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La Prima Guerra Mondiale, Appunti di Storia

Le cause e lo svolgimento della Prima Guerra Mondiale, con particolare attenzione alla situazione italiana e alla polemica tra interventisti e neutralisti. Vengono inoltre descritte le strategie militari adottate dalle potenze in guerra e le conseguenze della guerra sulla popolazione. Il documento si conclude con la caduta del regime zarista in Russia.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/07/2022

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mmarika01 🇮🇹

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Scarica La Prima Guerra Mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA GRANDE GUERRA Triplice alleanza: Austria, Italia e Germania Triplice intesa: Francia, Inghilterra e Russia (patto di risposta) Dal 1914 l’Italia non partecipa alla guerra, pur facendo parte della triplice alleanza, perché aveva attaccato l’Austria. Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austriaco, fu ucciso a Sarajevo da uno studente serbo, Gavrilo Princip. L’Austria ritenne fosse giunta l’occasione per dare un ultimatum al governo di Belgrado, con il quale Vienna esigeva una dichiarazione di condanna per l’accaduto. L’ultimatum fu respinto e perciò l’impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio 1914. La scintilla della prima guerra mondiale scoccò nei Balcani. Per prima si mosse la Russia che si alleò con la Serbia, la Germania alleata con l’Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Russia e due giorni dopo alla Francia (alleata allo zar, quindi Russia). Le truppe tedesche invasero il Belgio, violandone la neutralità, per procedere verso Parigi. Il 4 agosto la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania. Il 6 agosto anche l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia e il 23 si unì all’alleanza antigermanica il Giappone. Da qui si aprì un conflitto mondiale. L’annuncio della guerra fin da subito accettato e le distinzioni di classi, partito e opinione si annullarono davanti al fine della difesa degli interessi nazionali. Al momento dell’entrata in guerra della Germania, il Parlamento tedesco approvò all’unanimità i crediti di guerra (stanziamenti straordinari votati per far fronte alle spese belliche) con il voto a favore dei socialdemocratici. Anche i socialdemocratici austriaci, socialisti francesi e laburisti inglese si comportarono allo stesso modo, causando la crisi della seconda internazionale. Un momento di solidarietà e fratellanza nazionale indusse molti civili a presentarsi come volontari per partire verso il fronte. La Gran Bretagna riuscì a formare il suo esercito di volontari nel 1916, anno in cui venne introdotta la costrizione obbligatoria. (in Italia 1907) Per le famiglie borghesi la guerra appariva come un dovere patriottico e come un’occasione per liberarsi dalla routine quotidiana e costruire una nuova società. Inoltre secondo loro determinava il passaggio verso l’età adulta. Gli operai e contadini pensavano che la partecipazione alla guerra fosse soltanto una dura necessità che erano strati costretti a subire. Da guerra di movimento a guerra di posizione Il piano del tedesco Schlieffen (scileffren) prevedeva, in caso di conflitto, di cogliere di sorpresa la Francia, passando attraverso il Belgio e a quel punto la Germania sarebbe stata in grado di andare contro l’esercito Russo. A quest’idea di “guerra di movimento” si attenne quella di Moltke, capo dell’esercito prussiano. L’esercito tedesco era potente (1.600.000 uomini addestrati) e aveva un’artiglieria pesante, questo consentì alla Germania di combattere il Belgio e addirittura a fare arretrare le difese francesi. La potenza tedesca fu bloccata dalle forze anglo-francesi nella sanguinosa battaglia della Marna nel settembre del 1914 e le truppe tedesche furono respinte fino al fiume Aisne. Da quel momento il fronte occidentale si stabilizzò lungo una linea che correva per 800 chilometri dal Mar del Nord fino in Svizzera. Furono costruite le trincee e la guerra di movimento si trasformò in una guerra di posizione. I soldati erano esposti a tiro dei cecchini nemici e erano malnutriti (per la scarsità e la pessima qualità dei viveri) e pessime condizioni igieniche. Trincea= lungo fossato e profondo, dove stavano i soldati (anche in pieno inverno) che uscivano poco e sparavano, situazione infernale, soprattutto quando gli ufficiali facevano avanzare i soldati. Contemporaneamente sul fronte orientale l’esercito russo minacciava Berlino (Germania) e in due sanguinose battaglie i tedeschi uscirono vittoriosi, ma a loro volta i russi sconfissero le truppe austro-ungariche a Leopoli. - Il governo italiano aveva scelto in un primo momento la neutralità, proclamata il 2 agosto 1914, per la questione delle “terre irredente”, che erano il Trentino e la Venezia Giulia, rimaste in possesso di Vienna dopo la terza guerra d’indipendenza del 1866. In Italia ci fu una polemica tra interventisti e neutralisti. I sostenitori della neutralità: socialisti e cattolici e la maggioranza dei parlamentari Benito Mussolini che era tra i massimi dirigenti socialisti, dopo un periodo di neutralità assoluta, si schierò a favore della guerra. Giolitti riteneva che l’Italia, in cambio della propria neutralità avrebbe potuto trattare con gli imperi centrali per ottenere parte dei territori rivendicati. Gli interventisti erano: nazionalisti e liberali di destra Che volevano che l’Italia entrasse in guerra e andasse contro l’Austria in modo da recuperare le terre irredente. Il corriere della sera e il re vittorio Emanuele III. Dopo mesi di consultazioni sia con i rappresentanti di Parigi sia con quelli di Berlino, il 26 aprile 1915, il governo italiano stipulò con le potenze dell'intesa il patto di Londra con il quale l'Italia si impegnava ad entrare in guerra al loro fianco entro un mese. Il Patto prevedeva che in caso di vittoria l'Italia acquisisse dall'Austria, il Trentino e l'Alto Adige fino alla linea del Brennero, Trieste, Gorizia e Istria. Difficilmente l’Italia avrebbe potuto sostenere un regime di neutralità, siccome era priva di materie prime e di combustibili essenziali. La sospensione della convertibilità aurea permise agli istituti bancari di ricorrere all'emissione di cartamoneta, che innescò un'inflazione fuori controllo. - All'inizio del 1917, dopo tre anni di guerra, i risultati delle operazioni belliche per la Russia risultavano catastrofici. La mancanza di cibo, di munizioni e di assistenza medica aveva moltiplicato il numero dei morti. Tutto questo provocò una manifestazione da parte dei militari e degli operai contro il carovita Pietrogrado, che si trasformò in uno sciopero generale di protesta. La caduta del regime degli zar e la nascita della Repubblica dei Soviet ebbe come conseguenza l'uscita della Russia dalla guerra. Con il Trattato di Brest Litovsk, oltre a dover riconoscere l'indipendenza della Repubblica ucraina, la Russia venne privata di Estonia, Lettonia, Lituania e di una parte della Bielorussia. Nel corso del 1917 si diffusero tra i militari e la popolazione civile vari moti di protesta e di ribellione. Il 22 agosto 1917 a Torino una manifestazione spontanea per reclamare la distribuzione del pane si trasformò in una sommossa (è una forma di rivolta caratterizzata da gruppi non omogenei di individui). Lo stesso Papa Benedetto XV lanciò un appello in favore della pace, chiedendo a tutti i governanti europei di fermare l'inutile strage che stava insanguinando l'Europa. Nel frattempo l'esercito italiano aveva condotto con successo due offensive sull'altopiano di Asiago e sul Carso. Dopo l'avanzata delle truppe di Cadorna, il 24 ottobre 1917, il fronte italiano venne sottoposto a un attacco da parte dell'Austria e della Germania. Furono fatti prigionieri 300.000 soldati italiani e il risultato fu che il Friuli e metà del Veneto caddero in mano all'esercito austriaco. Prima di essere rimosso Cadorna, non solo accusò i soldati di essersi arresi senza combattere, ma addossò ai socialisti la responsabilità morale del tradimento Il nuovo comandante dell'esercito Armando Diaz, nominato il 9 novembre, decise di sostituire la disciplina della coercizione, con una disciplina della persuasione, basata su una maggiore considerazione per le esigenze e le condizioni materiali delle truppe. I soldati potevano:  Godere dei turni di riposo  Di maggior numero di licenze  Di razioni alimentari adeguate Diaz abbandonò anche la tattica offensiva del suo predecessore. Nel corso del 1917, la ripresa in grande stile della guerra sottomarina da parte della Germania ebbe una conseguenza decisiva per le sorti del conflitto. Fino ad allora gli Stati Uniti si erano mantenuti neutrali. Tra l'agosto 1914 e l’aprile 1917 gli USA non solo avevano venduto armi alla Francia e all'Inghilterra, ma avevano anche assecondato e con prestiti, lo sforzo bellico dei paesi dell'intesa, compresa l'Italia. Quando però, nel Marzo 1917 i sottomarini tedeschi affondarono tre navi mercantili statunitensi, il 2 Aprile 1917 il presidente Wilson proclamò guerra alla Germania, in difesa dei valori liberali e democratici. - La Russia era fuori dal conflitto. Lo stato tedesco tra il marzo e luglio 1918, sferrò 5 grandi offensive, arrivando minacciare di nuovo Parigi. Per gli alleati dell’intesa si trattò della più grande crisi militare dal 1914. L’intesa passò all’offensiva battendo i tedeschi, con l’aiuto da parte degli Stati Uniti, nella battaglia di Amiens, dove la Germania subì la sua più grande sconfitta. Al fronte, l’esercito italiano, i cui ranghi erano stati ricostruiti anche grazie ai giovani dell’ultima leva, i ragazzi del 99 e ad alcuni aiuti anglo-francesi, riuscì ad opporre sull’altopiano di Asiago e sul monte grappa, un’efficace resistenza. Il 24 ottobre 1918 gli austriaci furono sconfitti e il 3 novembre firmarono a Villa Giusti un armistizio con l’Italia. Il giorno dopo l’armistizio entrò in vigore e il proclama della vittoria, firmato da Diaz, fu diffuso in ogni angolo del paese. L’11 novembre la Germania firmò la resa ponendo fine al conflitto. Secondo una stima media furono circa 9 milioni i caduti in battaglia. A peggiorare le cose nel 1918-1919 fu una epidemia, chiamata spagnola, che provocò un numero di morti superiore a quello della guerra (40 o 50 milioni)
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