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La questione di Girolamo Savonarola, Sintesi del corso di Storia Moderna

Girolamo Savonarola è un’eccezione nel periodo storico perché siamo nella Firenze di fine ‘400, la culla del Rinascimento, periodo che si caratterizza per il ridimensionamento della sfera sacra e il ruolo che ha Dio nell’agire umano e in cui la riflessione politica e filosofica si concentra sull’uomo. Per questo stupisce la vicenda di Savonarola, perché è un uomo che prende il controllo su un’intera città sostenendo di parlare con Dio.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 09/04/2024

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Scarica La questione di Girolamo Savonarola e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Lezione 3 Storia Moderna 7 febbraio 2024 Girolamo Savonarola è un’eccezione nel periodo storico perché siamo nella Firenze di fine ‘400, la culla del Rinascimento, periodo che si caratterizza per il ridimensionamento della sfera sacra e il ruolo che ha Dio nell’agire umano e in cui la riflessione politica e filosofica si concentra sull’uomo. Per questo stupisce la vicenda di Savonarola, perché è un uomo che prende il controllo su un’intera città sostenendo di parlare con Dio. In Piazza della Signoria a Firenze c’è una targa dell’ ‘800 che ricorda questo personaggio, il cui, il frate con i suoi confratelli, Fra Domenico Combicini e Fra Silvestro Maruffi, il 23 maggio 1498, per iniqua sentenza, furono impiccati ed arsi. Non fu’ un evento comune che qualcuno venisse arso, men che meno sulla pubblica piazza della Repubblica di Firenze e tanto meno dei religiosi che avevano dei privilegi che rendevano più difficile processarli e condannarli. L’Italia di fine ‘400 non è uno Stato, è divisa in molti stati che hanno il nome di città, perché è un’eredità delle città-stato comunali (lo stato moderno nasce nel ‘500, poi gli Stati nazionali dell’ ‘800). Quindi l’Italia frammentata è un’Italia più debole e in cui si parlavano molti dialetti, causando problemi nella comunicazione. La Repubblica di Firenze, formalmente, era una repubblica perché le sue istituzioni, fino al 1532, furono repubblicane: esistono organi che presiedono alla regolamentazione, organizzazione ed amministrazione dello Stato, quasi come una democrazia moderna, i cui membri sono eletti dai cittadini e sono rinnovabili. Nella pratica però la repubblica era controllata in maniera tirannica con un'unica famiglia con uomini legati ad essa all’interno degli organi cittadini che controllavano l’elezione dei membri e quindi la gestione del potere: la famiglia Medici (cripto-signoria= signoria nascosta). I Medici hanno il potere attraverso il controllo economico ed hanno tradotto il potere economico in potere politico, attraverso la straordinaria ricchezza derivante dal fatto di essere stati prima mercanti e dopo banchieri, riuscendo ad affermare la loro supremazia sulle altre famiglie fiorentine. La dinastia nasce con Giovanni Di Bicci, grande mercante che fa la fortuna economica, poi con Cosimo il Vecchio nasce la banca di famiglia ed il controllo sugli organi cittadini; il nipote di Cosimo il Vecchio è Lorenzo il Magnifico (il simbolo della famiglia de’ Medici), che ha legato il suo nome a molti artisti, letterati, filosofi, uomini di cultura, perché grande mecenate per interesse personale e per ragioni di celebrazione della famiglia. Fu’ uno statista modello da una parte, ma un personaggio senza scrupoli dall’altra, sia nella politica interna che estera: fa sterminare molte persone ad es. la famiglia de’ Pazzi dopo la congiura de’ Pazzi del 1478, in cui avevano cercato di ucciderlo e nella quale uccisero il fratello Giuliano. Viene ricordato come l’ago della bilancia in un’Italia divisa tra i molti staterelli, con una serie di manovre diplomatiche, gestendo gli accordi tra stati per evitare una guerra intestina. Anche per questo motivo l’Italia conosce un periodo di pace, dalla pace di Lodi del 1454 fino alla discesa del re di Francia Carlo 8 nel 1494, che consente lo sviluppo di corti straordinarie, opere d’arte, manifatture di tessuti pregiati e del commercio. Il Rinascimento come movimento culturale, artistico e letterario si sviluppa proprio in questo periodo. Lorenzo raduna intorno a lui grandi personaggi come Giovanni Pico della Mirandola e Poliziano. Savonarola non era fiorentino, nacque a Ferrara, ma veniva dal convento di Bologna. Arriva a Firenze nel 1490 perché Lorenzo voleva rivitalizzare il convento di San Marco e farne un centro di vita culturale come al tempo di suo nonno e la predicazione, in un contesto di elevato analfabetismo, era uno straordinario strumento di consenso. Per questo gli serve una persona carismatica, con un certo credito nella teologia e nella conoscenza della religione e testi sacri, ma che al tempo stesso sia un