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La crisi della classe dirigente romana e le riforme grandi: la rottura del patto sociale, Dispense di Storia Romana

La crisi sociale e politica che roma stava attraversando alla metà del ii secolo a.c., caratterizzata dalla divaricazione tra il gruppo sociale privilegiato e la base sociale crescentemente ampia. La rottura del patto su cui si basava la repubblica, la divisione delle tendenze politiche e le prime riforme agrarie di tiberio gracco. Il documento illustra come la crisi portò alla sospensione delle libertà e alla sospensione del sistema tradizionale, e come i sostenitori di tiberio cercarono di annullare il peso politico del senato.

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 17/09/2022

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Scarica La crisi della classe dirigente romana e le riforme grandi: la rottura del patto sociale e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! SCHEDA- LA PROSPETTIVA DELLE GRANDI RIFORME E LA CRISI DELLA CLASSE DIRIGENTE ROMANA (STORIA DI ROMA TRA DIRITTO E POTERE, CAP 10) La rottura del patto: verso la metà del II secolo aC erano evidenti gli elementi di crisi. Roma infatti aveva conservato la sua fisionomia di città-stato, invece di evolversi essendo potenza. Ormai i limiti di questa forma organizzativa apparivano incompatibili. Infatti: - Gli italici rappresentavano i frutti dell’espansione romana - Il latino era diventato il medium linguistico - Il diritto romano era diventato lo strumento di comunicazione delle élites locali Divaricazione tra un gruppo sociale sempre più ristretto in cui si concentrava una grande somma di poteri e privilegi e una base sociale sempre più ampia composta dai cittadini italici e romani, che erano sottoposti a costi crescenti => rottura del patto su cui si basava la repubblica. Divisione tendenze politiche: - Da un lato gli optimates, che difendevano le vecchie tradizioni e gerarchie. Senato che cerca di accentuare il suo potere fino a ledere le libertas - Dall’altro i populares, che dicevano che il sistema tradizionale non resisteva più ed era fattore di squilibri e crisi. Aspirazione ad una nuova democrazia. Il senato infatti assume ruolo “autoritario”, in quanto sospende le linertà (es: si pensava ad un complotto da parte di culti dionisiaci nei confronti del senato; il senato allora autorizza ai consoli una durissima repressione e invita i capi delle altre città a fare lo stesso). I supremi magistrati sono esonerati dalla provocatio. Tiberio Gracco e la distribuzione dell’ “ager publicus”: enorme preoccupazione. Bisogna ricordare che l’esercito, seppur riformato, era basato sull’ordinamento centuriato: popolazione divisa in 5 classi in base al censo, ma alla fine i nullatenenti restavano al margine rispetto ai piccoli e medi proprietari => centurie dei proletari sin dalla prima metà del II secolo c’è volontà di difendere il fondamento agrario, Catone De agricoltura => è il padre dei Gracchi. Primi malumori per riforma agraria di Gaio Lelio, amico degli Scipioni, che fu costretto a ritirare tutto a causa della reazione dei ricchi. 133 aC => Tiberio Gracco diventa tribuno della plebe Riforma agraria: propose ai comizi una legge con cui si riaffermava un limite ai possessi di terre pubbliche che ciascun cittadino potere detenere:  500 iugeri (125 ettari) per ogni pater familias + altri 250 iugeri per ogni figlio maschio. In quesro modo non si intaccava la proprietà privata di diritto civile.  Offriva possibilità ai grandi possessori il vantaggio di tradurre quella parte di terre pubbliche restata nella loro disponibilità, in oggetto di proprietà privata, divenendo quindi intangibile.  Le terre pubbliche che avessero superato questi limiti sarebbero state divise tra i cittadini non abbienti.  Questo compito di distribuire le terre fu affidato a un triumvirato: Appio Claudio, Gaio e Tiberio La sostanza della proposta non era tanto rivoluzionaria, ma andava ad intaccare gli interessi dei grandi proprietari dell’ordine senatorio perché molti territori erano considerati come vere forme di legittima proprietà. Questo gruppo si affidò a un altro tribuno, C.Ottavio, che secondo le regole tradizionali impone l’intercessio contro la proposta e impedendo di farla discutere ai concili. Tiberio aggirò il veto del collega facendo votare dagli stessi concili la sua deposizione perché non poteva essere magistrato della plebe chi si opponeva ad essa. Procedimento contrario alla procedura repubblicana.  La legge fu votata  Tiberio si fece dare tutta l’eredità del re di Pergamo, che aveva istituito il popolo romano come suo erede, facendo votare dai concilia un plebiscito. Con Tiberio erano alleati sia popolo sia aristocrazia Tiberio si vuole ripresentare come tribuno, distruggendo cursus honorum, cosa indispensabile per mantenere la sua sicurezza dati i tumulti in corso.  I nemici di Tiberio misero in giro che aspirasse al potere monarchico  Assassinio di Tiberio ad opera di alcuni membri del senato  Vera e propria persecuzione che si cercò di risolvere in vie legali per la salvezza della repubblica. Scevola ferma il partito antigraccano, ma poi i suoi stessi successori dichiararono i sostenitori di Tiberio i nemici della repubblica. Tuttavia il progetto di Tiberio non si dissolse, la legge continuò ad esistere. Forse l’opposizione di Scipione risiedeva nel fatto che i possessori italici non erano stati resi partecipi della ridistribuzione, come se fossero di poco conto. In effetti il partito popolare aveva evitato ciò favorendo altri interessi: 125 era stata proposta la concessione della cittadinanza romana ai socii italici, ma poi caduta; poco dopo si era chiesto di dargli la provocatio, ma anche questa fu bocciata. L’eredità politica di Tiberio e il programma di Gaio Gracco: 10 anni dopo la morte di Tiberio, emerse il fratello Gracco, eletto tribuno per ben due volte (133-132). Egli fece approvare una serie di leggi.  Leggi agrarie del fratello: rivitalizzazione dei triumviri agris dandis, restituendo ai commissari gli ordinari poteri giusdicenti loro attribuiti; le terre assegnate furono sottoposte ad un pagamento di un canone e probabilmente fu diminuito il tetto dei 500 iugeri di terre pubbliche lasciate agli antichi possessori. Forse ciò non riguarda tutte le terre romane. Leggi che riprendevano la linea dei populares:  Costruzione grandi magazzini pubblici per deposito grano e nuove strade per ripopolare le campagne;  Lex Sempronia, che accentuava la linea antisenatoria con la formazione di una colonia a Taranto e il progetto di formare colonia a Capua  Les Rubria de colonia Carthagine deducenda, che prevedeva la fondazione di una colonia a Cartagine sottraendo al senato la competenza di gestione delle province romane  Lex Sempronia de provincia Asia che toglieva al controllo del senato gli appalti per le imposte nelle ricchissime province d’Asia (fonte di favoritismi)  Lex Sempronia de provinciis consularibus, che obbligava il senato a sorteggiare quali province fossero assegnate ai consoli futuri, prima delle elezioni, sempre fonte di favoritismi La strategia di Gaio appare orientata ad annullare, se non ridimensionare il peso politico del senato. Creazione di una serie di leggi miranti a riaffermare i principi di legittimità e libertà dei cittadini.  Lex Sempronia de capite civis Romani riaffermò con forza il ruolo di controllo dei comizi per tutti i casi di pens capitale per impedire qualsiasi operazione come quella messa in atto contro i seguaci di Tiberio.  Affermazione della legittimità do un tribuno in carica di essere rieletto
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