Scarica Varietà Dialettale nell'Italiano Regionale: Unità e Caratteristiche Regionali e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! ITALIANO REGIONALE Come cambiano i dialetti dà luogo a luogo, cambia anche l'italiano. E' parlato in modo diverso in base alla provenienza dei parlanti e cambiano: intonazione, pronuncia, significato, sintassi ecc. Il dialetto influenza localmente la pronuncia dell'italiano. 1960 GIOVAN BATTISTA PELLEGRINI dedica un saggio sull’italiano regionale, il quale contribuì all'attuale centralità nel panorama di studi dell'italiano regionale. La svolta fu nel considerare l'italiano e il dialetto come unica unità e non due entità separate. L'italiano regionale è l'elemento transitorio tra dialetto arcaico ed italiano standard. PELLEGRINI inquadra la lingua sia in campo spaziale (varietà diatopica) e in campo sociale (varietà diastratica) individuando 4 varietà linguistiche: 1.ITALIANO LETTERARIO 2.ITALIANO REGIONALE 3.KOINÈ REGIONALE 4.DIALETTO RUSTICO ARCAICO TEATRO 1953 GIACOMO DEVOTO parla dell'italiano usuale coloritosi a seguito delle 2 guerre, allude ad un quadro storico in movimento, un carattere linguistico della storia letteraria durante le due guerre che consiste nello sfasciarsi dei dialetti in favore di un italiano comune. Durante il BOOM ECONOMICO, ci fu progresso e miglioramento anche nel parlare, nel periodo del cinema neorealista si diffonde una pronuncia nei film locali che erano vietate nel periodo fascista in favore di una perfetta dizione. Il neorealismo esalta l'italiano regionale. 800 EDOARDO SCARPETTA mette in scena dei dialoghi con dialetto, italiano e un loro insieme, elementi concepiti da lui come stratificazione dell'italiano senza giudizi negativi. Scelte di realismo includono anche PIRANDELLO che nel 1917 nella riscrittura di “Liolà” presenta un nuovo teatro siciliano presentato come ibrido tra dialetto e lingua, detto anche dialetto borghese. 1968-1976 EDOARDO DE FILIPPO, introduce varianti linguistiche in “Io e l'erede”, eliminando ogni elemento napoletano per la rappresentazione a Roma, poi nella seconda edizione ripristina l’italianizzazione e ritorna al dialetto. SCUOLA Insegnanti curano il modo di parlare degli alunni, ponendo un italiano standard, sono nati i manualetti di provincialismi, considerati testimonianza delle varietà dialettali tra 800 e 900. FEDELE ROMANI coglie il quadro linguistico come una situazione dinamica all’interno della quale le varietà sono il prodotto di atteggiamenti dinamici dei parlanti che muovendosi nel dialetto si accostano all'italiano. ESPERIMENTO DI RUEGG Campo linguistico, 1956 ricerca di documentare variazioni degli usi lessicali. Propone un questionario riguardo parole usate in Italia per esprimere nozioni. Si evince un quadro di variabilità negli usi lessicali, su 242 nozioni soltanto 1 parola è stata usata per intendere la stessa cosa. GEOSINONIMI Parole dotate di significato uguale e forma diversa. NORD anguria CENTRO cocomero SUD melone GEOOMONIMI Parole identiche nella forma che in luoghi diversi sono associate ai concetti diversi. LAZIO Problema tra il centro e il resto della regione, Roma ha influito molto nel punto di vista amministrativo e di potenza, sia come entità linguistica. | dialetti locali sono distinti, da un lato per la somiglianza con le variazioni toscane, dall'altro per influenze meridionali. Sono rappresentative alcune caratteristiche di Roma, che non tende né verso l’italiano standardizzato, né verso il dialetto. FONETICA>Apertura accentuata delle vocali del dittongo -ie- in parole come “piede” e “ieri” >-e- aperta in sillaba tonica è articolata come vocale bassa per cui dall’ascoltatore può essere percepita quasi come -a- più che come e (es. problema>probblama). > Rafforzamento di -b- e -g- (subbito, raggione) MORFOLOGIA Caduta dell’ultima sillaba nei vocativi (a Francè, a pa’) > Caduta dell’ultima sillaba negli infiniti sdruccioli (magnà, cantà, sonà) >Pronome riflessivo “se” invece che “ci” (se vedemo) LESSICO >Aperto a forme dialettali CAMPANIA FONETICA> Suono chiuso delle toniche nei dittonghi (buono, nuovo, nuova, vieni) > Rafforzamento di -b- e -g- (subbito, prestiggiatore) > Sonorizzazione delle consonanti dopo nasale (cambagna, candare) MORFOLOGIA > Cambi di genere (lo scatolo, la ascensore) > Avverbi al superlativo (benissimamente)