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la Ragazza con la Leica riassunto, Appunti di Letteratura

è il riassunto del libro La Ragazza con la Leica

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/05/2020

Elids
Elids 🇮🇹

4.4

(86)

50 documenti

1 / 5

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Scarica la Ragazza con la Leica riassunto e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! La ragazza con la Leica. Dagli anni 80 in poi dominano nuove regole editoriali, le vendite raggiungono livelli molto più alti, si può prendere ad esempio in considerazione il nome della Rosa, che ha una diffusione planetaria. Cambia il pubblico cambiano anche le modalità di fruizione. Questo romanzo, la ragazza della Leica, all’apparenza ha una struttura tradizionale. Ci parla di storia, lo fa attraverso salti temporali, sull’onda spontanea dei ricordi dei personaggi. Il tempo viene quindi sottoposto a un processo di scomposizione e ri-assemblaggio, ed è così che si tenta la ricostruzione di una grande donna, l’eroina Gerda Taro. È un romanzo che racconta una storia e lo fa calandosi in epoche passate, quindi possiamo definirlo romanzo storico, e la storia che narra è pervasa dal coraggio genuino e quasi incosciente di una gioventù che vive in un periodo molto particolare. Si volge lo sguardo all’indietro, con gli occhi del presente, guardiamo il passato, che si rivela materia narrativa funzionale, in quanto mette a disposizione un materiale che non deve essere riempito di dati inventati, se mai può essere adattato, rielaborato per mezzo di operazioni creative, ma si tratta di fatti definiti, che poi ovviamente possono essere sottoposti a critica e analizzati sotto punti di vista differenti. Dentro il passato, si può inventare una storia, e con essa, prendere le distanze dal presente, viaggiare nel tempo vivendo a pieno l’esperienza di evasione che da sempre è una degli scopi della letteratura. Helena Janeckzec, ha come Gherda Taro, origini polacche e discendenza ebrea. Scrive in Italiano, e nel 2018, vince, con questo romanzo il Premio Strega. L’autrice scopre, quasi per caso, la storia molto strana di una coppia, un lui e una lei innamorati, e due giovani che si trovano a vivere negli anni in cui emergono i regimi dittatoriali, e scoppiala guerra civile in Spagna. I due sono fotografi, lui è un Ungherese a cui Gerda confezionerà e cucirà addosso il nome di Robert Capa, e lei manterrà il suo nome, ma muterà il cognome in un più sofisticato “Taro” (le ricordava Greta Garbo- Gerda Taro, come in una specie di anagramma). Decidono di impegnarsi nella guerra di Spagna, e lo fanno attraverso il loro mestiere, che è più una vocazione: la fotografia. La fotografia che diventa testimonianza, prova tangibile di una verità che spesso è talmente orribile da non poter essere creduta, o comunque viene tenuta nascosta, lontano dal dominio della vista. Prende l’avvio dunque un ragionamento interessante e controverso sulla funzione della fotografia, su quello che un’immagine scattata può comunicarci, e riflettiamo sulla realtà, cosa è vero? cosa è falso? Sicuramente, nelle foto di Gerda e Capa, di verità ce ne è molta, alcune sono scatti che ci lasciano con dubbi e domande, ma sanno restituirci la drammaticità di un momento storico tremendo, la crudezza di una guerra feroce, i sentimenti umani che resistono, tenaci, agli orrori. La storia di Gerda è purtroppo quella di un’ esistenza eroica ma tragicamente breve. La donna morirà prima di compiere 27 anni, a Brunete, nel 1937, travolta da un carro armato, proprio mentre si trovava nel mezzo del conflitto a scattare foto, incurante della morte, la coraggiosa Gerda, non si preoccupa di morire nemmeno quando sta morendo, e mentre si comprime con le mani il ventre ferito irrimediabilmente continua a domandare ai soccorritori se i suoi rullini siano al sicuro, se non siano andati persi. Helena ci vuole raccontare Gerda, decide di parlarcene adottando una struttura tripartita del romanzo, e affida la narrazione a tre personaggi importanti nella vita di Gerda: Due amanti e la migliore amica. Il primo capitolo prende il titolo tradizionale di Prologo, e consiste dell’affascinate tentativo di leggere il significato di alcune foto. A questo proposito, l’autrice ha voluto fornire anche un sopporto virtuale alla lettura, creando un sito web che contiene un vasto materiale fotografico, ma anche video, musica, creando una sorta di corrispettivo al cartaceo, per entrare in quel mondo che ha raccontato. La prima foto che prende in considerazione è quella di una giovane coppia. Un ragazzo e una ragazza, seduti uno all’altro, che si guardano e sorridono, anzi il loro non è un sorriso, ma una vera e propria genuina risata. Allora l’autrice tenta di spiegarci, di entrare dentro l’immagine per carpire il significato profondo, la storia che si cela dietro quelle bocche aperte in maniera così spontanea. Si sofferma sui denti da cavallo di lui, che mostrano le gengive, e