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La Prima Guerra Mondiale 1914-1918: Cause, Corso e Conclusione, Appunti di Storia

Le cause remote e le principali fasi della prima guerra mondiale, dal desiderio di rivincita francese all'intervento degli stati uniti. Vengono trattate le cause politiche, economiche e socioculturali, le principali battaglie e la divisione del territorio europeo dopo la guerra.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 19/09/2021

_paulmarcelin
_paulmarcelin 🇮🇹

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Scarica La Prima Guerra Mondiale 1914-1918: Cause, Corso e Conclusione e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1914-1918 Le cause remote della guerra La prima guerra mondiale ebbe cause di carattere politico, economico, militare e socioculturale. Le cause politiche riguardavano i contrasti fra gli Stati Europei: - Il desiderio di rivincita dei Francesi per la sconfitta subita dai Tedeschi e la conseguente rivendicazione dei territori dell’Alsazia e della Lorena - La secolare rivalità fra Austria e Russia per il predominio nell’area dei Balcani; - La crisi dell'Impero ottomano - La presenza di due schieramenti contrapposti: la Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) Le principali cause economiche riguardavano in particolare le colonie fra la Gran Bretagna e la Germania le quali avevano la necessità di espandere il proprio mercato e garantirsi il rifornimento delle materie prime. Le cause militari sono da ricercarsi nella politica militarista delle grandi potenze e nella corsa agli armamenti dei Paesi europei più industrializzati. La scelta dei governi di iniziare a partecipare alla guerra fu facilitata dal dilagante nazionalismo, dalle tesi razziste sulla salvaguardia dell’identità nazionale e dal fatto che molti giovani vedevano nella guerra l’unica occasione per potersi realizzare. La causa occasionale Nella situazione internazionale fu sufficiente una scintilla per far esplodere il conflitto. La scintilla scoccò il 28 giugno 1914, quando un nazionalista serbo, Gavrilo Princip, uccise a Sarajevo l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, che erano in visita alla città. L’Austria ne approfittò per motivare un’aggressione militare e il 23 luglio inviò alla Serbia un ultimatum che richiedeva entro 48 ore il divieto di ogni forma di propaganda antiaustriaca e l'apertura di un’inchiesta sull’attentato condotta da una commissione mista serbo-austriaca. Le richieste furono considerate umilianti, di conseguenza il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Le prime fasi della guerra Nel giro di pochi giorni si passò dal conflitto fra Austria e Serbia a una guerra europea in quanto scattarono le clausole delle alleanze stabilite negli anni precedenti. All'ordine di mobilitazione generale impartito dallo zar di Russia all'esercito, rispose la Germania che dichiarò guerra alla Russia e alla Francia. Le truppe tedesche attuarono il “piano Schlieffen” che prevedeva l’attraversamento di Belgio e Lussemburgo per aggirare le difese militari della Francia. L'occupazione di questi paesi neutrali determinò l'intervento della Gran Bretagna a fianco della Francia e della Russia (4 Agosto 1914). Fra gli aderenti ai due schieramenti solo l’Italia dichiarò la propria neutralità. La guerra di posizione Dopo una rapida avanzata che portò l’esercito tedesco alle porte di Parigi, i Francesi riuscirono a bloccare i nemici sul fiume Marna. | due eserciti furono costretti a fronteggiarsi su una linea lunga 800 chilometri che partiva dal Mare del Nord e arrivava alla Svizzera. Si passo così da una guerra di movimento a una guerra di posizione, furono predisposte le trincee cioè dei fossati scavati nel terreno per offrire riparo dal fuoco nemico. | militari erano costretti a viverci a lungo, nonostante i ripari, gli uomini soffrivano il caldo, il freddo, il vento, la pioggia; a queste vanno aggiunte le pessime condizioni igieniche, i soldati tenevano gli stessi vestiti per parecchie settimane, per i bisogni fisiologici non c'era un bagno, si facevano in qualsiasi angolo, ciò trasformò le trincee in ricettacoli di topi. Si diffusero così le epidemie di colera e malaria. I soldati dovevano convivere anche con la presenza di numerosi cadaveri di compagni e nemici che restavano compresi fra le opposte trincee. Tuttavia intorno al periodo Natalizio ci furono una serie di “cessate il fuoco” ricordate come la “Tregua di Natale”, un gran numero di soldati provenienti da unità tedesche, britanniche e in misura minore da unità francesi, iniziarono a cantare canzoni natalizie, in seguito lasciarono spontaneamente le trincee per incontrarsi nella terra di nessuno e seppellire i soldati caduti, per fraternizzare e per scambiarsi cibo, tabacco e alcolici. Il livello di fraternizzazione fu tale che vennero persino organizzate improvvisate partite di calcio. Sul fronte orientale i Tedeschi sconfissero i Russi nella battaglia di Tannenberg ma anche qui si giunse a una situazione di stallo per il sostanziale equilibrio delle forze in campo. Il 31 ottobre entrava in guerra anche la Turchia in appoggio degli Imperi centrali con la conseguente apertura di nuovi fronti, russo-turco in Armenia e anglo-turco in Mesopotamia e in Egitto. L'Italia fra neutralità e intervento Nell'agosto del 1914 il governo italiano proclamò la neutralità del nostro Paese appellandosi alle clausole della Triplice Alleanza che prevedevano solo guerre difensive. Tuttavia l'opinione pubblica si divise tra neutralisti e interventisti. La maggioranza della popolazione desiderava che l’Italia non partecipasse alla guerra. Fra i pareri favorevoli alla pace spiccava quello di Giolitti che voleva ottenere dall’ Austria Trento e Trieste in cambio proprio della neutralità dell’Italia. Anche i socialisti erano contrari alla guerra, ritenuta uno scontro fra opposti interessi capitalistici che avrebbe portato danni ai soli proletari. Papa Benedetto XV aveva condannato ogni tipo di conflitto e a guerra ormai conclusa la definì “un’inutile strage”. Tra gli interventisti di destra si distinse Gabriele D'Annunzio. Essi avevano come obiettivo prioritario la liberazione di Trento e Trieste dal dominio austriaco. Gli stessi potevano contare sull'appoggio del re Vittorio Emanuele III e degli alti ufficiali che vedevano nella guerra un'occasione per conseguire maggiore prestigio. A loro si affiancarono i grandi industriali per i quali la guerra prospettava elevati profitti grazie alle commesse statali. Gli interventisti di sinistra volevano schierarsi a fianco dei Paesi democratici dell'Intesa per contribuire alla liberazione di tutte le nazionalità oppresse. L'organo principale di propaganda divenne ben presto il quotidiano “Il Popolo d’Italia” fondato da Benito Mussolini dopo esser stato dimesso dalla carica di direttore dell’ “Avanti!” per aver cambiato schieramento, inizialmente infatti condusse una vigorosa campagna neutralista. Secondo il Partito Socialista Italiano, Mussolini avrebbe ricevuto fondi occulti da agenti francesi, che lo avrebbero corrotto per farlo aderire alla guerra, alleggerendo così il fronte occidentale con la Germania che avrebbe dovuto attaccare anche l’Italia come traditrice della Triplice Alleanza. L'Italia in guerra Il 26 Aprile 1915, il ministro degli esteri Sonnino sottoscrisse a nome del governo, il Patto di Londra, un trattato segreto stipulato ignorando la volontà neutralista del parlamento. Il patto impegnava l’Italia a entrare in guerra nel giro di un mese e le garantiva in caso di vittoria Trento, Trieste, L’Istria, la Dalmazia e la possibilità di partecipare all’eventuale spartizione delle colonie tedesche. Il 3 maggio l’Italia uscì dalla Triplice Alleanza e il 24 dichiarò guerra all'impero Austro-Ungarico. ‘aliano Il 24 maggio 1915 l’esercito italiano non era pronto a sostenere un conflitto impegnativo, furono evidenti l’inefficienza organizzativa, le carenze nell’armamento e la scarsa preparazione tecnica. Il comandante dell'esercito italiano era il generale Luigi Cadorna che si distinse subito per la durissima disciplina imposta ai soldati. La diserzione era punita con la fucilazione. Nel 1916 gli Austriaci sfondarono le linee italiane e occuparono Asiago ma dovettero fermarsi per respingere i Russi sull’altro fronte. Cadorna contrattaccò e liberò Gorizia, dopodiché si tornò allo stallo e alla guerra di trincea.
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