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La prima guerra mondiale, la grande guerra, Appunti di Storia

Appunti sulla prima guerra mondiale e la vittoria mutilata

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 03/12/2022

cafoscaristud
cafoscaristud 🇮🇹

4.4

(5)

17 documenti

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Scarica La prima guerra mondiale, la grande guerra e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA GRANDE GUERRA COME SVOLTA STORICA La conferenza di pace e la nuova carta europea Una guerra totale La prima guerra mondiale fu la prima guerra totale della storia dove ci furono da 8/10 milioni di morti, ci furono distruzioni senza precedenti, mobilità di eserciti, popolazioni, istituzioni e informazioni. Vennero utilizzate le armi più innovative. Da questa guerra si eredita: ● Piano geopolitico nuova gerarchia nei rapporti di forza internazionali ● Piano economico evoluzione dei sistemi industriali con la produzione di massa ● Piano politico-sociale mobilitazione delle masse, aumento dei conflitti sociali e crisi delle istituzioni liberali Il declino dell’Europa La grande guerra portò alla crisi della centralità europea, l’Europa perde il suo ruolo di baricentro economico e politico del mondo. Questo accade perché dopo la guerra il mondo è privo di un centro. Quindi nel gennaio 1918 Wilson fece 14 punti della politica internazionale: autodeterminazione dei popoli, libertà di commercio e la soppressione delle barriere doganali, riduzione degli armamenti, organismo sovranazionale, società delle nazioni che regolano le controversie internazionali e mantiene la pace. L’idea di Wilson di una pace equilibrata e democratica, viene rifiutata dai francesi e inglesi, quindi la società delle nazioni germogliò già debole perché non c’era la Russia bolscevica, Germania e gli USA. La conferenza di pace di Parigi La pace di Parigi cioè “pace di Versailles” nel gennaio-giugno 1919, il tema era la pace con la Germania. La linea di Wilson si scontra con la rigidezza del mandato francese che voleva ridurre la potenza territoriale, economica e militare tedesco. Questa conferenza era dominata dai 4 vincitori: USA con Wilson, Francia con G.Clemenceau, Inghilterra con George e Italia con Orlando. La Germania e Austria che divennero repubbliche democratiche e anche la Russia bolscevica non vennero ammesse alla discussione. I trattati di pace 5 trattati di pace: ● Versailles Germania ● Saint-Germain Austria ● Neuilly Bulgaria ● Trianon Ungheria ● Sèvres Impero Ottomano Le eredità dei trattati Le decisioni prese a Parigi furono un’eredità per i decenni successivi: ● Umiliazione della Germania, prese la responsabilità del conflitto e le condizioni di pace che erano dure e punitive. Dovette risarcire i danni della guerra questo distrusse l’economia della Germania. ● Creazione di nuovi stati multietnici, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Polonia che portarono tensioni nazionalistiche nel centro oriente balcanico ● Minoranze etniche Il problema della Polonia La Polonia è riconosciuta come grande stato sovrano (aveva territori ex austriaci e tedeschi), le fu assegnata pure la Danzica che si raggiungeva con il corridoio polacco che separava la Prussia e la Germania. Dopo la guerra russo-polacca i confini con la pace di Riga, fatta nel 18 marzo 1921, fu definito il confine dei due paesi. I cittadini della polonia la maggior parte erano tedeschi. Le vittime della pace La guerra e le paci portarono allo sradicamento e dell'uscita di gruppi umani, le paci volevano far coincidere stato e nazione. Nei nuovi stati cerano minoranza etniche che portò all’emarginazione o allontanamento rispetto ai gruppi maggioritari, erano chiamati apolide (uomo senza riconoscimento). Le origini del problema mediorientale Il crollo ottomano Con la Priama guerra mondiale ci furono ancora conflitti e tensioni, dove: ● Inglesi presero Istanbul, Anatolia, Baku, medio oriente ● Francesi presero Siria ● Italiani presero Anatolia meridionale ● Greci presero Smirne Con il trattato di Sèvres, l’impero ottomano rinunciò a molti territori (dati alla GB, Germania e società delle nazioni) che aveva e gli rimase solo Istanbul e la parte settentrionale dell’Anatolia. La repubblica turca di Kemal Il generale Mustfa Kemal chiamato Ataturk, creò un movimento di opposizione per recuperare i territori turchi occupati dai greci e l’occidente di Armenia. Successivamente fu fatto il trattato di Losanna nel 1923, dove il governo di Ankara (capitale della Turchia) recuperò i confini europei del 1914 e il controllo degli stretti. Nel 1922 fu abolito il sultano e nel 1923 si proclamò la repubblica, quindi l’impero e la dinastia ottomana finì. Autoritarismo, nazionalismo e riforme Ataturk istituì un regime autoritario: ● Modernizzazione del paese ● Laicizzazione dello stato ● Abolito il sultano ● Abolite le scuole coraniche ● Aboliti i tribunali religiosi ● Aboliti i riferimenti all’islam ● Califfato fu mantenuto ma diventò carica elettiva ● Proibito la poligamia ● Introduce il divorzio ● L’alfabeto latino viene sostituito con quello arabo ● Introdotti codici civili e penali ● Aperte le scuole anche per le donne ● 1934 diritto al voto e di candidarsi alle elezioni per le donne ● Domenica prese il posto del venerdì come giorno festivo Questo portò a repressioni di qualsiasi opposizione, dissenso e ad un accesso nazionalismo che portò a discriminare le minoranze non turche cioè i crudi (etnici-linguistici basati nel Kurdistan) e gli armeni. Medio oriente nel dopo guerra Nei territori mediorientali sperava ad una dipendenza della popolazione araba che si collegarono con gli interessi della GB e Francia che volevano il controllo di un’area strategica. Nel 1916 ci fu l’accordo Sykes-Picot dove le due potenze si pacificarono per come spartirsi le aree meridionali. Le aree siro-palesatine furono formate in mandati, però la società delle nazioni non erano in grado di amministrare quei territori, quindi chiese alle potenze vincitrici cioè GB ebbe la Palestina e la Transgiordania, la Francia ebbe la Siria e Libia. La delusione degli arabi Il nazionalismo arabo lottava per: l’identità culturale e l’indipendenza dei popoli arabi dal dominio turco. La GB appoggiò la rivolta araba contro gli ottomani e Londra promise l’indipendenza e la solidarietà, identità collettiva, rimanere soli; questi sentimenti dopo la guerra non furono dimenticati anzi era una militarizzazione della politica (Germania e Italia furono caratterizzati). VINCITORI E VINTI Il dopo guerra in Austria, Ungheria e Germania La crisi nel dopoguerra nell’Europa centrale Dopo la guerra nell’Europa centrale ci fu una grossa crisi nell’economia e sulle tensioni sociali, quando gli imperatori tedeschi e austro-ungarico crollano ci fu una miscela esplosiva (conflitti sindacali, rivoluzione bolscevica, disorientamento e risentimento dei ceti medi urbani…) Repubbliche in Austria e Ungheria Nell’impero austro-ungarico l’imperatore Carlo I si allontanò, quindi nel 1918 il 12 novembre a Vienna viene proclamata un’assemblea dove c’era una costituzione democratica. Questa repubblica fu retta da un governo di coalizione: ● socialdemocratici, forti nella capitale ● cristiano-sociali, radicati fuori dalla città le due alleanze si rompono e nel paese si formano squadre molto simili a fascismo italiano. L’Ungheria diventa stato sovrano con la forma di repubblica parlamentare, i socialdemocratici e comunisti si allenano per creare una repubblica sovietica che viene proclamata nel marzo del 1919 con la guida del comunista Béla Kun. In Slovacchia e Baviera nacquero repubbliche socialiste. Tra l’Ungheria e la Romania ci fu un conflitto per avere la Transilvania che era di confine, nell’agosto 1919 l’Ungheria fu invasa da rumeni (Miklòs Horthy), ci fu un regine autoritario che durò fino alla seconda guerra mondiale. Il dopoguerra tedesco a Berlino nasce un governo provvisorio che era guidato dal partito socialdemocratico, firmò l’armistizio con Francia e GB (11 novembre) e successivamente ci fu un’elezione per creare un’assemblea costituente. I socialdemocratici e quelli dell’estrema sinistra erano molto divisi tra di loro, perché i primi avevano tradizioni riformiste del movimento operaio tedesco, i secondi erano spartachisti cioè aderivano alla Lega di Spartaco (partito comunista tedesco). Essi erano guidati da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, volevano fare una rivoluzione socialista con la presa del potere dai consigli degli operai e soldati. Si formano i corpi francesi, che erano volontari guidati da ex ufficiali e sottoufficiali, andavano contro i rossi e gli allettai di essi. Il tragico gennaio 1919 Il governo provvisorio guidato da Friedrich Ebert e i socialdemocratici, era una coalizione con i cattolici e liberali. Convinti che la Germania si sarebbe risollevata con una politica di riforme e accordi parlamentari insieme le classi dirigenti, contrari alle ipotesi di espropriazione o collettivizzazione delle industrie e anche a tentativi di rivoluzione. A Berlino il 5 gennaio scoppiò un disordine tra polizia e gruppi di operai/rivoluzionari armati, Gustav Noske (ministro della difesa) decide di reprimere un tentativo di insurrezione con l’intervento militare e i corpi francesi. Dal 5 gennaio 1919 c’era la settimana di sangue, molti militari furono fucilati nelle strade della capitale. I dirigenti sarchiasti furono fucilati dai corpi franchi. In Baviera si era formata la repubblica sovietica he fu abbattuta da Freikorps, anche i consigli operai e le organizzazioni comuniste furono chiuse dalle forze organizzative e dai corpi francesi. La repubblica di Weimar tra crisi e stabilizzazione La costituzione di Weimar Nel gennaio del 1919 ci furono le elezioni per l’assemblea costituente dove i socialdemocratici hanno avuto il 39% dei voti cioè maggioranza relativa, hanno formato un governo di coalizione con liberali e cattolici (Zentrum/ Philipp Scheidemann). A capo dello stato fu messo Friedrich Ebert, sempre nell’agosto del 1919 la Germania repubblicana approvò la costituzione Weimar che era la più avanzata perché erano sia principi liberali, democratici, uguaglianza e giustizia sociale. Il potere del parlamento era eletto ogni 4 anni, invece il presidente della repubblica ogni 7 anni dai cittadini. Un paese in crisi Durante i primi anni della nuova repubblica Weimar furono molto difficili, i due governi (liberale e cattolico) avviarono riforme sociali però poi dovette resistere all’opposizione della sinistra rivoluzionaria e della destra, quest’ultima portava alimento alle condizioni di pace dettate dalla Germania dal trattato di Versailles. Si diffuse la pratica della violenza e ci furono disordini e assassini, nel 1923 a Monaco andò a male un colpo di stato che partì da Erich Ludendorff e Adolf Hitler, l’ultimo era a capo di un piccolo partito di estrema destra la NSDAP. In quel periodo oltre la violenza c’era anche crisi economica che portò inflazione dove fa si che c’è una perdita di potere d’acquisto della moneta. La stabilizzazione economica Nel 1924 migliorò la situazione per l’economia, le potenze occidentali intervengono (USA) anche se sapevano che la crisi tedesca era pericolosa però sapevano che con la ripresa dell’economia la Germania riusciva a pagare i propri debiti. Durante l’estate del 1924 fu fatto il piano Dawes dove suddivideva i debiti di guerra e grazie a ciò tutelava finanziamenti ampi all’industria tedesca. La Germania subito dopo si mise all’opera e produsse con elevati ritmi, era il paese d’Europa dove il taylorismo-fordismo si estese. La pacificazione con la Francia Con le iniziative di Gustav Stresemann (primo ministro), la Germania rientrava nella comunità internazionale. Nel 1925 Stresemann fu stipulato il trattato di Locarno con la Francia, dove stabiliva la situazione occidentale come fu fatta a Versailles, quindi la Francia aveva l’Alsazia-Lorena e i due paesi non dovevano violare le frontiere altrui. La Germania nell’anno seguente fu ammessa alla società delle nazioni, dopo questo superò la crisi perché sviluppo molto l’economia. La fase della Nep La nascita dell’unione sovietica L’unione delle repubbliche socialiste sovietiche nasce nel dicembre del 1922, era il primo stato socialista. Il potere nel 1924 era ai soviet operai, contadini e soldati, però il potere effettivo era dato al partito comunista. Il nuovo stato era già in crisi, era un paese povero e rurale, il comunismo di guerra portò effetti catastrofici nelle campagne perché si ridusse la produzione e questo porta ad una vera crisi. Tutta questa crisi portò al mercato nero e i cittadini dalle città si spostano nelle campagne per vivere in modo più misero. La crisi del potere bolscevico Ci fu una frattura tra governo comunista e popolazione, quindi nell’inverno 1920-21 ci furono rivolte contadine, invece nei centri urbani la popolazione comunista si era indebolita. Nel marzo del 1921 ci fu la rivolta dei marinai della base militare di Kronstadt dove i comunisti volevano la fine della dittatura bolscevica e la libertà politica. Dopo questa crisi ci fu anche l’isolamento del paese sul piano internazionale, quindi il paese non era riconosciuto e quindi Urss doveva ormai arrendersi perché era un fallimento. La nuova politica economica Al posto del comunismo fu guerra ci fu il NEP dove introduceva il profitto individuale e la libertà economica per riprendere la produzione interna. Il NEP consisteva: ● il grano prese un prezzo stabilito ● contadini liberi di vendere e avere manodopera salariata ● permesso il commercio interno ● ammesse le piccole imprese private artigianali e commerciali (-21 dipendenti) L’ascesa di Stalin Come industrializzare l’Urss? Il NEP porta risultati positivi, nel 1926 la produzione agricola, industriale il reddito nazionale tornarono al livello dell’antiguerra. Pensavano che la NEP fosse un ritorno al capitalismo, per l’unione sovietica fu riconosciuta e riprendono le relazioni diplomatiche e commerciali. Nicolaj Bucharin era un sostenitore della NEP, era ritenuta l’unica strategia per lo sviluppo del paese per non far perdere il consenso dei cittadini. Quindi il sistema economico si trasforma e si basava sull’aumento della produttività agricola. C’erano anche gli oppositori della NEP come Trockil, per loro si doveva accelerare l’industrializzazione usando le materie prime e la forza lavoro, invece per avere le risorse degli investimenti industriali si doveva prendere ricchezza dal settore agricolo con la tassazione. Stalin e Trockij Nel 1922 Stalin ebbe una paralisi e nel 1924 morì, il dibattito sulla politica economica era sul potere del partito comunista tra Stalin e Trockij. L’ultimo sosteneva la teoria della rivoluzione permanente dove l’unione sovietica doveva intensificare lo slancio rivoluzionario per portare una industrializzazione (rivoluzione internazionale). Invece Stalin sosteneva la teoria sul socialismo ma in un solo paese, dove bisognava consolidare il socialismo nell’unione sovietica. La forza di Stalin Stalin era un segretario del partito doveva essere responsabile dell’organizzazione, poteva controllare la selezione, carriera e la destinazione dei funzionari, con questo riuscì a costruire una base di potere solida. Fu molto convincente ed era definito come la più sicura difesa. Nel 1927 quando i due si contrarono, tutti si schierarono con Stalin e per questo Trocki fu espulso dal partito e nel 1929 fu esiliato. IL DOPOGUERRA IN ITALIA E L’AVVENTO DEL FASCISMO Le lotte sociali e sindacali: il biennio rosso Un vincitore in crisi L’Italia era riuscita a vincere la guerra anche se il dopo guerra era molto simile a quello austriaco e tedesco. Gli obbiettivi di questa guerra erano l’unità nazionale, però ci fu un conflitto sociale e politico che lacerò il paese per 4 anni. Il dopo guerra era tra 1919 fino all’autunno 1929 ed era nominato il biennio rosso, esso fu dominato dalle lotte contadine e operaie. Nel secondo periodo dal 1920 al 1922 ci fu il fascismo dove mise il paese a ferro e fuoco per conquistare il governo. Con questi avvenimenti si vede la fragilità delle istituzioni liberali cioè i limiti della classe dirigente, separazione tra asse popolari e stato, per questo ci furono tensioni dopo la guerra, si trasforma in una crisi di sistema con dittatura. La situazione economica e finanziaria Nel 1920 c’era una grave situazione finanziaria (+60% del PIL) con un pesante debito estero, questo portò l’inflazione perché cera eccesso di moneta in circolazione, porta al costo della vita molto più alto tra 1914-19. La disoccupazione fu portata dalla riconversione della produzione di guerra e quella di pace, in quel periodo però l’industria italiana si era sviluppata (siderurgia, meccanica, chimica, tecnologia). Con la fine del conflitto lo stato non riusciva a sostenere le imprese con le commesse pubbliche. Il ciclo di lotte 1919-20 La guerra creò un pensiero di miglioramento nello stato economico e con più giustizia sociale, invece non fu così ci furono disoccupazioni, aumento del costo della vita, carico fiscale e difficoltà di reinserimento. Nella primavera 1919 iniziarono le lotte sociali e sindacali mescolando rivendicazioni economiche e aspettative rivoluzionarie. I cittadini si trovavano in piazza e molte volte si scontravano e c’erano molti feriti e morti, durante la primavera e l’estate del 1919 iniziarono le occupazioni delle terre incolte (contadini poveri). Nelle regioni del centro e in altre città c’erano tumulti popolari e scioperi: ● assalti ai forni e negozi (riduzione forzata dei prezzi) ● aumento dei salari ● Divisioni nel movimento socialista e dei popolari Le squadre d’azione Le squadre fasciste facevano azioni dimostrative o di aggressione di rappresaglia contro i socialisti, i fascisti avevano il culto della violenza, canti, gesti e rituali (camicia nera, pugnale sguainato, grido “ a noi”). Squadrismo agrario Durante l’autunno del 1920 lo squadrismo era più organizzato nelle campagne padane, aumentarono le spedizioni armate e per questo lo squadrismo si diffuse. I proprietari terrieri cioè gli agrari erano loro organizzare e finanziare queste squadre di camicia nera e anche dirigendo le azioni. Però lo squadrismo agrario ebbe molti consensi perché chi lo accettò si sentiva minacciato. La violenza squadristica Ci fu una violenza terroristica sulle leghe rosse e bianche, le squadre fasciste erano composte da giovani, ex combattenti, ex ufficiali, studenti e disoccupati. Essi agivano con efficacia distruggendo case, circoli, cooperative… Erano molto preparati. I fascisti costringevano i sindaci e i consiglieri a dimettersi, lo facevano con la violenza e questo era un contenuto simbolico perché mirava a intimidire l’avversario. Lo squadrismo impunito La violenza squadristica cresceva e riuscirono ad occupare molte città.il fascismo era tollerato da prefetti, ufficiali, magistrati, poliziotti e carabinieri ma non perché erano fascisti ma perché questo era antisocialista e patriottico, difatti i fascisti non dovettero mai scontrarsi con le forze dell’ordine. Il prefetto di Bologna cercò di opporsi ma i fascisti subito misero a ferro e fuoco la città. Il partito milizia: l’ascesa del fascismo I liberali guardano a destra Tra il 1918 e 1922 ci fu una instabilità politica perché ci furono diversi governi e questo portò una grave crisi della vecchia classe dirigente liberale. La coalizione di governo fra liberali, democratici E repubblicani erano precarie, quindi i socialisti e popolari avevano la maggioranza e la camera. Le elezioni del 1921 Ci furono ipotesi di un’alleanza elettorale dove comprendeva i nazionalisti e fascisti, Giolitti voleva creare una maggioranza parlamentare più stabile e di parlamentizzare il movimento fascista. Mussolini aderì ad una proposta che gli dava la legittimità politica quindi era un uomo d’ordine. Il 15 maggio 1921 ci furono le elezioni politiche però anche qua il parlamento era frazionato, le forze liberale-democratiche potevano avere la maggioranza solo con deputati fascisti quindi il nuovo governo era debole ed era in mano a Ivanoe Bonomi. I fascisti comunque avevano il potere nelle piazze e gli squadristi erano una struttura militare che usavano armi potenti. Il partito fascista Mussolini disse che era necessario trasformare il movimento fascista in una forza politica che sapeva operare sul piano legale e costituzionale, era una possibile soluzione della crisi italiana. Bisognava controllare i RAS che erano contrari a questa evoluzione, nel novembre del 1921 Mussolini fece il partito nazionale fascista il programma era: ● Stato forte ● Limitazione dei poteri del parlamento ● Esaltazione delle nazioni ● Ritorna all’industria privata ● Divieto di sciopero nei servizi pubblici Quindi in Italia per la prima volta nasce un partito di massa militare organizzato (partito-milizia). Nascita del partito comunista Nel congresso di Livorno del gennaio 1921 c’erano i dirigenti di sinistra che crearono il partito comunista italiano, aveva linee politiche del partito socialista però risultarono le condizioni dettate da Lenin. I massimalisti e riformisti e crearono il partito socialista unitario il loro segretario era Matteotti. La marcia su Roma La marcia su Roma inizio nell’ottobre del 1922 inizialmente occuparono gli edifici pubblici in varie città dell’Italia centro settentrionale, Mussolini attendeva il compiersi degli eventi, però i fascisti non erano armati bene difatti il loro obiettivo non era militare ma politico. 28 ottobre 1922 il governo che era di Luigi Facta approvò lo stato d’assedio, però Vittorio Emanuele III rifiutò allora chiamò Mussolini che partì per Roma il 30 ottobre e fu proclamato governatore. Il 16 novembre Mussolini presentò il suo governo al parlamento era un discorso del bivacco, disse che avrebbe potuto fare un governo fascista ma non fu così, era un suicidio politico da parte del parlamento italiano. Questo parlamento fu approvato ed era un passo a portare il fascismo a impadronirsi del governo e dello Stato. La transazione alla dittatura Il fascismo era considerato una forza conservatrice, Mussolini presentò il partito fascista come un elemento di normalizzazione. Nel 1923 Mussolini inquadro le squadre d’azione fasciste nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale era un esercito parallelo che aveva compiti di ordine pubblico e di lotta ai sovversivi. I popolari erano divisi fra la componente sturziana (Non era d’accordo con i fascisti per l’uso della violenza) e i clericomoderati (Appoggiava il governo). Mussolini iniziò a studiare come riuscire a portare i cittadini dalla sua parte quindi nel 1923 fece la riforma gentile dove la religione doveva essere insegnata obbligatoriamente nelle scuole elementari. Sempre nel 1923 ci fu una nuova legge elettorale maggioritaria cioè la legge acerbo che serviva a consolidare la maggioranza e togliere le opposizioni. Mussolini andò alle elezioni dell’aprile le 924 e si presentò nella lista nazionale con i nazionalisti, cattolici e esponenti liberali. Mussolini portò al successo il fascismo e risultava sempre più credibile agli occhi di molti italiani. Delitto di Matteotti Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti voleva fare un discorso alla camera dove denunciava i brogli e le violenze elettorali. Dopo questo fu ucciso da una squadra fascista, successivamente fu trovato il suo corpo e questo portò a una crisi politica perché molti presero distanze dal fascismo, era una secessione dell’Aventino quindi era la fase dove non parteciparono più ai lavori della camera e quindi di riconoscere la legittimità morale e politica di un parlamento dominato dai fascisti. Il discorso del 3 gennaio 1925 Mussolini fece un discorso al parlamento Dove si assumeva la responsabilità politica delle violenze fasciste e del delitto di Matteotti, questo era l’inizio del percorso che porta alla dittatura.
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