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La povertà è un lusso, Appunti di Italiano

Tema su cosa vuol dire essere poveri oggi e come è cambiato il concetto di povertà fino ai tempi moderni

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 05/03/2019

claudioarresta84
claudioarresta84 🇮🇹

4

(1)

17 documenti

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Scarica La povertà è un lusso e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Il concetto di povertà varia in funzione dello spazio e del tempo a cui si fa riferimento. Negli Stati Uniti, per esempio, il povero è colui il quale vive con meno di un dollaro al giorno, mentre in Italia, invece, la soglia della povertà è di circa 800 euro al mese per famiglia. Ma aldilà dell’aspetto economico e tecnico, questo fenomeno di cui per qualche tempo non abbiamo sentito parlare oggi si ripresenta in maniera significativa se pur con diverse caratteristiche. Fino a qualche anno fa era povero colui il quale non aveva una casa e il suo reddito non era sufficiente a supportare le esigenze della sua famiglia. Oggi questo tipo di povertà è meno diffusa dal momento che i lavori che non consentono di mantenere una famiglia sono spesso eseguiti dagli immigrati, ma soprattutto per il fatto che negli ultimi anni è cresciuta, in Italia in maniera esponenziale, e in tutta Europa, la disoccupazione specie quella giovanile. Oggi, dunque, il punto non è più quanto si guadagna, ma come. Prima di rispondere a questa domanda, tuttavia, è necessario fare un’analisi delle cause che hanno portato a questo fenomeno. Per prima cosa i giovani di oggi patiscono gli anni precedenti in cui la politica non aveva dei vincoli economici che la politica di oggi invece ha da quando l’Italia fa parte dell’Unione Europea. Questo ha portato i governi ad accumulare fortissimi debiti nel tentativo di conquistare il consenso elettorale attraverso elargizioni, pre-pensionamenti, sprechi, pensioni d’oro etc…Oggi qualcuno ci chiede di ripagare questi enormi debiti, dunque non è più possibile investire su nuovi lavoratori. Un’altra causa è la trasformazione del lavoro: i giovani di oggi sono quasi tutti laureati e quasi tutti ambiscono giustamente a lavori qualificati che in realtà o non esistono o sono così speciali da non poter essere trovati semplicemente facendo una richiesta. IN questo senso molti corsi di laurea sono stati creati più in funzione dei professori che nell’interesse degli iscritti. Un’ultima causa è il merito. In Italia la meritocrazia è un criterio abbastanza poco usato; va avanti chi conosce qualcuno e non chi conosce qualcosa e così facendo i migliori sono costretti ad emigrare all’estero, la cosiddetta “fuga dei cervelli”. Dunque oggi il povero non è più il cinquantenne operaio con una famiglia a carico, ma il trentenne che non ha alcuna speranza di fare il lavoro che ha sempre voluto fare e per il quale si è impegnato con energie fisiche e finanziarie. La generazione dei trentenni è condannata al precariato, alla disoccupazione o all’emigrazione e questa disgrazia ha come causa principale la nascita sempre inferiore di nuove famiglie e nuovi bambini. Se sei precario non puoi permetterti un mutuo per comprare una casa, non puoi essere sicuro di pagare un affitto regolarmente; se non lavori non puoi credere di mettere su una famiglia. Stiamo diventando un paese vecchio, povero e depresso, dove le energie migliori sono andate via e quelle che sono rimaste sono svogliate, demotivate e spente. Quando pensiamo ai poveri oggi non dobbiamo necessariamente immaginare qualcuno che non mangia o che non ha dove dormire, ma qualcuno che non ha un futuro. La povertà oggi è l’assenza di speranza. La generazione dei nostri nonni era una generazione altrettanto povera, ma aveva la speranza ed infatti i loro figli (i nostri padri) hanno avuto più
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