Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Prima Guerra Mondiale (La Grande Guerra), Sintesi del corso di Storia Contemporanea

il primo grande conflitto generalizzato della storia, dallo scoppio del 1914 alla Conferenza di Parigi del 1919-1920 Libro: Storia contemporanea. Dal mondo europeo al mondo senza centro, Le Monnier Università

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 14/06/2020

daniele-giorgi
daniele-giorgi 🇮🇹

4.4

(11)

17 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Prima Guerra Mondiale (La Grande Guerra) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! La Grande Guerra 28 giugno 1914 Sarajevo (capitale della Bosnia-Erzegovina), fu assassinato insieme alla moglie l’erede al trono dell’Impero austro-ungarico, l’arciduca Francesco Ferdinando per mano di giovani nazionalisti serbi (tra cui Gavrilo Princip che sparò) della “Mano Nera”, attentato pianificato in Serbia dai circoli militari estremisti antiaustriaci per rovinare il piano di un Impero come monarchia trialistica (quindi l’unificazione dell’Impero Austro-Ungarico) che intaccava il piano nazionalista della Serbia. Il governo serbo guidato da Nikola Pašic non era a conoscenza del complotto e non voleva scatenare una guerra contro l’Austria; tuttavia, Vienna fu decisa nei confronti di Belgrado per mantenere il prestigio e la stabilità dell’Impero con Berlino che manifestò da subito il suo sostegno in caso di guerra contro la Serbia, attraverso una lettera di manifestazione dell’incondizionato sostegno inviata dal cancelliere Theobald von Bethmann Hollweg all’ambasciatore tedesco a Vienna (6 luglio 1914). La Germania prevedeva un conflitto breve in cui vedeva la Russia in supporto o meno della Serbia ma sicuramente senza interventi di Francia o Gran Bretagna non disposte a rischiare una guerra generale per una questione balcanica; spinge l’Austria a inviare un ultimatum alla Serbia ma in Austria non vi era un’unanimità. Il tutto viene spinto dalla campagna elettorale in Serbia fortemente nazionalista e antiaustriaca; quindi l’imperatore Francesco Giuseppe invia un ultimatum con scadenza di 48 ore con richieste riguardo alla repressione dell’irredentismo serbo e al giudizio delle persone implicate nell’attentato (23 luglio 1914). La Serbia non accettò i punti che minavano la sovranità serba e non fu una risposta soddisfacente per l’Austria che ruppe le relazioni diplomatiche con la Serbia (25 luglio 1914); seguì un tentativo di mediazione britannico che però fu rinnegato dalla Germania. L’Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia (28 luglio 1914). L’alleata della Serbia, la Russia, avviò la mobilitazione parziale dell’esercito e la Gran Bretagna fece sapere a Berlino che in caso di guerra generalizzata non ne sarebbe rimasta fuori; allora, la Germania si mosse per cercare di convincere Vienna a trattare con la Russia. Lo zar Nicola II diede ordine della mobilitazione generale dell’esercito russo lungo tutto il confine occidentale (30 luglio 1914). La Germania, facendo credere all’opinione pubblica di essere minacciati dall’armata russa, si dichiarò in “stato di guerra imminente” inviando un ultimatum di 12 ore alla Russia (31 luglio 1914) chiedendo di annullare la mobilitazione generale e in caso di rifiuto Berlino stessa avrebbe dichiarato la sua mobilitazione generale. Oltre alla Russia, fu inviato un ultimatum anche alla Francia intimandola di dichiarare la propria neutralità in caso di guerra tra Germania e Russia; entrambi gli ultimatum furono non considerati. La Germania voleva applicare il Piano Schlieffen (Alfred von Schlieffen, capo di Stato Maggiore nel 1905): la Germania avrebbe dovuto attaccare prima la Francia, invadendo il Belgio neutrale, e sconfitta la Francia si sarebbe rivolta contro la Russia, non prevedendo però il probabile intervento britannico che garantiva l’integralità territoriale del Belgio. Agosto 1914 La Germania dichiarò guerra alla Russia (1° agosto 1914). Berlino chiese al Belgio l’autorizzazione per il transito delle truppe nel suo territorio (2 agosto 1914) che fu negata ma l’esercito tedesco la invase comunque (3 agosto 1914) e dichiarò guerra alla Francia; questo gesto portò alla mobilitazione della Gran Bretagna che dichiarò guerra all’Impero tedesco (4 agosto 1914). Si avvivò una