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La passione sonnambulica, Appunti di Epistemologia

Riassunto del libro "La passione sonnambulica"

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 24/05/2023

Lucreziacorrias
Lucreziacorrias 🇮🇹

4.1

(15)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La passione sonnambulica e più Appunti in PDF di Epistemologia solo su Docsity! LA PASSIONE SONNAMBULICA Pierre Janet Abulia= mancanza di volontà Anestesia= assenza o perdita di sensibilità. Nel 1970 H. Ellenberger afferma che Janet è stato saccheggiato, negato ed obliato per cause diverse. Secondo Ellenberger questo è dovuto a tre motivi fondamentali: 1) Il carattere di Janet; timido, introverso e poco coraggioso. Egli non volle mai fondare una scuola e sebbene fosse considerato un maestro non volle mai avere discepoli. 2) L’attacco violento da parte della cultura cattolica dopo la pubblicazione del libro “De l’angoisse à l’extase” 3) L’attacco infido da parte di Freud e dei suoi seguaci che cercarono di denigrare in tutti i modi janet e la sua opera. Negli ultimi due decenni si è avuta una riscoperta di Janet che avviene in stretta correlazione con la messa in discussione ed in seguito la caduta dell’edificio metapsicologico freudiano. La dottrina della psicoanalisi è un’antropologia negativa perché ritiene che l’uomo sia perverso e pazzo e quindi propone la naturale necessità al controllo. Questa ideologia servirà da supporto scientifico alla varie ideologie dogmatiche e totalitarie che hanno fondato il loro dominio proprio sul controllo dell’uomo. Al contrario Janet considerava l’uomo fondamentalmente sano o comunque curabile. Il medico-philosophe Pierre Janet nasce a Parigi nel 1859 e muore nel 1947 dopo un’intera vita dedicata alla ricerca. La sua ricerca nasce con gli studi di filosofia per approdare poi alla medicina. A le Havre, dove insegna filosofia, inizia ad interessarsi all’ipnosi. Mediante la scrittura automatica egli scoprì che durante gli accessi di terrore compariva una seconda personalità. Egli aveva preso in cura una ragazza che soffriva di attacchi di panico senza alcun apparente motivo, mediante l’espediente della scrittura automatica, la seconda personalità della ragazza rivelò che quando aveva sette anni due uomini si erano nascosti dietro una tenda e l’avevano fortemente spaventata. Il ricordo di questo episodio portò alla scomparsa dei sintomi. Il caso evidenzia sia la catarsi come meccanismo curativo, sia l’importanza del rapporto che si stabilisce tra ipnotizzatore e paziente. Primo libro ”L’automatisme psychologique” (1889) Sempre in quell’anno si trasferisce a Parigi ed inizia gli studi di medicina per laurearsi nel 1893. Il passaggio dalla filosofia alla medicina costituisce un punto centrale per lo sviluppo del pensiero di Janet. Egli comprende che deve apprendere un metodo scientifico per dare alle sue osservazioni un solido terreno sperimentale. In Francia si era mantenuto vivo l’interesse per l’ipnotismo che però era stato screditato. Sarà Charcot a ridargli una dignità scientifica. Janet lo utilizzerà come metodo terapeutico, egli può essere considerato come il vero iniziatore della psichiatria dinamica. Nel pensiero e nella prassi di Janet confluiranno sempre le due discipline: filosofia e medicina. Da questa sintesi nascerà la sua “analisi psicologica”. Il teorico del subconscio e l’induttore-direttore: la teoria e la terapia Le prime teorizzazioni di Janet sono riscontrabili nel testo L’automatisme psychologique, che si basa sullo studio, tramite l’ipnosi e la scrittura automatica, di quattordici isteriche, cinque isterici ed otto psicotici ed epilettici. I. L'influenza sonnambulica e il bisogno di direzione Il rapporto magnetico→ Sembra esistere un rapporto speciale tra il magnetizzatore e il suo paziente durante il periodo dello stato sonnambulico. Il paziente tollera solo il tocco del magnetizzatore, obbedisce solo ad esso e non vede e non sente che questa sola persona come se tutte le altre non esistessero (fenomeno di elettività o estesia sistematizzata) senza farsi toccare da nessun'altro, sembra anche avere sentimenti particolari che non ha con altre persone, sentimenti che scompaiono se la paziente è stata addormentata poche volte e permangono invece se le sedute ipnotiche sono ravvicinate ed eccessivamente desiderate da questo. L'influenza sonnambulica e la passione sonnambulica→È necessario distinguere i tre stati in cui entra in successione il paziente appena risvegliato: 1) inmediatamente dopo il risveglio, si nota uno stato di disagio chiamato periodo di affaticamento, dovuto al combattimento dei pazienti con le loro idee fisse, che dura al massimo un paio di giorni 2) inizia poi il periodo d'influenza sonnambulica che dura da qualche ora a anche parecchi mesi, in cui il paziente sembra godere di ottima salute, sono difatti scomparsi i fenomeni patologici per poi svilupparsi le funzioni intellettive, la memoria (il paziente ricorda ad esempio episodi della veglia) e l'attenzione (il paziente è di nuovo capace di leggere, scrivere). Durante questo periodo il malato non sente la necessità di rivedere il suo medico né della sua ipnotizzazione anche se lo pensa molto. 3) le cose vanno poi modificandosi profondamente e si entra nel periodo della passione sonnambulica, durante il quale, in seguito a qualche piccola emozione, ricominciano la maggior parte degli episodi isterici apparentemente scomparsi. Vengono oppressi dalla noia, dalla quale non riescono ad uscire e che provoca in loro una forte disperazione. I malati sanno a questo punto ciò che è loro necessario per uscire dalla penosa situazione e si ricordano del benessere provato e vogliono essere riaddormentati di nuovo dal loro ipnotizzatore. Tale bisogno può essere paragonato alla morfinomania: come l'isterico aspetta l'ipnosi, il morfinomane attende l'iniezione. In realtà se non si addormentassero, riuscirebbero in qualche giorno di sofferenza a dimenticarsene e a rinunciare. Varietà di questi fenomeni→ Le diverse fasi possono in alcuni pazienti subire modificazioni, innanzitutto per il momento della loro comparsa: generalmente i fenomeni non si manifestano quasi affatto dopo le prime sedute di ipnosi, a volte le sedute determinano uno stato sonnambulico molto imperfetto o altre il paziente non si mostra disposto ad abbandonare le idee fisse. In tali rari casi le pratiche ipnotiche non avevano quasi per nulla valore terapeutiche. In casi contrari, l'influenza sonnambulica è inmediatamente completa. Vediamo l'esempio di Wkb, una venticinquenne malata e figlia di madre isterica, che prova un forte odio per i suoceri, in particolare per il suocero che durante uno svenimento abusò di lei e questo odio non si placa nemmeno con la loro morte. Entra in stato sonnambulico netto e di solito ciò avviene con i pazienti che hanno gia presentato deliri. In questo stato ella racconta la sua storia e al risveglio è completamentetrasformata. Dopo due giorni, in seguito ad un emozione provata leggendo una lettera del marito, vengono risvegliati tutti i disturbi. Il fatto nuovo è che stavolta la malata aspetta con angoscia l'arrivo del medico. Tali fatti sono strani per la rapidità della loro comparsa. I fenomeni possono distinguersi ancora gli uni dagli altri per il loro livello e sviluppo; possono essere deboli e le diverse fasi poco distinte. Conosciamo un altro caso esasperato: M. dopo uno stato sonnambulico, che capiremo diventare necessario, presenta un periodo di affaticamento di 48 ore di vera e propria malattia che dimenticherà nei due giorni successivi in cui sembra avere una specie di nuovo risveglio e quindi un 10- questi fenomeni sono semplicemente manifestazioni della passione amorosa? Esiste evidentemente un'analogia tra questi fenomeni, in quanto il sentimento d'amore racchiude fenomeni analoghi come il pensare costantemente a una persona e perché non ci sono molti modi di esprimere un vivo attaccamento per un'altra persona di sesso diverso. Vi sono però anche delle differenze, vi sono pazienti che trasformano il loro attaccamento in sentimento filiale o materno e casi rari in cui i fenomeni di una tale influenza sussistono da soli senza far nascere nessun sentimento affettuoso. In alcuni malati si riesce senza problemi a distinguere l'influenza sonnambulica dalla passione amorosa propriamente detta. Si potrebbero capire meglio i fatti osservati nelle isteriche ipnotizzate accostandoli ad altri fatti meno completi presentati da altri malati. Osserviamo le persone psicoasteniche, nelle quali troviamo un fatto analogo all'influenza sonnambulica sebbene in loro non venga provocato il sonno ipnotico propriamente detto. Queste rivolgono al medico tutte le volte le stesse domande, ricevono le stesse risposte e se ne vanno soddisfatti. Questi malati, dopo aver confessato il proprio delirio, averlo sentito contraddire ed essere stati rimproverati, escono completamente trasformati. Questa contentezza è però passeggera visto che ben presto ritornano le ossessioni e le angoscie assieme a disturbi analoghi alla passione sonnambulica delle isteriche. Alcuni di questi psicoasteinici non si rendono contro della propria malattia, non si rivolgono dunque a un medico anche se affidano la direzione della loro mente a un'altra persona che può essere un familiare come il cappellano di un ospedale. Tra l'altro quando in una stessa famiglia vi sono due malati, si crea quella stessa gelosia assolutamente paragonabile a quella che si sviluppa negli ipnotizzati. La malattia dell'isolamento→ Osserviamo ora un altro stato mentale, cioè la passione sonnambulica che spesso viene confusa con il delirio erotico o con le idee fisse di rimpianto o con la confusione mentale. È utile costituire un gruppo unico e distinto di tali casi denominandoli malattia della solitudine o dell'isolamento - Obs, ventottenne già squilibrata in gioventù che dopo un matrimonio forzato dai genitori, all'età di 24 anni incontra un amante che poi l'ha lasciata rendendola incapace di ogni lavoro, di ogni azione, di mangiare e di dormire. Il solo pensiero chiaro è quello dell'amante che evoca giorno e notte. Nessun sintomo isterico ma solo disordine nelle azioni. - Bs, uomo di 40'anni che per 5 anni è stato diretto dall'amante che aveva su di lui un forte ascendente e che ora senza di questa, si trova in preda alla disperazione, la invoca urlando, non mangia, non dorme e tenta di uccidersi. - Pv, donna di 36 anni sofferente da sempre di episodi isterici, dopo un periodo di interruzione dovuto alla convivenza con un amante, cade di nuova nella disperazione col suo abbandono, perde la memoria, l'intelligenza. - Zy, ragazza di 23 anni, che in seguito alla partenza di una suora che dirigeva il laboratorio in cui lavorava, perse la testa e fece di tutto per far tornare la suora. Presa coscienza dell'inutilità dei suoi sforzi, si dispera, vede continuamente la suora e la stringe fra le sue braccia, per poi andare in strada per offrirsi ai passanti. Ovviamente non vi era stata alcuna eccitazione genitale, semplicemente la paziente aveva dato spontaneamente a questo amore un nuovo aspetto. - Viz, ragazza di 16 anni, che quando dovette lasciare all'età di 12 anni il collegio dove aveva stretto un particolare rapporto con la maestra, cadde in disperazione e iniziò a invocarla per accarezzarla per poi andare alla ricerca di qualche giovane che possa sostituirla. - Qb, una donan di 40 anni, le cui turbe psicoanestetiche scompaiono e ricompaiono in diverse circostanze. A venti anni si annoia in famiglia e soffre di debolezze, poi si sposa e alla perdita del marito gli episodi ricominciano. Migliorano poi con l'avvicinamento col figlio, fino a che questo non dovette partire per il servizio militare. Arriverà a soffrire di un amnesia continua che la porterà a perdersi continuamente per i quartieri. - Madame D, i ricordi degli avvenimenti recenti in lui scompaiono e ricompaiono dopo un po', basta una visita del figli o anche una lettera a farlo stare meglio. - Vo, donna di 49 anni, che dopo aver perso il marito soffre il matrimonio dei suoi 3 figli, rimanendo cosi sola e cadendo quindi in disperazione. Abbiamo dunque analizzato casi nettamente in relazione con l'isolamento, ma vi sono anche numerosi casi in cui questo isolamento è il fattore importante della psicosi. Ad esempio abbiamo Qe, che cade in disperazione non appena il marito è costretto ad andare a lavorare lontano, e si fa così un amante ma non per bisogno fisico bensì per bisogno spirituale di avere qualcuno con sé che non la faccia sentire sola, abbandonata e a cui obbedire. Esistono dunque fenomeni psicologici assolutamente paragonabili a quelli dell'influenza sonnambulica e della passione sonnambulica. Non sono né l'ipnosi né la suggestione a determinare tali fatti ma un fenomeno più generale che appartiene contemporaneamente ai due gruppi di malati. Il bisogno di direzione→ Il disturbo della volontà svolge un ruolo essenziale nella maggior parte degli episodi isterici, questi malati sembrano incapaci di mettere in atto le loro risoluzioni in quanto troppo deboli anche se sembrano sapere quel che bisognerebbe fare. Questa debolezza sembra dipendere da una totale assenza di emozioni ma questo non è del tutto giusto, infatti questi malati hanno emozioni molto vive e spesso è proprio la loro intensità a diminuire la loro volontà. L'idea accettata dal paziente resta debole e non si trasforma in atti perché è semplice, limitata e composta da pochi elementi psicologici. Hanno una risoluzione astratta. Spesso non hanno nessuna decisione e gli atti più semplici come l'alzarsi provocano esitazioni per ore. Vediamo l'esempio di Vz, una ragazza di 30 anni che da due anni è a letto senza cercare di alzarsi, la causa era la proposta dell'amante di lasciare il figlio e il marito per lui, la donna per non osare scegliere crea questa condizione. Queste persone voglio prendere una decisione, ma non possono volerlo così vanno a chiedere a un'altra persona di volerlo per loro. Nel caso più semplice questa persona rafforzerà la decisione gia formulata dal paziente aggiungendovi le emozioni che mancavano, o nei casi più estremi rivolgendosi minacciosamente ai sentimenti che sa esistere ancora nel corpo del paziente. Quando invece il malato non assume nessuna decisione, bisogna che questa persona faccia lui stesso la sintesi che il paziente non riesce a fare per poi imporgli la risoluzione bell'e fatta. Poco importa questa, tanto loro si sentono ugualmente e subito sollevati. Quando invece è necessario il medico, questo deve incoraggiare il malato a riprendere la collocazione dei ricordi e a prendere coscienza delle sensazioni. Stimola le idee e risveglia il cervello. Aggiunge poi nei casi più complessi, l'influenza dell'ipnosi che permette di avviare gli impulsi subconsci che il malato è perfettamente incapace di distruggere. Perché la calma e il benessere continuano per qualche tempo dopo la visita del malato al medico? L'impulso dato al cervello si conserva pe run certo tempo cosi come il ricordo della persona che l'ha confortato che ogni volta che compare esorta e incoraggia. Quando si pongono problemi, il malato non sa che fare ma si ricorda della condotta del proprio induttore. Ma perché il malato non resta così definitivamente? I vari meccanismi di queste ricadute sono strani, in particolare diamo la colpa alle emozioni che distruggono e sopprimono tutto il lavoro fatto durante la seduta. In alcuni paziente basta quasi nulla anche solo una parola, in altri no. Ma l'emozione determina dunque una nuova idea fissa? Non sempre, a volte sono le vecchie idee che ricompaiono e altre non ci è nessuna idea fissa bensì una profonda caduta dell'attività cerebrale. Diciamo che l'emozione detrmina un amnesia e in alcuni casi un anestesia, da un punto di vista filosofico, dichiamo che l'emozione paralizza i centri che corrispondono alle sensazioni. L'emozione sembra avere un ruolo inverso a quello di sintesi (costruzione di sistemi complessi edificati con le sensazioni e le immagini che formano decisioni, percezioni e giudizi) della volontà e dell'attenzione, sembra infatti dotata di un potere di dissociazione che arriva alla distruzione e anche alla morte. Il pensiero oscilla dunque tra l'asismilazione, l'organizzazione, l'accrescimento e la disassimilazione, la dissociazione e la distruzione. Ma perché quando la vita del malato è calma e non nascono nuovi problemi, l'influenza si esaurisce comunque? Perchè il tempo porta sempre sensazioni nuove e richiede continuamente adattamenti e volontà nuove. Conclusione. La suggestione che venga compiuta durante il sonno ipnotico o la veglia, è un meraviglioso agente terapeutico che rieduca la mente, ma non bisogna esagerarne la portata. Il medico deve proporsi due scopi: assumere la direzione completa nella mente del malato abituandolo a subire un'aurorità e allo stesso tempo ridurre al minimo questo dominio e insegnare a farne a meno. Trascurando il primo punto si ottengono guarigioni passeggere; tralasciando il s secondo si svilupperanno i più pericolosi fenomeni della passione sonnambulica. Per giungere a conciliare le due necessità, non si deve esagerare l'uso della suggestione, regolare la distanza e la durata delle sedute, stimolare il paziente a rendersi conto dei propri pensieri. Bisogna inoltre diminuire l'affaticamento del pensiero del paziente rendendolo così felice, ripristinare il sonno e l'attenzione. II. L'automatismo psicologico Interpretazione dell'oblio al risveglio dopo lo stato sonnambulico→ La memoria alternante degli ipnotizzati sembra essere dovuta a una modificazione periodica (spontanea o provocata) nello stato della sensibilità. Tale modificazione avviene soprattutto in pazienti più o meno anestetici allo stato nomale e consiste nel ripristino momentaneo di una certa categoria di immagini di cui i pazienti hanno generalmente perso possesso. La modificazione può essere più o meno completa e in alcuni pazienti distratti più che anestetici, può consistere semplicemente nel predominio spontaneo di certe immagini generalmente trascurate. 1°. Si tratta di variazioni periodiche della sensibilità e delle nostre immagini: abbiamo visto che uno è un tipo visivo allo stato normale e poi un tipo motorio durante lo stato sonnambulico. Notiamo soltanto che si potranno constatare fenomeni analoghi a quelli dello stato sonnambulico. Queste modificazioni possono però essere ottenute anche con altri procedimenti come il bagno elettrico. 2°. Questa modificazione consiste quasi sempre in un ripristino di una sensibilità o di un gruppo di immagini generalmente perse dal paziente. Alludiamo quindi alla caratteristica del ricordo. Lo stato sonnambulico ha sempre aggiunto sensi e immagini nuove nella mente del paziente senza sopprimergliene altri, le immagini dunque si accrescono invece di diminuire. Esistono però stati sonnambulici diversi: l'ipnosi nei soggetti sani, che dunque possiedono già tutti i sensi e tutte le immagini, non può al contrario che diminuirli. Lo stato sonnambulico non è quindi uno, e, dipendendo dalle modificazioni della sensibilità, può in una stessa persona rivestire forme molto varie. Distinguiamo ora dei punti interessanti. Lo stato normale di un paziente ha sensibilità e memoria proprie, distinguendo lo stato sonnambulico primo, ovvero la prima modificazione, notiamo una perdita di memoria quando il paziente torna allo stato di veglia che riacquisterà assieme a tutte le sensibilità di un qualsiasi uomo in buona salute durante lo stato sonnambulico ultimo. 3°. Questa modificazione può essere più o meno completa e visibile. Vi sono pazienti le cui modificazioni saranno poco visibili o addirittura assenti. Queste presentano un fenomeno del tutto analogo che ha per la memoria le stesse conseguenze: la distrazione. Se si attira la loro attenzione, si noterà che possiedono tutti i sensi ma non si servono di essi. Possiamo dire che non sono capaci di riunire tutte le immagini dei sensi e si accontentano di quelle abituali. Lo stato sonnambulico cambia queste immagini abituali e predominanti senza dare sensibilità nuove: trae dalla loro cancellazione immagini particolari e ne fa un nuovo centro intorno a cui il pensiero si orienta in modo diverso. Svegliati i pazienti, essi riprendono il loro abituale pensiero, trascurano per distrazione queste immagini e i ricordi che vi sono legati anche se però la minima occasione attirerà l'attenzione su queste immagini. Le diverse esistenze psicologiche successive. Modificazioni spontanee della personalità→ Quando si associano un certo numero di fenomeni psicologici, nella menta avviene un fatto nuovo importantissimo: la loro unità fa nascere un giudizio che si chiama idea dell'io. Questo giudizio sintetizza i fatti diversi, ne constata l'unità e forma l'idea nuova della personalità che subisce analoghe modificazioni e varia nello stesso soggetto secondo i cambiamenti delle sensazioni e dei ricordi. Un uomo arriva così ad essere consecutivamente più persone dissimili, ma ogni volta che passerà i rassegna i ricordi della vita passata si renderà conto di non riconoscersi. Non ci riconosciamo perché siamo cambiati, e questi cambiamenti sono sopraggiunti poco a poco e riguardavano fenomeni secondari come le nostre convinzioni, ambizioni, desideri, se avessero riguardato i fenomeni elementari del nostro pensiero si sarebbe rotta la continuità della nostra vita. Esaminiamo le modificazioni della personalità che si manifestano spontaneamente: le idee del sogno ad esempio si presentano sotto forma di immagini di cui ci serviamo poco nello stato della veglia ed è proprio in queste idee che si presenta il primo abbozzo di cambiamento. Durante il sonno si forma un gruppo di fenomeni psicologici isolati dalla grande massa di idee che formano la nostra vita che raramente si traducono in movimenti. La maggior parte dei sogni non sono che immagini frammentarie che non riescono ad associarsi e organizzarsi. Il sogno somiglia piuttosto allo stato d'intorpidimento di un anziano la cui sostanza celebrale si rammollisce. L'attenzione, la volontà e il giudizio sono quasi sempre assenti. Aumentando però l'attività del sogno e dunque collegando maggiornamente le immagini sparse, avremo uno stato psicologico che ha una propria vita indipendente e distinta da quella della veglia più paragonabile allo stato ipnotico. Le malattie nervose ci mostrano con maggiore chiarezza lo sviluppo di questo gruppo secondario di fenomeni, ad esempio vediamo le possedute di Morzine le quali durante gli da sveglio non si rendeva assolutamente conto. Le fantasticherie subconsce→ In tutti gli strani fenomeni presentati dal nostro malato domina la caratteristica dell'automatismo mentale. La volontà è l'adattamento continuo delle nostre idee e dei nostri atti all'ambiente fisico e spirituale in cui siamo immersi e che cambia incessantemente. L'atto volontario è un atto personale, in cui la nostra personalità con l'insieme delle sensazioni, dei ricordi, delle tendenze, in una parola con il carattere che la costituisce, svolge un ruolo preponderante. L'ultima ragione della scelta volontaria è dunque nel carattere, cioé in ciò che costituisce il segno proprio dell'individuo in senso psicologico e lo differenzia dagli altri. Questi anni non dipendono soltanto dalla nostra personalità ma sono collegati in atto alla nostra persona che sa di compierli attraverso la coscienza personale. Questi atti però non sono completamente collegati alla nostra personalità, infatti spesso si riproducono al di fuori di essa. In poche parole gli atti automatici sono involontari. La produzione di tali fenomeni è favorita dallo stato di distrazione (tutti ad esempio camminando per una città evitiamo i pericoli senza aver avuto la minima coscienza). In noi si sviluppano pensieri quasi a nostra insaputa. Per capire queste fenomeni pensiamo ai bambini che prima di dormire si raccontano delle storie che poi proseguono nel sogno per poi proseguire la sera successiva da un capitolo successivo senza conseguentemente capirsi (avendo continuato la storia in sogno non sono più allo stesso punto) per mesi e mesi. Noi come i bambini ci raccontiamo una storia interminabile che ci fa dimenticare la piatta realtà; addirittura quando le necessità della vita ci costringono a prestare attenzione a qualcosa di reale come leggere una lettera, noi siamo infastiditi. È grazie a questo lavoro subconscio, questa fantasticheria interna che troviamo risolti i problemi. È una fantastichera monotona che resta per molto tempo sempre la stessa senza essere modificata da circostanze esterne, ognuno conserva la propria storia e se la racconta incessantemente. Queste sono poco coscienti, sappiamo difatti vagamente che le abbiamo avute in noi stessi ma il ricordo che abbiamo è molto confuso. Nei casi in cui la storia si modifica, avviene comunque molto lentamente. Le fantasticherie sono dunque considerate come lo sviluppo dei fatti della distrazione. Questi fenomeni assumono ovviamente notevole importanza nel malato che avendo una mente debole, non può né fermare né modificare né ricordare. Il caso più evidente di questi fenomeni automatici, ha dato luogo alla credenza nello spiritismo. Mettendosi in condizioni particolari e con determinate precauzioni si possono esprimere parole che modificheranno le fantasticherie subconsce senza essere sentite in modo cosciente dal malato; questi suggerimenti attraverso distrazione manifesteranno la disaggregazione della mente. Questa scissione del pensiero comporta lo sdoppiamento della personalità. Questo sdoppiamento della mente diventa in alcuni casi patologici così reale che viene notato dal malato stesso che attribuirà la parole che sente a un persona estranea che prende in