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La riforma protestante, Dispense di Storia

Breve e chiara sintesi sulla dottrina luterana e sui risvolti politico-sociali e culturali della riforma. Cenni alle esperienze di riforma in Svizzera e Inghilterra. Pensata per il liceo, ma utile anche per l'università.

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 03/09/2018

simo5888
simo5888 🇮🇹

4.8

(4)

5 documenti

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Scarica La riforma protestante e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! LA RIFORMA PROTESTANTE 1. I mali della Chiesa tra XV e XVI secolo Sin dall'XI secolo aspirazioni ad una profonda riforma della Chiesa attraversavano la cristianità, tuttavia con l'aumento continuo degli interessi materiali della Chiesa crescevano il suo allontanamento dalla purezza delle origini e il suo discredito morale: erano diffusi il nicolaismo, la simonia, il cumulo dei benefici, l'ignoranza dei chierici. Tra XV e XVI secolo la crisi della Chiesa si manifestava in particolare nel giro di affari sorto intorno alle indulgenze: la Chiesa vendeva ai credenti, come una merce qualunque, la remissione delle pene canoniche (cioè annullamento o riduzione delle pene inflitte, es. digiuni o altro) sia per sé che per i propri cari in Purgatorio. In questo modo la Chiesa risultava in grado di modificare la pena stabilita da Dio stesso per le anime destinate al Purgatorio. 2. Alle origini del contrasto tra Roma e Lutero: lo scandalo delle indulgenze e le 95 tesi Nel 1514 Alberto di Hohenzollern, già titolare di due vescovati, per poter diventare anche arcivescovo di Magonza comprò per 10.000 ducati da papa Leone X l'esenzione dalla norma che vietava il cumulo dei benefici. Per recuperare la somma, il papa concesse ad Alberto un appalto per la vendita di indulgenze in tutta la Germania: metà del ricavato sarebbe rimasto all'arcivescovo, metà sarebbe andato al papa per finanziare i lavori della basilica di San Pietro. Nel 1517 Martin Lutero, un monaco tedesco agostiniano, reagì scrivendo ad Alberto 95 tesi contro le indulgenze, che affisse anche alla porta della Chiesa del castello di Wittenberg. Secondo Lutero le indulgenze erano un'assurdità morale e teologica: la Chiesa non poteva a suo piacimento modificare il giudizio assoluto di Dio, tanto meno poteva farlo a pagamento. Lutero inoltre condannò la ricchezza e la corruzione della Chiesa. 3. La dottrina di Lutero I principi fondamentali della dottrina luterana sono due: a ) Il primo, sola fide, afferma che, data l'irrimediabile malvagità dell'uomo (corrotto dal peccato originale), la salvezza dell'anima non può dipendere dalle opere e dalla fede (come afferma invece la dottrina cattolica). Infatti le prime saranno sempre malvagie. Al contrario, è solo la fede a rendere l'uomo giusto agli occhi di Dio e dunque a salvarlo. E la fede, a sua volta, è un dono concesso per pura Grazia da Dio ad alcuni uomini prima ancora della loro nascita, secondo un disegno imperscrutabile (dottrina della predestinazione). b) Il secondo principio, sola scriptura, afferma che l'unica fonte della verità cristiana è la Bibbia e nega il ruolo di guida che la Chiesa da secoli aveva assunto. In altre parole, Lutero nega che solo la Chiesa possieda la giusta interpretazione della Bibbia e sostiene, al contrario, il libero esame della Scrittura da parte di ogni credente. Sola fide e sola scriptura attaccavano al cuore l'autorità della Chiesa. Ad essa erano negati sia il ruolo di intermediaria tra l'uomo e Dio sia il ruolo di custode della parola divina. Ne risultava la completa svalutazione dell'ordine clericale e l'affermazione della dottrina del sacerdozio universale dei credenti: tutti i battezzati possono essere pastori, senza costituire un ordine a parte. Egualmente, dei 7 sacramenti cattolici (battesimo, eucarestia, cresima, penitenza, matrimonio, ordine, estrema unzione) ne rimanevano in piedi solo due (eucarestia e battesimo), gli unici a detta di Lutero ritrovabili nel testo biblico. 1 4. Il contrasto tra Roma e Lutero 4.1. Nel 1520 papa Leone X con la bolla Exurge Domine (“Levati o Signore”) condannò le tesi di Lutero e gli diede due mesi per abiurare. In risposta Lutero bruciò pubblicamente la bolla papale, guadagnandosi la scomunica (1521). L'imperatore Carlo V per risolvere la questione convocò la Dieta di Worms nel 1521, ma di nuovo Lutero rifiutò di abiurare. All'imperatore non rimase che condannare il monaco ribelle: tutto sembrava avviato a finire con il rogo del nuovo eretico. 4.2. Ma la parola di Lutero si era ampiamente diffusa in pochi anni grazie alla stampa (300.000 copie delle sue opere tra il 1517 e il 1520). A Lutero guardavano ormai con favore diversi gruppi sociali: dal proletariato urbano e rurale, che vedeva in Lutero un simbolo per la lotta contro ogni oppressione, ai principi tedeschi, che in lui vedevano un'occasione per indebolire papato e impero e appropriarsi dei beni della Chiesa e dei monasteri. In generale, in Germania la predicazione luterana contro Roma risvegliò un certo fervore nazionale. Così Lutero fu rapito e messo in salvo dall'elettore di Sassonia Federico il Savio e, nel castello di Wartburg, in Turingia, si dedicò all'elaborazione della propria dottrina e alla traduzione in tedesco della Bibbia. 5. Le conseguenze politico-sociali della Riforma: la rivolta dei cavalieri, la guerra dei contadini e la lotta tra principi e imperatore 5.1. Nel 1521-1523 i cavalieri (piccola nobiltà spesso priva di mezzi economici ed emarginata dal potere), scorgendo nella predicazione luterana un invito ad attaccare la proprietà ecclesiastica, scatenarono una vera e propria guerra civile, che fu condannata da Lutero e repressa nel sangue da una lega dei grandi feudatari laici ed ecclesiastici. 5.2. Ben più importante fu il moto contadino in ampie regioni della Germania: partì nel 1524 in Svevia e si estese a buona parte della Germania centro-meridionale. Importante sottolineare che vi fu anche uno sviluppo urbano della rivolta: furono infatti coinvolte alcune città, come Magonza e Colonia, e il moto si estese ai minatori del Tirolo All'origine della rivolta vi erano le dure condizioni di vita dei contadini, oppressi da antichi gravami feudali e da nuovi oneri imposti dai signori. La rivolta scoppiò in nome del ristabilimento degli antichi diritti, della difesa dell'autonomia delle comunità di villaggio e della realizzazione della morale evangelica. I contadini ribelli diedero vita nel 1525 alla Lega cristiana dell'Alta Svevia ed elaborarono un proprio manifesto (i Dodici articoli). Nel complesso non si trattava di un programma rivoluzionario: i contadini non si proponevano di abbattere il feudalesimo, ma soltanto di ristabilire i propri diritti consuetudinari. Tuttavia, le richieste intaccavano gravemente il potere signorile sulle campagne. Il richiamo dei contadini al Vangelo come fondamento delle proprie rivendicazioni testimonia l'influsso della predicazione luterana sulla rivolta. Dunque non fu Lutero ad innescare la rivolta, ma il monaco era visto dai contadini come un loro paladino e difensore. Egli, però, temendo che la riforma religiosa fosse identificata con la sovversione sociale, condannò aspramente la rivolta: l'unico atteggiamento possibile per il cristiano era la rassegnazione. Se anche i signori avevano ecceduto nell'oppressione, punire l'ingiustizia signorile spettava solo a Dio e ai contadini non rimaneva che rassegnarsi e obbedire. Il monaco fu giudicato un traditore dai contadini. Opposta fu la scelta del predicatore radicale Thomas Muntzer: egli si mise a capo della rivolta contadina a Mülhausen, dando vita a un governo fondato su eguaglianza e comunione dei beni. Fu preso prigioniero nel 1525 a Frankenhausen, in Turingia, e fu ucciso dopo orrenda tortura. Alla fine il moto contadino fu represso nel sangue: tra battaglie ed esecuzioni si contarono oltre 2
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