società). Il termine empatia proviene dal concetto tedesco di EINFUHLUNG ed è inteso come modalità con la quale un osservatore proietta le proprie emozioni su un ogg di adorazione o contemplazione. Il termine si diffone nel dibattito psicologico nel 1909, quando 3. Consolidare la comunità tenendo fermo il primato dell'attività sulla riflessione e promuovendo le abilità cognitive con il dialogo. L'insegnante è facilitatore. 4. Esercizi e discussione con domande. Poi attività filofosiche che favoriscono la formazione di giudizi. 5. Suscitare + risposte. Il pensiero riflessivo è un pensiero che riesce a farsi consapvole delle sue assunzioni e delle ragioni a sostegno delle varie conclusioni. FORMARE significa non accontentarsi solo del pensiero procedurale o sostanziale (contenuto) , ma riuscire a sovrapporre le 2 forme: un PENSIERO che posiede dimensioni di: – CRITICA: facilita il giudizio perchè fa ricorso a criteri, è autocorrettivo e sensibile verso il contesto. – CREATIVITà: si confronta con le possibilità di produrre significati e si occupa della trasformazione di ciò che è dato in qualcosa di diverso. – CARING: dovrebbe guidare i sogg a prendere consapevolezza del ruolo delle emozioni per il pensiero. UN PENSIERO A 3C, che può essere potenziato prevedenedo l'insegnamento di filo fin dall'infanzia. → questo pensiero è impo in quest'epoca moderna. Il sogg deve essere capace di autonomia nell'interpretazione dei significati e nel farsi idee e domande. 6.STANLEY CAVELL E LA DIMENSIONE ESTETICA DELLA FROMAZIONE nato ad atlanta nel 1926, morto a boston nel 2018.si muove a partire dalla filosofia analitica per poi staccarsene. Il suo pensiero si lega allo scetticismo, sottolineando come il linguaggio possieda la capacità di negare se stessograzie alle sue caratteristiche di naturalità e immediatezza. I criteri del linguaggio ordinario devono essere conosciuti e padroneggiati perchè sono i ermini con i quali i sogg si relazionano rispetto a ciò che accade: per quanto le parole pubbliche e i criteri per il loro uso costituicono lo spazio umano entro il quale muoversi, tale spazionon da garanzie in termini di reciproca comprensione. Ciò che è comune dovrebbe essere sempre oggetto di interrogazione e di indagine. Sottolinea le caratteristiche empatiche ed intuitive dell'esperienza. Intorno alla frase “noi non comrpendiamo quello che diciamo”, costruisce la sua visione dello scetticismo e denuncia l'ambiguità del linguaggio e la difficoltà di controllo sulle proprie parole e su quelle altrui nella comunicaizone. Il sogg è davanti a un paradosso: aumento della volontà di sapere ma perde la capacità di ascolto. Occorre quindi recuperare il pensiero continentale per passare da un orientamento analitico- argomentativo ad uno ermeneutico. La filosofia inoltre, deve essere considerata come una scrittura fra le possibili scritture, al pari del romanzo. È un tessuto di testi che necessita di essere interpretato. Per cavell quindi è fondamentale per la formazione del sogg. Il DIALOGO. LA FILOSOFIA CONSENTE UN ESERCIZIO IMMAGINATIVO, che porta il sogg ad assumere la responsabilità dei propri atti linguistici. Dal dialogo, procede poi verso una sintesi che porta alla sua formazione. Filosofare produce cambiamento nel sogg, porta auna sua rinascita, alimentata dall'interiorizzazione libera delle forme della cultura nella quale è immerso. L'estica (da molta impo. Alle ARTI). reca in sé una condizione del sogg che costruisce se stesso nella stessa esperienza estetica, in quanto non è solo destinatario di un messaggio ma anche interprete e attore. Il giudizio estetico stimola il sogg a mettersi in gioco sul piano del linguaggio: l'esperienza è quindi un'esperienza in sé, del proprio orientarsi in uno spazio condiviso. L'ESPERIENZA ESTSTEICA RIMETTE IN QUESTIONE L'ESISTENTE, RIMODELLANDOLO SECONDO DIVERSI PUNTI DI VISTA. Per cavell l'idea di SELF REALIZATION democratica sarebbe un'estensione dell'ideale di vita filosofica, che si traduce con la cura di sé. Alla base della democrazia deve esserci la fiducia in se stessi, cioè la capacità di ognuno di giudicare per il meglio in merito a proprie scelte e decisioni e di rifiutare ogni potere che non rispetti i suoi propri principi. → significa avere un pensiero avverso,critico che sfugga alla conformazione!!. in una società democratica ogni essere umano deve aspirare alla perfezione NON narcisistica, assumendo la responsabilità di sé rispetto al sé futuro e cercare di ritrovare l'altro in se stessi. La democrazia deve trovare quindi un equilibrio fra salvaguardare le differenze di ciascuno e promuovere spazi comuni in cui avviene l'incontro con l'altro. Per l'autore il sogg è constantemente impegnato nell'edificazione di sé, con le relazioni che viene ad intessere con se stesso, con gli altri e con la cultura. Questa edificazione costituisce un impegno verso la comunità di appartenenza. 7.WOODY ALLEN E L'IRONICA FRAGILITà DEL SOGG CONTEMPORANEO Il cinema può essere individuato come un linguaggio particolarmente utile per riflettere sulla condizione del sogg. Nell'epoca post moderna. Anche il film è una froma di romando e può promuovere esperienze formative nel sogg, che puo sperimentare nuovi punti di vista e realtà sconosciute... l'attore e regista, woody allen, nasce a New York nel 1935 ed èuno dei + impo umoristi di oggi. È possibile individuare una sua affinità con la “post-filosofia”: “noi filosofi amiamo woody allen i parte perchè parla di noi nei suoi film” (tom morris). Egli introduce nei suoi film tematiche impo. Nel pensiero filosofico occidentale: alcune espresse nei dialoghi o monologhi, altre si trovano alla base delle sceneggiature. Il suo approccio mira a mettere in ridicolo l'approccio alle questioni eterne dei cattedratici ma anche a porre domande che avvicinano la filosofia ai temi della quotidianità. La sua produzione è collegata al POSTMODERNO e DISINCANTO, A UN'EPOCA CARATTERIZZATA DALLA CRISI DI CERTEZZE, a partire dalla condizione di precarietà nella quale gran parte dei personaggi sono immersi. Emerge fragilità fisica ed emotiva nei personaggi. E dalle loro riflessioni emerge come oggi occorre farsi consapevoli che le nostre vite sono senza senso, perchè non c'è nessun significato assoluto e oggettivo che possa essere stabilito nell'universo come totalità. Uno dei punti chiave di allen è lIRONIA che si fa AUTO-IRONIA, nei film ma anche nei personaggi. L'ironia e la comicità sono le chiave di lettura di tematiche che riguardano l'essere umano: e questa consente di riflettere su temi scomodi, favorendo un decentramento e + punti di vista. La struttura tipica delle battute di allen consiste nel contrapporre bruscamente alle aspirazioni della cultura alta i problemi di un piccolo ebreo di manattan. La forza del joke risiede nella precisione del dettaglio. Il sogg descritto da allen sembra incarnare una constante inadeguatezza rispetto agli schemi tradizionali della società. Un sogg che, suo malgrado, necessariamente si conforma alla società che sorveglia e punisce. Ma è un sogg che proprio nella condizione di fragilità può tentare di affermare la propria libertà. Con l'ironia, si fa consapevole dei propri limiti e riesce così ad abitaee il disincanto in una condizione di gettatezza. Il personaggio interpretato da allen è spesso definito IMBRANATO(colui che inciampa e rovescia la zuppa. È un incapace). In realtà la maschera comica è quella dello SCHLIMAZEL (colui che riceve la zuppa addosso. È vittima degli eventi del destino. e per questo vive con l'incertezza e precarietà). Secondo un'ottica di PESSIMISMO ATTIVO, emerge dai film l'idea che per quanto l'uomo sia chiamato a distrasi per non soffermarsi su queste orribili verità, in realtà occorra prendere atto che tutti gli interessi che possiamo protare avanti sono destinati al fallimento a causa della mancanza di stabilità di tutto l'universo. Emerge inoltre, un sogg che nutre il proprio pensiero partendo dalla corporeità: in molti film è la dimensione sessuale ad essere tematizzata, sottolineando ironicamente, il ruolo dell'inconscio per strutturare i nostri pensieri. Sono temi che emergono con descrizioni di sé o con interpretazioni del mondo, ad opera dei personaggi durante i MONOLOGHI. C'è inoltre uno stretto rapporto fra estetica e formazione nei film,che individua l'ARTE come filo conduttore di molte sue narrazioni. L'arte è infatti lo strumento che molti personaggi cercano di usare per esprimere veramente se stessi (critica all'arte nel farsi moda ed oggetto di consumo invece che esperienza realmnete estetica). L'arte può farsi strumento di emancipazione nel momento in cui rende il sogg consapevole della propria condizione e dei propri limiti. Infine