Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Repubblica Romana: Religione, Diritto e Politica (367 a.C.-31 a.C.) - Prof. Segenni, Sintesi del corso di Storia Romana

Diritto romano anticoStoria grecaStoria romanaReligione romana

La fase transizione tra l'arcaica e la media repubblicana di roma (367-287 a.c.), caratterizzata dalla pervasività della sfera religiosa nelle istituzioni politiche, la mentalità legale e la politica. Viene analizzata la procedura dell'evocatio, l'atteggiamento verso i culti stranieri, la laicizzazione del diritto civile, la sapienza giuridica e la razionalizzazione del diritto. Inoltre, vengono presentati i concetti di libertas, fides, patronato, clientela e i nuovi valori greci. La politica si sviluppa attraverso le alleanze fra magistratura e comizio o senato e magistrato, con la lotta politica tra libertas e auctoritas.

Cosa imparerai

  • Come la politica si sviluppò durante la repubblica romana?
  • Come la religione influenzò le istituzioni politiche a Roma?
  • Come la mentalità legale si sviluppò durante la repubblica romana?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 28/08/2019

serena.barbuto
serena.barbuto 🇮🇹

4.3

(9)

2 documenti

1 / 4

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Repubblica Romana: Religione, Diritto e Politica (367 a.C.-31 a.C.) - Prof. Segenni e più Sintesi del corso in PDF di Storia Romana solo su Docsity! M. PANI – LA REPUBBLICA ROMANA 3 fasi: • Repubblica arcaica (lotta patrizio-plebea); • Media repubblica (governo della nobilitas e consenso socio-politico); • Tarda repubblica (guerre civili) = dal 133 (Gracchi) al 31 (battaglia di Azio). Fase tra il 367 (legge Licinia Sestia) e 287 (legge Ortensia) = sottofase di transizione tra la arcaica e la media. La mentalità LA RELIGIONE E IL DIRITTO Si riscontra una forte pervasività della sfera religiosa nelle istituzioni politiche. È il punto di maggior forza per la coesione dello Stato. È una religiosità civica, che poco ha a che fare con la vita degli dei dell’Olimpo: non vi è una mitologia propria, se non nel fatto storico eroico (es. Orazi e Curiazi). La religione romana è basata sull’orthopraxis. Non si faceva niente di rilievo se non si interrogavano prima gli dei con gli auspicia -> carattere contrattuale/giuridico della religione romana. Il centro urbano era delimitato da una linea inaugurata, il pomerium. Ogni atto pubblico doveva avvenire in un luogo consacrato, un templum. Vi era un calendario elaborato dai pontefici che stabiliva i giorni fasti e nefasti e le varie Feriae dedicate alle divinità. Vi era in guerra la procedura dell’evocatio -> si evocava una divinità venerata nella città nemica assediata perché uscisse da quella città, promettendole un luogo di culto a Roma. I Romani ebbero difficoltà a esportare i culti all’esterno, non fondarono una religione dell’impero (anzi, diedero un impero alle religioni). L’atteggiamento verso i culti stranieri era di apertura, fintanto che essi rimanevano nella sfera privata e non causavano disordini sociali. La cerimonia più significativa è la processione della lustratio, che ogni cinque anni concludeva il censimento in cui i censori riassettavano tutti i cittadini al loro posto nell’ordinamento della città. La religione investiva anche il privato (= pater familias come sacerdote domestico). Esisteva, per definire la concezione dello Stato, la formula iura divina humanaque, ovvero ambito sia civile che sacro. Il sacro faceva parte dello ius publicum (che si distingueva dallo ius privatum). Una legge per essere in regola doveva essere presentata sotto i buoni auspicia degli dei = consustanzialità fra ritualità e diritto (iure significa “secondo il diritto” e “secondo il rito”). In alta età repubblicana il pontefice è titolare sia dello ius pontificum (religioso) che dello ius civile (che seguiva i mores): poi si avvia un processo di laicizzazione del diritto civile che porta sia allo sviluppo della giurisprudenza dei sapienti privati sia alla costruzione di un diritto statale (magistrature). La sapienza giuridica esce dall’ambito sacerdotale e diviene patrimonio di esperti, i prudentes, che diedero corpo all’esperienza del diritto giurisprudenziale. Nel II sec a.C. il diffondersi della cultura greca e della dialettica definitoria favorì un processo di razionalizzazione e astrazione: nascono i concetti di tutela, possesso etc. e ci si sgancia sempre più dagli exempla. È l’epoca di Cicerone e dell’oratoria. Il diritto civile (dei giurisperiti privati o degli editti pretori pubblici) si stava staccando dall’ambito magico-religioso. I VALORI E LA COMUNICAZIONE Le prime espressioni di relazioni regolate dal diritto fanno riferimento al concetto di fides = senso di reciprocità che rende il senso della comunità unità e solidale intorno a intenti condivisi. Essa regola i rapporti fra patrono e cliente, fra Roma e comunità alleate, fra magistrato e cittadino. Plauto ci fornisce un elenco delle virtutes dei boni: sostanze (rem), credito (fides), ruolo politico (honos), gloria e favore (gratia). Oltre a queste virtù, si riconosce la dignitas (qualifica il rango di chi ha ottenuto meriti pubblici, infatti si parla di gradus dignitatis). Chi è nei più alti gradi della dignitas gode di auctoritas, che indica chi ha di più (< augeo): è un concetto attivo, di chi promuove un’azione (auctor), considerato un valore pressoché giuridico. Di questa nozione di servì Augusto per delineare la sua superiorità sugli altri tenutari di potestas. Nel II secolo, per influsso della cultura greca, si svilupparono nuovi valori come la magnitudo animi (megalopsychia) e la humanitas (simile a philanthropia); queste virtù mitigavano l’immagine di eccessiva gravitas (serietà, severità). La sapientia è anch’essa compresa nelle virtutes (che al sapiente debba essere affidata la res publica, invece, è un concetto greco). I concetti relativi al valore sono inseriti nel circuito dei mores e quindi nel mondo della religiosità e degli iura. Queste nozioni sono allo stesso tempo individuali (= private) e pubbliche. Questi valori sono patrimonio del ceto di governo e dipendono dal riconoscimento sociale; es. il termine nobilitas (< nosco) implica l’essere riconosciuti come tali in una società face-to-face. All’umore del popolo devono adattarsi i comportamenti e le virtutes degli uomini pubblici. Con l’espansione in Grecia e in Oriente e l’allargamento della cittadinanza agli Italici, vanno più di moda valori come comitas (affabilità), facilitas (disponibilità), iucunditas (giovialità), mansuetudo (dolcezza) piuttosto che l’eccessiva severitas di una volta. Tali valori entrano nella competizione e nella lotta politica; la guerra civile fra Cesare e Pompeo è concettualizzata come dignitas contentio; la contesa politica è vista fra auctoritas del senato e libertas del popolo; la lotta fra populares e optimates è scontro fra levitas e gravitas. In età imperiale troviamo una virtù nuova che meglio ricalca la superiorità del principe, la sua indulgentia . Le idee e le intenzioni dell’autorità erano comunicate attraverso immagini, come le insegne della regalità e dell’imperium: littori con fasci di verghe e scuri, veste di porpora ricamata d’oro, scettro l’aquila, trono eburneo. Forme dirette di comunicazione da parte del potere centrale: XII tavole affisse nel Foro, opere scritte dai giuristi, i senatus consulta, divinizzazione di virtutes, monetazione (simboli del potere e dell’impero, legende che ricordano virtutes/valori, divinità, eventi storici, nomi e ritratti di magistrati o di loro antenati. La politica GLI ISTITUTI Non esistono fonti scritte sul diritto per via della mentalità fortemente legata alla prassi; il diritto romano è una ricostruzione di Mommsen sulla base delle fonti non giuridiche, le prassi. Polibio descrive la costituzione romana come una costituzione mista, cioè non puramente aristocratica, né democratica, né monarchica. La limitazione del potere a Roma avvenne non attraverso una divisione delle competenze, ma dalla concezione unitaria del potere che portava a una compartecipazione articolata di tutti gli organi per le stesse competenze, una volta abbattuto il potere unico assoluto. I fenomeni istituzionali nuovi con il regime repubblicano sono il populus attivo nell’assemblea comiziale e i magistrati che il popolo eleggeva. Però né il magistrato, né il senato, né i comizi potevano agire da soli, ma dipendevano gli uni dagli altri e condividevano delle mansioni. Il processo legislativo coinvolgeva tutti gli organi dello Stato. Il popolo era inteso come protagonista della libertas, ma il comizio era concepito ancora come l’assemblea che approva o respinge proposte che le venivano presentate, e non poteva discuterle. Un altro limite alla parità democratica è il sistema censitario che assegnava nel comizio la maggioranza delle centurie alla prima classe di censo più le centurie equestri. Tuttavia, l’interpretazione della prevalenza dei ricchi è stata ridimensionata. Il limite di questo sistema apparentemente perfetto è il basarsi sul consenso e sulla condivisione politica di fondo: quando si fossero incrinati il consenso e l’unità d’intenti, il sistema sarebbe entrato in crisi. La lotta politica si svolgeva in alleanze fra magistratura e comizio o fra senato e magistrato. Il tentativo dei leader popolari di mettere da parte il senato fu presentato dai patres come un attentato alla sicurezza della res publica, che richiedeva uno strumento nuovo e straordinario di difesa, il senatus consultum ultimum: affidava i pieni poteri al magistrato per la salvezza dello Stato. LE IDEOLOGIE L’ideologia base della Roma repubblicana è costruita sul capovolgimento della monarchia e l’istituzione della repubblica, ideologia che ruota attorno ai concetti di libertas e populus. L’aspetto greco antitirannico risale a una matrice aristocratica anche di cultura greca; da qui discendono tutte le misure legislative contro il formarsi del potere personale, ma il concetto di libertas portava con sé anche tutte le conquiste plebee (che
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved