Scarica La prima guerra mondiale, 1914-1918 e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La prima guerra mondiale, 1914-1918 La Grande Guerra copre un periodo che va dal 1914 al 1918. Il conflitto è scoppiato anche grazie a tensioni fra le grandi potenze europee. L’Austria e la Russia si contendevano il controllo delle aree balcaniche. La Francia desiderava il recupero delle terre dell’Alsazia e la Lorena. In Italia vi era il problema di alcune terre abitate da popolazioni italiane sottoposte al dominio austriaco quali: Trentino, Alto Adige, Venezia-Giulia, Istria e Dalmazia. Varie instabilità avevano spinto i paesi europei fra Otto e Novecento a alleanze di tipo militare che evitassero l’isolamento contro le aggressioni esterne. Su queste basi nel 1882 Germania, Austria-Ungheria e Italia strinsero la Triplice Alleanza. Nel 1907 si formò la Triplice Intesa tra Gran Bretagna, Francia e Russia. Attentato di Sarajevo e inizio dello scontro L’evento che diede origine al conflitto fu l’Attentato di Sarajevo il 28 giugno 1914, quando uno studente nazionalista serbo uccise l’erede al trono imperiale austriaco, l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie. Di conseguenza, l’Austro-Ungheria, d’accordo con la Germania, inviò un ultimatum al governo serbo, che era ritenuto responsabile dell’attentato, in cui chiedeva l’intervento della polizia austriaca nelle indagini sui mandanti. L’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Entrò in gioco il sistema delle alleanze. La Russia si schierò a fianco della Serbia. La Germania dichiarò guerra alla Russia. La Francia (alleata alla Russia) mobilita le forze armate. La Germania inviò un ultimatum, e dichiarò guerra anche alla Francia. L’esercito tedesco invase il Belgio (neutrale) per: aggredire la Francia da Nord-Est dove non era previste difese. La Germania puntava dunque ad un attacco rapido per mettere le loro forze contro la Russia. Di fronte alla violazione della neutralità del Belgio entrò in guerra la’ Gran Bretagna. L’Italia lamentandosi di non essere consultata delle alleate proclama la propria neutralità. La dimensione mondiale della guerra Si originano due blocchi contrapposti: da una parte l’INTESA: Russia, Francia e Gran Bretagna + Giappone, Italia e IMPERI CENTRALI: Austria-Ungheria, Germania + Turchia Il conflitto prenderà dimensioni mondiali e si aggiungeranno gli imperi riportati sopra evidenziati con i colori corrispondenti. I nuovi armamenti Gli eserciti costituivano una novità rispetto al passato innanzitutto per le enormi dimensioni causate da più fattori quali: l’iscrizione obbligatoria, l’uso di mezzi di trasporto motorizzati che permettono uno spostamento molto più veloce di soldati e, infine, il potenziale distruttivo delle armi. Lo sviluppo tecnologico-scientifico è confermato da aerei, carri armati e sottomarini. Le telecomunicazioni inoltre svolsero un ruolo del tutto fondamentale perché manipolavano, attraverso l’uso di radio, le persone cercando di indirizzare verso un’idea pressoché positiva della guerra. Era, quindi, uno strumento per la propaganda a favore della guerra. La nuova guerra come condiziona la vita all’interno degli Stati Le industrie coinvolte nelle forniture militari ebbero uno straordinario sviluppo grazie alle commesse dello Stato. Il sistema produttivo industriale fu riorganizzato secondo le esigenze belliche. Il richiamo al fronte sottrasse milioni di operai alle fabbriche, ad esclusione di operai altamente qualificati, il cui lavoro apparteneva a settori produttivi di interesse bellico, furono esentati dal servizio militare. Un altro settore fortemente influenzato dalla guerra fu quello dell’informazione. Nel periodo bellico i giornali fornivano, perlopiù, notizie che non ostacolasse la guerra, ma che esaltasse le sue aspirazioni alla vittoria. Dalla previsione della guerra-lampo... Il piano tedesco prevede una guerra breve e con costi limitati, il cui obiettivo era chiudere Parigi in una morsa da Nord-Est. Il piano dell’intesa era quello di sfondare il più presto possibile le frontiere orientali degli imperi centrali attraverso l’impero zarista . L’azione bellica in termini di guerra lampo fallisce. ...alla guerra di logoramento: i soldati in trincea Le trincee sono fossati lunghi chilometri e chilometri dentro cui i combattenti erano al riparo dal fuoco nemico, in attesa dello scontro “decisivo”. Queste trincee furono poi adattate al prolungamento della guerra, quindi allungate, provviste di ripari, contornate di filo spinato e munite di mitragliatrici e divennero sede normale di combattimenti. Da un'illusione di guerra breve si passò a una guerra di posizione. 