anche la PSICANALISI, ha un ruolo impo. Nei film di allen. Ci sono molte scene di analisi e spesso le narrazioni partono proprio dall'introspezione che, anche se in forma di monologo, corrispondono a forme di autoanalisi, che corrispondono a percorsi di formazione. L'ironia tocca anche il ruolo dell'analista, presentato come personaggio MAI RISOLUTIVO, ma del quale è difficile farne a meno. Anche il cinema fornisce un'idea di formazione: processo attraverso il quale il sogg entra da solo in contatto con le forme della cultura in cui è immerso. Un processo di bildung senza bild, formazione senza forma (senza modello predefinito al quale adeguarsi). Un sogg che chiuso in una gabbia, può salvarsi solo con la consapevolezza della propria condizione e che forse può evadere grazie all'ironia critica e utopica, e che guida il sogg nel compito di edificarsi. CAP. 6 MODELLI DI NEO-BILDUNG E PEDAGOGIA CRITICA 1.CONTRIBUTI STATUNITENSI PER LA NEO BILDUNG Gli stimoli della seconda metà del XX secolo alla riflessione pedagogica, da vari ambiti disciplinari, nel CONTESTO STATUNITENSE: – BRUNER: oltre agli studi sui processi cognitivi, si è occupato di cultura dell'educazione e definisce la centralità del pensiero narrativo per far sì che ognuno riesca a dar senso alla propria esperienza di vita. – CHOMSKY: da una prospettiva linguistica richiama ai valori della democrazia. – Macdonald e McLuhan: hanno sottolineato da un lato la tendenza dei messi di comunicazione a favorire una medietà dei prodotti culturali, dall'altro hanno evidenziato come i media siano estensioni dell'uomo e necessitano di essere conosciuti non solo per i contenuti che veicolano ma anche per le forme che possiedono. I tratti comuni fra gli autori presi in esame: ciascuno dal proprio punto di vista disciplinare per abitare il disincanto dovrebbe armarsi di strategie formative, che offrono itinerari che il sogg può intraprendere per coltivare la propria formazione nell'epoca attuale: 1. cura di sé e autobiografia → essendo alla costante ricerca di una propria identità, che influisce sulle relazioni pubbliche, il sogg è chiamato a conoscersi e scoprirsi con pratiche che contribuiscono a prendere consapevolezza di se. Fra queste c'è l'autobiografia, che si serve della scrittura per portare il sogg a leggersi come un processo, intrecciando fra loro eventi, memoria e segni: l'autobiografia è formazione, in quanto espresione mx della cura di sé. 2. La mente cognitiva. → controllo del processo cognitivo, che consente di procedere a un'analisi e riconoscere la struttura dei suoi percorsi, portando il sogg a ritornare sui processi svolti, correggendoli. In un'epoca instabile significa coltivare nei sogg la possibilità di orientarsi e riconoscere limiti e potenzialit dei propri processi cognitivi. Questa riflessione sui propri modi di pensare è impo. Per il pensiero critico, che diviene poi riflessivo. 3. La coscienza ironica → è utile per abitare il disincanto in quanto implica distacco dal proprio modo di pensare e agire tradizionale e apertura a un confronto, fra + punti di vista. L'ironia coltiva il pensiero divergente e lo valorizza. Si intreccia con la fantasia e favorisce la metacognizione (procedure che ripensano il pensiero). Inoltre l'ironia può essere considerata come atteggiaemnto alla vita, valorizzando il distacco e la partecipazione critica. 4. La democrazia aperta → parola chiave per abitare il disincanto. Siamo in un'epoca di crisi della democrazia. Di fronte a possibili derive dei valori democratici, per poter garantire all'uomo il miglior habitat possibile per formarsi, è necessario coltivare principi che stanno alla base della democrazia e promuovere una visione di cittadinanza su scala planetaria. È necessario oggi,coltivare principi etici alla base della democrazia + valori come responsabilità, solidarietà e comunicazione, per la costruzione di ogni comunità. 5. La laicità. Il disincanto porta alla laicizzazione ( il religioso è meno centrale nella definizione della società). In uno scenario caratterizzato dalla convivenza nel pluralismo di visioni religiose, occorre evitare derive integraliste che si avviluppino in pregiudizi. L'epoca postmoderna richiama alla necesstà di valorizzare il pluralismo e alimentare il dialogo, ascolto e confronto con l'altro. Il dialogo da una prospettiva laica, può portare le religioni a confrontarsi, comprendersi, superando la differenza come pericolo. 12 anni dopo la pubblicazione del libro, si possono aggiungere altre 3 strategie attuali per promuovere la formazione del sogg: 6. l'intercultura.: è la risposta pedagogica alla multicultura nelle società. La multicultura è la compresenza negli stessi luoghi di culture diverse, mentre l'intercultura propone una coesistenza capace di valorizzarele differenze. Un modello fondato sull'incontro e dialogo. Le differenze sono opportunità che possono incontrarsi in “spazi d'incontro”. 7. La media education: i media sono fra gi agenti + influenti delle trasformazioni culturali e sociali in atto. La media education aspira a promuovere una migliore conoscenza degli strumenti, affinchè essi possono essere usati criticamente e consapevolmente. L'obbiettivo è istruire i sogg ad un uso formativo di questi strumenti e promuovere la formazione di un pensiero critico. Una padronanza che dovrebbe essere allenata fin dall'infanzia, e promossa per tutta la vita. 8. L'ecologia: l'ecologia è stata individuata come una chiave interpretativa per comprendere la cultura e il sogg contemporaneo. Si declina come educazione all'ambiente e promuove un'idea ecologica di ambiente, anche come elaborazione di un dispositivo in grado di regolare l'esperienza educativa. 4.in un'epoca caratterizzata da trasformazioni, c'è la tendenza ad attribuire l'aggettivo nuovo (es. new age..), tendenza che riguarda anche la pedagogia. Per la quale l'aggettivo “nuova” può essere associato per 2 motivi: – perchè è chiamata a confrontarsi con un contesto in continua trasformazione e se riesce ad aggiornarsi è per interpretare le nuove sfide. – perchè è chiamata a nutrirsi di studi provenienti da scienze in costante evoluzione. Ma ha davvero senso parlare di NUOVA PEDAGOGIA? Per giovanni maria bertin NO, in quanto non coincide con le tendenze del presente. Essa è chiamata a fare riferimento a ciò che ancora non c'è e non può essere attuale essendo orientata al domani!!. la pedagogia così, è fatta di sapere di saperi, che si alimenta con il pluralismo e la dialetica fra questi. Si attrezza così degli strumenti per affrontare la complessità attuale e per interpretarla in modo critico. Quindi risulta + opportuno parlaredi “nuove sfide” con le quali la pedagogia deve confrontarsi. Proponendosi di comprendere i problemi educativi, istruttivi e formativi + attuali della società e individuando valori verso i quali orientare l'agire, dovrebbe anche contribuire a definire i fondamentali e universali verso i quali tendere. La pedagogia dovrebbe alimentare un dialogo che abbia come obbiettivo la riflessione sulla responsabilità verso di se e gli altri, sul bene comune come fondamento della democrazia e sull'individuazione di strategie formative che rendono protagonista l'uomo. La pedagogia è un sapere critico,riflessivo e regolativo. La pedagogia critica, per cambi, è: 1. l'esercizio di una critica alle pedagogie empiriche 2. analisi dello stemma del pedagogico, come sapere e agire protetto 3. applicazione di tale stemma in senso critico 4. indicazione di un proprio ambito e di una propria funzione 5. gestione culturale attiva di questi metamodelli con funzione metacritica e progettuale. È una pedagogia critica che si fa strumento per la progettazione educativa e per l'azione ducativa. → diventa modello planetario. Essa si offre come modello teorico e pratico perchè agisce dentro la pratica educativa e si fa strategia del fare educativo. Inoltre aumneta la riflessività. Gli autori ricordano come sia ancora fondamentale oggi mettere al centro della pedagogia la categoria della FORMAZIONE. Una formazione da curare dalla prima infanzia fino alla terza età. Formazione come conquista dell'autonomia e come costruzione dell'identità in modo unico, ma anche come costruzione di una cittadinanza basata sulla partecipazione e rispetto. Una bildung senza bild, formazione senza forma, priva di modelli predefiniti ma capace di orientarsi a partire dai valori riconosciuti dalla pedagogia come universali. Una formazione che alimenti una comunità capace di accogliere tutti, garantendogli le condizioni per un pieno sviluppo delle sue caapcità. E che operi in ottica ecologica, mantenendo l'equilibrio fra forme di vita e culturali diverse.
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