guerra generale non voluta né prevista. Mentre avveniva l’invasione del Belgio, i francesi attaccarono lungo il confine franco-tedesco in Lorena e Alsazia, furono battaglie sanguinosissime dette “battaglie delle frontiere”. La Germania, che riuscì a penetrare in territorio francese, trovò una dura opposizione francese e britannica, ossia la “battaglia sul fiume Marna” (5-11 settembre 1914); questa sconfitta pose fine al Piano Schlieffen determinando l’inizio della guerra di posizione lungo la linea del fronte in trincee, fossati che offrivano riparo dal fuoco nemico fine 1916: i tedeschi occupavano gran parte del Belgio ed erano penetrati nella Francia nord- orientale. Agosto 1914 (fronte balcanico) le truppe austro-ungariche invasero la Serbia (12 agosto 1914). Queste, però, furono cacciate fuori dal territorio serbo (15 dicembre 1914). Parte dell’Impero austro-ungarico era impegnato contro l’esercito russo, nella Polonia zarista e Galizia orientale. Ma la Russia era impegnata anche sul fronte tedesco, in Prussia orientale dove fu sconfitta dall’esercito tedesco guidato dai generali Paul von Hindenburg e Erich Ludendorff nella battaglia di Tannenberg (fine agosto 1914) e in quella dei laghi Masuri (fine settembre 1914) la Russia venne sconfitta dalla Germania Se sconfitti con la Germania, i russi sconfissero gli austriaci in Galizia nella battaglia di Lemberg (fine settembre 1914) e penetrarono in profondità della Galizia, fino in prossimità di Cracovia. 1 La Grande Guerra Maggio 1915 La controffensiva austro-tedesca in Galizia Le truppe austro-ungariche e tedesche lanciarono un’offensiva contro i russi; questi ultimi furono sconfitti nella battaglia di Gorlice-Tarnów con la possibilità di riconquistare l’intera Galizia in giugno. Seguì un altro attacco ai russi (in estate) da parte dei tedeschi dove i primi abbandonarono Varsavia e i territori polacchi mentre le truppe tedesche conquistarono anche Lituania e parte meridionale della Lettonia. Da guerra di posizione a guerra di movimento. Settembre 1915 (fronte balcanico) Entrata della Bulgaria in guerra e crollo della Serbia La Bulgaria entrò in guerra alleandosi con gli Imperi centrali mentre la Grecia rimase neutra (il cui re Costantino era filogermanico) infrangendo l’alleanza con la Serbia. Iniziò un’offensiva contro la Serbia (ottobre 1915) con truppe tedesche, austro-ungariche e bulgare; la Serbia soccombette, fu conquistata dalle truppe asburgiche e bulgare mentre gli austriaci conquistarono il Montenegro (gennaio 1916). Su tutti i fronti era una guerra di logoramento con l’aggiunta dei problemi di approvvigionamento alimentare per gli Imperi centrali isolati dai mercati mondiali (il blocco navale della Gran Bretagna per impedire le importazioni in Germania costretta a razionamenti alimentari, stessa situazione per l’Austria-Ungheria costretta a fare a meno della produzione galiziana di granaglie per l’occupazione russa della Galizia), in Germania e Austria-Ungheria si diffusero fame e malnutrizione. In seguito a questa situazione, i vertici militari tedeschi e austriaci, a conoscenza della stessa, capirono di dover forzare l’andamento della guerra. Febbraio 1916 L’offensiva tedesca su Verdun (piazzaforte in Lorena) Fu una battaglia con un bombardamento di artiglieria pesante e con il ricorso alle truppe d’assalto composte da soldati addestrati e dotati di armi automatiche, bombe amano, lanciabombe e lanciafiamme; le truppe francesi riuscirono a reggere e fu un fallimento sanguinoso per le truppe tedesche (fine inizio settembre 1916). Le truppe francesi ressero anche grazie alle contemporanee offensive russe e britanniche: - Le truppe britanniche attaccarono quelle tedesche sulla Somme (nord Francia) con ingenti perdite per entrambi e nessuna acquisizione territoriale significativa; - Le truppe russe (4 giugno 1916) si concentrarono sul settore austro-ungarico guidate dal generale Brusilov, gli austriaci guidati dal generale Conrad, indeboliti, chiesero aiuto ai tedeschi riuscendo a contenere l’offensiva russa ma comunque ottennero alcune acquisizioni territoriali tra Galizia e Bucovina. Agosto 1916 (fronte balcanico) Entrata in guerra della Romania La Romania entrò in guerra e firmò un trattato con le potenze dell’Intesa, dichiarò guerra all’Impero austro-ungarico e invase la Transilvania con esito disastroso poiché l’armata austro-ungarica respinse l’attacco romeno, entrò a Bucarest e conquistò gran parte della Romania. Fine 1916 Situazione favorevole per gli Imperi centrali - Conquiste Imperi centrali: gran parte della Romania, Belgio e Serbia, intero Montenegro, Francia nord- orientale, Polonia russa, Lituania, e parte della Lettonia; - Conquiste Intesa: piccole porzioni dell’Impero austro-ungarico, Gorizia sul fronte italiano, Bucovina e Galizia orientale sul fronte russo. L’Italia in guerra 1914-1917 L’Italia faceva parte della Triplice Alleanza (con Germania e Austria) che aveva un carattere difensivo e obbligava i suoi contraenti a intervenire solo se uno dei membri fosse stato aggredito ma non era stato questo il caso: era stata l’Austria a lanciare un ultimatum alla Serbia e la Germania un ultimatum a Russia e Francia. 2 La Grande Guerra - Tuttavia, l’obiettivo del Giappone era imporsi sulla Cina al cui governo repubblicano presentò “ventuno richieste” con cui mettere sotto il suo controllo la politica economica e le scelte internazionali, la Cina ne accettò solo 16 ma fu comunque un successo; - Inoltre, Tokyo riuscì ad impedire ogni tentativo cinese di partecipare alla prima guerra mondiale a fianco dell’intesa al fine di rafforzare il proprio profilo internazionale e rivendicarne i meriti anche se la Cina riuscì in piccolo vendendo armi e mandando operai cinesi;  Stati Uniti entrati in guerra il 6 aprile 1917  Impero ottomano entrato in guerra il 29 agosto 1914 - Alleato degli Imperi centrali; - Il sultano Mehmed V invocò il jihad contro britannici, francesi e russi; - L’esercito ottomano attaccò quello russo sul Caucaso con esito disastroso per i turchi (dicembre 1914); - Seguirono le offensive russe che penetrarono nel territorio ottomano fino a Trebisonda, a Erzerum e al lago di Van (1915-1916); - Le truppe britanniche entrarono in Mesopotamia puntando a Baghdad (settembre 1915) ma furono sconfitte dai turchi (aprile 1916); - I britannici fomentarono la rivolta delle popolazioni arabe verso il potere dei turchi; - I britannici entrarono con una nuova offensiva a Baghdad (1917) e a Gerusalemme (dicembre 1917); 1918 Offensive tedesche nella primavera del 1918 e controffensiva alleata. L’obiettivo era arrecare un colpo per fiaccare le capacità di combattimento di francesi e britannici per poter concludere il conflitto. La prima (marzo 1918) fu contro le linee britanniche nei pressi della Somme, riuscirono a sfondarle arrivando nei pressi di Amiens dove furono bloccati dalla controffensiva anglo-francese. La seconda (aprile 1918) fu più a nord per occupare i porti sulla Manica ma fu arrestata. La terza (27 maggio 1918) puntò a Parigi ma fu arrestata dalla resistenza francese con il sostegno statunitense (3 giugno 1918); seguì una offensiva tedesca lungo la Marna bloccata dai francesi che passarono alla controffensiva e respinsero i tedeschi oltre il fiume, inoltre le forze dell’Intesa sferrarono un attacco a est di Amiens riuscendo a penetrare in profondità nelle linee nemiche (8 agosto 1918) e ristabilendo le posizioni precedenti all’offensiva tedesca di marzo. Le truppe francesi, britanniche, statunitensi e belghe lanciarono una offensiva lungo il fronte dalle Fiandre a Verdun dove l’esercito tedesco fu obbligato a ritirarsi in quanto esausto, privo di riserve e rifornimento così come il fronte interno era preso dalla fame. Il nuovo cancelliere tedesco Max von Baden si rivolse all’Intesa con una richiesta di trattative (3 ottobre 1918). 1918 La fine della guerra sul fronte italiano. Gli austriaci lanciarono una grande offensiva come battaglia decisiva per risolvere le vicende della guerra con l’Italia (giugno 1918); l’offensiva si risolse con un fallimento austriaco e un successo italiano con Diaz alla guida dell’esercito. Seguì una offensiva italiana lungo il Piave in direzione Vittorio Veneto con divisioni italiane, britanniche, francesi, cecoslovacche e statunitense con il risultato di sfondare le linee austriache e avanzare; entrarono a Trento e a Trieste (3 novembre 1918). 26 ottobre 1918 L’Impero austro-ungarico chiese la tregua. 3 novembre 1918 Fu firmato l’armistizio a Padova che pose fine alla guerra tra Austria e Italia il 4 novembre. La fine della guerra su tutti i fronti 30 ottobre 1918 L’Impero ottomano capitolò. 5 novembre 1918 Gli alleati accettarono la proposta di tregua avanzata dalla Germania. 9 novembre 1918 Guglielmo II abdicò e si riparò in Olanda mentre venne proclamata a Berlino la Repubblica. 11 novembre 1918 La delegazione tedesca firmò la resa in un vagone ferroviario nel bosco vicino a Compiègne. Le conseguenze della Grande Guerra  La fine della Grande Guerra fu la più grande rottura geopolitica della storia contemporanea;  Almeno 10 mln di morti; 5 La Grande Guerra  Il collasso di 4 Imperi (russo, ottomano, austro-ungarico e tedesco) e delle rispettive dinastie;  La crisi dell’egemonia mondiale dell’Impero britannico;  Il drastico indebolimento di tutte le potenze coloniali europee;  L’irruzione da protagonista degli Stati Uniti d’America. 18 gennaio 1919 – 21 gennaio 1920 Conferenza di pace di Parigi. Una conferenza di pace organizzata dai paesi usciti vincitori dalla Grande Guerra, “il Consiglio dei Quattro” (il francese Clemenceau, il britannico George, l’italiano Vittorio Emanuele Orlando e lo statunitense Wilson), impegnati a delineare una nuova situazione geopolitica in Europa e a stilare i trattati di pace con le potenze centrali uscite sconfitte dalla guerra; ognuno aveva una propria visione (per l’italiano Orlando la priorità era attribuirsi il dividendo bellico come Trieste, Istria, Dalmazia, Trentino e Alto Adige, mentre per Wilson l’obiettivo era stabilire una pace giusta e definitiva basata sul principio di autodeterminazione dei popoli ossia dell’autogoverno democratico-liberale di ciascuna nazione e l’istituzione della Società delle Nazioni, una sorta di governo mondiale abilitato a vigilare ed arbitrare i contenziosi fra gli Stati). Wilson annunciò davanti al Congresso americano i 14 punti su cui stabilire la pace universale (18 gennaio 1918) di cui 8 obbligatori (must be fulfilled) e 6 auspicabili (should be fulfilled) con il paradosso in cui era obbligatorio l’ideale (erano soprattutto principi generali) e auspicabile il reale (erano progetti geopolitici). I punti obbligatori: 1. Diplomazia aperta; 2. Libertà di navigazione; 3. Disarmo generale; 4. Rimozione delle barriere doganali; 5. Risoluzione imparziale delle dispute coloniali; 6. Ricostituzione del Belgio; 7. Evacuazione del territorio russo dalle truppe straniere; 8. Istituzione della Società delle Nazioni col compito di evitare l’insorgere di dispute tra Stati. I punti auspicabili: 1. Ritorno di Alsazia e Lorena alla Francia; 2. Autonomia per le minoranze dell’ex Austria-Ungheria e dell’impero ottomano; 3. Aggiustamento delle frontiere italiane secondo principi nazionali; 4. Evacuazione dai Balcani delle truppe straniere; 5. Internazionalizzazione dei Dardanelli; 6. Polonia indipendente con accesso al mare. Il tutto sullo sfondo del principio di autodeterminazione dei popoli. I rappresentanti iniziarono la discussione proprio dal programma di Wilson. Wilson coltivava l’idea di universalizzare il principio base della geopolitica americana, estendere su scala globale la dottrina Monroe che autoassegnava agli Stati Uniti l’egemonia sull’intero continente americano per proteggerlo da incursioni altrui. Il caso italiano L’Italia rientrò nelle grandi vincitrici ma una delle minori “grandi” e sprecò l’occasione di qualificarsi come socio determinante nella definizione della potenza su scala globale; inoltre, l’esito geopolitico della vittoria militarie italiana non era la distruzione dell’Impero austro-ungarico ma semplicemente una lezione e la riappropriazione delle “terre irridente”, anche perché questa distruzione lasciava l’Italia a fronteggiare la nuova Jugoslavia e la esponeva alla frontiera alpina al revanscismo tedesco. La delegazione italiana voleva ottenere quanto previsto dal patto di Londra con l’aggiunta di Fiume, cosa respinta dai francesi mentre gli americani facevano notare che in molte delle “terre irridente” da trasferire all’Italia in base al patto di Londra, salvo Trento e Trieste, gli italiani erano in minoranza. Wilson per aggirare la resistenza di Orlando e Sonnino si rivolse all’opinione pubblica italiana, la delegazione italiana offesa rientrò in patria ma poi tornò a Parigi per non farsi escludere dal trattato di pace. 6 La Grande Guerra Orlando battuto alla camera fu costretto a dimettersi e lo seguì un liberale riformista Francesco Saverio Nitti che firmò (10 settembre 1919) il trattato di Saint-Germain-en-Laye che assegnava Trentino, Alto-Adige e Cortina d’Ampezzo al Regno d’Italia imponendo il tricolore fino al Brennero e alla val Pusteria. Seguì l’occupazione della città di Fiume del poeta D’Annunzio di causa nazionale con alcuni reparti militari ribelli e volontari proclamandone l’annessione all’Italia; il governo Nitti si oppose all’impresa che durò 16 mesi e fu stroncata con forza dal nuovo governo Giolitti (dicembre 1920) per l’accordo raggiunto con il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni sulla demarcazione delle reciproche frontiere (Trattato di Rapallo, 12 novembre 1920 – l’Italia ottenne quasi tutto il Litorale Austriaco, pezzi di Carinzia e Carniola, Zara e le isole di Lagosta, Pelagosa, Lussino e Cherso). Fiume venne eretta a entità indipendente fino al 1924 quando Italia e Jugoslavia si intesero per il passaggio all’Italia del centro storico e di una fascia di territorio; tuttavia rimase il mito dannunziano della “vittoria mutilata”. Il caso Germania Con le imposizioni del trattato di Versailles, la Germania dovette cedere tutte le colonie e ad accettare la responsabilità della guerra, nessun accesso alla Società delle Nazioni, pagare il debito della guerra e accettare un disarmo quasi completo, oltre che amputazioni territoriali: - A est la maggior parte; - Restituire Alsazia e Lorena alla Francia; - Eupen e Malmédy al Belgio; - Schleswig del Nord alla Danimarca; - Posen, Prussia Occidentale, spicchi di Prussia Sud-Orientale, Pomerania e Slesia orientale, Alta Slesia Orientale a Polonia; - Memel alla Lituania e Hultschin alla Cecoslovacchia. Trattato di Neuilly (27 novembre 1919) Stabilì i confini contestati tra Bulgaria, Turchia, Grecia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. La Bulgaria dovette cedere la Tracia occidentale alla Grecia e a restituire la Dobrugia meridionale alla Romania, ridurre il proprio esercito a 20 mila uomini, pagare più di 400 mln di dollari di riparazione di guerra e riconoscere il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni a cui dovette cedere territori. Trattato di Trianon (4 giugno 1920) fu il trattato di pace con cui le potenze vincitrici della Grande Guerra stabilirono le sorti del Regno d’Ungheria dopo la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, perse Slavonia, Croazia, Transilvania, Bonato e alcuni territori del nord; inoltre gli fu concesso un esercito di 35 mila uomini. Da questa pace punitiva ne trasse profitto Romania e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Alla Romania andò la Transilvania, Bessarabia (dalla Russia), Bucovina (dall’Austria), Dobrugia meridionale (dalla Bulgaria) inglobando in terzo di cittadini non romeni di cui l’8% ungheresi. Il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni era un mini-impero multietnico che comprendeva, oltre i tre popoli eponimi, anche bosniaci, albanesi, turchi, tedeschi, italiani, ebrei, macedoni, romeni, montenegrini e ungheresi. La Cecoslovacchia assorbiva sul versante slovacco significativi insediamenti ungheresi e aveva il 51% ceco, il 22% tedesco e il 55 ungherese. Il caso ottomano Il trattato di Sèvres è stato il trattato di pace firmato tra le potenze alleate della prima guerra mondiale e l'Impero ottomano il 10 agosto 1920 presso la città francese di Sèvres. l'Impero ottomano si ritrovò ridotto ad un modesto Stato entro i limiti della penisola anatolica, privato di tutti i territori arabi e della sovranità sugli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, la Grecia guadagnò Adrianopoli e Smirne. l’Armenia venne riconosciuta come entità indipendente. Il trattato ebbe quattro firmatari per conto del governo ottomano. Il trattato non venne ratificato dal Parlamento ottomano poiché questo era stato precedentemente abolito il 18 marzo 1920, e quindi non entrò mai in vigore. Esso ricevette il sostegno del sultano Mehmed VIma fu invece fortemente osteggiato da Mustafa Kemal Pascià, il quale vinse la guerra d'indipendenza turca e costrinse le ex potenze alleate a tornare al tavolo negoziale. Le parti firmarono e ratificarono un nuovo accordo col trattato di Losanna nel 1923. 7
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved