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La Prima Guerra Mondiale: cause e contesto storico, Appunti di Storia Contemporanea

Le cause della Prima Guerra Mondiale, partendo dall'unificazione tedesca e l'acquisizione dell'Alsazia e della Lorena, fino alla gara coloniale tra le potenze europee e alla questione d'Oriente. Si approfondisce anche il ruolo dell'Italia nella Triplice Alleanza e la sua uscita dal conflitto. Il testo fornisce una sintesi delle principali cause politiche, economiche e sociali che portarono allo scoppio della guerra.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 23/03/2023

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: cause e contesto storico e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! TUTTO STORIA La Prima guerra mondiale: 1914 -1918 Confronto tra due blocchi opposti: da una parte Germania e impero Austroungarico; dall’altra Inghilterra, Francia e Italia. Perché? È necessario tornare indietro alla seconda metà dell’800, essendoci problemi che la preparano. Unificazione tedesca, unificazione della Germania come stato nazionale (1870). Al pari dell’Italia (1861), l’unificazione della Germania è giovane e recente. La Francia si unifica nel Medioevo con Giovanna D’arco, l’Inghilterra con la guerra civile delle due rose. È necessario partire dall’unificazione tedesca, il cui cancelliere è Bismarck, da cui partono tutti i problemi nazionali che guidano verso lo scoppio della guerra: 1. Lo stato nazionale tedesco si forma tramite una serie di guerre, e quella conclusiva è tra la Prussia e l’Impero francese (1970). La Prussia di Bismarck sconfigge rovinosamente la Francia, tanto che passa da monarchia a repubblica, e prende dalla Francia l’Alsazia e la Lorena (due regioni attualmente francesi al confine col Reno). Così facendo la Germania provoca una lacerazione profonda in Europa, suscitando nei francesi il desiderio di rivincita, mentre l’obiettivo internazionale di Bismarck sarà quello di far dimenticare tale problema alla Francia, incoraggiando le potenze europee in una gara coloniale, esterna all’ Europa -> congresso di Berlino (1878), durante il quale incoraggia gli altri Stati ad espandersi all’estero ignorando i territori che la Germania aveva sottratto alla Francia. Inizia l’espansione coloniale verso l’Africa, dando vita all’imperialismo europeo (1878-1914). Soprattutto a partire dal 1900 l’Africa sarà completamente occupata dalle potenze europee. Inghilterra occupa Sudan ed Egitto, l’Italia Corno d’Africa e Libia. Bismarck si terrà fuori da questa gara coloniale, e si limiterà ad incoraggiarla, tessendo una serie di alleanza che permetteva di porre la Germania al centro -> alleanze tra Germania di Bismarck e Impero austroungarico, a cui si aggiunge l’Italia nel 1882 = nasce la Triplice Alleanza. Il fine di Bismarck era diplomatico, e quindi cerca anche di coprirsi le spalle con la Russia, stringendo un trattato di contro-assicurazione. Il problema d’Italia: perché aderisce alla Triplice Alleanza? Non è un’adesione politicamente pacifica, molti erano in disaccordo perché, nel momento in cui sorge lo stato italiano, lo stato non aveva tutte le regioni attuali, tra cui il Veneto, che l’Italia prenderà nel 1866, e Roma, sotto il dominio pontificio, prima era un vero e proprio stato tanto che il papa era anche sovrano. Roma viene presa solo con la Breccia di Porta Pia (1870). Dai confini italiani restano ancora fuori Trento e Trieste. La polemica sorge perché molti sostenevano che, alleandosi con l’Austria, l’Italia non avrebbe mai avuto Trento e Trieste, ma aderisce soprattutto per spinte provenienti dalla monarchia e dalla politica conservatrice, volendosi legare alla Germania e all’Austria perché in quanto imperi autoritari, avrebbero potuto difendere la monarchia. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale l’Italia uscirà dalla Triplice Alleanza, che inizia a indebolirsi quando Bismarck è costretto a dare le dimissioni nel 1890, per un contrasto avuto con il Kaiser. Quando il re lo diventa Guglielmo II vi è un contrasto con il cancelliere, principalmente perché le forze politiche tedesche volevano che la Germania estraesse nella gara coloniale -> questi contrasti portano alla dimissione di Bismarck, e da quel momento in poi il vero capo politico tedesco sarà il Kaiser (Germania guglielmina). In questo periodo prende avvio un’accesa gara coloniale. 2. La Germania attiva questa gara coloniale, ma in quanto in ritardo, inizia un’aggressiva politica contro le altre potenze, soprattutto contro l’Inghilterra che vede nella Germania un pericoloso nemico politico. La situazione precipiterà per la politica italiana, che nel 1911 occuperà la Libia in Africa, e farà dei tentativi per entrare in Etiopia, ma non avrà mai successo, mentre Crispi subirà una forte sconfitta a Capua. Occupa la Libia perché i Francesi avevano occupato il Marocco, allora Giolitti, per non frenare l’avanzata italiana, inizia questa politica di espansione di un territorio controllato dall’Impero turco, in decadenza, tanto che nel giro di un anno il territorio libico viene conquistato. 3. Il problema dell’Impero turco: i turchi nel 1600 avevano raggiunto il massimo dell’espansione, ed inizia il lento declino della potenza turca, così che sorge uno scontro tra Austria e Russia su chi dovesse ottenere i territori Balcani turchi (i Balcani per lo sbocco sul Mediterraneo). La Russia non aveva una politica di potenza, ma di tipo religioso, perché i turchi erano musulmani, la Russia cristiano-ortodossa e i Balcani cristiani -> la Russia presenta l’idea di occupare i Balcani per difendere e liberare i cristiani che popolano quei territori. Questa questione viene nota come la “Polveriera d’Europa” o “Questione d’Oriente”, perché poteva esplodere da un momento all’altro per il forte contrasto. Si verificano due guerre Balcaniche, una nel ’12 e l’atra nel ’13, in seguito alle quali emerge, come potenza tra i Balcani, la Serbia, un territorio filorusso e fortemente antiaustriaco, che aveva l’idea della grande unificazione della Jugoslavia. 4. La causa occasionale dello scoppio della guerra è l’uccisione dell’erede al trono austriaco da parte di uno studente serbo -> attentato di Sarajevo (dominio austriaco). Casus belli per liberarsi della Serbia per l’Austria. Sintesi delle cause dello scoppio della guerra:  Cause politiche: Questione D’oriente è una delle prime cause, a cui segue la situazione dell’Impero austroungarico, che all’epoca ricopriva un agglomerato di popoli di più lingue e culture (es. slavi ed italiani), tanto che Mazzini definì l’impero come una accozzaglia di popoli che tra loro avevano idee ed obiettivi diversi. Altra motivazione è la politica aggressiva internazionale della Germania e il suo contrasto con l’Inghilterra. a questo si aggiunge “l’irredentismo italiano”, ovvero la volontà italiana di riprendere quei territori dall’Austria.  Cause militari: tutte le potenze europee avevano i propri arsenali militari per la gara coloniale. Il tutto è incrementato il nazionalismo dei vari Stati europei, una politica aggressiva che riteneva positiva la guerra. Divennero quasi dei movimenti politici di massa in Italia e Francia. Quando la guerra scoppia le reazioni della popolazione non erano di terrore, ma si aveva una visione positiva della guerra, dimostrando come il nazionalismo fosse radicato nelle coscienze popolari.  Cause economiche: notevole è l’influsso della storiografica marxista, perché per Marx la realtà è economica, la coscienza umana è determinata dai rapporti economici entro cui è inserito, e sostiene che il capitalismo ha un’incessabile necessità di espandersi per la sovraproduzione. Per Marx il capitalismo avrebbe inevitabilmente portato alla guerra, in quanto le potenze europee non avrebbero più territori presso cui espandersi (colonialismo) e diffondere il proprio mercato, riducendosi allo scontro tra loro. Gli avvenimenti che portano allo scoppio della guerra:  Attentato di Sarajevo. L’Austria, a seguito di questo attentato punta a liberarsi della Serbia, mandandole un ultimatum sapendo che non lo avrebbe mai accettato. L’ultimatum prevedeva che la polizia austriaca avrebbe indagato in Serbia per lo studente serbo. A questo punto l’Austria può dichiarare guerra alla Serbia (agosto 1914), nonostante nessuna potenza si aspettava scoppiasse una guerra del genere, in quanto l’Austria puntava a una sola guerra locale. Tuttavia, la Russia inizia a mobilitare l’esercito, a livello diplomatico è un atto ostile in dichiarano guerra marina a tutte le navi, anche neutrali e statunitense, che portavano merci all’Inghilterra. A questo punto gli stati Uniti entrano in guerra, segnando un importante periodo per la politica estera americana, che fino a quel momento era stato isolazionista, a partire dal 1821. Questo perché dopo il congresso di Vienna si ristabilisce l’assolutismo, a cui fanno seguito vari moti liberali, tra cui il primo nel 1821, represso dalla Santa Alleanza -> come gli stati uniti si disinteressano alle questioni europee, allo stesso modo l’Europa si disinteressa all’America (Monroe). L’America latina ottiene l’indipendenza, e gli Stati Uniti iniziano la politica isolazionista. Intervento del Papa contro la guerra. Papa Ratzinger XV, che fa un intervento contro “un’inutile strage”, con il fine di far firmare la pace alle potenze. Il suo discorso non ebbe effetti, e anzi, il papa fu accusato di essere filotedesco. Nel 1917 la Russia si ritira dalla guerra per affrontare le questioni interne della rivoluzione. La sconfitta militare italiana a Caporetto, irrimediabile perché il fronte italiano si ritirerà per 30/40 km, terribile per la Prima guerra mondiale. Gli italiani si assesteranno sul Piave come unica linea di difesa, ultimo caposaldo della resistenza italiana. Inizia una forte propaganda per far comprende all’esercito di contadini il valore della guerra, combattuta per difendere lo Stato e i territori dei contadini stessi, dando loro una motivazione per combattere. Questa propaganda ebbe successo perché l’esercito italiano poté resistere e contrattaccare arrivando a Trento e Trieste. Vi è un comunicato per il capo di Stato Diaz, che afferma che l’esercito più valoroso, quello austriaco, si ritira davanti all’avanzata italiana. A tal punto l’Austria si arrende chiedendo l’armistizio. Anche la Germania si arrende, ma l’esercito tedesco non subisce mai una sconfitta decisiva, nonostante arretra con ‘esercito americano. A condurre alla resa la Germania è una rivoluzione interna contro il Kaiser. La Germania firma la resa, e il nazionalismo tedesco farà sempre pesare sulla Repubblica di Weimar l’esito della guerra, accusandola di tradimento, perché si arrende nonostante non vi fosse un’evidente sconfitta. Questo motivo di polemica sarà proprio del nazionalismo e seguente nazismo. In Italia nasce il mito della vittoria mutilata, che dopo mille combattimenti e vittorie non ottiene quanto le viene promesso -> motivo di rivendicazione fascista. Nei paesi slavi, liberi dall’Austria, nasce poi un nuovo stato, la Jugoslavia. La fine della guerra mondiale segna la fine di un mondo, in quanto crolleranno tutti i grandi imperi europei, ovvero la Russia zarista, il secondo Reich tedesco con la nascita della Repubblica di Weimar, crolla l’Impero Austroungarico e quello turco, perdendo i territori e rimanendo lo stato attuale. -> la fine della guerra mondiale determina la fine dell’”Ancient regime”. La Prima guerra mondiale segna l’inizio di un mondo nuovo, anche essendo il primo grande fenomeno di massa, da cui nasce la società di massa. I trattati di pace: furono fatti dai vincitori a Parigi, stabilendo il destino dei territori vinti. A questo trattato parteciparono Clemenceau, George per Inghilterra, Orlando e Sonnino (ministro degli esteri) per l’Italia, e Wilson. Da questi trattati nasce il mito dell’Italia come potenza.  Wilson era un democratico americano, e si schierò per una pace giusta, in cui fossero rispettati i confini delle nazioni, enunciando questi principi nei 14 punti di Wilson: aveva l’idea di un capitalismo democratico, per cui era contro i nazionalisti e l’estrema sinistra, perché riteneva il capitalismo irriformabile, da abbattere tramite una rivoluzione. Al tavolo dei trattati di pace la posizione di Wilson non ebbe successo nel caso tedesco, ma ebbe successo nel caso del Trattato italiano.  Caso tedesco: si intendeva annientare la Germania tramite il trattato di pace. Wilson era contrario, però, la Francia fece un accordo con l’Inghilterra, secondo cui se gli inglesi avessero appoggiato la Francia nelle decisioni della Germania, avrebbero avuto appoggio sugli interessi del Medio Oriente, escludendo Wilson. Conosciuta anche come “pace cartaginese”, i trattati sono distruttivi per la Germania, considerata la causa della guerra, condannata a pagare i costi di guerra sia tedesca, che degli stati vincitori. Per garantire tale pagamento, occuparono il territorio della Rue, imponendo anche una drastica diminuzione di soldati, flotta.  La Francia: riprende l’Alsazia e la Lorena, insieme al famoso “corridoio polacco”, che spacca in due il territorio tedesco. Hitler dichiarerà guerra al Polonia, per recuperare quel territorio.  Trattato di Pace di Versailles: segna la fine dell’Impero austroungarico, diventando il piccolo stato che è adesso, dando vita ad altri piccoli stati (Ceco-Slovacchia, Jugoslavia, Ungheria). La Polonia diventa uno stato indipendente con il corridoio polacco, crolla l’impero turco, così che la Turchia perde i territori nei Balcani e nel Medio Oriente. La Turchia ha dei movimenti interni portati avanti dal desiderio di occidentalizzare la Turchia, diventando il primo stato musulmano con una netta divisione tra Stato e religione.  Il caso italiano: secondo il Patto di Londra l’Italia avrà Trento, Trieste e l’Alto Adige, Capodistria, ma non la Dalmazia per opposizione di Wilson, rivendicata anche dalla Jugoslavia. Contro Wilson l’Italia si trova isolata, e Sonnino per protesta si ritira. Francia e Inghilterra, intanto, si dividono le colonie tedesche, che toccavano anche all’Italia, ma da cui resta fuori. Da qui prende vita il mito della vittoria mutilata. Il PRIMO DOPO GUERRA Gravi danni diffusi in tutte le nazioni partecipanti, con particolare riguardo a Germania e Italia. Secondo gli storici, queste due nazioni non reggono in quanto democrazie “giovani”, recenti rispetto alle altre. La Prima guerra mondiale determina la fine dell’Ancien Regime, ma provoca anche grossi sconvolgimenti nel campo della politica interna: La condizione delle donne: Non tutti sono negativi, come il miglioramento della condizione femminile, già che aumenta l’occupazione lavorativa delle donne. In Italia prima della guerra riguardava 20.000 donne impiegate nelle fabbriche, in seguito alla guerra si arriva a 200.000, determinando una degradazione degli ideali patriarcali, e lo si può accertare anche con il voto concesso per la prima volta alle donne, un evento che testimonia il cambiamento degli stili di vita del tempo. Nel 1919, alla fine della Prima guerra mondiale, vi è una legge sulla capacità giuridica delle donne, non più sottoposte al controllo diretto del padre o del marito, e, nonostante in Italia bisognerà aspettare per il suffragio universale, in Germania invece, con la Repubblica di Weimar, si concede il voto alle donne. Seguono gli stati uniti nel 1920, sotto volere di Wilson. 1929 in Inghilterra, la Turchia negli anni ’30. Italia e Francia raggiungeranno tardi questo obiettivo, rispettivamente 1946 e 1945. A queste fanno seguito l’Argentina (1951). Inflazione: le guerre creano inflazione, perché richiedono un certo costo economico, dalle armi, ai soldati, ai trasporti, equipaggiamenti ecc. Quando gli stati sono in guerra inizia la stampa di carta moneta, per cui la moneta perde valore. In quegli anni esisteva il “Gold standard” -> gli stati stampavano tanta moneta quanto era l’oro avevano, e in caso di guerra la stampa del denaro aumenta anche oltre le possibilità di oro posseduto, così che la carta moneta si deprezza, e si verifica un conseguente aumento dei prezzi. Guardando al caso italiano, il valore della lira quando l’Italia entra in guerra era il doppio rispetto alla sua uscita dal conflitto (deprezzamento 50%). Dei fenomeni inflattivi varie categorie ne risentono, tra cui nel particolare quella dei ceti a reddito fisso (stipendi), così come colore che, depositando denaro in banca, vedono i loro possedimenti monetari dimezzati. L’inflazione pesa soprattutto su borghesia e ceti medi, e questo malessere economico sarà una delle basi di massa su cui sorge il fascismo. Disoccupazione: riguarda i reduci delle trincee che, tornando in patria, devono lavorare. La disoccupazione si deve anche alla necessità di passare da un’industria bellica a una di pace, ovvero riconvertire la produzione nei prodotti iniziali, quotidiani e non più finalizzati al sostegno bellico. Questa transizione richiede tempo, causando di conseguenza l’impossibilità di lavoro e l’aumento della disoccupazione. È un periodo di conflittualità -> Biennio Rosso (19/20) Mobilitazione politica di massa: i partiti smettono d’essere quelli di élite, e iniziano a definirsi “di massa”, cioè con una grande partecipazione popolare. Paradossalmente il Biennio Rosso sfocia in quello che gli storici hanno anche chiamato “Biennio Nero” (1921/22), perché il fascismo, che si presenta nel 1919 nella scena politica, inizialmente non gode di alcun successo politico, il movimento dei “Fasci di Combattimento”, alle elezioni del 19, non avrà alcun deputato. Solo nel 21/22 il fascismo arriverà al potere, episodio che culmina con la Marcia su Roma (ottobre 1922). Il fenomeno fascista: le interpretazioni del movimento - Giustino Fortunato, politico meridionale, disse che il fascismo non era una rivoluzione, ma una rivelazione. Molti fascisti, infatti, credevano di aver compiuto una rivoluzione, soprattutto con la marcia su Roma, come gli stessi squadristi, morti non molto tempo fa, sono anche stati intervistati, rivelando di credere di aver preso il potere con un atto rivoluzionario. Fortunato crede invece che sia una rivelazione di quello che secondo lui erano tutti i mali dell’Italia liberale (fino a quel periodo si parlava di Italia liberale). Il primo problema dell’Italia liberale, era che le masse erano tenute ai margini dello stato, tanto che a votare era solo il 2% della popolazione, in base al censo. Nell’82 si ha una prima riforma elettorale, basata sul livello di istruzione, pur garantendo un allargamento minimo. Molti storici parlano infatti di “Italia reale”, nonché la popolazione esclusa, ed “Italia legale”, chi poteva votare. 1913 -> per la prima volta, grazie a Giolitti, si ha il suffragio universale maschile - Benedetto Croce, importante filosofo italiano del ‘900, scrive un libro in cui sostenne che il fascismo va considerato come una parentesi. Uno stato sano (liberale), che improvvisamente si ammala, si fa vent’anni di fascismo e rinasce con l’Italia democratica. In questo senso il fascismo è una parentesi tra stato liberale e democratica, dando dunque un giudizio positivo all’Italia liberale, tanto che nei capitoli che riguardano l’Italia giolittiana egli parla addirittura dei “10 anni di felicità”. Quando Giolitti lesse tale libro, rimase anch’egli stupito. Per la storiografia, il problema della nascita del fascismo va inquadrato nella crisi che crea la Prima guerra mondiale, che porta alla luce già vari fenomeni esistenti, nonché quelli già citati nei punti precedenti. In sintesi, il fascismo è figlio della prima guerra. Tra l’altro, è come se l’Italia si ponesse come una sorta di modello per questi sistemi europei, giacché sarà in Italia che il fascismo salirà al potere primo tra tutti GOVERNI ITALIANI DOPO GUERRA Governo Nitti: è un governo liberale che si trova ad affrontare due principali problemi: 1. Politica estera -> mito della vittoria mutilata. Nel bel mezzo del governo Nitti, D’Annunzio condurrà la marcia su Fiume, presidiata da alcune truppe inglesi e americane che per il governo rappresenta un grane problema. Fiume nei trattai di pace era stata dichiarata città libera, geograficamente subito dopo Capodistria, e dopo Fiume poi ancora la Dalmazia. Quindi d’Annunzio si mette a capo degli ex soldati, e al loro arrivo le truppe straniere si ritirarono, così che D’Annunzio si ha, se pur per poco tempo, il controllo su Fiume. Nitti si trova nelle circostanze di un governo incapace di far rispettare i trattati internazionali. 2. Politica interna -> il governo Nitti si trova difronte a quello che è il primo ingresso delle masse nella politica, e si delineano i primi partiti di massa. I partiti:  Partito cattolico -> nasce in questo periodo, precisamente nel 1919. Per comprendere come sorge, è necessario risalire alla presa di Roma del 1870, Breccia di Porta Pia. All’epoca vi era lo stato pontificio, detenuto da Pio IX, che non accettò mai la presa di Governo Giolitti: si trova a fronteggiare due problemi Prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, Giolitti era stato al governo già per dieci anni. (età giolittiana). Sembra che la classe dirigete liberale sia invecchiata, Giolitti di fatti aveva già più di 80 anni. Politica internazionale -> occupazione fiume. Riuscirà a risolverlo con scarse difficolta, Giolitti di fatti opta per un’azione militare, dando un ultimatum a D’Annunzio: se non avesse sgombrato l’occupazione, Giolitti avrebbe fatto intervenire l’esercito. D’annunzio rifiuta l’ultimatum con risposte sprezzanti, ma quando l’esercito giolittiano arriva, ai primi momenti di attacco D’annunzio scappa. Fiume rimane senza occupazione, e Giolitti raggiunge un trattato, Trattato di Rapallo, con la Jugoslavia; si proclama la libertà di Fiume, l’Italia ottiene Capodistria e cede la Dalmazia. 1924 -> Fiume diventa città italiana Politica interna -> Biennio Rosso (1920-21), occupazione delle fabbriche del nord (Milano, Torino, Genova). Da una parte la coscienza di classe è aumentata, di fatti, secondo Gramsci, tutte le masse di contadini avevano guadagnato una maggior coscienza. Ad esempio, con l’inflazione e l’aumento dei prezzi, la classe operai cerca di difendersi da questa situazione chiedendo un aumento di salario. Inoltre, disponeva di una maggior difesa sindacale -> CGL, a differenza della media borghesia o del ceto medio, che verrà schiacciato dalle conseguenze della guerra. “Il ceto medio si ritrova incastrato tra borghesia e proletariato”. Di fronte alle richieste dei proletari, arriva il rifiuto dei proprietari delle fabbriche. Così viene proclamato lo sciopero ad oltranza, e gli industriali attuano la “serrata”, ovvero la chiusura di fabbriche per la mancanza di impegno lavorativo causata dalla rivoluzione. A quel punto gli operai occupano le fabbriche, si iniziano a mettere bandiere rosse sui tetti, nascono i consigli degli operai sul modello dei soviet ecc. Giolitti assume una posizione neutrale -> perché? Prima di Giolitti, davanti agli scioperi, i governi attuavano una forte repressione; Giolitti, per la prima volta, lascia che siano i manifestanti e rivoluzionari stessi a risolver da sé la questione. In relazione all’occupazione delle fabbriche, Giolitti credeva proletari e industriali sarebbero giunti da sé a un accordo, a cui di fatti si arriva. Gli operai si ritirano e le fabbriche riaprono. Tuttavia, l’occupazione delle fabbriche aveva diffuso un senso di paura tra la borghesia, per terrore che potesse succedere quanto era accaduto in Russia. Di fatti non si tratta di un qualcosa di impossibile, al contrario anche in altri territori europei nasce questa possibilità: es. spartachisti in Germania; anche in Ungheria. Si è a lungo discusso sulla possibilità che in Italia vi sarebbe potuta scoppiare una rivoluzione tipo quella russa, ma molti ritengono di no, dal momento che le condizioni italiane erano ben diverse da quelle russe: l’Italia aveva vinto la guerra, la Russia persa; l’Italia aveva un esercito forte, quello russo si era disgregato; molti affermano che in Italia una rivoluzione comunista non avrebbe retto al blocco delle altre potenze europee, in mancanza anche di materie prime. Tuttavia, nella borghesia, sul piano psicologico, resta la paura -> gennaio 1921 nasce il partito comunista. La “scissione di Livorno”, vi è un congresso socialista a Livorno, durante il quale si discute circa l’adesione alla Terza Internazionale. Per aderirvi uno dei punti era l’espulsione delle correnti riformiste dal socialismo, cosa che gli italiani rifiutano. A questo punto l’ala più estremista e massimalista del partito socialista (Togliatti, Gramsci), dando vita al partito comunista italiano, che diventerà poi il più grande partito comunista dell’occidente. La nascita del partito comunista segna la fine del biennio rosso, e inizia il “Biennio nero”, dal 1921 al ’22, si assiste all’ascesa del fascismo (opposto biennio rosso). Ascesa del fascismo -> come avviene? Il fenomeno spartiacque è probabilmente il fallimento dell’impresa di fiume, ovvero la ritirata di D’Annunzio, segnando la svolta del movimento fascista verso la destra politica. Questo perché Mussolini si convince che lo stato liberale non può esser preso con uno scontro formale, ma operando dall’interno. È per questo che i fascisti di Mussolini accettano il trattato di Rapallo, giacché liberali e fascisti avevano tra loro ideali in comune, primo dei quali, liberarsi dei socialisti, considerati pericolosi avversari sin dalla nascita del movimento fascista. I liberali non tengono conto dell’aggressività del movimento, che aveva poco da spartire con le vecchie classi conservatrici italiane, dunque, l’accordo fatto dai liberali con i fascisti, si rivela fallimentare. La prima ascesa dello squadrismo fascista si verifica a Bologna. All’inizio del ‘900, in Emilia-Romagna si era insediato un forte e radicato socialismo, che va fatto risalire alla politica di Giolitti. Qui si creano una serie di leghe contadine, amministrazioni comunali, università e case del popolo di impronta socialista. Le leghe socialiste non solo cercavano di ottenere alti salari, ma cercavano anche di imporre un aumento di lavoratori da assumere, aumentando i dissensi tra i proprietari di industrie. Allo stesso tempo, i socialisti erano contro la proprietà terriera, che si riteneva dovesse rimanere collettiva, facendo dunque forte leva sui braccianti, tenendo fuori mezzadri, piccoli proprietari medi ecc. tagliando quindi fuori quella fascia intermedia. A Bologna c’era l’insediamento di un sindaco socialista, si parla dell’episodio di Palazzo Comunale, ma durante la cerimonia irrompono i fascisti per ostacolarla. A questo punto il servizio socialista spara sulla folla colpendo anche i socialisti stessi; a questo punto parte lo squadrismo, spedizioni fasciste, nelle campagne, contro le leghe sorte. I socialisti, da un punto di vista militare, erano incapaci di resistere, e in questo caso sarebbe dovuta intervenire la forza pubblica, in quanto azioni illegali. da tener conto che il fascismo era diffuso in tutta Italia, ad eccezione per il Sud, che per il momento rimane fuori dai tumulti politici. Lo squadrismo fascista di afferma soprattutto nel centro-nord. Giolitti aspettava che i fascisti si “ricostitualizzino” e rientrino tra i liberali, idea sbagliata. Giolitti, nelle elezioni del 21’, fa entrare nelle sue liste alcuni candidati fascisti, precisamente 35 deputati, così che Mussolini entra per la prima volta alla Camera. Il partito comunista prende invece il 5% dei voti. Inizia così l’agonia dello stato liberale, tanto che dagli storici Giolitti è definito il “Giovan Battista del fascismo”, per averli “battezzati”, ovvero averli fatti entrare nel governo. Governo Bonomi: data la situazione, propone il “Patto di Pacificazione” tra fascisti e socialisti, per poter tornare a una situazione di legalità. Mussolini sarebbe anche stato d’accordo, ma il fascismo intransigente insorge, sostenendo che lo stato liberale doveva esser abbattuto, e quindi erano contrari ai compromessi, rifiutandosi di firmare il patto. Mussolini cerca di giungere a un compromesso, trasformando il movimento fascista in partito. 1921, nasce il partito fascista, che era un partito-milizia, che gioca su due piani: tattica parlamentale e violenza politica nelle piazze. I liberali si dimostrano incapaci di opporsi efficacemente, molto probabilmente perché figli di un altro secolo, convinti che tutte le situazioni si risolvessero solo in parlamento, ignorando il potere della violenza pubblica. Governo Facta: Fallito il Patto di Pacificazione, sale al governo Facta, discepolo di Giolitti, che si sperava di far tornare al potere dato il tumulto politico del tempo. Sturzo si oppone però all’ascesa di Giolitti, per un insolubile dissidio che pone le sue radici ai blocchi clericali. Il governo Facta si dimostra però molto debole. I socialisti proclamano lo sciopero “legalitario”, un completo insuccesso, tanto che si è perlato di un “caporetto” del movimento operaio. I fascisti prendono il posto degli scioperanti nei servizi pubblici, e iniziano ad esser visti con benevolenza da parte della popolazione. A questo punto Mussolini decide di candidarsi al governo. Si smentisce il programma di Piazza San Sepolcro, e i fascisti si dichiarano monarchici, cercando un appoggio nelle classi conservatrici. Turatti comprende la gravità della situazione, e per cercare di rafforzare il governo, propone di inviare i socialisti al governo insieme ai popolari di Sturzo. Gli ultimi erano già al governo, nei primi prevalevano i massimalisti. Turatti intendeva indebolire il partito fascista, ma fallisce perché: il Vaticano si oppone a un rapporto con i socialisti, non volendo collaborazione tra cattolici e socialisti; nel partito socialista nessuno vuole collaborare con Facta. I riformisti e Turatti vengono espulsi (1922), ed egli da vita al TSU, Partito Socialista Unitario. L’Italia si presenta nuovamente con un’anomalia: se negli altri paesi europei il partito di sinistra era unitario, in Italia si divideva tra Socialisti Ufficiali, il TSU e il Partito comunista. LA RIVOLUZIONE RUSSA: 1917 Alla base della Rivoluzione russa vi è in primo luogo la condizione della Russia zarista alla fine dell’800, che presenta una situazione “atipica” rispetto al resto d’Europa. Tutto il potere è concentrato nelle mani dello zar, sostenuto dalla nobiltà russa, rispetto all’Europa dell’epoca che aveva vissuto la Rivoluzione francese e le sue conseguenze, in seguito alla quale termina la società feudale, diffondendo i suoi principi per tutto il continente, tranne la Russia, che riuscirà a sottrarsi all’invasione napoleonica. Dunque, se in Europa vige la borghesia, in Russia la nobiltà. (La nobiltà viveva di rendita del lavoro contadino, del feudo, mentre la borghesia è una classe mercantile che vive di profitto). Inoltre, la Russia ha nella campagna la servitù della gleba, i contadini russi erano legati quindi alla terra del proprietario dove nascevano. Schiavismo e servitù della gleba sono diverse: lo schiavo è privato di diritto personali, i contadini sono individualmente liberi, ma dal punto di vista lavorativo è dipendente dalla terra del proprietario. Alessandro II abolisce la servitù della gleba. Inizia a formarsi in Russia una piccola proprietà contadina nelle campagne in seguito all’abolizione della servitù della gleba, dando vita anche ai primi nuclei industriali in Russia, che saranno concentrati a Mosca e Pietroburgo. La Russia non diventa una società industriale, in quanto per parlare di industrializzazione il prodotto industriale supera nettamente quello agricolo, ma presente solo due nuclei di industria. Opposizione politica allo zarismo: due gruppi  Occidentalisti -> la Russia per svilupparsi doveva seguire il percorso delle società europee. Tra questi vi sono i marxisti russi, divisi tra i menscevichi e bolscevichi. - I primi erano a favore di un marxismo “ortodosso”, seguendo la teoria di Marx così come l’aveva tracciata (rivoluzione del proletario). Per Marx prima di arrivare alla rivoluzione comunista bisognava arrivare all’estremo del capitalismo, mentre aumentano la popolazione proletaria, di conseguenza si può avere la rivoluzione. - I bolscevichi, a cui capo vi era Lenin credeva che la rivoluzione proletaria si potesse forzare e accelerare, senza che il capitalismo raggiungesse il massimo sviluppo. Il modo per accelerarla sarebbe quello dei rivoluzionari di professione: piccola élite abituata a vivere in clandestinità, il cui obbiettivo era accrescere la coscienza del proletariato e aumentare in esso il desiderio di rivoluzione. In questo modo introduce una deviazione rispetto al marxismo classico, ovvero il marxismo di Lenin, tanto che si è parlato anche di marxismo asiatico, perché una tendenza che si è allontanata dalla direzione europea. In tal modo Lenin riesce a giustificare la rivoluzione in una realtà arretrato come la Russia. In questo modo è come se Lenii fosse accomunato agli slavofili, nonostante avesse nette differenze rispetto a loro: 1. Classe rivoluzionaria = classe operaia; per i populisti è la classe contadina. 2. I populisti propugnavano il terrorismo; Lenin proponeva la lotta di classe  Slavofili -> credevano che la Russia dovesse seguire una strada tutta personale, e i maggior rappresentanti di questi gruppi erano i populisti russi, che avranno molta presa sulla società russa. Esaltavano la vita rurale e sostenevano che gli intellettuali dovevano vergere verso il popolo contadino, in cui risiede il vero spirito della società russa. Come mezzo di lotta politica proponevano il terrorismo. Esaltazione della vita rurale che manca nella società occidentale. 1905 -> Prima Rivoluzione L’anno prima la Russia vive una guerra imperialista con il Giappone per alcune basi in Corea, e viene sconfitta. La situazione del Giappone: L’Asia era stata una zona di influenza delle grandi potenze europee e statunitense, ad esempio la Cina, mai occupata militarmente, era diventata una zona di influenza per le potenze europee. Ciascuna di loro aveva comunque lì una base, Italia compresa. Quando questo fenomeno inizia a verificarsi in Giappone, la nazione cerca di mantenere una propria indipendenza, vivendo una modernizzazione e industrializzazione accelerata, per potersi opporre a diventare una grande colonia delle potenze occidentali. In Giappone scoppia così una guerra civile, dove prima vigeva ancora un sistema feudale, quello dei samurai, un sistema spazzare via dalle truppe vendere alcolici ai clienti per non “abbassarsi” ai livelli dei paesi europei (xenofobia, causa crescita contrabbando). Numerosi, sperando di arricchirsi, iniziano ad investire, tanto che molte famiglie mettono l’ipoteca sulla casa. In questo periodo economico diminuirono le imposte dirette, le spese pubbliche e si mantenne un basso tasso di interesse. Intanto sempre più gente investe nella borsa credendo nell’infinito aumento del benessere economico. Chiaramente questa situazione mostra una duplice faccia: allo stesso tempo le istituzioni non agivano per regolare le condizioni di vita più povere e misere, ignorando anche le fragili basi su cui l’intera economia americana poggiava. È per questo che, con il crollo della borsa nel giovedì nero (24 ottobre 1929), anche i piccoli e medi risparmiatori si trovano in difficoltà. Le cause riguardano in primo luogo una crisi di sovrapproduzione del settore agricolo, in quanto gli Stati Uniti mantenevano quegli stati europei fuori dalla guerra mondiale, l’eccessivo materiale prodotto non era acquistabile da molti se non da una piccola fetta della società, e le nazioni europee che dipendevano economicamente dalla potenza americana, risentirono delle cause economiche della crisi, non avendo alcuna possibilità di acquisto. Tuttavia, l’economia dei territori europei inizia a risanare, e gli agricoltori americani si ritrovano con un’eccessiva quantità di beni. Inoltre, numerosi sono gli investimenti fatti nelle macchine agricole, ma diventa difficile per le banche recuperare i prestiti fatti. Le banche falliscono, numerosi disoccupati, crolla la borsa. Con la crisi del 1929, l’America vive un periodo di estrema miseria, da cui riesce a risanare grazie a Roosevelt, che inaugurò nel ‘33 il New Deal -> Caines credeva che per risanare dalla crisi lo stato dovesse dedicarsi a lavori pubblici, purché i disoccupati avessero anche uno stipendio minimo. I conservatori si opposero per i motivi: - Lamenti contro il fatto che si trattasse di lavori di assistenza - Paura di dirigersi verso l’economia comunista Inoltre, le banche vengono riaperte ma assoggettate a un controllo federale, i produttori agricoli vengono incentivati. Il New Deal costituisce un importante progetto, visto da tutti gli stati colpiti dalla crisi, come l’unico modello per risanare. Solo la Russia ne rimase fuori. Il New Deal prevede una piccola inflazione, perché per promuovere lavori pubblici lo stato deve stampare carta moneta, dando vita a un’inflazione controllata, affinché si ottenessero posti di lavoro. È dal New Deal che nasce lo stato sociale in Europa- > sorgono le scuole, le università pubbliche, le istituzioni sanitarie ecc. I REGIMI TOTALITARI Cos’è uno stato totalitario? Si differenzia dalle vecchie dittature per il tentativo di inglobare in esso l’intera società; di condizionare la mentalità stessa dei cittadini. Prima di questi anni vi erano già stati numerosi stati dittatoriali, come le Monarchie assolute dell’Europa moderna. Tuttavia, queste dittature precedenti non si preoccupano di inserire nello stato la popolazione. Hanna Arendt è stata la prima a parlare di “Stato totalitario”, nel ’51 ha pubblicato il libro “le origini del Totalitarismo”. Parlare di stato totalitario include comunismo, nazismo e fascismo Caratteristiche dello Stato totalitario:  Inglobare le masse  Perché ci possa essere uno Stato totalitario, è necessaria la presenza di una società di massa, che nel ‘900 nasce dopo la Prima guerra mondiale. Società di massa = grossa quantità numerica di ceto medio  Ideologia ogni comprensiva e finalistica  L’individuo è lo strumento per la realizzazione di un ordine superiore. Quest’epoca è stata definita “Secolo delle Ideologie”, in quanto le ideologie politiche sono fondamentali per la vita di un individuo in questo periodo, definiscono la persona  Esistenza di un partito unico, guidato da un dittatore  Istaurazione di un regime di terrore: persecuzione oppositori; polizia segreta ecc. accanto al sistema di terrore si istaura quello di propaganda politica, attraverso il monopolio dei mezzi di comunicazione di massa (giornali, manifesti) NO televisione (nasce nel ’52). Anche le grandi adunate sono un mezzo di propaganda politica  Controllo di questi sistemi sull’economia L’AVVENTO DEL FASCISMO Situazione governo Facta La marcia su Roma Mussolini decide di agire di forza e proclama una grande adunata fascista a Napoli, dal momento che era diventato un partito di massa, da circa 3'000 iscritti, molti dei quali armati. Dall’adunata di Napoli, si decide di marciare verso Roma, seguendo il modello della marcia su Fiume di D’Annunzio. La marcia su Roma avrà un grande successo politico, e a quel punto il governo Facta proclama lo Stato d’assedio (si proclama in situazioni di emergenza, in cui le libertà costituzionali, Statuto Albertino in questo caso, vengono sospese), facendo schierare l’esercito attorno a Roma. Facta si reca da Vittorio Emanuele III per farlo controfirmare lo Stato d’assedio, ma egli rifiuta, per ragioni non del tutto accertate. Questo perché quando la monarchia nel 46’ perse il referendum, i Savoia si sono portati dietro gli archivi, restituiti solo dopo vari anni all’archivio di Stato di Torino. Ci si rende conto della mancanza dei documenti del periodo fascista, ed oggigiorno è possibile solo avanzare ipotesi, che sono sostanzialmente due: 1. Il re voleva evitare una guerra 2. Il re non si fidava totalmente dello Stato maggiore italiano, perché aveva come capo militare Diaz, con cui volle accertarsi della fedeltà dell’esercito -> Risposta di Diaz: “L’esercito mi sarà fedele, ma meglio non metterlo alla prova” I fascisti entrano a Roma, e quanto accade va ben oltre le aspettative di Mussolini, che ottiene dal re la nomina del capo del governo, che in quel momento era diventato Salandra. A questo punto Mussolini, nel 22’, diventa capo del governo italiano. Ci si trova ancora davanti a un governo di colazione, ma si è soliti indicare la fine dello Stato liberale con la Marcia su Roma. Mussolini fa un discorso, il discorso del Bivacco. I fascisti sentivano di aver fatto una rivoluzione, ma si tratta in realtà di un compromesso politico tra Mussolini e le vecchie classi dirigenti conservatrici. 1922-1926 -> il fascismo diventa dittatura tramite i seguenti passaggi: La rottura tra il fascismo e i popolari di Sturzo; Le elezioni politiche del 1924; Il delitto Matteotti; L’opposizione al fascismo nell’Aventino; Le leggi fascistissime (1925-26) Mussolini è capo del governo. Uno dei motivi per cui viene nominato capo del governo è legato alla richiesta di “normalizzazione”, affinché le squadre fasciste tornassero alla legalità e normalità. Mentre Mussolini rassicurava del ripristino della normalità, introdusse allo stesso tempo due leggi che contrastavano lo stato liberale: “Gran consiglio del fascismo” e “Milizia volontaria per la sicurezza nazionale”  Gran consiglio del fascismo (1922) -> era l’organo supremo del partito, composto dai grandi gerarchi e risieduto da Mussolini. Aveva la funzione di stabilire le line generali della politica fascista e dare accordo tra partito fascista e governo. Il consiglio faceva dare accordo con il governo, ma solo con il partito fascista, creando l’anomalia della terza camera, in quanto si introduce questo terzo elemento, quello del consiglio, che è però rivolto solo al partito fascista.  Milizia volontaria per la sicurezza nazionale -> si tratta delle vecchie squadre fasciste che diventano un corpo dello stato, affiancandosi a polizia e carabinieri. Si tratta di un’evidente anomalia, perché polizia e carabinieri giurano fedeltà allo stato, mentre la milizia volontaria direttamente a Mussolini, che è come se avesse una propria milizia personale, ma pagata dallo Stato. In seguito a queste leggi, Mussolini aveva un altro interesse politico, ovvero rafforzare la sua maggioranza parlamentale, avendo solo 35 deputati nel parlamento, rischiando dunque di cadere. La sua idea è di introdurre una legge elettorale maggioritaria nelle elezioni politiche, rispetto al sistema proporzionale usato al tempo. Il problema era far approvare al parlamento questa legge maggioritaria, perché se i liberali avrebbero potuto votare a favore, il limite era costituito dai popolari di Sturzo, che aveva esplicitamente affermato la sua preferenza per la legge proporzionale. In mancanza del voto dei popolari, la cosiddetta “Legge Acerbo” non sarebbe passata. Il primo problema dei Mussolini è dunque liberarsi dei popolari, credendo di scavalcare direttamente il partito e rivolgersi direttamente al Vaticano, che non aveva comunque grande riguarda nei confronti di questi partiti. Mussolini fa credere al Vaticano di concederli una serie di possibilità, pur di liberarlo da Sturzo. Mussolini concede al Vaticano, tra cui l’introduzione del crocifisso negli uffici pubblici. Il vaticano preme affinché Sturzo si dimetta, causando lo scioglimento del partito popolare, e molti, che erano i vecchi clerici moderati votarono a favore della Legge Acerbo. Questa legge fu elaborata nel 1923 da un deputato fascista, e consisteva nel: il partito che otteneva la maggior parte dei voti avrebbe avuto un “premio di maggioranza”, che lo avrebbe portato ad avere il 65% dei seggi in parlamento. La soglia minima da raggiungere perché un partito ottenesse il premio era del 25%. Approvata questa legge, i fascisti presentarono una loro lista, il “Listone fascista”, in cui si introducono anche i candidati liberali conservatori, come Orlando, Salandra (capo del governo prima che l’Italia entri in guerra). Vengono chiamati liberali “fiancheggiatori”. La situazione è stravolta rispetto al 21’: adesso sono i fascisti a introdurre nelle liste fasciste i liberali. Per cercare di vincere era necessario accopparsi, tanto che questo listone comprende fascisti e liberali; l’opposizione si sarebbe dovuta quindi presentare unita, ma alle elezioni apparirà frazionata, giacché la sinistra era divisa in tre partiti, a cui si affianca una piccola minoranza di liberali democratici. I risultati elettorali andarono otre le previsioni, dal momento che il listone fascista ottenne già da sé il 65% dei voti, si capisce quindi che: il fascismo si era esteso dal nord al sud; il fascismo a questo unto aveva sostituito i liberali nella guida del blocco conservatore. Dopo le elezioni del 24’ sorgeranno però alcuni problemi, perché quando questo parlamento si insedia, il deputato Matteotti, fece un duro discorso alla camera contro Mussolini e il fascismo, trattando i seguenti punti: - Annullamento risultati elettorali, affermando la presenza di alcuni imbrogli nel conteggio dei voti - Chiese le dimissioni di mussolini, perché era stato direttamente voluto del re e non dal parlamento, che preferiva Salandra - Denuncia una specie di tangentopoli fascista, nelle quali è convolta addirittura il fratello del duce. (Tangentopoli = corruzione politica, in cui gli esponenti fascisti prendono denaro) Poco tempo dopo il discorso, Matteotti fu rapito e ucciso da alcune squadre fasciste a Roma (vd. Libro). Questo rappresenta il massimo di isolamento che il fascismo ha nel paese, di fatti l’evento suscitò un grave sconcerto tra la popolazione. Circa il delitto esistono due ipotesi: Mussolini era il mandante del delitto; il delitto fosse stato iniziativa autonoma delle squadre. Molti sostengono che Mussolini non avesse necessità di compiere il delitto Matteotti. Il risultato del delitto: isolamento fascismo e proteste parlamentari -> Arentino, che si ifa a un vecchio episodio romano, la protesta dei plebei contro i patrizi, lo stesso fano i parlamentari dopo il delitto. L’aretino si dimostra una opposizione politica debole, in quanto fu per lo più di tipo morale, non pratico, togliendo la fiducia il fascismo. Solo i comunisti proposero un’idea partica, ma l’idea fu bocciata, consapevole di non potercela fare in uno comunista per Stalin. Si tratta di una scelta intrapresa da mussolini stessa, il quale affida al partito l’azione propagandista. Quando il fascismo andrà in crisi, sarà il re a destituire mussolini. Probabilmente mussolini non volevano dare troppo potere al partito, e che potesse oscurare la sua figura, potendo già godere del controllo sullo stato. La firma dei Patti Lateranensi è per il fascismo un grande successo, ottenendo in cambio enormi privilegi, presentandosi agli occhi del paese come colui capace di risolvere un problema sempre discusso: il rapporto tra Papato e Impero. Questo successo propagandistico si ottenne presto, in quanto nel 29 si ottennero le prime elezioni plebiscitarie (o sì o no). La lista fascista ebbe quasi il 90% dei sì, pur non avendo alcuna concorrenza, essendo il partito fascista l’unico presente. 