1 La prima guerra mondiale, 1914-1918 La battaglia dello Jutland (1916): conflitto navale. Contemporaneamente al conflitto in trincea si sviluppò un conflitto navale nel Mare del Nord e l’Atlantico meridionale. Dopo una fase di superiorità per la Germania, grazie al blocco navale contro la Gran Bretagna, la flotta inglese strinse i porti tedeschi in una sorta di assedio impedendo loro di ricevere risorse e rifornimenti dalle colonie oltremare. Partecipare o no alla guerra, se sì, da quale parte? Nel 1914 Antonio Salandra aveva proclamato la neutralità dell’Italia, in quanto la Triplice Alleanza non prevedeva, in caso di guerra l’intervento delle nazioni alleate, ma una consultazione reciproca (per stabile il sostegno militare e gli eventuali compensi) a cui l’Italia non è stata convocata. In Italia era presente: il diffuso sentimento antiaustriaco nell’opinione pubblica italiana accompagnato dall’aspirazione alle “terre irredente”, ossia Trieste e Trento (sottoposte ancora al dominio austriaco). (se avesse partecipato a fianco dell’Intesa avrebbe voluto in cambio queste due terre). Due schieramenti compositi: gli interventisti… 1) in prima fila c’erano i nazionalisti (vicini agli Imperi Centrali, ma rimarranno fedeli alla Triplice Alleanza): il valore della guerra come forza motrice di una società dominata da tranquillità 2) Irredentisti, democratici, repubblicani, radicali e socialriformisti: vedono la guerra come leva per cambiamenti. La voce del gruppo è quella di Luigi Albertini nonché direttore del Corriere della sera, grazie al quale riuscì a esercitare una notevole influenza sull’opinione pubblica. ...e gli antinterventisti La parte consistente del partito liberale con riferimento a Giovanni Giolitti voleva negoziare la sua neutralità con gli imperi centrali. I cattolici già per principio rinunciano alla violenza e provano imbarazzo nell’andare contro un paese simbolo come l’Austria. I cattolici avevano l’appoggio del pontefice Benedetto XV. I socialisti erano allineati alle posizioni pacifiste. Inizialmente Benito Mussolini faceva parte del Partito e successivamente si convertì alle ragioni della guerra e fu espulso. Poco dopo diede origine a un giornale, Il popolo d’Italia che era una martellante campagna interventista. La trattativa segreta del governo Il capo del governo Salandra e il ministro degli esteri Sonnino avevano contattato segretamente le potenze dell’Intesa senza interrompere la trattativa con gli Imperi Centrali al fine di ottenere dei compensi territoriali in cambio della neutralità. Ma l’Austria non intendeva cedere su Trieste che era il porto di vitale importanza dell’impero, ma decise di offrire Trento e parte del Trentino. Grazie al consenso del re, senza sottoporre la questione al Parlamento, fu deciso di accettare la proposta dell’Intesa. In caso di vittoria avrebbe vinto: Sud Tirolo, la Venezia Giulia, l’Istria (esclusa la città di Fiume), parte della Dalmazia e isole adriatiche. L’accordo con la Francia, la Russia e la Gran Bretagna fu sottoscritto il 26 aprile 1915 e formalizzato nel Patto di Londra. (Il Parlamento era costituito da una maggioranza neutralista. Il maggio “radioso” Giolitti pensò che con un voto della maggioranza parlamentare avrebbe potuto sottrarsi dagli impegni stabiliti dal governo e mantenere l’Italia neutrale. La maggioranza del parlamento decide di assecondare la proposta di Giolitti e di continuare le trattative con l'Austria-Ungheria. Salandra è costretto a dimettersi, ma il re Vittorio Emanuele III respinge le sue dimissioni. Le << radiose giornate di maggio >>, così definite da D’Annunzio, alimentarono le spinte favorevoli alla guerra. L’Italia entra in guerra: Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Il piano di Cadorna Per più di un anno l’Italia e l’Austria combatterono una guerra a due senza includere gli altri membri delle alleanze. Il generale Luigi Cadorna punta di: 1) avanzare a nord-est oltre l'Isonzo verso Lubiana e puntare Vienna 2) avanzare a nord in Trentino La dichiarazione di guerra alla Germania giungerà dopo un anno. Il fronte italiano 2