grande predicatore e trascinatore delle folle. Girolamo Savonarole gli fu’ suggerito da Pico della Mirandola che lo aveva già sentito predicare. Savonarola inizia le sue predicazioni e acquista uno straordinario seguito di pubblico per la sua capacità oratoria, poi, visto il successo, si trasferirà nel Duomo di Firenze. Il suo messaggio però diventa problematico perché inizia a scagliarsi contro la Chiesa dell’epoca (tutta la curia romana, esorta ad un modello di Chiesa degli antipodi), contro il papa (Alessandro VI Borgia a Roma, papa corrotto e simoniaco, che aveva ottenuto il trono pontificio attraverso la corruzione, licenzioso, che aveva molte amanti e figli) ed i tiranni (molti vedono riferimenti a Lorenzo il Magnifico, quindi nascono leggende sull’inimicizia tra Savonarola e la famiglia de’ Medici). Svolta per Savonarola: la morte di Lorenzo l’8 aprile 1492 (periodo della scoperta dell’America e cambiamento degli equilibri geo-politici mondiali). Una leggenda narra che Lorenzo voleva l’estrema unzione in letto di morte da Savonarola, in quanto priore di San Marco, ma lui si rifiutò perché era stato un tiranno a Firenze. In realtà questa leggenda è falsa. La storia è piena di episodi inventati per ragioni politiche. Si apre una nuova fase per Firenze, in cui Savonarola inizia ad essere accreditato come un vero profeta perché pochi giorni prima della morte di Lorenzo, nella notte tra il 5 e il 6 aprile, un fulmine aveva fatto cadere la lanterna della cupola del Duomo di Firenze (eventi del genere all’epoca venivano associati all’ira divina) e Savonarola scrisse nella sua predica dell’8 aprile “Ecco la spada del signore sopra la terra presto e velocemente”. Poco dopo Lorenzo il Magnifico morì e lui venne ritenuto un profeta. In seguito, inizia una serie di prediche dove annuncia un flagello imminente su Roma e su tutta l’Italia es: “Vedevo per immaginazione una croce nera sulla Babilonia Roma” ovvero sulla Roma corrotta come la Babilonia dell’Antico Testamento, nella quale la croce è l’ira di Dio. Inizia anche a parlare di un nuovo Ciro (riferimento a Ciro, re di Persia e conquistatore) che avrebbe varcato le Alpi e avrebbe flagellato l’Italia per punirla dai suoi peccato e riformato la Chiesa corrotta. Si diffonde un timore generalizzato senza che le persone capiscano precisamente di cosa stia parlando. Nel settembre 1498 il re di Francia (era uno Stato unitario) Carlo VIII scende lungo la penisola con un grande esercito, terrorizzando. Arriva fino a Napoli dove rivendica la corona degli Angioini ed il trono di Napoli. In questo momento di incertezza e paura, Savonarola dice che la spada del Signore era il re di Francia e si conferma di nuovo profeta e pensarono che parlasse con Dio. Macchiavelli scrisse: “Al popolo di Firenze non pare essere né ignorante né rozzo, nondimeno da frate Girolamo Savonarola fu persuaso che parlava con Dio.” Carlo VIII arriva a Prato, a pochi chilometri da Firenze, e la mette al sacco; i fiorentini avevano paura per Firenze e organizzano un’ambasceria per raggiugere un compromesso con il re di Francia. Come ambasceria viene scelto all’inizio il figlio di Lorenzo il Magnifico, Piero, ma non aveva la stessa tempra del padre, era inadatto al comando, insicuro e fa una serie di concessioni a Carlo VIII senza aver chiesto l’autorizzazione dalle amministrazioni fiorentine cedendo su tutti i punti, suscitando così l’ita dei fiorentini tanto che tutti i Medici vengono cacciati da Firenze. Quindi come ambasceria viene posto Savonarola che fa un accordo con il re per scongiurare il sacco di Firenze, con cui la città si dichiara eternamente devota al re di Francia e quest’ultimo promette di entrare pacificamente e in futuro tornare per interessarsi alle sorti di Firenze. Entra pacificamente in città e Savonarola viene visto come colui che aveva previsto il flagello, ma anche come colui che era riuscito a sventarlo. Quando si dovette riorganizzare la città dopo la cacciata dei Medici i fiorentini guardarono a Savonarola come uomo forte, che aveva tramutato il suo credo profetico in un credito politico, pur senza avere nessuna carica. Era un uomo di chiesa che non avrebbe potuto rivestire nessun incarico politico. Resta a San Marco, che diventa il centro politico della vita cittadina e uomini fedeli vicini a Savonarola che risiedono dentro le magistrature prendono provvedimenti legislativi sulla base della linea politica presa dal frate. Savonarola è di fatto il leader politico di Firenze. Introduce un nuovo organo governativo (all’epoca le istituzioni fiorentine si basavano su dei consigli composti da un numero ristretto di persone): Consiglio Grande (organo legislativo) in cui vuole includere il maggior numero possibile di membri ed allargare la base sociale attiva (coloro che possono eleggere) e
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