Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Prima Guerra Mondiale: cause e contesto storico, Appunti di Storia

Le tensioni che portarono allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, con particolare attenzione alla politica aggressiva tedesca e alle ostilità tra i vari paesi europei. Vengono inoltre analizzati i motivi che portarono all'entrata in guerra dell'Italia e la situazione coloniale dell'epoca. Il testo fornisce un quadro generale del contesto storico in cui si sviluppò il conflitto mondiale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 18/04/2022

diletta-palombi
diletta-palombi 🇮🇹

6 documenti

1 / 21

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Prima Guerra Mondiale: cause e contesto storico e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! PRIMA GUERRA MONDIALE LA ROTTURA DEGLI EQUILIBRI In questo periodo crescono le tensioni che porteranno allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. In Europa erano cresciute le ostilità tra i vari paesi. In Germania, Guglielmo II attuò una politica aggressiva, avversa a quella attuata in precedenza da Bismarck ( che non desiderava porre l’impero tedesco contro la Francia e l’Inghilterra). Il suo obiettivo era quello di formare una potenza tedesca egemone attraverso la diusione di un forte senso di nazionalismo, per aumentare il sentimento di appartenenza alla propria patria nonché i legami interni al paese formatosi da poco. Questo reazione fu anche ottenuta attraverso lo stabilirsi di un nemico comune (antisemitismo). In Francia si sviluppò un odio viscerale nei confronti della Germania a seguito della guerra franco-prussiana, dove aveva perso l’Alsazia e la Lorena. Fu proprio in queste ultime che la Germania cominciò una forte campagna di germanizzazione, con l’obiettivo di eliminare i legami di queste terre al loro paese di provenienza. Anche in Inghilterra, l’odio per la Germania si era acuito; questa fu una reazione al raorzamento della flotta tedesca, fatto che rappresentò una minaccia per l’Inghilterra dal punto di vista commerciale e militare. La Russia si avvicinò alla Francia e all’Inghilterra a causa dei sentimenti anti germanici condivisi. La Russia aveva tre motivi per queste ostilità : - il fatto che i tedeschi avessero ritirato la propria manodopera e i fondi necessari allo sviluppo industriale russo; - la situazione della penisola balcanica (territorio ambito da Russia, Austria e Germania); - la causa con i secessionisti polacchi, che pur di ottenere l’indipendenza avevano chiesto aiuto alla Germania. (tentativo fallito) Quindi le forze si erano divise in due fazioni : la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa. La Triplice Alleanza era considerata dall’Italia solo come un patto difensivo, così si era avvicinata alla Triplice Intesa, anche per motivi coloniali. Alla base dell’Intesa c’era un forte spirito anti-germanico/ostilità tedesca. Altro motivo che portò alla Prima Guerra Mondiale fu la situazione coloniale. La politica aggressiva tedesca l’aveva portata ad interferire con le questioni coloniali. Ad esempio, per quanto riguardava l’occupazione del Marocco da parte della Francia, la Germania si oppose fino a creare delle ostilità piuttosto importanti ( crisi marocchine, 1905/1911) ma senza sfociare mai in un vero e proprio conflitto. La situazione si risolse con l'ottenimento da parte della Francia del Marocco e la consegna di parte del Congo francese alla Germania. Altro caso fu quello della penisola balcanica (polveriera balcanica). Il nord era occupato dall’Austria-Ungheria mentre il resto apparteneva all’impero Ottomano. Quest’ultimo era costituito da vari popoli, unici e distinti tra di loro, che erano riusciti a sopravvivere grazie alla mancata persecuzione religiosa da parte dei turchi e all’istituzione di alcune leggi che proteggevano la vita civile. Dalla fine dell’800 alcuni stati riuscirono a ottenere l’indipendenza; infatti nel 1875 si erano verificate delle rivolte contro l’impero ottomano da parte di Serbia, Bosnia e Bulgaria, aiutate dalla Russia con la scusa di difendere le comunità ortodosse. La situazione di questi paesi fu regolata durante il Congresso di