1931 -> scontro tra le squadre fasciste e l’azione cattolica (organizzazione di laici con al vertice un ecclesiastico), questo perché il fascismo mal tollerava che la scuola cattolica educasse i giovani, volendo avere il totale controllo sull’istruzione. Le sedi dell’azione cattolica vengono quindi attaccate, ma alla fine la chiesa si piega. Il monopolio dell’educazione resta allo stato fascista. Nell’ideologia fascista si ritrovano tutta una serie di componenti dell’ideologia cattolica, tra cui il ruolo tradizionale della donna, l’incremento demografico La propaganda fascista Verità rispetto alla propaganda L’ISTAT è stato fondato dal fascismo, e si preoccupa a fasi alterne di fare un reso conto della situazione italiana. Questi dati permettono di vedere quale fosse la differenza tra la vera situazione italiana e la propaganda:  L’Italia ha uno sviluppo economico durante il fascismo? Si. Perché il prodotto agricolo diminuisce rispetto a quello industriale. L’Italia durante l’età giolittiana ha un decollo industriale un po’ distorto, concentrato solo nel nord, ed aumenta nel periodo fascista. Inoltre, i dati sull’urbanizzazione testimoniano l’incremento della popolazione, tipico dei fenomeni di industrializzazione. Il governo fascista aveva inoltre vietato l’immigrazione all’estero, fenomeno diffuso nell’età giolittiana e anche le migrazioni interne, ovvero lo spostamento da campagne a città, per una questione di “apparenza”, occultando i fenomeni di vagabondaggio o disoccupazione. Risulta che queste leggi non furono però mai applicate, a differenza dei nazisti che non solo fecero le stesse leggi, ma le applicarono con rigidità. Altro indice dello sviluppo è l’aumento del settore terziario, ovvero aumento dei ceti medi (medici, insegnanti ecc.), un dato indicativo e caratteristico di uno sviluppo economico. Paradossalmente allo sviluppo industriale si registra un’arretratezza nei consumi, nettamente inferiori rispetto agli altri paesi occidentali. Ad esempio, il consumo della carne è inferiore, così come il numero di famiglie che possiedono automobili o telefoni, e si tratta di un tipo di arretratezza che continua fino agli anni ‘60 del 900, quando poi si verifica il cosiddetto “boom economico”  Il tipo di politica dal punto di vista propagandistico; gli effetti -> incremento demografico, proprio anche dell’ideologia cattolica, con la differenza che per il fascismo questo era visto in funzione di una politica di potenza, concepito come un rafforzamento della nazione. Tra i vari atti propagandistici per favorire ciò vi erano:  Premi in denaro per le famiglie che superavano un certo numero di figli  Tassa sul celibato, ovvero i maschi celebi, che tra i 26 ai 65 anni non si sposavano, dovevano pagare una tassa in più. Tutto questo si ricollegava all’idea del ruolo tradizionale della donna, vista come l’”angelo del focolare”, secondo la visione cattolica, che si sarebbe dovuta dedicare alla famiglia e alla casa Tuttavia, vedendo i dati reali, l’occupazione femminile nel periodo fascista aumenta, soprattutto nei lavori medio-bassi, come segretarie, telefoniste ecc. Quindi il regime è attento affinché le donne non raggiungessero ruoli di controllo. Allo stesso modo, la tassazione universitaria per le donne raddoppiava, nel tentativo di frenarle nell’ascesa di posti di rilievo.  La scuola -> si tenta di formare giovani con pensieri fascisti. La più interessata è la scuola elementare, fino a dunque la scuola dell’obbligo all’epoca. Il tentativo di rendere fascista la scuola parte:  da una stretta sorveglianza sugli insegnanti;  l’imposizione del testo unico di Stato, ovvero le scuole erano costrette a adottare esclusivamente il testo scritto e imposto dallo Statto, ricco di pura propaganda fascista.  La riforma della scuola superiore stabilita da Gentile, impostata sulla forte rivalutazione degli studi umanistici e sulla forte severità della scuola. Il liceo classico era considerato il vertice dell’istruzione, e nella mentalità odierna rimangono ancora briciole di questa riforma. Ci si poteva iscrivere all’università solo dopo il liceo classico, e i professori furono costretti a giurare adesione alle leggi fasciste per non perdere la cattedra. La università fu lasciata abbastanza libera rispetto alle scuole superiori, in quanto nessuno, dopo aver giurato, veniva controllato sui corsi fatti o i materiali usati. Questo perché al fascismo interessava l’istruzione delle masse, mentre all’epoca il mondo universitario era riservato a pochi. In tutta Italia i professori universitari erano 1200. Anche per quanto riguarda l’alta cultura viene meno il totale controllo -> i letterari, purché giurassero al fascismo, erano poi liberi di scrivere. Basti pensare a Pirandello, nelle cui opere manca accenno fascista  Mezzi di comunicazione -> con le leggi fasciatissime accade che:  chiudono i giornali di opposizione, e quelli che restano subiscono un’opprimente censura.  Lo stesso vale per la radio, le cui prime trasmissioni in Italia risalgono al 1923. Il governo fascista istituisce l’EIAR, che sorge nel ’27, ed era l’ente governativo che doveva occuparsi delle trasmissioni radio, stabilendo quali trasmettere, censurando profondamente questo mezzo. L’EIAR non è altro che la RAI moderna, che nasce con la volontà di controllare le trasmissioni. Solo negli anni ’70 si ha la riforma della RAI, con cui si abolisce l’istituto della censura, e il controllo dell’ente passa nelle mani del parlamento, sottratto al governo  Il cinema viene controllato, e prima dell’inizio del film veniva obbligatoriamente trasmesso il “cine giornale luce”, che esaltava le realizzazioni del regime fascista. Il controllo veniva attuato anche sui contenuti dei film, che potevano essere o di propaganda nazionalista (esaltazioni militari o guerresche) o di “evasione”, cioè che non presentava i veri problemi sociali. La filmografia viene definita quella dei “telefoni bianchi”, in quanto venivano mostrate famiglie, gente benestante. La prima volta in cui verrà fuori la verità circa la condizione italiana durante il fascismo, con i film di De Sica, Rossellini, Soldati ecc. Questo tipo di propaganda interessa sostanzialmente il ceto medio, da cui restano escluse invece la classe operaia e l’altra borghesia Lo stato corporativo, introdotto con la carta del lavoro nel 1926. Le corporazioni esistevano nell’Europa medievale, e l’idea era che dovessero andare contro la lotta di classe teorizzata dal marxismo. Nelle corporazioni i sindacati (es. dei metalmeccanici, lavoratori e proprietari ecc.) si devono unire tra loro, permettendo una collaborazione tra le classi, che porta all’unità, e quindi rafforzamento, della nazione. Al vertice di queste corporazioni lo stato faceva da arbitro, che presenta questa corporazione come una grande conquista economica e sociale. Il liberalismo viene superato, perché si ha il controllo dell’economia da parte dello stato, ma anche del comunismo, perché viene mantenuta la proprietà privata. Questo è quanto in realtà affermato dallo stato fascista, ma successivamente il sistema corporativo è stato studiato, dimostrando come i salari della classe operaia diminuiscano in mancanza di possibilità di sciopero. Quindi, le corporazioni vanno a vantaggio dei datori di lavoro. Questo si affianca all’estensione della legislazione sociale -> pensioni pubbliche, delle assicurazioni sociali, un tentativo di inserirsi anche nel “dopo lavoro”. Introdotti altri due enti: ECA e OMNIA (opera di maternità e infanzia, assistenza da parte dello stato alle madri). Durante il partito fascista Gentile avviò anche l’enciclopedia Treccani, in cui vi è una voce “fascismo”, firmata da Mussolini ma scritto da Gentile, che afferma: “tutto per lo Stato, niente al di fuori dello Stato”. Il senso è che lo stato avesse il compito di occuparsi di tutto, dall’istruzione alle situazioni conflittuali ecc. la discriminante ideologica del fascismo è quindi lo stato, mentre per il nazismo la razza. Politica economica del fascismo, due fasi:  Liberista, in cui manca il controllo statale dell’economia. Va dal 1922 al 1926  Intervento statale. Un primo intervento riguarda la cosiddetta battaglia del grano (1925-26). Dall’Italia liberale il fascismo eredita alcune leggi doganali, tra cui il sistema protezionistico introdotto nel 1877. Si tratta di un sistema tramite cui il governo cerca di proteggere la produzione nazionale da quella estera.  Quota 90 -> una manovra per fermare l’inflazione derivata dalla politica economica liberista. Letteralmente vuol dire che il governo, per comprare una sterlina, stabilisca ci vogliano 90 lire. Es. se prima per comprare una sterlina erano necessarie 150 lire, se con ciò la lira scende a 90, vuol dire che la lira ha aumentato il suo valore. Perché sulla sterlina? Perché all’epoca l’Inghilterra era la potenza maggiore e dominante. Un altro problema è il dover fare i conti con il mercato, perché, ad esempio, se si decidesse che un euro valesse un milione di dollari, nessuno lo comprerebbe. Bisogna dunque, stabilendo un determinato cambio, vedere se il mercato lo regge, e per fare in modo che sia retto vi è un sistema, il cosiddetto tasso di sconto: una banca centrale stampa cartamoneta è l’unica che può stampare carta moneta, e prima ve ne era solo una in Italia, la banca di Stato (Prima dell’Ottocento le banche centrali in Italia erano cinque, ma in seguito a un enorme scandalo della banca romana, che stampò più cartamoneta rispetto a quanto fosse possibile). Se circola molta moneta, i prezzi aumentano, creando un processo inflazionistico. Quota 90 è un’operazione deflattiva sostenuta alzando il tasso di sconto, quindi i prezzi si abbassano, ma le banche faranno meno investimenti, quindi meno sviluppo e meno posti di lavoro. Il problema è cercare l’equilibrio tra l’abbattimento dell’inflazione e i posti di lavoro Che risposta da il fascismo alla crisi del ’29? Tre direzioni:  Lavori pubblici: riguarda soprattutto l’edilizia a Roma. Ad esempio, l’EUR nasce tutto sotto il fascismo. Inoltre, viene completato l’acquedotto pugliese, iniziato in età Giolittiana, però non era stato terminato. Solo in età fascista verrà portato a termine, ottimo strumento di propaganda.  Bonifica integrale: bonifica delle zone paludose, e si chiama integrale perché vi dovevano concorrere lo Stato e il proprietario dei terreni, il costo della bonifica doveva dunque essere spartito tra stato e proprietari. Per questo motivo non ebbe molto successo, dato il rifiuto di molti proprietari di investire e i propri capitali. Solo attorno a Roma si ebbe la cosiddetta bonifica delle “paludi pontine”. Questo fu un grande successo propagandistico per il fascismo, al punto che nei territori bonificati nacquero nuove città, come Latina. Prevale l’idea della produttività, ovvero che questi territori, prima inutilizzati, adesso dovevano essere sfruttati. Subito dopo la caduta del fascismo, nel 1950, avviene la riforma agraria, che elimina la presenza dei latifondisti.  Stato imprenditore: riguarda le industrie, molte delle quali, in seguito alla crisi, fallirono in Italia. A tal proposito il fascismo le compra direttamente, per cui molte imprese divennero di proprietà statale e fu creato un apposito istituto per gestirle, ovvero “IRI”, Istituto per la Ricostruzione Industriale. L’IRI è stata ereditata dall’Italia repubblicana, tra cui ad esempio il siderurgico di Taranto. Quando l’Italia volle entrare nell’euro le imprese di Stato furono Perché si chiama “Repubblica di Weimar”? La costituzione si forma nella città tedesca di Weimar, una costituzione per l'epoca molto avanzata, che prevede diritti sociali e anche femminili Il nazismo sale in Germania in modo del tutto legale, per mezzo delle elezioni. La repubblica di Weimar, di fronte all’ascesa nazista, si dimostra debole, perché:  “La Repubblica di Weimar è una democrazia autoritaria?”, il dubbio che molti storici si sono posti. Di fatti, è sbilanciata in senso presidenziale, nonostante fosse di tipo parlamentale, era il popolo a eleggere direttamente il capo dello stato, ed è come se avesse due poteri di pari legittimità -> il capo dello stato aveva lo stesso potere del parlamento tedesco, quindi potere presidenziale, non aveva altri poteri forti davanti a sé. La repubblica non è quindi parlamentale, ma presidenziale. Tanto che sarà proprio il presidente ad affidare a Hitler il ruolo di capo del governo. Il presidente ha potere sia parlamentale che presidenziale  Fioritura culturale, garantendo la nascita di una grande cultura, abolita dal nazismo quando salirà al potere.  Tare originarie della Repubblica di Weimar. Nasce già con profonde contraddizioni: 1. Trattato di Pace della Prima guerra mondiale, di fatti è stata costretta ad accettarlo, però sarà considerata, la repubblica, come la traditrice della Germania, che non solo si arrende, ma accetta un umiliante trattato per il paese. I nazionalisti tedeschi sono i primi nemici della Repubblica, difesa solo dai social democratici. 2. La repubblica nasca inalterati i rapporti sociali. Quando lo stato tedesco nasce con Bismarck nel 1871, rimane forte la classe dei “Junker”, aristocrazia prussiana, il cui potere rimane forte anche durante la repubblica. Questi stessi esponenti aristocratici saranno i responsabili di un famoso attacco alla vita di Hitler LA CRISI DEL ’29 IN GERMANIA 1930-32, Browning attua una politica opposta al New Deal (inflazionistica) statunitense: perché? Fa una scelta deflazionistica, perché l’America non può più garantire aiuti alla Germania, a cui si aggiungono gli effetti della crisi. La scelta si deve alla paura che potesse verificarsi una nuova crisi finanziaria del marco. Programma nazista, pubblicato nel Mein Kampf: 1. Razzismo e antisemitismo 2. Anti-bolscevismo 3. Rifiuto del trattato di Versailles 4. Lo spazio vitale ad est 5. Unificazione di popoli tedeschi nella cosiddetta grande Germania 6. Lotta contro parlamentarismo Razzismo e antisemitismo La teoria della razza non ha alcuna base scientifica, è una teoria politica che parte dalla concezione che vi sia una razza “ariana”, su cui sono incentrati tutti i valori positivi che si possono immaginare, richiamando il superuomo di Nietzsche. In tutta Europa non manca un generale antisemitismo: Anche filippo II, re di Spagna, la prima cosa che fa è cacciare i mori, O in Francia l’affare Dreyfus (antisemita). Anche in Russia, dove c’è il caso dei protocolli di Sion, un falso documento in cui si crede gli ebri complottassero di dominare il mondo. Lo stereotipo ebreo non fa altro che peggiorare la situazione, in quanto la visione dell’ebreo era quello di un uomo usuraio e avaro. Il concetto antisemita del nazismo, pur inserendosi in ciò che già preesiste, presenta comunque qualcosa di diverso, ovvero che per la prima volta l’odio verso gli ebrei si attesta da un motivo biologico, ovvero che gli ebrei fossero una “razza biologicamente inferiore”. Anche il razzismo è preesistente, ed era nato da alcune teorie che riprendevano in senso distorto quella di Darwin, dando vita al “darwinismo sociale” = così come in natura si affermano le razze più forti, questo ragionamento si applica anche tra gli uomini. Nel nazismo manca l’idea della selezione della razza, la quale è statica -> nascendo da una “razza” inferiore, non c’è possibilità di passare a una superiore. Quando nel 1933 il nazismo sale al potere, nel ’35 ci sono le leggi di Norimberga, con cui gli ebrei verranno ufficialmente discriminati, perdendo i diritti civili, tra cui matrimoni tra ebrei e non ebrei. Queste leggi saranno il modello seguito dalle leggi fascistissime, mentre nel 1938 in Germania c’è la cosiddetta “Notte dei Cristalli”, in cui le vetrine dei negozi ebrei vengono distrutte, le attività saccheggiata e molti ebrei picchiati. 1940, quando la guerra è già scoppiata, l’idea del nazismo era ancora quella solo di espellere gli ebrei dalla Germania, ma già dal 1941 verrà imposta agli ebrei una stella gialla che dovevano portare sugli abiti, in modo che potessero essere identificati (un papa medievale, Innocenzio III, aveva già applicato questa teoria) -> i ghetti vengono sigillati, il mangiare qui era razionato, fino a che, alla fine del 1941 si arriva alla “soluzione finale”, ovvero l’idea dello sterminio. Gennaio 1942 -> viene deciso lo sterminio. All’interno della storiografia vi è un piccolo gruppo di negazionisti, che sostengono che l’olocausto non sia mai accaduto: si tratta di filonazisti, di cui nessuno ha un ruolo accademico. Molte nazioni Europee, come Inghilterra, si considera un reato penale. I negazionisti fanno leva sul fatto che non è mai stato trovato un documento firmato da Hitler che autorizzasse l’olocausto. Alla caduta del nazismo, i nazisti vengono sottoposti al processo, molti sono riusciti a scappare, per lo più in America latina, dove vi erano governi parafascisti che li proteggevano. Un caso noto è quello di Heckmann, programmatore dello sterminio, che viene individuato in Argentina nel ’60 dal servizio segreto israeliano, e catturato attraverso una sorta di “colpo di mano”, sequestrato quindi, inserito su un aereo israeliano, e la mattina dopo si ritrova in Israele, dove viene condannato a morte. Durante il processo Heckmann ricostruisce tutto quello che era accaduto, a partire dalla riunione fatta nel ‘42 nei pressi di Berlino, e spiega che non esiste alcun documento ufficiale della decisione dello sterminio Anti-bolscevismo: contro la Rivoluzione russa e il comunismo Concezione politica contro la lotta di classe -> lo stato nazista e fascista professa una “collaborazione tra le classi”, perché divide il popolo e indebolisce l’unità della nazione, la collaborazione tra classi la rafforza. Rifiuto del trattato di Versailles Era un trattato che umiliava la Germania Spazio vitale ad est L’idea che la Germania “stia stretta” ed abbia bisogno di espandersi. E l’espansione viene individuata verso Est, i popoli slavi, anche loro considerati inferiori. Un’ideologia che coincide con la crociata anticomunista. Unificazione di tutti i popoli di lingua e cultura tedesca nella “Grande Germania” Si riteneva che ogni popolo che usasse la lingua tedesca o ne presentasse la cultura dovesse unirsi alla Germania, prima tra tutti il popolo austriaco Lotta contro il parlamentarismo Idea del rapporto diretto tra il Fuehrer e il popolo, saltando tutti gli “ostacoli” parlamentari Tuttavia, nella Germania repubblicana, il consenso verso il nazismo era piuttosto scarso: elezioni del ’24, il nazismo ottiene il 3%. Nelle elezioni successive, del ’28, ottiene il 2,5%. Dopodiché scoppia la crisi del ’29 e la repubblica di Weimar passa in pochi mesi da una disoccupazione del 3% al 26%, dunque 6 milioni di disoccupati, a cui si aggiunge una famiglia al carico. Nelle elezioni del 1930, il nazismo ottiene un punteggio del 18,3%, un incremento notevole a spese soprattutto della destra tradizionale tedesca, rappresentanti dell’ossatura conservatrice tedesca. Anche i voti al partito comunista aumentano -> i voti ai nazisti vengono sottratti alla destra, quelli ai comunisti ai socialdemocratici. Sintesi: si rafforzano politicamente le due estreme, nazismo all’estrema destra, e comunismo all’estrema sinistra. Si rafforzano le forze antisistema, contrarie alla repubblica di Weimar, di cui si desidera la caduta. Per i comunisti quella di Weimar era una repubblica borgese, priva dell’idea di rivoluzione. Inizia un collasso all’interno del sistema politico tedesco, in quanto i partiti fedeli alla repubblica perdono la maggioranza; quindi, hanno bisogno dell’appoggio della destra tradizionale, a cui in Germania faceva capo Hindenburg 1930-1933: i nazisti diventano un fattore condizionante della vita politica tedesca, è molto importante il 1932 -> anno delle cosiddette “molte elezioni”, che saranno il segnale della crisi politica della repubblica. - Le prime sono per eleggere il presidente della repubblica, che veniva eletto a suffragio diretto universale maschile e femminile. Hindenburg, presidente della repubblica fino a quel momento. I partiti liberali e socialisti ne appoggiano la rielezione, credendo che possa sbarrare la strada ad Hitler. Di fatti Hindenburg scavalca Hitler, che comunque ottiene numerosi voti. L’asse politico della repubblica si è fortemente spostato a destra: Hindenburg vince, ma anche Hitler ottiene numerosi voti. Vengono nominati come capi del governo due esponenti della destra, ma sono governi estremamente deboli. - Si fanno nuove elezioni politiche, e i nazisti diventano il primo partito tedesco, prendendo il 37% dei voti, il doppio rispetto al 1930. In genere il primo partito prende il capo del governo, ma si rivota nuovamente - Elezione di novembre, e i nazisti continuano a mantenere il ruolo di primo partito tedesco con il 33% dei voti. A quel punto è chiaro che non sarebbe possibile governare senza nazisti. Gennaio 1933, Hitler viene nominato capo del governo di coalizione da Hindenburg. Questo evento segna la fine della repubblica di Weimar.  Primo episodio, febbraio 1933 -> incendio del parlamento tedesco, Hitler accusa i comunisti, ma tutta la documentazione storica porta a pensare che sia colpa dei nazisti stessi. Nuove elezioni nel marzo del 1933, e i nazisti ottengono il 44% dei voti. Nazismo più destra = governo. Hitler vuole però l’abolizione del parlamento, a cui chiede la concessione di pieni poteri, una richiesta approvata. Solo i socialisti tedeschi votarono contro i nazisti, mentre i comunisti rimangono neutri.  Giugno 1933 -> tutti i partiti non nazisti vengono dichiarati fuori legge. Si cerca di distruggere il mondo passato per creare un ipotetico stato nuovo. SA, avevano raggiunto nel 34 un milione di aderenti. La loro idea era quella di costituire una sorta di esercito di popolo, ed erano invisi al nazionalismo classico tedesco. Si temeva che le SA potessero prendere il posto dell’esercito. Vi è una convergenza tra gli interessi di Hitler e quelli del nazionalismo classico tedesco presentati da Hindenburg. Accordo: Hitler eliminava le SA, Hindenburg si impegnava a garantire il posto di capo ad Hitler. Hitler non si fidava delle SA, e aveva già istituito le SS. La maggior parte del SA era omosessuali, e quando si inizia a volerla eliminare partono varie accuse, una di omosessualità, poi di tradimento (accordi segreti con la Francia). Notte dei lunghi coltelli, 1934 -> attacco SA. Pochi mesi dopo, Hindenburg muore ed Hitler ha mano libera, facendo una legge che, chiunque fosse cancelliere, sarebbe automaticamente diventato capo della repubblica. La destra non si  Costi -> i costi sociali furono enormi, in primo luogo ci fu una forte eucarestia, perché anche i contadini ucraini si ribellarono alla collettivizzazione russa. La resistenza dei contadini russi si manifesta in tutta la nazione, tanto che furono sterminati, calcolando lo sterminio di circa cinque milioni di kulaki, molti morti nei gulag La valutazione generale di questa industrializzazione è negativa, perché presto si dimostrerà fallimentare, improntata a creare una forte base industriale per gli armamenti, e viene invece esclusa l’industria leggera, così che la popolazione si trova in una condizione di basso consumo (niente automobili, frigoriferi ecc.) Dal punto di vista produttivo ha però un enorme successo, supera per PIL sia la Francia che Inghilterra, si affianca quasi agli USA. Inoltre, tutto avviene durante la crisi del 29. Vengono aboliti i sindacati liberi, esiste solo quello di Stato. Lo staccatonista -> operai che riusciva a fare una serie di lavori in un arco di tempo ristretto. Anche lo stalinismo ebbe il suo consenso, soprattutto dai funzionari del partito bolscevico, che usufruivano di una serie di privilegi rispetto alla popolazione. Il mito di Stalin in occidente Lo stalinismo in occidente in era considerato come la spietata dittatura che è stata, soprattutto da parte dei partiti comunisti europei. Questi perché non si sapevano bene le circostanze dall’unione sovietica, ma anche perché si vedeva giustificata la violenza a scopi politici. quindi la visione di Stalin nell’ottica occidentale era controversa. ci si trova di fronte al cosiddetto realismo socialista -> l’opera d’arte doveva essere al servizio bolscevico. Il senso era quello di illustrare tutti gli aspetti positivi del socialismo. Questo socialismo ingloba tutte le sfere scientifiche, anche la biologia. La dottrina ufficiale dell’epoca era che l’ereditarietà non esiste, credevano che lo sviluppo di un individuo dipendesse solo dall’influenza ambientale. Come è stato interpretato lo stalinismo:  Lo stalinismo è profondamente inserito nella storia della società russa. La Russia è sempre passata da forme di controllo assolute, dallo zarismo al totalitarismo, per cui la Russia non segue la strada occidentalista  Lo stalinismo è inseparabile dalla collettivizzazione forzata e quindi modernizzazione russa. Un tipo di operazione di questo calibro, in qualsiasi stato democratico sarebbe stato impossibile, quindi realizzabile solo in un mondo dittatoriale  I legami tra Leninismo e stalinismo. Attualmente si ritengono molto stretti e legati tra loro, in quanto la Russia era uno stato dittatoriale già con Lenin, e Stalin abbia solo proseguito portando all’estremo  Interpretazione di Trotskij -> lo stalinismo è per lui una deviazione di destra. Fa l’esempio della Rivoluzione francese, che ha avuto una deviazione di destra con il colpo di stato. Trotskij ha una visione positiva di Lenin e negativa di Stalin. Tutte queste interpretazioni sono valide e tra loro intrecciabili. A partire dal 1934 inizia il periodo del grande terrore stalinista, e qui la persecuzione degli oppositori c’era già stata con Lenin. Le persecuzioni avvengono con Stalin nel partito bolscevico stesso, contro quelle figure considerati pericolosi rivali da Stalin. Questo sistema parte dal 1934, quando si verifica l’assassini di Kirov, un assistente bolscevica molto apprezzato. Verrà assassinato come rivale politico, e dopo questo evento Stalin fa partire grandi purghe nel partito stesso per eliminare i suoi più pericolosi rivali: deviazionisti di destra e poi i deviazionisti di sinistra. Del primo gruppo Bucharin è il più grande esponente, contrario alla collettivizzazione forzata, verrà infatti condannato come traditore e ucciso. L’altro esponente sarà Trotskij, considerato scomodo al punto che si muove in esilio dalla Russia, senza mai smettere di opporsi al sistema di Stalin denunciandolo nel libro “La Rivoluzione Tradita”. A livello pratico vuole creare la quarta internazionale, opposta alla terza controllata da Stalin. Nonostante Trotskij fu in esilio, l’idea di Stalin era comunque quella di eliminarlo. Per tal motivo fu assassinato attraverso una spia che riesce a diventare il segretario personale di Trotskij e poi lo uccide. Una serie di processi farsa, in cui chi doveva essere eliminato da Stalin arriva a confessare il suo essere spia, oppositore ecc., il senso è che il diritto sovietico, cioè il tribunale e i suoi dipendenti, si subordina all’ideologia di Stalin LA SECONDA GUERRA MONDIALE Come ci si arriva?  Cambiamento della politica estera nella terza internazionale  Guerra civile spagnola  Espansionismo tedesco La terza internazionale, sin dal ‘35 aveva adottato la politica del social fascismo, ovvero che i comunisti consideravano i partiti socialisti dei nemici equiparati al fascismo. Perché? I socialisti erano considerati riformisti, che non volevano una rivoluzione contro il sistema capitalista. Ad esempio, Lenin addita i socialisti come i “social traditori”, basta ricordare che per partecipare alla terza internazionale bisognava escludere il partito socialista. Questo tipo di politica inizia a subire una serie di modifiche, anzitutto perché alla distruzione della repubblica di Weimar contribuirono anche i comunisti tedeschi, agevolando l’ascesa di Hitler. Così Stalin abbandona la teoria del socialfascismo e inaugura la politica dei fronti popolari, ovvero tutte le forza opposte al fascismo combattono insieme contro il fascismo, al fine di dar vita un’unità di popolo antifascista. Questa posizione fu approvata in Francia e Spagna: nella prima nazione il successo fu effimero, in Spagna il fronte popolare vince le elezioni e si verifica un’insurrezione para fascista, quella di Franco. È da qui che prende piede la guerra civile spagnola (1936-39), considerata come una dura anticipazione della guerra mondiale, che scoppia nel ‘39 stesso. La Germania inizia la sua espansione ad est, invadendo Praga. Nel 1939 Mussolini occupa l’Albania. A questo segue la firma del patto d’Acciaio con la Germania Hitleriana. A differenza dell’Asse Roma- Berlino, il patto d’acciaio era un vero e proprio patto militare, non difensivo come la triplice alleanza. Si prevedeva che è una delle due nazioni fosse entrata in guerra, l’altra sarebbe intervenuta a suo favore. In questo modo l’Italia si mette in mano alla politica tedesca, inoltre nessuna delle due potenze poteva ritirarsi senza il permesso dell’altra. Dopo la firma del patto d’Acciaio, Hitler avanza un’ulteriore rivendicazione, cioè il passaggio nel “corridoio polacco”, già stabilito nel trattato di Versailles (alla polonia viene concesso il passaggio tra Germania occidentale e orientale. Francia e Inghilterra a questo punto fissano i limiti della loro tolleranza, e dichiarano che avrebbero difeso l’integrità della polonia, ovvero che se la polonia fosse stata attaccata, Inghilterra e Francia sarebbero intervenute. Ciò che assicura Hitler è il patto che egli strinse con la Russia di Stalin. Nel 1939 viene firmato un patto tra Germania e Russia di non aggressione. Questo patto era un vero e proprio patto imperialistico, perché conteneva un protocollo segreto. I Russi hanno sempre presentato questo patto come difensivo, ma in realtà un protocollo segreto prevedeva la divisione della polonia tra Russia e Germania. Inoltre, la Russia prevedeva di recuperare tutti quei territori persi con la pace della Prima guerra mondiale (Estonia, Lettonia, Lituania), territori che con questo patto la Russia occuperà. Tenterà anche di occupare la Finlandia, che represse i russi duramente. Della Finlandia occupa solo il 10%. La Russia entra da oriente, e la Polonia in pochi mesi verrà divisa come pensato dal patto. Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania: scoppia la Seconda guerra mondiale (agosto 1939) Quali sono le cause? Molteplici:  Trattato di Versailles della prima guerra  La politica espansionistica di Hitler  La morbidezza inglese  La politica di Mussolini a Monaco  Il patto Molotov-Riberton La guerra è totale, perché non solo sono coinvolti i militari a fronte, ma tutta la popolazione civile. La fine della Seconda guerra mondiale segna la fine dell’Europa come super potenza, in quanto fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale i destini del mondo si decidevano tra le cancellerie europee. Ma adesso, stati uniti e unione sovietica hanno la meglio. Uno storico americano ha parlato della Seconda guerra mondiale come una nuova guerra dei Trent’Anni, perché va considerata come un fenomeno unico insieme alla Prima guerra mondiale, che si può considerare terminata nel 1945. Questo perché tutti i problemi emersi con la prima guerra, questi non sono stati risolti dal trattato di pace, ma anzi, accentuati. Secondo lo storico quei trattati non sono di pace, ma semplici armistizi. Tuttavia, è da tenere conto che la Seconda guerra mondiale è diversa dalla prima, perché i metodi sono diversi, si vivono barbarie sconosciute alla prima guerra, come lo sterminio degli ebrei. Inoltre, la guerra termina con due bombe atomiche, e tra l’altro, nella Seconda guerra mondiale ci si trova davanti a una guerra ideologica, tra fascismo e antifascismo. Due fasi  1939-1941 -> in cui le democrazie europee, Francia e Inghilterra, combattono da sole contro fascismo e nazismo  1941-1945 -> in cui si alleano le democrazie occidentali e la Russia comunista, alleanza che durerà il tempo della guerra, perché dopo prende piede la guerra fredda, lo scontro ideologico tra democrazie e Russia Andamento guerra Dopo l’occupazione della polonia, Hitler si dirige militarmente in Francia, che dal canto suo costruisce una linea fortificata. A questo punto la Germania non attacca la linea francese, e attacca Belgio e olanda prendendo alle spalle la linea, costruita solo confine tedesco. Intanto in Inghilterra va al potere Churchill, che vedeva come un nemico il nazismo. Dato che il compromesso non sembra possibile, la Germania invade l’Inghilterra, dando vita a una lunga battaglia aerea in cui vincerà l’Inghilterra, per cui si comprende come la Germania non potesse invadere il territorio inglese. La Francia, da un punto di vista militare, crolla invece ben presto. Le motivazioni vengono spiegate con il fatto che la Francia non era ideologicamente compatta, ma schierata tra nazisti e fascisti. Tanto che, quando è occupata dai tedeschi, la Francia si divide in due, Parigi e la Francia del nord sotto la diretta occupazione tedesca, mentre nel sud nasce il governo Disci (?), di collaborazione nazista. Mussolini usa il termine “non belligerante”, ovvero per adesso non combattiamo. Infatti, l’Italia entra in guerra un anno dopo, il 10 giugno 1940. L’Italia riceve da Francia e Inghilterra la proposta di restare neutrale. L’Inghilterra le promette malta e Gibilterra, la Francia la Tunisia. L’idea di Mussolini è che ci si trova davanti a una guerra breve che sta per concludersi, e per dimostrare che l’Italia era diversa da quella della Prima guerra mondiale, nel suo discorso di entrare in guerra dice “l’era dei giri di valzer con la Francia è finita”. Quando si proclama la dichiarazione di guerra, il popolo italiano esulta. In un primo momento l’Italia va incontro a una serie di terribili disfatte militari. Mussolini ha l’idea della cosiddetta guerra parallela, che lui doveva condurre per suo conto, espandendosi verso i Balcani. La sua idea era quella di occupare la Grecia. Anche qui, terribile disfatta militare, anche se poi l’Italia viene sostenuta dai tedeschi. L’Italia ebbe dure sconfitte in Africa, e anche in Libia l’Italia viene aiutata dalla Germania. Come spiegare le sconfitte militari italiane?  Quando l’Italia entra in guerra, da un punto di vista finanziario era già esausta Patto tripartito tra Germania, Italia e Giappone, in cui si decide come avrebbe dovuto essere la spartizione del mondo da parte di questa potenza. Italia -> Europa mediterranea; Germania -> olanda e Francia; Giappone -> controllo del pacifico. Per ora gli stati uniti stanno fuori la guerra. L’Italia dopo la caduta del fascismo - Referendum monarchia – repubblica. Per la prima volta in Italia si vota a suffragio universale (voto alle donne). Questo referendum conduce alla vittoria della repubblica con uno scarto non elevatissimo di voti. Solo i voti del mezzogiorno avrebbero fatto vincere la monarchia, mentre il nord tende per la repubblica. Vittorio Emanuele III aveva cercato di salvare la monarchia, e aveva abdicato in favore del figlio, Umberto II, ultimo re di Italia (per un mese). Casa savoia, dopo la vittoria della repubblica, va in esilio. Umberto II viene nominato re di maggio - Nascita repubblica ed elezioni Assemblea costituente. Giugno 1946. Quando si parla di Assemblea costituente si fa riferimento a candidati che hanno il compito di decidere la costituzione. I risultati dell’assemblea: il primo partito risulta la Democrazia Cristiana, che a differenza del partito popolare di Sturzo sarà considerato dalla Chiesa cattolica il partito ufficiale. Il secondo partito sarà quello socialista, il terzo quello comunista. Trionfano i partiti di massa. Come fa la democrazia cristiana a diventar il primo partito? Prima che il fascismo diventasse una dittatura il partito dei cattolici non era il primo partito in Italia. Possibili ipotesi:  Funzione dei “tre poteri” esistenti durante il partito fascista. Questi tre poteri erano il fascismo, la monarchia e la chiesa cattolica. Il potere della chiesa con la caduta del fascismo diventa sempre più forte, l’appoggio che la Chiesa dalla democrazia cristiana è quindi determinante.  Il voto alle donne. Ideologicamente una donna era indotta a vivere tra casa e parrocchia, di fatti erano le più influenzabili dalla propaganda clericale.  Il fatto che i cattolici durante il regime avessero vissuto all’ombra dei patti lateranensi. Rispetto agli altri partiti antifascisti, i cattolici erano gli unici che avevano potuto formare una classe dirigente nel regime. Questa Assemblea costituente, eletta a Giungo del 46, termina la costituzione nel dicembre del 47, per poi entrare in vigore il primo gennaio 1948. Subito dopo il referendum e le elezioni per l’assemblea sono al governo tutti i partiti antifascisti insieme. Il capo del governo è De Gasperi, Togliatti aveva l’incarico di ministro della giustizia e concede l’amnistia per tutti i reati di guerra. Ovvero, in Italia non vi è un processo contro i fascisti, come accade in Germania, anzi, è come se i reati venissero cancellati. Dal periodo fascista l’Italia erediterà una serie di leggi, e anche personale coinvolto nel fascismo in precedenza. Togliatti non intendeva prendere posizioni troppo radicali politicamente. questa politica fu fallimentare, perché durante la guerra fredda i comunisti verranno comunque espulsi dal governo. Nei primi mesi di governo con Parri, subito tolto. Uno dei risultati di questa scelta è che almeno fino agli ’70 a rivestire alcuni incarichi ci saranno ancora fascisti. Ne segue un periodo di “strategia della tensione” iniziata nel 1969 a Milano, con una bomba, ovvero la strage di piazza fontana, fino al 1980, attentato alla stazione di Bologna. La finalità di questi attentati era quello di recuperare un governo autoritario vicino al fascismo. Di fatti, per molti aspetti questi sono anni rivoluzionari e di grande cambiamento, con un sempre più netto allontanamento dalle ideologie fasciste. La costituzione entra in vigore il 1° gennaio 1948. Composta da due parti: 1. Enunciazione dei principi generali -> vi confluiscono i valori della resistenza, vengono garantiti tutte le libertà individuali, e vengono enunciati dei diritti sociali. 2. Come funzionano le istituzioni -> l’Italia diventa una repubblica parlamentale, il Parlamento detiene il potere legislativo ed ha la possibilità di sfiduciare i governi, che hanno il potere esecutivo, mentre la magistratura detiene quello giudiziario Il motivo per cui il parlamento fosse così forte si lega al timore che nascano di nuovo governi autoritari. La costituzione italiana è rigida, perché quella precedente, lo Statuto Albertino, non verrà mai abolito dal fascismo, se pur manomesso. Per evitare una cosa del genere, si stabilisce la rigidità della Costituzione, e rimuovere un articolo diventa difficilissimo. Il parlamento è diviso in due camere, uno quello del Senato l’altra quella dei Deputati, e ogni sette anni il Parlamento elegge il presidente della repubblica. Ecco perché l’Italia è una repubblica parlamentale. Gli aspetti più rivoluzionari della Repubblica:  Consiglio superiore della Magistratura, che attualmente è al centro dell’idea di una riforma. È l’organo di autogoverno dei giudici, e serviva a separare nettamente il potere del governo a quello della magistratura, tenendo presente che durante il regime fascista la magistratura era stata fascistizzata. In uno stato liberale classico questi poteri devono essere divisi. La magistratura potrebbe fare anche inchieste scomode per il governo, ma siccome i Magistri sono dipendenti dal Parlamento questo potrebbe intervenire. Il consiglio superiore serve a garantire l’indipendenza della magistratura. Quindi, netta separazione dei poter tra parlamento e potere giudiziario. Entra in vigore nel 1958.  Istituzione della Corte costituzionale, quella che oggigiorno ha deciso che d’ora in poi i figli potrebbero avere entrambi i cognomi. La Corte costituzionale serve a garantire che le leggi fatte dal governo non vadano contro la costituzione. Tramite uno stato democratico, possono essere attuate anche leggi antidemocratiche, e questo non può impedirlo a nessuno al governo. La Corte costituzionale serve a garantire che i governi non facciano leggi fuori dalla costituzione, e quando è anticostituzionale decade immediatamente. Entra nel 1959 in vigore. Fino agli anni 50/60 alle donne era vietato entrare in Magistratura, ma questa decisione viene eliminata dalla Corte costituzionale.  Referendum, se si raccolgono un tot di firme una legge può esser sottoposta a referendum. Dal referendum sono esclusi i trattati internazionali e le leggi fiscali (economiche). Referendum sul divorzio, 1974, la legge viene approvata. Tutto il mondo neofascista si muove contro. Si va al referendum, ottenendo una grande sorpresa politica. Il miracolo economico del 1960, periodo del consumo di massa di lavatrici, televisioni ecc. non è solo un fenomeno economico, ma anche ideologico. Viene indebolita la mentalità rurale, dopo di che ci sono i movimenti studenteschi e nel ’74 tutti si rendono conto di questo cambiamento dell’opinione pubblica  Istituzione delle regioni, l’Italia, quando nasce come Stato unitario, nasce come accentrato da un punto di vista istituzionale, cioè tutti i governi sono a Roma. La comunicazione politica tra province avveniva tramite prefetti, quindi a Roma vengono prese tutte le decisioni. Su questo sistema sono molte le polemiche, che volevano valorizzare le autonomie locali. Questo avviene con l’istituzione delle regioni, che va in vigore nel 1970. Prima delle istituzioni delle regioni, tutti i poteri locali erano nelle mani del prefetto, dopo l’istituzione il controllo passa nelle mani dei consigli regionali. I prefetti restano ed hanno il potere sull’ordine pubblico. La costituzione ha avuto una maggioranza assoluta. I patti lateranensi sono contenuti nell’art. 7. A votare contro sono stati solo alcuni neofascisti. Votata la costituzione, va eletto per la prima volta il Parlamento repubblicano. Nell’arco di tempo in cui la costituzione viene redatta e funziona quindi l’Assemblea costituente, l’Italia è costretta a subire e ad accettare il trattato di pace del ’47, in quanto paese sconfitto. Il trattato di pace fu fonte di molte polemiche in Italia, in quanto l’idea era quella di voler esser trattati meglio per la Resistenza, l’antifascismo del sud ecc. Nel trattato di pace viene in sostanza stabilito che la nazione italiana è sconfitta. Per cui perde le colonie in Africa, in più il trattato per i confini Orientali, tra cui Trieste, suscita molti dibattiti. L’Italia perde capo d’Istria, che aveva ottenuto con il trattato di Londra dopo la Prima guerra Mondiale. Su Trieste parte una forte discussione, che la Iugoslavia intende incamerare. Quindi, verrà deciso che Trieste diventerà una zona di occupazione americana, degli alleati, fin quando la questione non fosse giunta a un punto definitivo, raggiunto nel ’54. A questo punto si scioglie l’Assemblea costituente e si vota per il parlamento italiano. Queste elezioni avvengono nell’aprile del 1948. Sono le più importanti. Queste elezioni si volgeranno in piena guerra fredda. Parlando di Togliatti, volendo spiegare la sua posizione moderata, l’idea era quella di restare al governo. Durante la guerra fredda, de Gasperi però decide di espellere le sinistre dal governo, socialisti e comunisti. Nel 48 si vota e le elezioni diventano una sorta di plebiscito se stare nel blocco orientale o occidentale. Si usa il sistema elettorale proporzionale puro, da un lato si presenta la democrazia cristiana, dall’altro le sinistre, quindi socialisti e comunisti che si presentano insieme. Risultato: vittoria democrazia cristiana. Dura sconfitta per il blocco delle sinistre. La campagna elettorale sarà durissima, presentata sotto il dilemma “oriente – occidente”, e quindi o con la Russia o con gli Stati Uniti. Forte intervento da parte della Chiesa per la D.C. Il senso era: dio esiste ed è democristiano. Lo slogan dell’epoca: “nella cabina elettorale Dio ti guarda e Stalin no”. Da un lato c’è anche la bravura politica di De Gasperi, fautore dell’alleanza politica con gli Stati Uniti. L’Italia con il piano Marshall ebbe un enorme somma regalata di aiuto economico. Inoltre, è il periodo in cui nel blocco orientale lo stalinismo imponeva il modello comunista a partito unico, dittatoriale. A Praga poco prima vi era stato il colpo di Stato. La DC ottenne quasi il 50% dei voti, un risultato quasi impossibile da raggiungere. Quest vittoria diede vita ai governi centristi. De Gasperi decise di inserire anche partiti laici nel governo. I social democratici volevano un loro partito politico. Moderato riformismo sociale -> tre leggi:  Riforma agraria -> 1950, consiste nell’esproprio della terra ai lati fondisti con indennizzo. La divisione del latifondo in una serie di proprietà affidate alle famiglie contadine. Successo da un punto di vista sociale. Ha successo in alcune zone, come il sud, in altre no, tipo le zone appenniniche  Istituzione alla cassa del mezzogiorno -> l’idea era quella di costituire questa cassa destinata la costruzione delle infrastrutture nel sud in modoc he si potesse industrializzare e avvicinarsi al nord. Ci sono state molte polemiche circa la decisione, fino al 1970 ha funzionato, guardando i dati ISTAT, la differenza nord-sud in questo periodo diminuiscono, ma riaumenta dal 70 in poi, finché la cassa viene chiusa, soprattutto per la polemica della Lega, “stanchi di dare soldi delle nostre tasse per il sud”  Ina casa -> istituto dedicato alla costruzione delle case popolari De Gasperi, in vista delle elezioni del ‘53, tenta fi far passare una legge elettorale maggioritaria, con opposizione delle sinistre. Dopo queste elezioni si dimette. Resta il problema della DC -> con chi si doveva alleare per fare governi più stabili?* La situazione internazionale 1956 -> una data cruciale. Viene denunciato lo stalinismo da Krusciov, il cui discorso uscì sulla stampa americana. Rivolta ungherese, Krusciov interviene con violenza. La sua idea era quella di riformare il comunismo, idea sbagliata. Successivamente la caduta del muro di Berlino, il capo russo Gorbaciov cercherà di riformare il comunismo, con conseguenti rivoluzioni, non fermate. Avviene la nazionalizzazione del canale di Suez, prima controllato dagli Inglese, ma poi nazionalizzato dal governo egiziano. Inglesi e francesi vorrebbero riconquistare militarmente il canale, ma l’ONU, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica li fermano. Da qui si intende l’indebolimento francese e inglese, a cui si contrappone la decolonizzazione, ovvero l’indipendenza dell’Africa contro il colonialismo europeo. Inoltre, l’Onu dichiara l’autodeterminazione dei popoli. In africa nascono una serie di movimenti per la decolonizzazione. I giapponesi si presentavano ideologicamente come liberatori dell’Asia, dando un duro colpo alle potenze francesi e inglesi. Molte colonie diventano indipendenti, come l’India. Da una parte si tratta di un processo pacifico, soprattutto con l’Inghilterra dando vita al Commonwealth, per le
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