Scarica La peste nel XVII-XVIII secolo nella letteratura inglese e italiana e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! Peste XVII- XVIII secolo: Riferimento letterario e artistico Letteratura Nel corso del Seicento l’Europa fu colpita da gravi epidemie di peste, che ne decimarono la popolazione. alcuni scrittori, come l’inglese Daniel Defoe, decisero di trattare questo importante avvenimento nelle loro opere. A Journal of the Plague Year (Diario dell’anno della peste o La peste di Londra) è un romanzo storico dell’inglese Daniel Defoe (1660-1731) pubblicato nel 1722. Si presenta come un volume di memorie autobiografiche di un personaggio immaginario, ma presentate come autentiche. L’epidemia di peste bubbonica che investì Londra nel 1665, anno in cui Daniel Defoe aveva solo 5 anni, si finge narrata in prima persona da un sellaio, il cui nome è indicato con le sole iniziali H.F. al termine del volume, il quale registra giornalmente in un diario gli avvenimenti in cui è coinvolto. Il tono dello scritto è stringato; vengono riportati tuttavia i provvedimenti legislativi per il controllo dell’epidemia, le statistiche parrocchiali, le osservazioni riguardanti la società. In Italia l’epidemia di peste si diffuse nel 1630, colpì il settentrione, fu portata dai Lanzichenecchi ed è nota come peste manzoniana, poiché viene ampiamente descritta da Alessandro Manzoni (1785-1873) nei Promessi Sposi (1847) e ne La Storia della colonna infame (1843). Il suo romanzo I Promessi Sposi, ambientato tra 1628 e il 1630 in Lombardia, durante il dominio spagnolo, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della monaca di Monza e la Grande Peste del 1629–1631, si fondano su documenti d'archivio e cronache dell'epoca. L’ambientazione dell’opera è dunque la Lombardia pervasa dalla peste del 1630, che viene descritta ampiamente nelle pagine finali del romanzo, in particolare nei capitoli XXXI-XXXII interamente occupati da una digressione storica che ricostruisce la diffusione del morbo e le sue drammatiche conseguenze. La Storia della Colonna Infame è un saggio storico scritto da Alessandro Manzoni, pubblicato come Appendice storica al suo celeberrimo romanzo storico, I promessi sposi. La vicenda è ambientata durante la peste di Milano del 1630 e narra del processo intentato contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un’accusa – infondata – da parte di una “donnicciola” del popolo, Caterina Rosa. Il processo, svoltosi storicamente nell’estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza (commissario di sanità) e Gian Giacomo Mora (barbiere), giustiziati con il supplizio della ruota, sia la distruzione della casa-bottega di quest’ultimo. Come monito venne eretta sulle macerie dell’abitazione del Mora la “colonna infame”, che dà il nome alla vicenda. Solo nel 1778 la Colonna Infame, ormai divenuta una testimonianza d’infamia non più a carico dei condannati, ma dei giudici che avevano commesso un’enorme ingiustizia, fu abbattuta. La riflessione manzoniana, caratterizzata da uno spiccato senso morale, indaga l’etica e l’amministrazione della giustizia penale al tempo della dominazione spagnola della Lombardia. Ma parlando dell’antica abiezione, egli ne fa una lezione universale, indagandone gli errori, i terribili