Berlino nel 1878 ( unico altro caso dopo il Congresso di Vienna del 1815 in cui si erano riuniti tutti i capi di stato europei). La Bulgaria venne lasciata indipendente ( i suoi confini vennero decisi in base all’appartenenza linguistica e religiosa). La Bosnia venne lasciata ucialmente sotto il controllo dell’impero ottomano, uciosamente però fu permesso all’Austria-Ungheria di amministrarla. Fu inoltre riconosciuta l’indipendenza di Serbia, Montenegro e Romania. La Grecia aveva invece ottenuto l’indipendenza molto tempo prima nei primi anni 20 dell’800. Nel 1908 l’Austria-Ungheria volle formalizzare l’annessione della Bosnia, commettendo un crimine. La Serbia, che si era aermata come uno dei nuovi stati forti della penisola balcanica, iniziò a temere una possibile egemonia tedesca. Questo timore era molto importante per la Serbia dato che aveva l’obiettivo di creare uno stato univoco dove riunire tutti gli stati slavi del sud (iugoslavi) comprendendo quindi Bosnia,Slovenia,Croazia e la Serbia stessa. Anche la Russia rappresentava una minaccia a causa del suo desiderio di controllo sugli stretti. La Serbia si alleò dunque con gli altri stati balcanici. Il conflitto si svolse sotto forma di due guerre balcaniche. La Bulgaria, invece, voleva rifarsi a seguito della seconda guerra balcanica. Le colonie tedesche dell’Africa sud-occidentale, il Togo e il Camerun erano state occupate dalla Triplice Intesa. La guerra si spostò inoltre anche sul piano navale/sottomarino (questo ambito coinvolse principalmente Germania e Inghilterra). La guerra si svolse attraverso l’utilizzo di navi corsare, camuate da navi mercantili neutrali, che aondavano tutte le imbarcazioni che incontravano, con l’obiettivo di bloccare i rifornimenti nemici. I tedeschi, infatti, aondarono molte navi mercantili inglesi ( fatto che spinse poi all'azione gli Stati Uniti). ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA L’Italia inizialmente si era dichiarata neutrale. Questa scelta era stata dettata dalla divisione dell’opinione pubblica tra coloro che erano neutrali (pacifisti) e coloro che erano favorevoli (interventisti), nonchè dall’impossibilità di prendere parte a un evento del genere senza il consenso popolare. Tra i pacifisti si trovavano i socialisti ( per difendere le classi più basse che sennò sarebbero state trattate come carne da macello), alcuni intellettuali di sinistra, Giolitti, i cattolici e i liberali moderati. Tra i favorevoli invece c’erano i nazionalisti, le gerarchie militari, il governo Salandra, re Vittorio Emanuele III e il movimento irredentista (coloro che puntavano all’unificazione del Regno d’Italia), Benito Mussolini (allora direttore di un giornale) e Gabriele d’Annunzio; nonchè, ovviamente, le industrie di armi, meccaniche e chimiche. L’Italia non era voluta intervenire, attaccandosi ai termini specifici fatti con la Triplice Alleanza: l’entrata in guerra era garantita in caso di attacco nei confronti di uno degli stati dell’Alleanza. Essendo stata l’Austria a dichiarare guerra, questa clausola non era valida. Un altro aspetto importante era il fatto che il parlamento si fosse dichiarato a maggioranza neutrale. Questa decisione iniziale fu, inoltre, conveniente al governo italiano per guadagnare tempo per decidere quale schieramento fosse più conveniente. Salandra e Sonnino decisero così di iniziare a mettersi in contatto segretamente con le due fazioni; l’Alleanza orì all’Italia: - Il Trentino (solo la parte italiana) - Il Venezia-Giulia (senza Gorizia) - Il protettorato sull’Albania L’Intesa invece orì: - Il Trentino - Il Venezia-Giulia - La Dalmazia - L’Istria [non gli fu proposto Fiume dato che rappresentava l’unico sbocco sul mare dell’Austria] - Il protettorato sull'Albania - La provincia turca di Adalia Il governo scelse di schierarsi con l’Intesa stipulando il Patto di Londra (1915) dove garantiva il proprio ingresso in guerra al fianco di Francia e Inghilterra nell’arco di 30 giorni. L’ultimo ostacolo fu quello di convincere l’opinione pubblica. Gli interventisti, insieme al governo, iniziarono a promuovere manifestazioni e proteste pro belliche. Dopo essersi costruiti questo “consenso” iniziarono a manifestare apertamente l’intenzione di scendere in guerra. RADIOSE GIORNATE DI MAGGIO= punto di riferimento qui fu Gabriele D’Annunzio che fece molti discorsi. A seguito di alcune pressioni sul Parlamento da parte del governo, venne passato un provvedimento per il quale sarebbero stati adati pieni poteri a Salandra nel caso dell’entrata in guerra. Fu così che il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria. FRONTE OCCIDENTALE Il fronte occidentale si era stabilizzato lungo una linea che partiva dal mare del Nord fino ai confini della Svizzera e che con l’entrata in guerra dell’Italia si estese fino al Trentino e la Venezia-Giulia. (guerra di trincea) IL FRONTE ORIENTALE Il fronte orientale si estendeva dal Mar Baltico al Mar Egeo. La Russia era stata costretta a retrocedere a causa delle numerose sconfitte. Nel 1914 l’Impero Ottomano decise di scendere in guerra per tentare di recuperare i territori persi. La Russia aveva iniziato a porre una certa pressione sugli stretti ma, non avendo uno sbocco sul Mediterraneo, non poteva ricevere alcun tipo di approvvigionamento via mare, per questo gli inglesi (con Churchill) tentarono di liberare gli stretti ma senza successo. GENOCIDIO DEGLI ARMENI Inoltre un evento terribile toccò agli armeni. L’Armenia è uno stato nel Caucaso (monti che separano l’Europa e l’Asia) e il suo popolo possedeva una forte identità culturale, infatti, erano riusciti a mantenere la propria fede cristiano-ortodossa. Come detto in precedenza l’Impero ottomano non aveva interesse a perseguitare i propri popoli per questo non era mai intervenuto. La situazione cambiò a seguito di un intervento russo nelle questioni interne armene. Quest’ultimi, infatti, volevano ottenere l’indipendenza e i russi avevano provato ad aiutarli; purtroppo la rivolta fallì. Iniziarono così le persecuzioni armene dato che ormai erano visti come dei traditori La loro condizione peggiorò ulteriormente a inizio 1900 con l’ascesa del movimento dei Giovani Turchi (un movimento nazionalista, il cui obiettivo corrispondeva a una versione turca del pangermanesimo, riunendo tutte le popolazioni di etnia turco-mongola). Volevano così eliminare le varie minoranze, come quella armena, che possedevano anche delle risorse economiche piuttosto importanti. Fu così che iniziò il genocidio degli armeni che portò alla diaspora armena. FRONTE ITALIANO Per l’Italia questa era la prima guerra di una tale portata e, anche a causa della recente unione, significò la mancanza di un apparato bellico nonchè l’impreparazione generale dello stato. Nel 1915, guidati da Luigi Cadorna, i soldati italiani avanzarono fino a Gorizia dove dovettero arrestarsi a causa della resistenza austriaca. Vennero poi combattute quattro battaglie dell'Isonzo, che furono vinte, nonostante le numerose perdite e i risultati assai modesti. Si stabilizzò così anche il fronte italiano dove iniziò la guerra di posizione. IL 1916 Il terzo anno di guerra fu durissimo in generale, dato che le risorse umane ed economiche erano quasi del tutto esaurite. C’erano anche state battaglie quali quelle di Verdun e della Somme che non avevano portato a nulla se non la perdita di moltissime vite. Ogni stato, inoltre, si era trovato coinvolto su più fronti e doveva mandare aiuti in caso di attacco anche agli alleati. GUERRA SUL MARE Sul mare,come già detto, si erano scontrati principalmente Inghilterra e Germania. Dopo aver aondato varie navi mercantili inglesi, i tedeschi decisero di passare ai sommergibili, aondando ulteriori navi mercantili, molte delle quali provenienti dagli Stati Uniti. I tedeschi ebbero però l’idea di arontare nuovamente gli inglesi in superficie e si arrivò così alla Battaglia dello Jutland, nello stretto di Skagerrak. La Germania fu costretta a ritirarsi pur causando importanti perdite agli inglesi. L’Italia infatti si ritrovò sopraatta dalle forze austriache sull’alto Isonzo e di conseguenza, tra il 23 e il 24 ottobre 1917 il fronte italiano fu spezzato a Caporetto. La reazione italiana a tale disfatta si manifestò attraverso le dimissioni di Boselli e alla formazione di un governo di unità nazionale, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. Attraverso uno sfruttamento e rinvigorimento delle proprie risorse una nuova linea di resistenza si era venuta a formare lungo le sponde del Piave, guidate da Armando Diaz. Questo fronte era formato dai veterani e le giovanissime reclute (ragazzi del ‘99). La guerra aveva quindi scatenato un patriottismo generale che aveva contribuito allo sviluppo di una coscienza nazionale, condivisa anche dai socialisti che, abbandonata la linea antibellica, spronarono il popolo a difendere l’Italia dallo straniero. Nell'aprile del 1917, gli Stati Uniti decisero di intervenire a fianco dell’intesa, guidati dal presidente Thomas Woodrow Wilson. Si era dunque raorzato il lato liberal-democratico. L’entrata in scena statunitense aveva ribaltato la situazione, grazie all’arrivo di nuove risorse, viveri, mezzi e uomini. Tutto questo portò però, anche al forte indebitamento dei paesi dell’intesa. Nella primavera del 1918 l’Austria e la Germania tentarono un ultimo attacco decisivo prima dell’arrivo del grosso dell’aiuto degli americani. Riunirono le proprie forze contro gli anglo-francesi (battaglia del Kaiser) facendo arretrare il nemico fino alla Marna, ma vennero poi respinti soprattutto grazie al comandante francese Ferdinand Foch (seconda battaglia della Marna). Anche grazie alle prime forze giunte d’oltreoceano (carri armati, aerei,truppe) iniziò la ritirata tedesca che l’avrebbe poi portata alla resa. L’Austria aveva invece tentato un ultimo assalto sul Piave ma senza successo. L’Austria aveva al proprio interno vari problemi, riguardanti le richieste di pace dell’impero ottomano e della Bulgaria. Il comandante Diaz approfittò della confusione per infierire un attacco decisivo avanzando fino a Vittorio Veneto e sfondando, nella notte del 24 ottobre, il fronte austriaco. Il 3 novembre 1918 l’Austria firmò l’armistizio con l’Italia a Villa Giusti. Questa sconfitta rappresentò la disintegrazione politica dell’impero austriaco. LA FINE DELLA GUERRA E DEGLI IMPERI CENTRALI A seguito di alcune agitazioni rivoluzionarie, il kaiser aveva abdicato e si era ritirato in Olanda mentre in Germania veniva proclamata la Repubblica (9 novembre). A capo del nuovo governo provvisorio c’era Friedrich Ebert che portò a termine le trattative di pace con l’intesa. [Armistizio di Compiègne, 11 novembre] Allo stesso tempo si ritirava l’imperatore austriaco e si formava un governo repubblicano; anche l’Ungheria divenne una repubblica indipendente. Gli eventi principali della Prima Guerra Mondiale (1914-1918) 1914 -Attentato all’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo a Sarajevo -Invasione tedesca in Belgio e Francia -Ingresso dell’Inghilterra in guerra. -Invasione Russa della Prussia e contrattacco tedesco -La guerra lampo diventa una guerra di posizione -L’Italia si dichiara neutrale 1915 -Patto di Londra -Entrata in guerra dell’Italia -Inizia il genocidio degli armeni 1916 -Battaglia di Verdun e delle Somme -Battaglia dello Jutland -’Spedizione punitiva’ austriaca contro l’Italia 1917 -Scoppio della rivoluzione d’Ottobre e la Russia si ritira dalla guerra -Disfatta italiana a Caporetto -Entrata in guerra degli Stati Uniti 1918 -Ultime oensive degli imperi centrali -Inizio della ritirata tedesco -Battaglia di Vittorio Veneto -Armistizio di Villa Giusti -Armistizio di Compiègne I ‘Quattordici punti’ del presidente Wilson -Devono essere stabiliti trattati di pace SOLO alla luce del sole e non in segreto. -Assoluta libertà di navigazione indipendentemente dalla presenza di guerre. -’Soppressione’ della pace. -Riduzione al minimo degli armamenti -Nelle questioni coloniali gli interessi delle popolazioni in causa hanno importanza. -Permettere alla Russia di svilupparsi -La Francia dovrà recuperare i territori perduti -Creazione di una rettifica delle frontiere italiane -Possibilità di sviluppo autonomo -Creazione di un’ associazione delle nazione LO SCENARIO EXTRAEUROPEO TRA NAZIONALISMO E COLONIALISMO La resistenza turca aveva portato al ritiro delle sanzioni stabilite durante il trattato di Sèvres, nonchè al completo recupero della sovranità turca sugli stretti del Bosforo e dei Dardanelli (smilitarizzati e accessibili agli altri stati). Si chiudeva così la questione d’Oriente. Francia e Inghilterra avevano beneficiato ampiamente della situazione, anche grazie a degli accordi segreti coi quali le due nazioni si erano divise gli ex territori ottomani. L’Intesa aveva infatti mandato degli agenti segreti durante la guerra, come Lawrence d’Arabia, a fomentare le rivolte indipendentiste. I rapporti tra gli arabi e gli inglesi iniziarono a vacillare quando vennero diusi gli accordi anglo-francesi oltre all’intenzione del ministro degli esteri inglese, Arthur James Balfour, di formare una “sede nazionale” ebraica in Palestina. Gli ebrei si erano infatti stabiliti in quell’area a seguito della nascita del movimento sionista, costituendo i Kibbutz, delle comunità agricole che fungevano da centri organizzativi del lavoro. La presenza ebrea aveva giovato agli arabi grazie alla condivisione della cultura e di conseguenza a un favorimento dello sviluppo. Iniziarono però presto a manifestarsi dei problemi di convivenza che vennero risolti parzialmente durante la conferenza di Parigi attraverso un accordo tra Feisal I (re della Siria) e il leader sionista Chaim Weizmann. Le tensioni ricominciarono però dopo pochi mesi. Francia e inghilterra avevano intanto ottenuto, nonostante la promessa dell’indipendenza, dei mandati sui vari territori arabi. Francia: - Libano - Siria Inghilterra: - Mesopotamia - Palestina Questi mandati erano un istituto di diritto internazionale, con la quale nazioni più sviluppate e moderne si prendevano in carico la responsabilità di “stati ancora troppo poco sviluppati e incapaci di gestirsi da soli”. GANDHI La situazione in India era abbastanza statica a causa dell’assenza di una vera e propria volontà rivoluzionaria. Questo atteggiamento era dovuto a una visione pessimistica della realtà propria dell’induismo, la religione prevalente nel paese. Il primo a porsi contro questa situazione fu Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma (“grande anima”). Aveva studiato a Londra ma era rimasto molto legato al proprio paese e alla propria religione. Al suo ritorno iniziò quindi a proporre delle proteste basate sulla non violenza e sulla disobbedienza civile (satyagraha) ovvero quel principio per il quale se una legge è ingiusta e discriminatoria allora è giusto non rispettarla. Inizialmente Gandhi cercò di boicottare i prodotti e le istituzioni inglesi; non ebbe però successo e venne condannato a sei anni di reclusione, ridotti a due. Promosse poi una marcia verso il mare al fine di procurarsi il sale in modo da rappresentare simbolicamente l’indipendenza dal monopolio inglese. Venne nuovamente incarcerato. Nel 1929 il Congresso nazionale indiano, presieduto da Jawaharlal Nehru pose come proprio obiettivo l’ottenimento dell’indipendenza completa del paese. LE VICENDE DELLA REPUBBLICA CINESE La Cina era da sempre un vasto impero, che aveva però incontrato un forte periodo di decadenza, a causa della corruzione e della perdita d’importanza della figura dell’imperatore. Aveva iniziato a diondersi un forte nazionalismo che aveva portato nel alla rivolta dei boxer (movimento cinese xenofobo vs europei). L’imperatore di allora si era trovato costretto ad abdicare in favore della repubblica a capo della quale fu posto Sun Yat-sen. Fu lui a iniziare un forte processo di occidentalizzazione sul modello del giappone che aveva ottenuto sempre più importanza sul piano internazionale. La Cina arontò però nuovamente un periodo d’instabilità nel 1916, che portò al predominio dei signori della guerra , capi locali che si erano impadroniti delle aree settentrionali con i propri eserciti privati. Intanto nel 1917 la Cina era entrata in guerra a fianco dell’Intesa con l’obiettivo di ottenere dei vantaggi nei confronti del Giappone. Durante le trattative di Versailles, però, alla Cina fu riservato un ruolo marginale. Questo portò alla nascita del partito comunista (1921) che iniziò ad attuare delle rivolte e delle proteste. Sun Yat-sen riuscì così a liberare la parte settentrionale grazie all’aiuto del partito comunista e della Russia. Il capo politico morì poi nel 1925. Gli succedette il generale Chiang Kai-shek, che istituì una dittatura e iniziarono poi le persecuzioni dei comunisti. Questo suo atteggiamento portò allo scoppio di una guerra civile con la quale vennero scacciati i comunisti che si erano rifugiati a Kiangsi e che iniziarono così una lunga marcia verso Shanxi (zona nel nord) guidati da Mao Tse-tung, uno dei fondatori e poi capi del partito comunista. La pace fu firmata durante lo svolgimento della guerra civile, che vedeva scontrarsi i rossi, ovvero chi sosteneva il nuovo regime, e i bianchi, ex generali al servizio dello zar chiamati così per la loro divisa (Armata bianca). Quest’ultimi vennero sostenuti anche da alcune potenze dell’Intesa come Inghilterra, Francia e Stati Uniti,col timore che si diondessero gli ideali rivoluzionari. Inizialmente l’Armata bianca sembrò prevalere, raggiungendo perfino le aree remote in cui era imprigionata la famiglia reale che, per paura di una loro possibile liberazione, venne giustiziata. Venne così proclamata ucialmente la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, mentre il Partito comunista russo era stato imposto come unico partito. Si decise così di formare una forza militare comunista, l’Armata rossa, alla cui guida fu posto Lev Trotskij. A causa delle terribili condizioni successive alla Prima guerra mondiale, gli ideali rivoluzionari russi si stavano diondendo ampiamente a livello internazionale. Fu quindi creata la Terza Internazionale ( Komintern ) per dirigere i vari partiti comunisti di tutto il mondo con l’obiettivo di diondere su scala mondiale la rivoluzione proletaria. I provvedimenti successivi attuati da Lenin presero il nome di comunismo di guerra, dato che valevano solo nel periodo bellico. La produzione agricola e industriale erano direttamente sotto il controllo dello stato. Questo pareva contraddire i principi iniziali del partito e di conseguenza venne negata la libertà di opinione e furono introdotti il divieto di sciopero e il lavoro forzato nelle fabbriche. Ci fu, inoltre, l’introduzione della Čeka (polizia politica). Il settore agricolo entrò in crisi e questo portò all’opposizione contadina, in particolare dei kulaki (piccoli proprietari terrieri benestanti che risalgono al periodo zarista). Le manifestazioni di dissenso vennero represse con la violenza e iniziò a diondersi il terrore poliziesco. Eventi importanti in questo caso furono la rivolta contadina di Tambov (primi mesi 1921) e la rivolta dei marinai nella base navale di Kronstadt, che costituirono la fine della guerra civile e che convinse Lenin ad abbandonare il comunismo di guerra. Terminata la guerra civile Lenin decise di diminuire il controllo dello stato e di ristabilire parzialmente il libero commercio. Questa nuova decisione prese il nome di Nep o Nuova politica economica. Le condizioni economiche iniziarono a migliorare, specialmente per i kulaki, ma in generale per tutto lo Stato. Le industrie ottennero una moderata libertà di azione e ci furono dei risvolti anche nella politica estera, dato che migliorarono i rapporti con le potenze occidentali che ancora non avevano riconosciuto il governo come tale. Non avvennero aperture in campo religioso. I beni della chiesa, come quelli della famiglia imperiale e dei nobili, vennero confiscati dallo Stato. Inoltre al clero fu impedito di insegnare con la possibilità di finire ai lavori forzati in caso contrario. A livello educativo ci fu una vera e propria lotta all’analfabetismo e un’ampia diusione della letteratura e delle arti. Lenin desiderava che il paese raggiungesse un’organizzazione definitiva, di conseguenza venne creata la federazione di repubbliche ( Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Urss). Vi presero parte l’Ucraina, la Bielorussia, l’Azerbaijan, l’Armenia e la Georgia. A livello formale condividevano tutte uguali poteri, ma in realtà la Russia predominava ampiamente sulle altre. La capitale della federazione fu fissata a Mosca ( capitale della Russia dal 1918) e a capo di essa c’era un Consiglio o Soviet supremo dell’Unione (potere legislativo) e un Consiglio dei commissari del popolo (potere esecutivo). Una Corte suprema dei soviet deteneva, invece, il potere giudiziario.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved