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La Prima Guerra Mondiale: Origini, Caratteristiche e Connessezze, Appunti di Storia

L'aspetto sorprendente della prima guerra mondiale, che scoppiò inaspettatamente dopo decenni di pace, coinvolgendo la maggior parte dei paesi europei e alcune potenze non europee. Esploriamo le cause, le conseguenze e le implicazioni sociali e intellettuali di questo evento storico. Il documento illustra come la guerra rappresentò una nuova concezione di conflitto, con un ruolo importante per il popolo e gli intellettuali.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/01/2024

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: Origini, Caratteristiche e Connessezze e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! PRIMA GUERRA MONDIALE PERCHÉ E COME SCOPPIÒ IL CONFLITTO Lo scoppiò della Prima Guerra mondiale fu un evento inaspettato dopo il periodo di grande pace della Belle epoque, in quanto erano almeno cent'anni che nessuna guerra di grande portata, oltre piccoli conflitti, ebbe luogo, infatti dopo il congresso di di Vienna, e quindi dopo le guerre Napoleoniche, regnò la pace fino agli inizi del Novecento. La prima guerra mondiale è stata la prima ad avere un carattere mondiale perché coinvolse oltre che la maggior parte dei paesi europei, anche potenze non europee che entrarono a far parte del conflitto. La causa dello scoppiò della guerra non è riconducibile ad una sola azione, ma ad una serie di eventi e situazioni che abbinate l'una all'altra provocarono una serie di reazioni a catena che determinarono l'inizio della grande guerra. Uno dei motivi furono senz'altro le rivalità che iniziarono a nascere tra le grandi potenze europee, quali Inghilterra, Russia, Francia e Germania, che volevano ognuna avere il primato sulle altre. La Germania in particolare divenne in poco tempo la più grande potenza europea, l'unica ad essere davvero in grado di competere con gli stati uniti, attraverso la forte crescita economica, industriale e commerciale. Oltre ad essere una nazione molto potente e ricca era caratterizzata anche da un fortissimo spirito nazionalista che voleva la sua egemonia sulle altre nazioni. La Germania era dunque una nazione molto pericolosa, dunque una minaccia per le altre, favorita infatti dall'industria e dalla tecnologia molto sviluppate: iniziò ad investire nel settore bellico, quindi in armamenti e munizioni, ma creò in breve tempo una flotta molto potente, al pari di quella britannica. Dalla paura infatti di essere attaccata, nata dalla sconfitta che ebbe il suo piano di prendere il Marocco dalle mani della Francia pochi anni prima, la quale si alleò formando la triplice intesa, con la Gran Bretagna e la Russia. La Germania era dunque al centro di questi conflitti nati perché Gran Bretagna temeva di perdere il suo primato, la Russia che vedeva il lei un ostacolo nella conquista del territorio dei Balcani,e perché Francia fu sconfitta per la questione dei territori dell'Alsazia e della Lorena. Per questo infatti la Germania si sentiva accerchiata da tutte le direzioni, da ovest dalla Francia, da Nord dalla Gran Bretagna e a est dalla Russia, e si preparò dunque su tutti i fronti, preparando delle strategie per invadere e sconfiggere la Francia attraverso il Belgio e concentrarsi così sul fronte russo, stando sempre preparata alle mosse della Gran Bretagna via mare. Un altro dei motivi che portò allo scoppiò e alla creazione dei numerosi conflitti fu anche la fortissima industrializzazione che ebbe luogo, tutte le nazioni infatti sentendosi minacciate iniziarono una vera e propria corsa agli armamenti , per corazzarsi e non farsi trovare impreparate. Questo perché ci si rese conto che la guerra e l'industria andassero di pari passo, a questo proposito il Giappone solo pochi anni prima aveva testimoniato la sua vittoria contro la Russia, che voleva estendere i suoi territori, proprio grazie agli armamenti, le navi e i cannoni. Un'altra causa fu sicuramente lo svilupparsi della forte ideologia nazionalista, per cui una solida identità nazionale che voleva affermare la potenza dello stato. E questo oltre che per la Germania anche per gli altri paesi europei, che iniziarono a vedere nella guerra l'unico modo per appunto poter affermare la propria supremazia sulle altre nazioni attraverso la lotta con gli altri. Ma l'evento scatenante dello scoppiò della Prima guerra mondiale fu l'attentato al principe erede al trono dell'impero Austro Ungarico, avvenuto il 28 giugno del 1914 a Sarajevo, da parte di un rivoluzionario che lottava per l'indipendenza della Bosnia Erzegovina, che si trovava sotto il controllo dell'impero Austro-Ungarico. Eventi come l'uccisione di un principe tuttavia erano all'ordine del giorno, ma le potenze europee corsero al volo l'occasione per dar via al conflitto. L'impero Austro ungarico utilizzò l'attentato di Sarajevo come pretesto per fare guerra alla Serbia, per prendere il controllo sui Balcani, infatti la incolpò dell'accaduto mandandole un ultimatum, che quest'ultima rifiutò. Per cui il 28 luglio dichiarò guerra alla Serbia, e subito dopo entrò in gioco la Russia che scese in campo per aiutare la Serbia. Invece la Germania, appoggiò l'impero Austro-Ungarico, con cui precedentemente si era unito nella triplice alleanza insieme all'Italia, e dichiarò guerra alla Russia. Fu proprio la Germania a dare il via agli attacchi, infatti dichiarò guerra alla Francia il 3 agosto e come si era preposta invase il Belgio che però era territorio neutrale, per arrivare a Parigi. A questo punto anche la Gran Bretagna entrò in guerra per aiutare la Francia, dichiarando guerra alla Germania il 5 agosto 1914. IL PRIMO ANNO DI GUERRA E IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI Entrati tutti i paesi in guerra, essi si aspettavano una guerra di breve durata, come infatti dimostrano le uniformi estive con cui i soldati partirono, essendo la guerra nata in estate. Nessuno si sarebbe aspettato che la guerra fosse così lunga e così distruttiva. E questo perché si pensava che tutto il sistema economico non reggesse le spese di una lunga guerra, ma contro ogni aspettativa tutti i paesi e le loro industrie si mobilitarono per sopportare le richieste di prodotti, soprattutto di armi ma anche di divise, e questo portò ad un incremento delle produzioni e del commercio. Tutti i paesi elaborarono delle strategie di guerra, secondo cui attaccare gli altri, proprio per annientarli rapidamente, ma nessun paese era in maggioranza numerica per combattere con un altro, per cui chi difendeva era in vantaggio rispetto a chi attaccava. Tutte queste strategie quindi fallirono, proprio perché nasce un nuovo modo di fare guerra, non si tratta più di una guerra di conquista ma una guerra di difesa di logoramento perché si combatteva in trincea cioè delle vere e proprie gallerie scavate nel terreno,al cui centro c'era una terra di mezzo in cui avvenivano i bombardamenti, per cui i soldati si ritrovarono in mezzo al fango, alla pioggia e alla neve, era quindi una guerra che logorava il soldato stesso. Anche le armi stesse erano diverse, venivano utilizzate infatti le mitragliatrici oppure gas asfissianti che furono una novità utilizzata per la prima volta dalla Germania, contro le trincee francesi, attraverso cui in pochissimi sterminarono migliaia di soldati francesi. Il primo anno di guerra si combatté su tre fronti. Il primo è quello occidentale, per cui la Germania,una volta invaso il Belgio,puntò su Parigi, mentre i francesi cercavano di conquistare la Lorena, Parigi quindi, priva della difesa necessaria fu evacuata dal governo francese che si trasferì a Bordeaux. Tuttavia la Germania fu costretta a distogliere le forze da Parigi per puntare sul fronte orientale , dove la Russia stava attaccando, infatti perse il dominio su Parigi, che aiutata dall'Inghilterra riprese il controllo della capitale. Sul fronte orientale i russi attaccarono appunto la Germania a nord, ma dopo poche vittorie furono bloccati con la vittoria della Germania a Tannenberg e ai laghi Masuri. Un altro fronte di guerra che si aprì fu il fronte ottomano perché l'impero ottomano, alleato alla Germania e all'Austria Ungheria, voleva conquistare i territori russi nell'area caucasica, ma subì una grande sconfitta contro la Russia. - incrementi nell’assistenza pensionistica e infortunistica - la statalizzazione delle ferrovie con la creazione delle Ferrovie di stato 2. nell’ambito della legislazione scolastica abbiamo: - l’obbligo di istruzione aumentato fino a 12 anni - rievocazione dell’istruzione elementare allo stato e non più ai comuni, così da poter assicurare più cultura 3. la municipalizzazione dei servizi pubblici, così da poter dare ai comuni possibilità di coordinare i servizi principali (acqua, gas, elettricità, trasporti) 4. la nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita, con la fondazione di un specifico sistema, ovvero l’Ina (Istituto nazionale assicurazioni). Tuttavia, tutte queste riforme non riuscirono a diminuire la differenza economica tra Nord e Sud, ma al contrario la aumentarono, poiché il denaro finiva quasi sempre nelle mani della corruzione. Infatti, quasi 600.000 d’italiani all’anno emigravano all’estero per cercare fortuna. Oltre a questo, anche il governo neutrale di fronte ai conflitti sociali si organizzò solo in campagne e fabbriche del Nord, mentre al Sud vi erano forze dell'ordine che cercavano di bloccare con rigidità le lotte cittadine. Quindi, con questo sistema giolittiano non si riuscì a integrare le masse popolari nello stato liberale, nemmeno tramite l’aiuto dei socialisti che nel 1900 con il congresso socialista svolto a Roma stipularono un “programma minimo di riforme”, che prevedeva: suffragio universale, libertà sindacale, riduzione dell’orario di lavoro, tutela del lavoro di donne e fanciulli, istituzioni laiche obbligatoria, assistenza e previdenza. Dopo aver sviluppato questo programma, i socialisti ritenevano Giolitti un ottimo prosecutore di queste riforme per arrivare all’obiettivo della creazione di una società socialista. Tuttavia, i risultati furono pessimi e per questo cominciarono a ribellarsi gli enti politici che appoggiavano il governo, come i sindacati rivoluzionari capeggiati da Labriola. Infatti, nel 1904 i sindacati rivoluzionari dichiararono sciopero generale nazionale, il primo della storia italiana. Questo sciopero durò 5 giorni e falli, però smosse l’idea di una collaborazione tra i socialisti e il governo. Inoltre, questi conflitti tra i socialisti e Giolitti e il cambiamento dell’ideologia cattolica verso esperimenti di vita politica, come la nascita delle “leghe bianche”, ovvero organizzazioni sindacali cattoliche, incoraggiarono il ministro degli interni a creare accordi con i cattolici, così da creare un equilibrio con le istituzioni liberali e aumentare la maggioranza del suo governo. Quindi, nel 1905 e 1909 si crearono accordi elettorali tra cattolici e liberali. La politica cattolica, in aggiunta, si sviluppava in 3 parti: ● Gli Intransigenti, che rifiutavano lo stato liberale e la modernità in generale; ● I moderati, che erano favorevoli all’entrata dei cattolici nello stato (si contrapponevano agli intransigenti); ● La Democrazia Cristiana, sviluppata dal sacerdote Murri, che riprese i termini del modernismo, un movimento diffuso in Francia che alla base aveva il rinnovamento del cattolicesimo e della chiesa. In aggiunta, Giolitti, oltre a fronteggiare gli antiliberali dei socialismi e dei cattolici, dovette affrontare il nazionalismo, ovvero un’ideologia di esaltazione della propria Nazione. Infatti, nel 1910 nasce l’Associazione nazionalista italiana, che aveva l’obiettivo di trasformare la società italiana con il consenso del nazionalismo in vari ambiti dell’Italia, come la sua industria, la sua espansione coloniale, i suoi strati dei ceti medi e la sua parte contadina e proletaria. Questo creò alla messa popolare l’ideologia che la nazione è un organismo unitario e che il parlamento e Giolitti rappresentavano un Italia vile. Proprio per questa influenza nazionalistica, gli intellettuali del periodo cominciarono ad andare contro alle classi dirigenti liberali, come D'Annunzio e Marinetti. Giolitti, pur essendo favorevole alla pace e andando contro all’idea di conquista territoriale nazionalista, dovette pensare agli interessi strategici italiani e dichiarare guerra alla Libia. Nel settembre del 1911, quindi, l’Italia si rivolge con le armi all’impero ottomano per la conquista della Libia, un territorio attaccabile poiché le altre grandi potenze già avevano conquistato territori africani. Gli enti politici favorevoli alla guerra furono: una parte dei liberali, i nazionalisti, i maggiori gruppi finanziari e industriali, una gran parte dei cattolici (che la consideravano come nuova crociata), i radicali, repubblicani, I sindacalisti rivoluzionari e i socialisti. Inoltre, Giolitti tramite la stampa sviluppò l’idea che la guerra era favorevole per l’Italia. La guerra in Libia fu una guerra Italo-turca che iniziò nel settembre 1911, condotta in Africa e nell’Egeo con la presenza delle truppe italiane a Tripoli, Cirenaica, Rodi e alle isole del Dodecaneso, cercando di arrivare nell’Adriatico. La guerra fine nell’autunno del 1912 con la conquista della Libia da parte dell’Italia. Questa guerra portò grandi spese e molti caduti, ma conferì molti vantaggi economici, come i profitti ottenuti dalle banche. Invece, sul piano internazionale la guerra accelerò la crisi dell’impero ottomano e creò uno squilibrio nell’area balcanica, sviluppando la prima guerra balcanica tra Serbia e Turchia. Nell’ambito italiano sviluppò un successo per il nazionalismo e una crisi per il Partito socialista, dove stava spiccando la figura di Benito Mussolini come nuovo leader, al quale venne affidata la direzione dell’”Avanti!”, quotidiano del partito. Nel 1913 ci furono le prime elezioni a suffragio universale maschile, dove al voto andarono tutti i maschi di almeno 30 anni e tutti gli uomini dai 21 anni se dimostravano di saper leggere e scrivere. Giolitti, però, per evitare squilibri verso sinistra fa un accordo chiamato “Patto Gentiloni” (ultimo accordo fatto da Giolitti), dove sancisce il rapporto tra stato e chiesa, perché questo prevedeva che i cattolici avrebbero appoggiato i liberali contro i socialisti e d’altro conto i cattolici avrebbero ottenuto l’ingresso della religione cattolica nella scuola italiana e nelle scuole private. Tuttavia, nonostante la sinistra ottenne un buon risultato e la vittoria in Libia, l’età giolittiana entra in declino poiché si comincia ad avere grande frammentarietà politica e sociale, cosa che Giolitti non voleva. Nel marzo 1914 Giolitti, quindi, fece, davanti al parlamento, le dimissioni e il sovrano passo il suo incarico a Salandra, il quale affronto una dura fase di conflitti sociali, terminata nella settimana rossa, ovvero periodo italiano di invasione, di scioperi e di manifestazioni da parte della massa.
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