la dentatura imperfetta di lei. Seduti sulle comode poltroncine, forse sono all’aperto, all’ombra di qualche albero. Lui ha il fucile, è questo l’elemento che attira l’attenzione. Ha il fucile, arma di guerra, strumento di morte, eppure ride. E la foto emana felicità. Lui ha in testa un cappello da militare, forse si trovano in un giardino di Barcellona, perché la ribellione contro il fascismo Spagnolo è appena scoppiata, e la Spagna accoglie l’aiuto di tutti quei giovani stranieri che vogliono supportare la rivolta. E come si supporta la rivolta? Alcuni usano il fucile, altri, una macchina fotografica. I due ragazzi immortalati non sono Gerda e Capa, i fotografi colgono la coppia quasi nel medesimo instante, con lo scatto delle loro macchine fotografiche, e in loro si rivedono. Gli scatti risultano lievemente diversi e non sovrapponibili anche se il soggetto è lo stesso, perché lei scatta con la più agile e piccola Leica, mentre la macchina fotografica di Capa, più robusta e professionale, ha un’ azione un po’ più lenta. I due sono vicini, ma l’inquadratura risulta comunque differente. Il titolo dell’opera vuole chiarire come il romanzo non sia dominato unicamente dalla figura di Gerda, che è senz’altro una presenza fondamentale, ma va sempre letta in relazione con la “fotografia,” con la sua Leica, appunto. La Leica è una macchina fotografica abbastanza economica, piccola e maneggevole, quella di Gerda gliel’ha regalata Capa, ceduta alla compagna perché lui ne ha una nuova, più professionale. Gera Taro nasce in Germania, e si trasferisce a Parigi con una cara amica, per fuggire ai nazisti. Qui vive come segretaria e dattilografa, arrangiandosi con lavoretti di fortuna, e intanto studia, per prendere una laurea. Willy è la prima voce che rievoca Gerda. Il romanzo è tripartito secondo la prima narrazione di Willy, la seconda di Rut, amica di Gerda, e la terza di Georg. La prima parte è ambientata nel 1960, la seconda nel 38, la terza di nuovo nel 1960. È un gioco temporale che si dirama anche a livello geografico, perché Willy è in America, a Buffalo. Ruthley è a Parigi, mentre Georg è a Roma. Il romanzo si sviluppa secondo una tecnica modernista, le parti sono costruite a frammenti, il racconto procede a scatti: dalla rievocazione di un episodio, si passa ad un altro, e ci muoviamo in una sorta di caos che assume una forma coerente proprio grazie alle fotografie. La Parigi in cui si collocano i giovanissimi Willy, Ruth, Gerda e poi Capa, è un mondo vivacissimo, prima di venire attaccata da Hitler, è una vera e propria oasi degli intellettuali, sfondo di una generazione europea, vissuta da persone con ampie competenze linguistiche, profonde vedute culturali e artistiche, un brulichio di idee, sentimenti, storie. Parigi è il luogo in cui Gerda si rifugia. Era nata a Stoccarda, a Lipsia aveva studiato, poi da Parigi, luogo dove incontra Willy la prima volta, si recherà in Spagna. La prima parte è dedicata a Willy, che nel 1960 è un chirurgo affermato. Il dottore si sveglia, sfoglia il giornale come sua consuetudine mattutina, e la sua routine quotidiana viene interrotta da una telefonata intercontinentale. Dall’altro capo del telefono c’è George, che chiama l’amico per congratularsi con lui a seguito dell’invenzione di uno strumento a supporto del funzionamento cardiaco. la telefonata rievoca nella memoria il passato e gli episodi della gioventù, ed emerge prepotente la sagoma della donna, punto di contatto tra i due uomini: Gerda. Robert Capa aveva già intenzione di diventare fotografo quando è arrivato a Parigi, ma era un giovane un po’ scapestrato, ed è proprio Gerda ad aiutarlo, lo fa attraverso l’invenzione del nuovo nome, di una nuova immagine vincente. Uno degli elementi importanti del romanzo è farci capire il rapporto tra i due, così indefinito, un legame senza dubbio molto intenso, ma mai sfociato in un matrimonio, un amore un po’ anticonvenzionale, proprio come loro, proprio come Gerda. Willy vede la donna con gli occhi di un amante respinto, veniva soprannominato dalle ragazze Bassotto. A Parigi, Willy studiava medicina. Gherda e Ruth, racconta, non amavano prendere la metropolitana, preferivano camminare. I ragazzi erano poverissimi, fuggitivi, pieni di sogni e tenacia. Si estende in questa parte una lunga rievocazione dei luoghi parigini. Willy faceva la corte a Gerda, la accompagnava in giro per la città, le faceva dei regali, la aiutava a colmare le lacune nelle materie scientifiche, i due studiavano insieme. E Willy era invaghito di lei, che però era già legata ad un altro ragazzo: Georg. Ci viene detto che Gerda era molto incline alla musica, piena di talenti, dall’intelligenza duttile e prensile. In questo periodo è già attratta da una nuova passione, che poi si rivelerà la sua vita: la fotografia. Andree Friedman viene introdotto come un personaggio che la Faceva divertire, e sentiamo il tono un po’ sarcastico di Willy che
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