prestito la sua bocca. Ecco che siamo tornati all'interpretazione del delirio di possesso. Spiegazione del delirio e cura→ Torniamo a questo poveruomo che è rimasto addormentato in poltrona, è uno stato sonnambulico difatti sente le domande e può rispondervi. Lo stato sonnambulico che osserviamo è una forma dello sdoppiamento della personalità che si era già presentata in lui diverse volte e che si era dunque semplicemente riprodotta. In particolare questo sdoppiamento già esisteva quando il malato presentava la scrittura automatica e quando i suoi pensieri subconsci si esprimevano a sua insaputa sotto il nome del diavolo. Durante lo stato sonnambulico il malato ritrova una memoria singolarmente più vasta rispetto alla veglia. Ricorda i deliri che hanno riempito le sue crisi e tutti quei fenomeni subconsci che ignorava durante la veglia. Una volta addormentato, era diffati in grado di indicare molti dettagli che prima ignorava: raccontò che da sei mesi aveva nella mente una fantasticheria che aveva assunto in questa mente debole caratteristiche speciali e conseguenze terribili. In una parola tutta la malattia era stata un sogno. L'inizio della malattia coincide col senso di colpa di Achille di aver dimenticato la moglie durante un piccolo viaggio d'affari. Questa condizione lo infastidiva ogni qualvolta volesse parlare, è proprio questa a produrre il mutismo in lui. Achille si ricopriva inoltre di rimproveri e immaginava tutte le sofferenza legittime punizioni. Quale sarà la fine della storia che Achille racconta a se stesso da sei mesi? Ovviamente l'inferno. Il sogno si sviluppò al punto da formare allucinazioni complete e da manifestarsi attraverso atti e parole. Achille è incapace di capire quel che legge e ciò che gli si dice. Queste lacune della percezione sono sintomi di grande banalità che caratterizzano questa scissione della mente. Quanto alle stigmate non basta dire che si tratta di un anestesia isterica, anche perché questa è contradditoria: quando Freud pizzicherà la mano destra del paziente che sta tenendo la matita, questo dirà di non aver sentito niente ma scriverà di essere stato pizzicato. Non esistono cure fisiche senza il supporto di cure morali. Sappiamo che non basta rivolgersi alla persona, perché il male è fuori di lui. Inutile dunque discutere o minacciarlo, bisogna arrivare a quegli strati più profondi della coscienza dove risiede il male. É importantissimo anche arrivare al punto di partenza del delirio, cosa che risulterà per la maggior parte delle volte difficile in quanto il medico si trova spesso solo idee fisse secondarie derivanti dalla prima. Occorreva dunque far dimenticare ad Achille la colpa, questo risultato si otterrà con il procedimento della dissociazione delle idee e quello della sostituzione. Bisogna distruggere il ricordo, le immaginmi e sostituirle attraverso allucinazioni suggerite (in una di queste la moglie lo perdonerà). Si sentirà in seguito sollevato, arriverà a ridere della sua follia e dello stesso diavolo. Durante la notte però era sempre presento il delirio, sognava torture infantili de era necessario eliminare anche le ultime tracce di questo delirio affinché non ricada nelle stesse divagazioni. Scomparsa l'idea fissa, si ricomponeva l'idea della mente. Achille guarì così con un esorcismo moderno. IV. Sulla divinazione attraverso gli specchi e le allucinazioni subconsce Cenni storici→ Guardiamo alla sfera di vetro, prima di noi diversi sacerdoti di varie religioni si sono soffermate su questa. Ad esempio quelli dell'antica India prendevano una foglia con al centro una macchia nera fatta con la fuliggine, la attaccava contro un muro e vi si vedeva tutto ciò che si desiderava vedervi. Un sacerdote egiziano ancora segnava sul palmo della sua mano una macchia nera per poi mostrarla a un bambino che fissandola avrebbe tratto dei pronostici. Arriviamo poi ai Greci che usavano l'idormanzia, guardando l'acqua di una fontana apparivano immagini, la lecanomanzia, in cui si usavano vasi di olio, la catoptromanzia con gli specchi, la gastromanzia che usava brocche colme d'acqua e sfere di metallo lucido, la cristallomanzia, il procedimento classico col vetro, e la onicomanzia che consisteva nel fissare l'unghia di una mano coperta d'olio. Queste stesse pratiche passano poi alla civiltà romana e al medioevo. Gli studiosi si sono preoccuppati di lottare contro la superstizione degli specularii che pretendevano di scoprire i tesori nascosti per mezzo degli specchi che spesso servivano anche ai re a scoprire i segreti della politica e le trame dei nemici. Vi era anche un personaggio il cui anello ornato da una pietra magica parlava, teneva discorsi che informavano eprfettamente gli individui che volevano interrogarli. Nella nostra epoca questa ricerca si è ravvivata, guardiamo cosa c'è di vero in questa divinazione Descrizione dell'esperienza→ Dobbiamo metterci in piena luce con la nostra sfera di vetro e circondare il cristallo di schermi, paraventi o stoffa nera, poi si fa accomodare il soggetto e lo si fa guardare fisso. Inizialmente vede cose insignifacanti, come il proprio riflesso dopo un po le cose cambiano perché la sfera si oscura sempre di più e si ricopre di vapore. Iniziano qui ad apparire figure semplici come linee o sbarre, poi lettere, cifre ed infine personaggi, animali e figure colorate che a volte si muovono anche. La maggior parte delle volte, distogliendoci, le visioni scompaiono e tutto si cancella, altre volte no nemmeno allontanandosi per prendere una lente, persone che vedono le immagini svilluparsi spontaneamente senza lente e casi rari in cui le immagini escono dalla sfera e la persona riesce a oggettivarle su un foglio. Gli indovini del passato dunque non mentivano, ma cosa vedono queste persone e in che condizioni psicologiche si sviluppa il fenomeno? Vedono cosa abbastanza comuni e banali, ricordi e associazioni di idee il cui senso è determinato dai sentimenti predominanti. Caratteristiche delle allucinazioni→ Questo fenomeno è incapace di emozionare fortemente gli spettatori in quanto è insignificante per un terzo che assiste impassibile alla scena, ma comunque stupisce il soggetto che sta vedendo qualcosa che non consoce e che quindi si presenta come una rivelazione. Vi sono tre principlai caratteristiche di queste immagini: di essere o meglio sembrare sconosciute al soggetto (sono in realtà ricordi ignorati), di spaventare, stupire ed essere involontarie, e infine di essere tuttavia molto coscienti. Interpretazione delle caratteristiche principali→ La prima caratteristica è la più sorprendente, il soggetto dirà di non sapere nulla ma in realtà in 99 persone su 100 si tratta di ricordi acquisiti in circostanze precise. Vediamo l'esempio di un sonnambulo che si alza di notte e scrive una lettera di minacce verso qualcuno, al risveglio ovviamente non ricorda niente ma durante l'esperienza della sfera di vetro copierà parola per parola la lettera. Quanto alla caratteristica seconda dell'involontarietà sappiamo che appunto molti fenomeni involontari avvengono nella nostra coscienza. Sono i sogni che ci presentano una quantità di immagini che si susseguono senza che possiamo dirigerne il corso e che talvolta ci rilevano cose che crediamo di ignorare. Prendiamo l'esempio di un tizio che durante una passeggiata perde un bottone senza ritrovarlo, nel sogno lo vedrà nel cantuccio di un albero dove poi sarà realmente. Sempre a proposito di questa caratteristica ricordiamo la scrittura automatica. Per quanto riguarda la terza caratteristica, i fenomeni sono sconosciuti da parte del soggetto, quindi non coscienti inizialmente, ma poi completamente coscienti. Per capire bene torniamo a parlare del medium, un malato la cui pelle sembra insensibile alla scrittura subconscia: tiene la penna e compie movimenti senza accorgersene e senza avere la minima coscienza di ciò che sta scrivendo; sente i movimenti ma a causa della distrazione non percepisce le sensazioni; o in un terzo caso può accordare una certa att enzione ai movimenti della mano, sentirli senza fermarli. Uguale i sentimenti, che si sviluppano in noi senza che ce ne rendiamo conto ma che si mostrano alla nostra coscienza attraverso certi movimenti che percepiamo. Ad esempio leggendo un libro non ci rendiamo ben conto se ci diverte o meno, improvvisamente sbadigliamo e tutto è molto più chiaro: in poche parole i fenomeni subconsci della mente sfociano in fatti palpabili coscienti. Questo è dunque ciò che avviene nelle persone, disposte al sogno e alla fantasticheria.
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