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LA PRIMA GUERRA MONDIALE. LA PRIMA GUERRA MONDIALE: SCHEMI E MAPPE. SPIEGATA SEMPLICE, Schemi e mappe concettuali di Storia

LA PRIMA GUERRA MONDIALE: SCHEMI E MAPPE. SPIEGATA SEMPLICE

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 29/04/2024

Angela.Cino
Angela.Cino 🇮🇹

4.5

(4)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LA PRIMA GUERRA MONDIALE. LA PRIMA GUERRA MONDIALE: SCHEMI E MAPPE. SPIEGATA SEMPLICE e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! La prima guerra mondiale Alla vigilia della «grande guerra» l’Europa godeva di un’indiscussa supremazia economica e politica sul resto del mondo. Le maggiori potenze erano, però in concorrenza tra loro, per la conquista di nuovi territori. La tensione era anche alimentata dalla forte crescita economica della Germania che aveva costruito un vasto impero coloniale in Asia e in Africa e stava estendendo la sua supremazia anche nei Balcani e in Medio-Oriente. L’Inghilterra si sentiva minacciata dalla potenza tedesca perciò si avvicinò alla Francia e alla Russia, che a sua volta, si sentiva minacciata dal Giappone e dalla Germania. 1 Cause e inizio della guerra Le cause politiche La Prima Guerra Mondiale ebbe varie cause. Queste cause remote o cause reali erano di carattere politico, economico, militare e socio-culturale. Le cause politiche riguardavano i contrasti fra gli stati europei e precisamente: ● il desiderio di rivincita (le revanche) dei Francesi rispetto alla grave sconfitta subita per mano dei tedeschi nella guerra del 1870-71, con la conseguente rivendicazione dei territori dell'Alsazia e della Lorena. ● La rivalità tra Austria e Russia per il predominio nell'area dei Balcani. ● Il malcontento delle varie nazionalità presenti all'interno dell'impero austro-ungarico: PANSLAVISMO ● la crisi dell'impero Ottomano dovuta alle guerre balcaniche e dalle decisioni del Trattato di Bucarest ● la presenza di due schieramenti di stati contrapposti: la Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) Le cause economiche Le principali cause economiche furono: ● la rivalità economica fra la Gran Bretagna e la Germania, provocata dalla rapida crescita industriale di quest'ultima. I governi tedeschi aspiravano al controllo della mitteleuropa e perseguivano una politica economica espansionista. Tra il 1887 e il 1912 il volume del commercio tedesco era più che raddoppiato ● la necessità per tutte le potenze industriali di espandere il proprio mercato e di garantirsi il rifornimento delle materie prime. A questo scopo avevano creato dei grandi imperi coloniali. Perciò nacquero motivi di conflitto la dove si delineava la possibilità di incremento delle attività commerciali. Le cause militari Le cause militari sono da ricercarsi nella politica militarista delle grandi potenze e nella corsa agli armamenti dei paesi europei più industrializzati. Fu determinante la spinta dei forti gruppi industriali. Le cause culturali In larghi strati della popolazione si diffusero atteggiamenti favorevoli alla guerra. La scelta dei governi di dichiarare la guerra fu facilitata: ● dai dilaganti nazionalismi ● dalle tesi razziste sulla necessità di salvaguardare l'identità nazionale ● dall'applicazione del darwinismo alle relazioni internazionali ● dal fatto che molti giovani vedessero nella guerra l'unica possibilità di cambiamento della situazione sociale e politica ORA TOCCA A TE: RACCHIUDI IN UNA TABELLA LE CAUSE DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE La causa occasionale Fu sufficiente una scintilla per far esplodere il conflitto, la scintilla scoccó il 28 giugno 1914, quando un nazionalista serbo, Gravrilo Princip, uccise a Sarajevo l'erede al trono d'Austria, Francesco Ferdinando, e sua moglie. L'attentato era stato preparato a Belgrado e il governo serbo, non aveva fatto nulla per impedirlo. In realtà l'Austria approfittò del grave fatto di sangue per motivare una aggressione militare alla Serbia e risolvere la questione balcanica. Il 23 luglio invio un ultimatum che richiedeva entro 48 ore: ● la soppressione delle organizzazioni irredentistiche slave ● il divieto di ogni forma di propaganda anti austriaca, ● l'apertura di un'inchiesta sull'attentato Il governo serbo non poteva che respingerle, perché accettandole avrebbe di fatto rinunciato alla piena sovranità sul proprio territorio. Di conseguenza il 28 luglio l'Austria dichiarò guerra alla Serbia. https://www.youtube.com/watch?v=IBphdIoa0Co https://www.youtube.com/watch?v=WVbuXUKcW4A https://www.youtube.com/watch?v=Cj9mjmtmFz4 https://www.youtube.com/watch?v=Z-WEIA1iQ1U https://www.youtube.com/watch?v=qkXIjgORvKQ https://www.youtube.com/watch?v=xfsOQ7VhVBQ https://www.youtube.com/watch?v=020srK6W8-8&t=1s https://www.youtube.com/watch?v=dAvRD3seW_Q&t=176s 1. Le prime fasi della guerra Dal conflitto fra Austria e Serbia si passò a una guerra europea. All'ordine di mobilitazione generale impartito all'esercito il 29 luglio dallo zar di Russia , rispose la Germania , che dichiarò guerra alla Russia e alla Francia. Le truppe tedesche diedero immediatamente attuazione al piano Schlieffen che prevedeva un attacco massiccio alla Francia attraversando il Belgio e Lussemburgo. L'occupazione di questi paesi neutrali determinò l'immediato intervento della Gran Bretagna, a fianco della Francia e della Russia contro l'Austria e la Germania. Solo l'Italia dichiarò la propria neutralità. Sul fronte occidentale, in Francia, le vicende belliche non si svolgevano come previsto. Dopo una rapida avanzata, che portò l'esercito tedesco a soli 35 chilometri da Parigi, i Francesi riuscirono a bloccare i nemici sul fiume Marna, dal 6 al 12 settembre. La terribile battaglia causò circa 500 000 vittime. Guerra di posizione Dall'autunno del 1914, i due eserciti furono costretti a fronteggiarsi sono linea lunga circa 800 km. L'uso dell'artiglieria e delle mitragliatrici rendeva inutili i tradizionali attacchi. A questo scopo furono predisposte le trincee, cioè dei fossati scavati nel terreno, che furono poi allargati, dotati di ripari e reticolati di filo spinato. Era ormai svanita la possibilità di sconfiggere gli avversari con una guerra di movimento, si era passati a una guerra di posizione. Sul fronte orientale i tedeschi sconfissero i russi nelle battaglie di Tannenberg (25- 30 agosto) e dei Laghi Masuri (4-10 settembre). Il 31 ottobre entra in guerra anche la Turchia, in appoggio degli imperi centrali. Una delle caratteristiche peculiari del primo conflitto fu la tragica presenza della morte, con la quale i soldati dovevano costantemente convivere. Quando finalmente i corpi senza vita venivano seppelliti, poteva accadere che le granate colpissero i cimiteri improvvisati, rivoltando la terra e riportando alla luce le povere spoglie. Gli uomini in guerra vivevano fra paure individuali e panico collettivo. La loro resistenza nervosa era spesso messa a dura prova dai bombardamenti dell'artiglie ria, il cosiddetto-fuoco di preparazione che precedeva l'attacco nemico. Il momento peggiore della guerra era, però, quello dell'assalto alle trincee dei nemici. Il periodo tra l'annuncio dell'azione e l'uscita effettiva dalla trincea creava un'angoscia diffusa. Tutti sapevano che i varchi aperti sarebbero stati insufficienti. La paura non risparmiava nessuno ma Anzi colpiva l'individuo in modo differente: singhiozzo, tremori, crisi di diarrea, vomito, prostazione e nei casi più gravi ribellione e rifiuto di obbedire, follia o suicidio. La diffusione delle "nevrosi di guerra" a testa l'ampiezza del fenomeno. Perché combattere? In queste condizioni si resta stupiti di fronte al coraggio di tanti uomini. Tra i commilitoni regnava una solidarietà che permise ai soldati di continuare a lottare. Lo spirito di corpo e il cameratismo costituivano il cemento fra i componenti delle piccole unità combattenti. La straordinaria tenacia dei soldati viene spiegata con il loro attaccamento alla nazione. Sul campo di battaglia il comandante del reparto aveva diritto di vita o di morte sui suoi subordinati e poi poteva uccidere sul posto chi cercava di fuggire. I comandanti dei reparti trasformavano le esecuzioni capitali in vera e propria cerimonia perché svolgessero una funzione esemplare e allontanassero ogni di velleità di disobbedienza. Si procedette anche alle decimazioni, evidentemente il sentimento nazionale non era sufficiente. Per la maggioranza dei soldati la guerra perse ogni alone di eroismo e venne accettata con rassegnazione come un fragello naturale, solo per lo Sturmtruppem (truppe d'assalto) tedesche gli Arditi Italiani la guerra rimase fonte di esaltazione. La forza d'animo con cui soldati affrontavano la guerra non ha un'unica spiegazione. I soldati subivano una pressione psicologica che li indusse nelle stragrande maggioranza a continuare a combattere: chi avesse deciso di disertare avrebbe trovato difficilmente rifugio, disertare non significava solo coprire di vergogna la propria famiglia ma anche ridurla in miseria. 4. La tecnologia al servizio della guerra Un'arma scientifica: i gas Oltre alle armi tradizionali-artiglieria pesante, fucili automatici e mitragliatrici, gli eserciti poterono utilizzare nuove armi e applicazioni tecnologiche. I mezzi d'offesa che sconvolsero i combattenti furono le armi chimiche. Si trattava di gas, inizialmente sotto forma di bombole che venivano aperte in direzione del vento e poi di ordigni che venivano lanciati verso le trincee avversarie: l'effetto dei gas era la morte per soffocamento o avvelenamento. Nel caso del «gas mostarda, o iprite si aggiungevano piaghe e ustioni. I gas vennero utilizzati dai tedeschi, imitati poi dagli altri eserciti: chi inalava il gas moriva fra atroci sofferenze o poteva rimanere invalido per sempre - ma presto gli eserciti presero le opportune contromisure, come la dotazione di maschere antigas per tutti i soldati. Nuovi strumenti per la guerra Si ebbe l'utilizzo dell'aviazione: furono costruiti circa 20 000 velivoli militari, utilizzati per l'osservazione dall'alto dei teatri di battaglia. Anche il carro armato, che sarebbe stato un'arma fondamentale fu scarsamente utilizzato, anche per una sottovalutazione delle sue potenzialità. Dapprima comparvero le autoblindo: si trattava di autocarri riparati da piastre di acciaio e dotati di mitragliatrici la cui utilità era limitata perché adatti solo alla circolazione su strada. Si passò poi a sostituire le ruote con cingoli che permettevano di muoversi su qualunque terreno. Impiegati dagli Inglesi a partire dal 1916, i carri armati furono utilizzati con grande spiegamento solo alla fine del 1917: gli stati maggiori, abituati alle tecniche di guerra del passato, non ne incoraggiarono l'uso. Nella guerra navale fece la sua comparsa, il sottomarino: furono i tedeschi a utilizzarlo, sia per attaccare le navi nemiche sia per colpire di sorpresa le navi mercantili. La qualità dei sottomarini e l'abilità dei marinai fecero dei sommergibili tedeschi delle armi micidiali. Tuttavia la guerra sottomarina causò le proteste degli Stati Uniti, che ritenevano minacciati il principio della libertà di commercio e il loro interesse economico: l'affondamento a opera dei Tedeschi nel maggio 1915 del transatlantico inglese Lusitania con 140 passeggeri americani a bordo provocò proteste da parte degli Stati Uniti tanto da indurre i Tedeschi a sospendere la guerra sottomarina illimitata. 5. Il fronte interno e la mobilitazione totale Il coinvolgimento dei civili Anche le popolazioni civili, furono coinvolte nel conflitto. In primo luogo a subire danni e perdite furono gli abitanti delle zone in cui si svolgevano i combattimenti. Ogni spostamento del fronte comportava fughe di profughi e occupazioni da parte delle truppe nemiche. Le minoranze etniche furono sottoposte a rigidi controlli perché sospettate di possibile tradimento. Ma anche le popolazioni che vivevano lontano dal fronte subirono le conseguenze del conflitto: pesanti limitazioni della libertà personale, rialzo dei prezzi, diffusione di epidemie, aumento dei carichi di lavoro. Quest'ultimo fattore negativo fu l'esito del grandissimo sforzo produttivo delle nazioni in conflitto. Le industrie siderurgiche, meccaniche, chimiche e anche tessili ebbero uno sviluppo imponente, finanziato dallo Stato e quindi al di fuori di ogni logica di concorrenza. In questa situazione, i turni di lavoro divennero più duri,grazie anche al clima di mobilitazione che caratterizzò le fabbriche. Tutta la popolazione fu militarizzata: non solo, i soldati che combattevano e che costituivano il fronte esterno, ma anche le persone che lavoravano nelle fabbriche a sostegno dello sforzo bellico e che formavano il fronte interno. Il peggioramento delle condizioni di vita causò proteste in Francia, Germania e Italia,soprattutto nel 1917. Il predominio dello Stato La riorganizzazione dell'assetto produttivo avvenne grazie a un massiccio intervento dello Stato, con una serie di misure: settori industriali sottoposti a controllo governativo, requisizione e controllo dei prezzi per i prodotti agricoli, razionamento dei beni di consumo. La Germania operò una pianificazione economica da far parlare di "socialismo di guerra». I grandi imprenditori privati non erano però esclusi dai profitti: partecipavano insieme ai militari ai progetti di gestione economica. Anche il settore pubblico dovette adeguarsi alla situazione di guerra: gli apparati statali aumentarono le file della burocrazia. I governi presero il sopravvento sui parlamenti. Il potere politico doveva però confrontarsi con le pretese dei militari, gli stati maggiori cercavano di imporre le proprie decisioni ai governi, da cui in realtà dipendevano, assumendo una sorta di potere assoluto. In Germania si formò una dittatura militare guidata da Paul von Hindenburg e dal suo collaboratore Erich Ludendorff. Dopo un'inutile offensiva nel maggio 1917 la Francia venne governata da un'unione nazionale comandata da Georges Clemenceau, mentre in Gran Bretagna si era formato un "gabinetto di guerra" sotto David Lloyd George. Il nemico interno e la propaganda Per ottenere l'obiettivo del successo finale i governi sottoposero le rispettive popolazioni a uno sforzo di mobilitazione totale. Venne imposta una stretta censura su tutte le voci che rivelavano difficili situazioni dei fronti, tutte accomunate sotto la definizione di "disfattismo". I disfattisti erano posti, dai sostenitori del conflitto, sullo stesso piano dei sabotatori. Per mobilitare la popolazione i governi ricorsero alla propaganda rivolta alle truppe per sostenerne il morale. Vennero stampati in enormi quantità manifesti che esaltavano le doti e le vittorie del proprio esercito. Vennero organizzate manifestazioni di sostegno ai combattenti, istituiti comitati per la resistenza contro il nemico interno. Anche il cinema, venne posto al servizio della causa nazionale. I bambini divennero oggetto peculiare di indottrinamento, di carattere bellico. La volontà e la capacità di mobilitazione attraverso la propaganda non scomparvero con la fine del conflitto e diventarono anzi uno dei caratteri più tipici del dopoguerra. Le divisioni del movimento operaio Assunse particolare importanza l'atteggiamento dei socialisti. Negli anni immediatamente precedenti la guerra, la Seconda Internazionale socialista prese posizione contro un evento considerato estraneo agli interessi del proletariato. In questa prospettiva l'Internazionale lanciò numerosi appelli per la pace, fra cui lo slogan «guerra alla guerra». A livello locale, le scelte furono diverse e in molti partiti socialisti, prevalsero le ragioni degli interessi nazionali. Il caso più clamoroso fu quello del Partito Socialdemocratico Tedesco, che il 4 agosto 1914 votò a favore dei crediti di guerra. Tuttavia, già nel settembre 1915, i socialisti pacifisti e quelli dei Paesi neutrali organizzarono una conferenza internazionale a Zimmerwald, dove si chiese una pace «senza annessioni e senza indennità». Nel documento conclusivo del congresso si prospettava anche l'idea di trasformare la guerra in rivoluzione proletaria. Anche il gruppo tedesco degli spartachisti ( dal nome di Lega di Spartaco, fondato da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht) si pose su queste posizioni. L'opposizione alla guerra crebbe, in tutti i Paesi coinvolti nel grande conflitto e assunse talvolta il carattere di sollevazione popolare. Il culmine fu raggiunto in Russia con l'abbandono in massa del fronte e con la rivoluzione d'ottobre, grazie all'azione dei bolscevichi guidati da Lenin. 6. Il genocidio degli Armeni Le vicende del popolo armeno Il coinvolgimento delle popolazioni civili negli eventi del primo conflitto mondiale ragiunse il suo tragico culmine con il genocidio degli Armeni, le cul radici affondano nel nazionalismo e nell'intolleranza religiosa. L'origine remota è la progressiva crisi dell'Impero ottomano: l'Impero dovette concedere l'indipendenza alle minoranze cristiane: Greci, Rumeni Bulgari e Serbi. Gli Armeni abitavano un territorio diviso fra Impero russo e Impero ottomano. Gli Armeni erano cristiani e vendicarono a loro volta l'autonomia. Negli anni 1894 vi furono vere e proprie sommosse popolari contro gli Armeni che causarono più 100 000 morti. L'avvento al potere dei Giovani Turchi, non aveva migliorato la situazione: non essendo Turchi, gli Armeni andavano perseguitati. Un milione di morti, metà degli Armeni Nel febbraio del 1915 fu decisa dal governo turco l'eliminazione sistematica della popolazione armena. Gli Armeni furono vittime di un genocidio. Infine, a partire da maggio, fu ordinata la deportazione di tutti i superstiti verso alcune zone periferiche dell'Impero. Lo smistamento degli Armeni fu organizzato ad Aleppo. I poliziotti incaricati della sorveglianza bastonavano le persone senza pietà, impedivano alle donne incinte di riposarsi. Molte Armeni sparirono nel deserto della Mesopotamia o della Siria, vittime della fame, del tifo e del colera. Molti racconti narrano di donne serviziate e uccise, di uomini gettati video di lupi, di mani di bambini tagliate. Le vittime furono complessivamente sotto il Milione dei morti, ossia la metà degli Armeni presenti nel 1914 nell'impero Ottomano. La negazione del genocidio Coloro che ordinarono il genocidio furono giudicati da un tribunale militare. Nel processo l'accusa affermó con chiarezza che le violenze contro il popolo armeno erano conseguenze di un piano preciso. Furono comminate quattro condanne a morte in contumacia e altre due a pene detentive. Ciò nonostante, il primo governo turco del dopoguerra sostenne che la popolazione armena della Turchia, nel 1914, era quasi la metà di quella realmente accertata. E indicò in non più di 300 000 i morti, individuando le cause dei decessi nell'insicurezza e nelle privazioni. Gli Armeni emigrarono e si sparsero nel mondo. In Europa la maggioranza degli Armeni fu accolta dalla Francia. Un consistente numero di persone fuggì negli Stati Uniti d'America, nel Canada, nell'America meridionale e in Australia. 7. Dalla svolta del 1917 alla conclusione del conflitto La svolta del 1917 La prospettiva di una lunga durata della guerra faceva prevedere un aumento delle difficoltà economiche per gli imperi centrali. Sin dal mese di febbraio 1917, i Tedeschi decisero di intensificare la guerra sottomarina, per bloccare tutti i rifornimenti ai Paesi nemici e isolare economicamente la Gran Bretagna. I sottomarini tedeschi affondavano le navi mercantili e persino quelle per il trasporto dei passeggeri. Proprio la guerra sottomarina, spinse gli USA a entrare nel conflitto al fianco dell'Intesa (6 aprile 1917). L'ingresso in guerra fu preceduto da un acceso dibattito interno. Alla fine prevalsero gli interessi economici, in particolare il timore di perdere sia gli ingenti crediti nei confronti dei Paesi dell'Intesa, sia i contratti d'esportazione verso l'Europa. Il 1917 fu un anno decisivo per le sorti del conflitto, non solo per l'intervento degli USA. In marzo il regime zarista russo fu rovesciato e sostituito da una repubblica, il cui governo provvisorio, guidato da Kerenskij, decise di proseguire la guerra. Ma i Tedeschi riuscirono a penetrare nel territorio russo, perché i soldati russi abbandonavano il fronte. La situazione interna divenne sempre più confusa sino alla rivoluzione dell'ottobre 1917, quando il potere fu assunto dai comunisti guidati da Lenin. Il
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