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La prima rivoluzione inglese, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

Riassunto della prima rivoluzione inglese, esame di Storia Moderna

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 21/01/2021

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Scarica La prima rivoluzione inglese e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! La prima rivoluzione inglese Nel 1603, morta Elisabetta I senza eredi, salì al trono Giacomo I Stuart, figlio di Mary Stuart; egli già regnava in Scozia col nome di Giacomo IV; si realizzò dunque un’unione tra i due regni. Sotto il regno di Elisabetta I l’Inghilterra aveva conosciuto una forte crescita demografica, che portò la popolazione nella prima metà del seicento a 4 milioni e mezzo di abitanti. Notevole era stato anche lo sviluppo dell’economia: tecnica delle eclosures a discapito dell’open fields. Elisabetta inoltre aveva sostenuto la crescita della flotta e favorito lo sviluppo dei commerci. Sul piano istituzionale, Elisabetta aveva mantenuto buoni rapporti con il parlamento ma lo aveva convocato molto di rado. La camera dei Lord, nella quale sedevano i nobili titolati e i vescovi della Chiesa anglicana, e la camera dei comuni, i cui membri erano eletti dalle 46 contee in Inghilterra e Galles ed ai centri urbani che avevano il diritto di essere rappresentati.nelle con te votavano tutti i proprietari liberi che avessero 46 scellini di rendita annua, mentre nei borghi le modalità delle lezioni erano molto diversificate. Il re tendeva a limitare il ruolo della camera dei comuni alla tradizionale funzione di approvare le imposte. Tuttavia, i rappresentanti della camera dei comuni tendevano ad ampliare il loro raggio d’azione in materie nelle quali la corona non intendeva tollerare intromissioni. Durante il regno di Elisabetta la Chiesa anglicana aveva raggiunto un suo equilibrio, ancorché precario e non privo di ambiguità. Ciò che soprattutto premeva ad Elisabetta era l’unità religiosa. Le fazioni erano quella dei puritani, che auspicavano a un’evoluzione della chiesa anglicana verso il calvinismo, cercando di eliminare ogni traccia di cattolicesimo. I papisti, invece, era come venivano chiamati i cattolici, sempre visti con sospetto e, talvolta, con ostilità. La società inglese si differenziava dalla realtà continentale per il suo dinamismo.al vertice della piramide sociale c’erano i nobili titolati, che avevano un seggio ereditario nella camera dei Lord.i nobili inglesi, a differenza di quelli francesi non avevano privilegi feudali e fiscali ma solo alcune prerogative onorifiche. I figli cadetti, che non ricevevano in eredità il patrimonio di famiglia, non avevano le due opportunità concesse loro nei paesi continentali: la Chiesa anglicana non offriva infatti possibilità di impiego nel ceto ecclesiastico e, dall’altra parte, la mancanza di un forte esercito permanente precludeva la via della carriera militare. I cadetti non potevano mantenere nel tempo la loro origine aristocratica, destinata a essere dimenticata nel giro di qualche generazione. La vendita dei beni acquisiti dalla corona con la soppressione degli ordini religiosi dopo lo scisma del 1534 rafforzò notevolmente l’ascesa della piccola nobiltà di campagna, la gentry. Era un ceto di proprietari terrieri che vivevano nobilmente, nell’insieme si trattava alla fine del seicento di circa 15.000 famiglie. Tuttavia solo la gentry maggiore dotata di ricche proprietà, si fregiava dei titoli di baronetto, cavaliere o di signore. Non era sufficiente avere un’estesa proprietà fondiaria, ma occorreva anche che fossero riconosciuti alla famiglia un prestigio è una autorità che ne facessero il principale punto di riferimento della vita della contea. Questi gentiluomini di campagna si garantivano il controllo del governo locale in quanto esercitavano in genere la funzione di giudice di pace. Questo ceto, approfittando del declino dell’aristocrazia titolata, assunse anche un rilievo politico a livello nazionale, in quanto dai suoi ranghi proveniva la maggioranza dei rappresentanti eletti nella camera dei comuni. Il governo delle città era controllato da un’èlite formata dai grandi mercanti, dagli uomini di legge e dei funzionari dell’amministrazione. Alla base della società urbana vi erano artigiani e Lavoratori non qualificati. L’Inghilterra era ancora nel seicento una società prevalentemente rurale. Nelle campagne, oltre alle gentry, vi era un cospicuo numero di proprietari che occupavano la terra con un contratto di affitto che garantiva la successione ereditaria. Vi erano infine i contadini senza terra che vivevano di salario. La politica di Giacomo I Nei rapporti con il parlamento Giacomo I non si discostò dei principi adottati dalla regina Elisabetta; egli confermo anche il ministro della sovrana, Robert Cecil, che nominò conte di Salisbury. Egli, essendo scozzese, non godeva di grande popolarità; inoltre, la sua insistenza nell’affermare l’autorità della corona finì per provocare un irrigidimento della camera dei comuni a difesa delle proprie prerogative. Il primo motivo di contrasto fu la difficile situazione finanziaria provocata dalla guerra con la Spagna, alla quale Giacomo pose fine con la pace del 1604. Il demanio della corona era stato impoverito dalla vendita delle terre acquisite dopo la rottura con Roma, e non erano sufficienti le entrate ordinarie. Sarebbe stata necessaria un’imposta fondiaria permanente, ma ogni proposta in tal senso era destinata a scontrarsi con l’opposizione del parlamento. Inoltre, furono ripetute le critiche del parlamento al fasto e alla corruzione che imperavano a corte; ne fece le spese fra gli altri il filosofo Francis Bacon, condannato per concussione nel 1621. Non Meno delicato era il problema religioso. Nel 1605 la scoperta della congiura delle polveri, ordite dai cattolici per far saltare con alcuni barili di polvere il palazzo di Westminster, portò a un inasprimento della legislazione contro i papisti. Giacomo invece era deciso a non esaudire le richieste del movimento puritano, Che reclamava l’abolizione dei vescovi è una riforma della Chiesa anglicana sul modello calvinista. L’ostilità del re indusse molti esponenti del dissenso religioso a lasciare l’Inghilterra: è celebre fra gli altri il viaggio dei “padri Pellegrini“ che nel 1620 a bordo della nave Mayflower partirono per l’America dove fondarono la colonia del Massachusetts. Il contrasto fra il re e il movimento puritano nasceva da considerazioni politiche più che religiose: la trasformazione della Chiesa anglicana in una chiesa calvinista, che si sarebbe organizzata in modo indipendente dal potere politico, avrebbe sottratto alla monarchia una leva potente per controllare la società, e soprattutto la popolazione rurale, attraverso la gerarchia ecclesiastica incentrata sui vescovi e attraverso la predicazione dei ministri. Il controllo della Chiesa era uno dei pilastri sui quali intendeva costruire la sua politica assolutistica. Nel corso del suo regno Giacomo fu costretto a ricorrere a vari espedienti per aggirare la riluttanza del parlamento e concedergli sussidi finanziari; ripetute furono le proteste del parlamento per gli sprechi e la corruzione che imperavano a corte. Anche le scelte di politica estera non piacquero al parlamento: Giacomo, pur essendo suocero dell’elettore Palatino Federico V, che aveva sposato una sua figlia, non sostenne nella prima fase della guerra dei trent’anni il partito protestante come il parlamento avrebbe voluto; inoltre, non fu accolto favorevolmente il matrimonio dell’erede Carlo con una principessa cattolica, Enrichetta Maria, sorella del re di Francia Luigi XIII. Carlo I Oltre alla corona, Carlo I ereditò dal padre l’impopolarità e il favorito, il duca di Buckingham. Carlo cercò di dissipare i sospetti circa una sua inclinazione verso il cattolicesimo dichiarando guerra alla Spagna inviando un corpo di spedizione a sostegno degli ugonotti assediati nella fortezza di La Rochelle. Il parlamento convocato nel 1628, prima di votare i sussidi richiesti dal re per finanziare la guerra, approvò una Petition of Rights, nella quale ribadì che nessuna imposta poteva essere riscossa senza il suo consenso e protestò contro i prestiti forzosi, gli arresti illegali… Carlo fu costretto ad accettare la petizione. Intanto la spedizione a sostegno degli Ugonotti fallì; tale fallimento indebolì ancora di più la posizione di Carlo, il quale, chiusa la sessione parlamentare del 1629, diede inizio a un periodo di governo personale nel quale non riconvocò più il parlamento. Con l’aiuto dei suoi principali consiglieri (Laud, arcivescovo di Canterbury e Wentworth), Carlo si impegnò a realizzare il programma assolutistico del padre: non volendo ricorrere al parlamento, cerco di superare le difficoltà finanziarie promuovendo una riforma dell’amministrazione, riducendo le spese e procurandosi nuove entrate. Nel contempo Carlo proseguì, attraverso l’opera di Laud, il disegno di realizzare l’uniformità religiosa in tutti i suoi domini. A tal fine, l’arcivescovo di Canterbury adottò come dottrina della Le posizioni democratiche dei livellatori furono esposte dal colonnello Thomas Rainbrought. L’opposizione del Grandi (capi dell’esercito) e di Cromwell fu che i diritti civili spettavano a tutti, ma che solo i proprietari potevano avere diritto di voto. Proprio mentre si chiudevano i dibattiti di Pitney, Carlo riuscì a fuggire. Rifugiatosi nell’isola di Wight, si accordò con gli scozzesi, accettando il presbiterianesimo in cambio del loro sostegno, e fomenta una rivolta realista nel Galles. Cromwell, resosi conto che ogni accordo con il re era impossibile, sconfisse realisti e scozzesi nella battaglia di Preston (1648). Poiché i contrasti politici e religiosi rendevano ancora impossibile un accordo generale, la spaccatura tra esercito e parlamento poteva essere risolta solo con un colpo di Stato. Il 6 dicembre 1648 il colonnello Pride, agendo a nome del consiglio dell’esercito, arresto o 45 parlamentari impedì l’accesso a Westminster di una novantina di deputati presbiteriani. Ciò che restava della camera dei comuni dopo questa epurazione, il cosiddetto Rump Parliament (parlamento troncone), istituì, senza il consenso dei Lord, un’alta corte di giustizia che processo e condannò a morte Carlo I, che fu decapitato il 30 gennaio 1649. Subito dopo il parlamento abolì la camera dei Lord e il 19 maggio proclamò la Repubblica di Inghilterra (Commonwealth), Scozia e Irlanda. La liquidazione del movimento livellatore La situazione politica dopo la condanna del re era comunque tutt’altro che stabilizzata. Una parte notevole della popolazione era fedele al re il cui prestigio era molto cresciuto grazie all’atteggiamento fermo e coraggioso ottenuto di fronte alla morte. Il figlio di Carlo I fu riconosciuto da scozzesi e irlandesi come re con il nome di Carlo II. D’altra parte occorreva far fronte alle radicali richieste dei settari e dei livellatori. Fra l’altro proprio in quei mesi alcuni contadini occuparono alcune terre comuni e iniziarono ad ararle. Furono chiamati per questo i diggers e true levellers: Il loro leader, Gerard Winstanley, partendo dall’esperienza anabattista considerava contraria ai principi del cristianesimo la proprietà privata e vagheggiava una forma di comunismo agrario di matrice biblica. Nonostante si trattasse di un movimento pacifico, la dura reazione dei proprietari stroncò sul nascere queste iniziative. Tuttavia Cromwell era consapevole della necessità di chiudere la fase rivoluzionaria e di ripristinare l’ordine per dare solide basi a regime repubblicano. Egli aveva realizzato due dei tre punti del programma livellatore, l’abolizione della monarchia e della camera dei Lord, ma non aveva alcun intenzione di promuovere la riforma elettorale, che avrebbe sovvertito l’ordine sociale. Il parlamento stabilì che in attesa di nuove elezioni il potere sarebbe stato gestito da un Consiglio di Stato controllato di fatto dei capi dell’esercito. I livellatori ripresero allora la loro agitazione.quando il loro leader politico, John Lilburne denunciò in un opuscolo le nuove catene imposte al popolo, Cromwell lo fece arrestare. Quindi, ripreso il pieno controllo dell’esercito, represse con durezza l’ammutinamento a Burford di alcuni reparti. Lilburne fu poi assolto, ma ormai la breve parabola del movimento era finita. Le istanze democratiche ed egualitarie, esauriti gli spazi di azione politica, rifluirono nel mondo del non conformismo religioso. Si diffuse allora la setta degli uomini della quinta monarchia che, secondo il libro del profeta Daniele, vivevano nell’attesa millenaristica del regno della perfetta giustizia. Si diffuse anche la setta dei quaccheri. Molti partecipanti a tali sette emigrarono nel nuovo mondo (quaccheri fondarono Filadelfia= amore fraterno). Il lungo interregno Fra il 1649 e il 1650 Cromwell represse con straordinaria brutalità la rivolta di Irlanda.con una ulteriore campagna militare egli riportò all’ordine anche la Scozia, costringendo Carlo II, che era stato incoronato re a Edimburgo, a fuggire in Francia. Con il suo Atto di navigazione (1651) Cromwell, durante il suo governo, ridiede slancio alla vocazione marinara e commerciale che si era affermata sotto il regno di Elisabetta. Stabilì che nei porti inglesi potessero attraccare solo navi inglesi o dei paesi dei quali provenivano le merci; il provvedimento colpiva direttamente gli interessi degli olandesi, i provocò infatti fra l’Inghilterra e le province unite tre guerre. Cromwell inoltre mosse guerra alla Spagna alla quale nel 1655 strappò l’isola di Giamaica. Rimase invece insoluto il problema dell’assetto istituzionale da dare al nuovo regime. Mancava una legittimazione, che certo il parlamento troncone, in carica del 1640 e del tutto screditato, non poteva garantire. In sostanza il potere di Cromwell si fondava sull’esercito. Nel 1653 al posto del parlamento troncone, si insediò un’assemblea di esponenti delle congregazioni religiose e delle sette scelti dal consiglio di Stato, il Parlamento dei nominati, sciolto dopo pochi mesi per il suo radicalismo. Nello stesso anno l’esercito elaborò lo strumento di governo (Instrument of Governament), Un progetto costituzionale in base al quale Cromwell fu eletto Lord protettore del Commonwealth d’Inghilterra, Scozia e Irlanda, titolo che fu poi reso ereditario. Fallirono però negli anni seguenti i tentativi di legittimare il regime con le lezioni, con un suffragio più ampio è un nuovo regolamento elettorale, di due parla menti, il secondo dei quali propose addirittura di nominare Cromwell re, offerta chiedi dopo qualche indecisione rifiutò. Il regime repubblicano non mese insomma radici nel paese e fu di fatto una dittatura militare, che assunse un volto sempre più autoritario e conservatore. Non a caso questo periodo è passato alla storia con il nome di lungo interregno. Alla morte di Cromwell, il 3 settembre 1658, gli successe il figlio Richard che si rivelò incapace di governare e lasciò il potere dopo pochi mesi. Vi furono i preparativi per il ritorno del re in Inghilterra e la restaurazione della monarchia. Carlo, con la dichiarazione di Breda, si impegnò a garantire la libertà di coscienza, a rispettare le prerogative del parlamento e a concedere un ampio perdono a quanti avevano partecipato alla rivoluzione. Il nuovo parlamento eletto nel frattempo votò per il ritorno di Carlo II che il 29 maggio 1660 sbarco a Dover.
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