Scarica La Riforma della Chiesa e la lotta per le investiture nel XI secolo d.C. e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 5: RIFORMA DELLA CHIESA E LOTTA PER LE INVESTITURE. Nel Medioevo molti spesso sono stati accusati di simonia (acquisto delle cariche ecclesiastiche). Questa situazione ha portato, tra il 10 e l’11 secolo, alla formazione di vari ordini monastici: come i cluniacensi, i vallombrosani, i camaldolesi e i cistercensi. L’obiettivo di questi ordini monastici è un ritorno alla purezza dello spirito, considerata un requisito necessario per chi vuole essere seguace di Cristo. A questi gruppi, se ne affiancano anche altri, che si appellano all’ideale evangelico di povertà, rinunciando ai poteri e ai beni per un più radicale ritorno alla purezza. Uno dei primi a formarsi è il movimento dei patarini (“straccioni”); un altro movimento importante viene fondato da Valdo, un ricco mercante di Lione, che decide di rinunciare a tutti i suoi beni per vivere in povertà evangelica. La sua posizione gli costa una condanna papale e poi una scomunica, perché c’era un divieto alle gerarchie ecclesiastiche. A Roma diverse fazioni promuovono tre diversi papi. Il nuovo imperatore, Enrico III, depone tutti e tre i papi e impone come nuovo papa Clemente II, a lui fedele. Clemente II e Leone IX si impegnano in un’azione di riforma che comporta un duro contrasto alle pratiche simoniache e al concubinato. Nel suo tentativo di restituire forza alla figura del papa Leone IX si scontra con il patriarca di Costantinopoli per il controllo delle chiese del sud Italia. I rapporti tra la chiesa di Roma e quella di Costantinopoli sono tesi da molti secoli, e nel 1054 si ha una rottura definitiva con lo scisma d’Oriente. (Scisma religioso = frattura che divide una comunità spirituale prima unita, in comunità confessionali diverse). Alla morte di Enrico III viene eletto papa Niccolò II, che è determinato a procedere con le riforme. Nel 1059 Niccolò II promulga il Decreto relativo all’elezione del papa, stabilendo che il diritto di scegliere il papa spetta solo ai cardinali. (contrario del Privilegium Othonis emanato da OttoneI). Morto Enrico III, sale al trono suo figlio Enrico IV e viene eletto papa Gregorio VII. Nel 1075 Gregorio VII fa pubblicare il Dictatus papae, il quale afferma che solo il papa può nominare o deporre i vescovi, che il papa è superiore ad ogni altra carica al mondo, che le decisioni della Chiesa sono infallibili e che può sciogliere i sudditi dai giuramenti di fedeltà. Allora Enrico IV convoca a Worms un concilio di vescovi che depone Gregorio VII. Gregorio VII reagisce scomunicando Enrico IV. A questo punto Enrico IV vestito da pellegrino chiede udienza al papa, gli manifesta tutto il suo pentimento e il papa ritira la scomunica. Riacquistata la sua autorità riprende a nominare vescovi e nel 1080 depone di nuovo Gregorio VII ed elegge al suo posto Clemente III. Pochi giorni dopo Gregorio VII scomunica di nuovo Enrico IV. Nel 1084 Enrico IV entra a Roma con un esercito, costringe Gregorio VII a rifugiarsi in Castel Sant’Angelo e si fa nominare imperatore a Roma da Clemente III. Gregorio VII chiede aiuto ai Normanni che lo liberano, ma si abbandonano a saccheggi violenti e la popolazione di Roma si ribella e caccia Gregorio VII. Un anno dopo Gregorio VII muore, ma le tensioni tra Chiesa e Impero non si attenuano, fino a che nel 1122 l’imperatore Enrico V insieme al papa Callisto II sottoscrive il Concordato di Worms, che stabilisce che la nomina dei vescovi è riservata al pontefice, ma in Germania l’elezione di un vescovo può avvenire in presenza dell’imperatore. CONCISTORO = organo della Curia Romana che, insieme al papa, tratta le più importanti questioni spirituali e temporali.