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La poetica di Giovanni Pascoli, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Excursus sulla poetica di Giovanni Pascoli

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 01/10/2022

giorgia-cipriano
giorgia-cipriano 🇮🇹

4.3

(3)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La poetica di Giovanni Pascoli e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli Pascoli è il padre della poesia del ‘900, è un rivoluzionario dal punto di vista poetico - formale, soprattutto sul piano linguistico. Egli utilizza tutto lo spettro semantico della lingua italiana:  Pre-grammaticale  L’assiuolo  Grammaticale (quello che attraverso tutta la poesia italiana, da Dante a Leopardi)  Post-grammaticale  Italy L’assiuolo Il soggetto tematico sembrerebbe essere lo stesso del “Passero solitario” di Leopardi: un uccello con funzione simbolica. Tra i due poeti c’è una sola generazione di differenza, ma la distanza sul piano poetico è molta: Pascoli affronta la poesia da una prospettiva diversa. Nell’assiuolo, infatti, utilizza un linguaggio grammaticale e pre-grammaticale. Anche al v 1 troviamo un tema leopardiano, la luna. Pascoli gioca a emulare Leopardi. Ogni strofa si chiude con il verso onomatopeico dell’assiuolo v 9-16-24. Esso completa foneticamente il SIMBOLISMO di questa poesia. Il simbolismo è l’unione tra senso e parola: solo quel determinato senso ricrea questa unità che restituisce il significato poetico. La poesia simbolista tende alla verità misterica, il mistero che si cela dietro la verità. Per ricostruire tale mistero non basta lo spettro grammaticale della lingua, il quale restituisce solo l’aspetto umano della realtà. Invece, il linguaggio pre-grammaticale, quindi il verso dell’assiuolo, esprime una parte di questo mistero. Questo linguaggio è lo JENSEITS DER DINGE di Pascoli, è il suo andare al di là della cosa, infatti gli permette di esplorare la realtà contemplando tutto lo spettro semantico. Questo testo è perfetto per comprendere la POLISEMIA dell’esistenza, cioè la possibilità di interpretare la realtà in modi differenti. Italy A inizio secolo c’è la cosiddetta questione meridionale, con l’emigrazione di persone soprattutto del Sud verso l’America. Si tratta di contadini, analfabeti, catapultati in una situazione completamente diversa, accolti con l’idrante perché prima dovevano essere lavati perché si credeva che portassero malattie. In questo poemetto Pascoli descrive il rientro di alcuni di questi migranti cha hanno fatto fortuna in America e sono tornati alla terra d’origine. Si sente tutto il dolore di chi è partito senza istruzione, per trovarsi in una realtà sconosciuta, a parlare una lingua che non conosceva. Già nel titolo c’è la nuova lingua. STROFA II Il rientro sembra quello omerico, con il cane che riconosce questi italiani, che sono stati dei veri e propri “Ulisse”, in quanto hanno fatto anche più che combattere una guerra. vv. 4-6 C’è il confronto presente – passato: davanti all’uscio c’è un sacco rotto, che era lì da prima della partenza. STROFA III v 6 “E il Cecco è fiero? E come va l’Assunta?”  tentativo di ricordare gli altri. vv. 22-24 due mondi che si incontrano, due lingue che si scontrano, un tentativo di comunicare che diventa impossibile. STROFA V vv. 10-12 saputo del loro rientro, altra gente del paese accorre per chiedere dei propri familiari. “Oh yes, è fiero...”  i parenti dall’estero mandavano notizie positive, anche se la loro realtà quotidiana non lo era. “molti bisini”, nel senso di business, affari. Una parola imparata a forza, che tenta di rendere in italiano in una storpiatura che non è ne italiano né inglese e non è comprensibile da nessuno. “frutti-stendo”, come fruit stand, banco di frutta. “checche, candi, scrima” sono le caramelle. È questo il linguaggio post-grammaticale: questi emigrati, che non avevano mai studiato l’italiano, hanno imparato un inglese approssimativo, e tornati in Italia non riescono a comunicare, mischiando i due codici linguistici. C’è di nuovo lo jenseits der dinge, per esprimere la tragedia dell’emigrazione, dando voce a un mondo che non aveva mai avuto voce in poesia. Una poetica decadente Il linguaggio poetico di Pascoli si estende oltre la dimensione razionale, sia dal punto di vista formale che di quello dei contenuti (stilematico). Canti di Castelvecchio Seguono le Myricae, anche quest’opera ha una lunga gestazione (1903-1914), i temi si arricchiscono:  la campagna, l’occhio di Pascoli inizia a focalizzarsi sui dettagli della natura, con precisione onomastica (non albero, ma pioppo, leccio...). È quella stessa precisione linguistica che lo aveva spinto a correggere Il sabato del villaggio di Leopardi, perché rose e viole crescono in dueperiodi diversi.  il nido  il dolore cosmico  la poesia consolatrice, che assolve una funzione terapeutica  il romanzo familiare, l’insieme delle persone defunte a lui care che rievoca  l’ infanzia  la morte  il mistero cosmico  l’ aspirazione a un irraggiungibile rifugio nella fede. Il tema della fede non appartiene a Pascoli, egli la vive come ricordo: ricorda le preghiere con la madre, il Natale in famiglia. Confronto Pascoli – Leopardi I temi in comune (oltre giovinezza, male, natura):  piacere come cessazione del dolore (non è la teoria del piacere) Leopardi, La quiete dopo la tempesta Pascoli, La mia sera  binomio donna-giovinezza L. A Silvia P. La tessitrice  la rimembranza (tema del ricordo) L. Le ricordanze P. L’ora di Barga  Idea della beatitudine del gregge, che vive senza provare tedio L. Canto notturno del pastore errante dell’Asia P. Valentino Passo tratto dal discorso Il sabato dedicato a Leopardi (Firenze, 1896) <<La poesia è nelle cose: un certo etere che si trova in questa più, in quella meno, in alcune sì, in altre no. Il poeta solo lo conosce, ma tutti gli uomini, poi che egli significò, lo riconoscono.>> Ricorda Dante: “I' mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch'e' ditta dentro vo significando” (Pg XXIV 52-54), al posto dell’amore c’è la poesia. Il Gelsomino Notturno La poesia fu composta in occasione del matrimonio di un amico. I temi chiave sono: EROS, FECONDAZIONE (vv. 24-24), UTERO (urna molle e segreta), DEFLORAZIONE (si chiudono i petali un poco gualciti), PRIMA NOTTE DI NOZZE. Nell’ultima strofa, il fiore è completamente umanizzato, rappresenta la donna fecondata, che ha già in sé una nuova vita. INIBIZIONE ALL’EROS  Nella vita di Pascoli non c’è mai stata una figura femminile. È come se il trauma del X Agosto lo avesse legato alla famiglia di base, senza mai potersene distaccare, per questo motivo non ha mai maturato un’educazione all’eros. Quando la sorella si sposa, Pascoli è preso da un attacco di gelosia, scrive lettere che sembrano quelle di un amante tradito. Dunque, il tema dell’eros in Pascoli è sempre volto alla nascita di una famiglia, e perciò legato al rito della fecondazione. Non si tratta di amore coniugale ma AMORE FAMILIARE. Troviamo molte immagini legate alla MORTE, già nell’incipit ma anche alla fine, dove l’utero è definito “urna”  EROS-THANATOS: l’idea della nascita è legata a un termine che appartiene all’area semantica della morte. v. 11 “le fosse”  un’altra immagine di morte. Nella seconda strofa descrive la scenografia all’esterno, con l’elemento “casa”. La PROSPETTIVA DEL POETA è ESTERNA  idea di esclusione dall’amore (inibizione). Vi è, dunque, una contrapposizione dentro-fuori, fuori c’è il poeta, dentro c’è la coppia che sta per creare una nuova vita. v. 11 “là” indica la distanza v. 20 i PUNTI DI SOSPENSIONE descrivono l’atto sessuale. Si tratta di un elemento tipico della prosa, la poesia non contempla i punti sospensivi. Dalla prospettiva esterna il poeta vede il lume salire su per la scala, si spegne al primo piano dove si consuma l’atto celato in quell’ellissi poetica 3 puntini (mancanza); si raggiunge così l’apice dell’inibizione all’eros. Il punto centrale della lirica è nascosto nel non detto. L’ultima strofa crea uno stacco temporale, la notte è passata, è l’alba. L’idea del petalo sgualcito richiama la lacerazione dell’imene. Il tema dell’ultima strofa è già anticipato ai vv. 9-10: le fragole rosse richiamano l’organo femminile  metafora sessuale legata alla fecondazione. Alexandros Rappresenta lo jenseits der dinge. Alessandro Magno è colto nel momento in cui arriva sulla sponda dell’oceano indiano e i cavalli impennano, perché non c’è più alcuna terra da conquistare, ha conquistato l’intero mondo. Nella seconda strofa c’è un flashback che racconta tutte le sue imprese. Alessandro Magno rimpiange quando ancora sognava di poter conquistare il mondo, perché una volta conquistato vi è la delusione  TEORIA DEL PIACERE leopardiana: Alessandro Magno è inappagato dell’infinitezza del piacere. Elenca tutte le terre conquistate e poi “il Niente” al v. 9 della IV strofa, seguito dai punti di sospensione che rappresentano il bisogno inappagato di andare oltre e di esplorare ciò che c’è oltre. Strofa V “morte e cielo” la leggenda dice che avesse un occhio azzurro e uno nero. L’ultima strofa è tipicamente fosco liana poiché ritorna sulla figura della MADRE, chiamata col nome greco Olympias. Ella tende l’orecchio alle voci della natura per conoscere l’esito dell’impresa del figlio, è in trepida attesa del figlio (tema del NIDO) ma non sa che egli ha compiuto la sua impresa e ne è rimasto deluso. L’ultimo verso con le “querce” si lega alla prossima lirica. Il libro Si tratta di una lirica molto filosofica, un’eccezione per Pascoli. Vi è un’altana (luogo di avvistamento dove stanno i militari) con un leggio di quercia, su cui vi è un libro, che rappresenta l’UNIVERSO. Il tarlo che lavora nel legno rappresenta il TEMPO CHE PASSA. “uno che è venuto”  è l’uomo nel momento della nascita. Nella parentesi (altro elemento, insieme ai puntini sospensivi, atipico della poesia) c’è il MISTERO DELLA VITA, e ci sono i puntini perché questo mistero è inspiegabile. “sfogli le carte”  è l’uomo che indaga sul senso della vita “l’uomo non vedo  io” presenza non fisica ma metafisica  “come il pensiero” I puntini qui rappresentano l’IMPOSSIBILITÀ DI GIUNGERE A UNA RISPOSTA. Il libro rimane aperto, l’universo non è stato ancora conosciuto interamente. La seconda strofa è tutta un’indagine filosofica, dall’ultima si ritorna alla prima pagina quando si trova una risposta sbagliata “torna a inseguire il vero”. La terza strofa parla della sera, come Foscolo. “il libro del mistero” rappresenta la vita.
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