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La Rivoluzione Francese: Crisi dell'Antico Regime e Nascita della Repubblica, Appunti di Storia Moderna

La crisi finanziaria dell'antico regime in francia alla fine del settecento e la nascita della repubblica francese. La crisi finanziaria portò allo scontro tra il re e il parlamento, alla convocazione degli stati generali e alla richiesta di una nuova costituzione. La rivoluzione portò alla fine della monarchia e alla nascita della repubblica francese, con la separazione dei poteri, la libertà di stampa e la libertà personale. La rivoluzione francese ebbe un ruolo importante nella storia europea e ha avuto un impatto significativo sulla società francese.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 06/03/2024

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Scarica La Rivoluzione Francese: Crisi dell'Antico Regime e Nascita della Repubblica e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA RIVOLUZIONE FRANCESE La crisi dell'antico regime in francia Nella seconda metà del settecento la Francia si trovò ad affrontare una grave crisi finanziaria, è l'unico modo per risolvere sarebbe stato quello di ridurre le esenzioni fiscali dei due ceti del clero e dell'aristocrazia, poiché non era più possibile aumentare la pressione fiscale del terzo Stato. Ma il clero e la nobiltà difficilmente avrebbero accettato di pagare le tasse come facevano i membri del terzo Stato,quindi la situazione finanziaria divenne insostenibile. Lo scontro fra il sovrano e il parlamento riguardo le questioni finanziarie e fiscali divenne sempre più aspro,allora Luigi XVI decise di introdurre un'imposta fondiaria unica. Il parlamento di Parigi rifiutò questa legge poiché sosteneva che questo provvedimento avrebbe dovuto essere approvato dagli Stati generali, Luigi XVI però vede questo come una provocazione e,quindi ordinò lo scioglimento dei parlamentari, affidando il compito di registrare le leggi ad una commissione di nomina regia. Allora i parlamentari avviarono una campagna dell'opinione pubblica, questo ottenne il sostegno della borghesia e dei ceti popolari, il sovrano si rassegnò e nel 1788 convocò gli Stati generali. In quell'anno la Francia visse una fase di grande fermento in corrispondenza delle elezioni per scegliere i delegati dei tre ordini della società, poteva votare solo ogni francese che avesse compiuto 25 anni e fosse iscritto al registro delle imposte, quest'ultimo avrebbe potuto votare per le assemblee locali, che a loro volta avrebbero nominato quelle provinciali, a cui sarebbe spettato il compito di decidere chi inviare agli Stati generali. Il terzo stato chiese la modifica delle procedure del voto poiché fino a quel momento si era votato per ordine" e non "per testa". Ma questa questione rimase irrisolta poiché Luigi XVI non diede mai una risposta. Luigi XVI introdusse i quaderni delle lamentele, questo registro avrebbe dovuto fornire una base informativa per il lavoro dell'assemblea ma in questi quaderni emersero altre richieste. Tutti e tre gli ordini chiesero l'elaborazione di una nuova costituzione che ponesse dei limiti al potere del re e anche nuove forme di rappresentazione politica, il terzo Stato chiese l'abolizione dei diritti signorili, l'uguaglianza civile, libera accesso alle cariche pubbliche, la libertà di stampa e quella personale. Gli avvenimenti del 1789: Il rovesciamento dell’antico regime Gli stati generali si riunirono il 5 maggio 1789,e appariva chiaro come il re non fosse disposto ad accettare nessuna richiesta.Il 17 giugno il terzo stato compi un primo atto di rivoluzione: si autoproclamò Assembla Nazionale e dichiarò di voler dare una nuova costituzione alla francia. Il re fece sbarrare la sala dove si riunivano gli stati generali per fermare ciò,ma questi si riunirono nella sala della pallacorda. Il re intimò che l’assemblea fosse sciolta, ma ai deputanti in sala s unirono anche alcuni del clero e della nobiltà. Il 27 giugno l’assemblea venne chiamata “costituente”. Se l’assemblea avesse redotto la costituzione, il re doveva rispettarla. Membri radicali della corte,come Maria Antonietta, volevano convincere Luigi XVI a rispondere con la violenza, e dunque questo si preparò per le armi. Inoltre alla crisi politica si sovrapponeva quella finanziaria, con un pessimo raccolto, si entrò in carestia. A Parigi la situazione era tesa e il 14 luglio si diffuse la notizia che nella Bastiglia ci fosse una grande quantità di armi e di polvere da sparo. Il popolo assaltò la fortezza, liberò i prigioneri, la demoli e le diede fuoco. Dopo questo venne organizzata una Guardia Nazionale, e il suo comando fu affidato al marchese di La Fayette. Quando la notizia arrivò alle campagne anche i contadini si ribellarono. A scatenare le loro rivolte però fu il rancore verso i nobili, poiché correva voce che avessero assoldato bande di briganti per trucidare i contadini, questa diceria prese il nome di “Grande Paura”. I castelli dei signori furono assaltati per distruggere gli archivi dove erano conservati i documenti dei privilegi feudali dei signori sulle terre. L’assemblea costituente decise di preparare un documenti che stabiliva l’abolizione dei diritti feudali sulle persone; questo documento fu firmato anche dai primo due ordini il 4 agosto. Furono cancellati anche le decime dovute al clero, i privilegi fiscali di alcune citta e province, e la compravendita delle cariche pubbliche. Inoltre tutti i cittadini avrebbero pagato le tasse secondo un criterio di proporzionalità. Tutto questo aprì la strada dell’uguaglianza e venne anche scritta “La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” approvata il 26 agosto. Luigi XVI si rifiutò di firmare i decresti approvati dall’assemblea e fu il popolo partigiano a sbloccare la questione. Il 5 ottebre un gruppo di donne si radunò davanti all’hotel de ville per reclamare pane,e queste furono esortate a richiedere ciò direttamente all’assemblea, allora i manifestati divennero sempre di più che il re promise che ci sarebbero stati rifornimenti di cibo e acconsentì a firmare i decreti. Il giorno segunte si trasferì al palazzo reale della Tuileries per essere controllato. La transizione verso la monarchia costituzionale Dopo essersi trasferito a Parigi l'assemblea costituente dovette affrontare una nuova urgenza,cioè quella finanziaria poiché c'era bisogno di denaro per rifornire di cibo il popolo. Il 2 novembre si decise la requisizione di tutti i beni della chiesa ,che una volta diventati beni nazionali sarebbero stati venduti all'asta. Ma i terreni e gli immobili erano di grande valore quindi sarebbe stato impossibile trovare un compratore e così si decise di impiegarli come garanzia per l'emissione degli assegnati. L'assemblea costituente intervenne anche nella questione dei rapporti dello Stato e della chiesa cattolica. Nel dicembre 1789 il cattolicesimo perso il suo ruolo privilegiata, infatti la libertà di culto fu garantita anche i protestanti.Il 12 luglio si scrisse un documento noto come “costituzione civile del clero” che metteva allo stesso livello i parroci e vescovi ad altri funzionari, eletti dal popolo. L'assemblea costituente anche dal punto di vista amministrativo mostro la propria volontà di voler creare una nuova Francia. Il territorio del regno era organizzato in 83 dipartimenti di uguali dimensioni. Ogni distretto diviso in cantoni, e ogni cantone in municipalità. L'assemblea costituente stabilì che la Francia sarebbe diventata una monarchia costituzionale fondata sulla separazione dei poteri.  Il potere esecutivo rimaneva al sovrano.  Il potere legislativo spettava all'assemblea monocamerale.  Il potere giudiziario invece sarebbe stato esercitato da magistrati con una carica elettiva. Sì affronto anche una nuova questione cioè che avrebbe potuto votare ed essere votato. La dichiarazione da una parte riconosceva tutti i cittadini i pieni diritti, dall'altra invece solo una minoranza riteneva che i diritti politici andassi riconosciuti solo ai cittadini maschi. Alla fine si decise che il voto lo potevano esercitare soltanto cittadini attivi cioè coloro che pagavano le imposte almeno 3 giornate lavoratiche, invece i cittadini passivi non potevano votare ed erano coloro che non superavano una certa cifra di reddito. I cittadini attivi votavano gli elettori, che pagavano tasse equivalenti a 10 giorni di lavoro, questi votavano gli eleggibili,che dovevano avere una propità fondiaria e che pagavano le tassi per una somma che equivaleva a 50 giorni di lavoro. Questo dibattito rimase molto acceso rimbalzando fuori dai contesti istituzionali arrivò anche nei club politici. A Parigi il club più importanti furono quattro. Il club dei giacobini che comprendeva gli esponenti della media e piccola borghesia, all'inizio erano favorevoli ad una monarchia costituzionale ma poi si divisero, chi continua a sostenere questo diede vita al club dei sfoglianti. Invece i cordiglieri erano chi fosse favorevole alla Repubblica. Nel 1791 l'atteggiamento del re fece sospettare al popolo che si stesse alleando con le potenze straniere e quando la famiglia reale cerciò di fuggire questi sospetti ebbero conferma. All'interno dell'assemblea nazionale si accentuò la frattura fra i moderati e democratici e si rinforza la posizione di quest'ultimi. Entrò in vigore il 3 settembre 1791 la nuova costituzione che trasformava la Francia in una monarchia costituzionale. Per questo l'assemblea costituente poteva essere sciolta da un'assemblea legislativa, eletta dai cittadini. Su proposta di Robespierre, i deputati che parteciparono alla stesura della carta costituzionale dovevano approvare un decreto per non candidarsi alle
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