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La Rivoluzione Francese e l'inizio della Contemporaneità, Appunti di Storia Contemporanea

Il significato del termine 'rivoluzione' nel periodo tra Settecento e Ottocento e il suo impatto sulla Storia. Viene spiegato il motivo per cui la Rivoluzione Francese è considerata l'inizio dell'Età Contemporanea e vengono descritte le diverse fasi della rivoluzione. Viene inoltre analizzato il cambiamento dell'assetto del potere e la nascita della sovranità popolare. Infine, viene presentata la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e il suo impatto sulla società dell'epoca.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 06/03/2022

kuciupu
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Scarica La Rivoluzione Francese e l'inizio della Contemporaneità e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! CATERINA DORONZO 22 settembre 2021 Tra Rivoluzione e Restaurazione ‘Rivoluzione’ è uno di quei termini che tra Settecento e Ottocento faranno parte di un nuovo dizionario politico, composto da neologismi o da parole preesistenti di cui verrà stravolto il significato (come anche ‘massa’; ‘ industria’; ‘proletariato’; ‘popolo’): inizialmente inteso come il moto dei corpi celesti, assume il significato di ‘rottura’, ‘frattura’, ‘un mondo che cessa di esistere’ (anche se, in ambito sociale, questa scissione drastica non esiste). Il 1789 venne preso di riferimento per la periodizzazione della Storia e indicato come inizio dell’Età Contemporanea, grazie all’inedita carica universale che caratterizzò gli avvenimenti della Rivoluzione Francese (5 maggio 1789 - 9 novembre 1799): i diritti riconosciuti dall’uomo come genere asessuato; il drastico mutamento del regime di governo, della classe dirigente e degli assetti sociali; la chiara percezione avuta sin da subito dai governi dell’Ancien Régime di dover contrastare con ogni mezzo questa rivoluzione e il fatto che avvenisse in Europa, considerata come il centro del mondo. In realtà è possibile indicare come periodo della rivoluzione l’intero arco temporale compreso tra il 1789 e il 1815, racchiudendo diverse fasi: fase monarchico costituzionale; fase repubblicana (con vari indirizzi) e fase imperiale. I vari indirizzi assunti da quella repubblicana furono : - Giacobina: i giacobini diventarono la vera e propria guida del paese, soprattutto grazie a leader carismatici, durante la Rivoluzione ed erano parte dell’assemblea legislativa eletta nel 1791 (sinistra). - Termidoriana: da Termidoro (luglio); periodo dal 27 luglio 1794 (arresto di Robespierre) caratterizzato dall’eliminazione dell’estrema sinistra e da una linea di governo moderata. 1 CATERINA DORONZO - Consolare: nel 1799 Napoleone, con un colpo di mano favorito dall’esercito, fa trasferire gli organi parlamentari a Saint-Cloud e nomina tre consoli: se stesso, Sieyès e Ducos; nel 1802 Napoleone diviene console a vita. PERCHÈ LA RIVOLUZIONE FRANCESE SANCISCE L’INIZIO DELLA CONTEMPORANEITÀ? Prima della Rivoluzione Francese, il potere era legittimato dall’alto ed assumeva un assetto piramidale, non lasciando spazio alla sovranità popolare. Esempio del 1314: in questo codice miniato, Dio è la figura centrale che conferisce il potere spirituale al Papa, a cui vengono donate le chiavi di San Pietro, e quello temporale, rappresentato metaforicamente dalla spada, all’Imperatore. Invece, nel periodo antecedente alla Rivoluzione, la piramide assume un assetto diverso: il sovrano è al vertice; Nobiltà e clero, subito dopo, furono maggiormente in conflitto con l’autorità del sovrano: loro, per discendenza, dovevano essere gli eredi al trono e rivendicarono questo loro diritto; e infine il Terzo Stato: costituito da coloro che forniscono le capacità intellettuali di far funzionare le cose, pretesero maggior riconoscimento sociale. I contadini sono considerati servitori della gleba, quindi come pezzo della proprietà, fino a metà Settecento. Il potere è basato su un presupposto di continuità totale . 1 Anche i proverbi si basano su questo presupposto: considerano una realtà ciclica, invariabile e statica.1 2 CATERINA DORONZO americana (in cui i diritti erano riconosciuti solo agli uomini bianchi), i diritti sono riconosciuti all’uomo inteso come genere asessuato; la persona non è più un suddito, sottoposto senza possibilità di parola, ma è parte attiva della comunità (anche sotto l’aspetto decisionale). Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune. Art. 2 – Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Art. 3 – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione [ndr: si tratta del cosiddetto principio della sovranità popolare. Il potere è detenuto dalla Nazione, ogni altro potere viene esercitato per delega. Ovviamente viene in questo modo messo da parte il principio della sovranità assoluta del monarca]. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa. Art. 4 – La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Tali limiti possono essere determinati solo dalla Legge. Art. 5 – La Legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla Legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. Art. 6 – La Legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmente o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. Essa deve essere uguale per tutti [ndr: viene in questo modo sancita in maniera formale l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge], sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo la loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti. La rivoluzione francese è soprattutto una rivoluzione della parola: la parola viene utilizzata come strumento politico e per il consenso diventa fondamentale. Art. 10 – Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge [ndr: la libertà religiosa garantita dalla Dichiarazione permise per la prima volta agli esponenti delle minoranze religiose di essere considerati alla pari degli altri cittadini. Si pensi, ad esempio, al caso degli ebrei]. Art. 11 – La libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente [ndr: non a caso durante la Rivoluzione si assiste alla nascita di un numero sterminato di giornali e gazzette che trattavano spesso di temi politici] salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. Questa dichiarazione si propone come dichiarazione universale ma nella realtà non fu così. Nel 1791 Olympe de Gouges scrive “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” nel quale rivendicava la libertà come una prerogativa del genere umano e non solo maschile. 5 CATERINA DORONZO Dunque nasce la necessità di una società in cui la sovranità è applicata a persone consapevoli, solo così la partecipazione sarà attiva: inizia un processo di alfabetizzazione della popolazione e dei cittadini, grazie anche all’introduzione dell’istruzione pubblica nel 1791. L’analfabeta diventa un problema e per la parte della popolazione più povera nell’Ottocento vengono istituite delle ‘prigioni’ in cui 2 vengono imposti dei recuperi sociali. Nel Novecento il sistema di propaganda diventa strategico e l’esercito diventa un luogo educativo e di scolarizzazione del povero analfabeta (tutti devono essere in grado di comprendere l’ordine dato dal superiore): è il periodo in cui le guerre coinvolgono la popolazione e i cittadini devono essere galvanizzati per essere arruolati. Tutti gli esperimenti politici dell’Ottocento e del Novecento si confrontano con gli avvenimenti della Rivoluzione francese: modalità di votazione; centro/destra/sinistra all’interno del governo; Costituzione; etc. Fino all’inizio del Settecento nel povero veniva riconosciuto il volto di Cristo ed era molto diffusa la 2 beneficienza, per motivi etici e religiosi (“essere un buon cristiano”) ma anche per tenere la situazione sotto controllo; invece dall’Ottocento il povero viene criminalizzato. 6
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