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La Rivoluzione Industriale: Concetti di Economia e Settori Economici, Dispense di Storia

Storia EconomicaEconomia industrialeSistemi economici

Una panoramica della Rivoluzione Industriale, introduttivamente presentando alcuni concetti dell'economia e i tre settori economici. Vengono discusse le risorse naturali, strumenti di produzione, il lavoro umano e la trasformazione di materie prime in prodotti finiti. Inoltre, vengono analizzati i rapporti di produzione capitalistici, la redistribuzione del reddito e la crescita esponenziale delle risorse economiche. Il documento conclude con una discussione sulla divisione del lavoro e il sistema di fabbrica.

Cosa imparerai

  • Che settori economici vengono discusi in questo documento?
  • Come la Rivoluzione Industriale ha influenzato la distribuzione del reddito?
  • Come la divisione del lavoro ha evoluto durante la Rivoluzione Industriale?

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 13/10/2022

yusra-raman
yusra-raman 🇮🇹

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Scarica La Rivoluzione Industriale: Concetti di Economia e Settori Economici e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALCUNI CONCETTI DELL’ECONOMIA I TRE SETTORI DELL’ECONOMIA 1. SETTORE PRIMARIO: agricoltura 2. SETTORE SECONDARIO: produzione manifatturiera (prima artigianato, poi industria) 3. SETTORE TERZIARIO: commercio (intermediazione fra produzione e consumo); finanza (banche, il loro prodotto è il denaro); i servizi, con cui si fornisce un bene di consumo immateriale (avvocati, medici, insegnanti. Economia della conoscenza, dell’informazione, dello spettacolo). Fino al ‘700 prevale il settore primario (90% della popolazione lavorava nelle campagne). Dall ‘800 a metà del ‘900 prevale il settore industriale. Oggi prevale il settore terziario. CONCETTI FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA CLASSICA 1. PRODUZIONE: in base a ció che offre spontaneamente la natura, l’uomo può vivere solo a livello primitivo. Lo sviluppo della civiltà richiede la produzione di beni materiali. Essa consiste nella trasformazione di materie prime in prodotti finiti, utili all’uomo, attraverso il lavoro. Per Marx, anche gli aspetti apparentemente più spirituali della civiltà richiedono una base materiale (materialismo storico: nella civiltà è centrale la produzione e disponibilità di beni materiali). 2. LE FORZE DI PRODUZIONE:  Le risorse naturali (materie prime, fonti di energia, il suolo)  Strumenti, o mezzi, di produzione (oggi, la tecnologia)  Il lavoro umano Un tempo, fino all’800’, era fondamentale possedere le materie prime. L’industria europea è nata solo dove c’erano miniere di ferro e di carbone. Dopo diventano più importanti la tecnologia e la qualificazione della forza-lavoro. Es. il Giappone è una grande potenza industriale benché priva di materie prime, per l’Africa è il contrario. L’India attrae molti investimenti per la buona preparazione dei suoi ingegneri e informatici. Abbiamo il concetto di “arretramento dei limiti naturali dello sviluppo”. Significa che gli uomini sono sempre più capaci di organizzare la vita economico-sociale indipendentemente dalle condizioni naturali in cui vivono. 3. I RAPPORTI DI PRODUZIONE: sono la divisione in classi di una società. Una classe sociale è definita in primo luogo dall’avere o non avere la proprietà delle forze di produzione. Oggi si parla di rapporti di produzione capitalistici: da un lato gli imprenditori, che hanno la proprietà dei mezzi di produzione, dall’altro, i lavoratori salariati (proletariato) che sono esclusi da questa proprietà. In passato abbiamo avuto rapporti di produzione schiavili, rapporti di produzione feudali. 4. DISTRIBUZIONE: indica i modi in cui la ricchezza prodotta viene distribuita tra le diverse classi sociali. Es., il fatturato di un’azienda viene distribuito in parte come salario ai dipendenti, in parte costituisce il profitto dell’imprenditore. Chi ha la proprietà tende a favorire sé stesso in questa distribuzione. Per i liberisti (destra), i problemi economici si affrontano aumentando la produzione; per la sinistra, i problemi si affrontano attraverso una diversa distribuzione del reddito dai ricchi ai poveri. REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO: rispetto alla distribuzione che avviene a livello privato (profitto-salari), lo Stato interviene con le tasse, redistribuendo di fatto oggi il reddito dai ricchi ai poveri. 5. CIRCOLAZIONE: riguarda i modi in cui la ricchezza appunto circola nel sistema economico- sociale. L’operaio che riceve un salario in parte la spende trasferendola a un’azienda, in parte la mette in banca, la quale la presta a qualcuno, e così via. RIFERIMENTI A PAGINE DEL LIBRO SULLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Possibile definizione: è un cambiamento del sistema di produzione che moltiplica la quantità e il tipo di beni disponibili, attraverso nuove tecnologie, una nuova organizzazione del lavoro e nuovi rapporti di produzione. La periodizzazione della storia contemporanea. Oggi alcuni storici fanno iniziare la storia contemporanea con due grandi rivoluzioni: la rivoluzione francese (politica) e la rivoluzione industriale (economico-sociale). Entrambe, con le loro conseguenze, hanno inciso in profondità su tutti gli aspetti delle società moderne. Le rivoluzioni politiche sono ben collocate nel tempo, sono fenomeni relativamente improvvisi e brevi, con una precisa datazione. Le rivoluzioni economiche sono processi graduali e di più lungo periodo, senza un inizio e un termine ben definiti. Giudizi sulla rivoluzione industriale e i suoi effetti. A favore: ha sottratto l’umanità a una condizione millenaria di povertà e privazioni, rendendo accessibili alle masse un benessere materiale e una qualità della vita prima di allora impensabili; inoltre è l’espressione compiuta di un ideale umano caratterizzato dal dinamismo creativo, dalla capacità di mutare di continuo, in GLI ALTOFORNI. Il ferro grezzo non è lavorabile, raffinazione con la fusione di ferro e carbone negli altoforni ad alte temperature. La macchina a vapore fornisce energia ai mantici che immettono ossigeno negli altoforni per ottenere queste alte temperature. LA DIVISIONE DEL LAVORO Per divisione sociale del lavoro si intende la specializzazione degli individui in un ruolo economico ben determinato, e questo risale alle prime fasi di sviluppo delle civiltà. Con l’industrializzazione, il lavoratore si specializza nella singola fase produttiva di un bene. Il suo teorico è Adam Smith, economista inglese del ‘700. Nel suo esempio, la produzione di uno spillo è suddivisa tecnicamente in 18 fasi diverse. Lui confronta la produzione da parte di un solo artigiano con la specializzazione di 18 operai, ognuno dedito esclusivamente a una singola fase. Il secondo sistema è molto più produttivo perché lo specialista è più competente e rapido, e si eliminano i tempi morti con la sincronizzazione delle diverse fasi del lavoro. Questo culminerà nella catena di montaggio. Per Marx, la divisione del lavoro è causa dell’alienazione del lavoratore. I comunisti elaborano l’ideale del superamento della divisione sociale del lavoro. Essi sono per un mondo dove tutti fanno tutto, e per la rotazione delle funzioni lavorative PROGREDIRE DELLA DIVISIONE DEL LAVORO. Di fatto nella società moderna si è andati verso una specializzazione sempre maggiore del lavoro, anche intellettuale, sebbene molti ne mettano in evidenza i lati negativi. FACTORY SYSTEM o SISTEMA DI FABBRICA 1.Separazione tra proprietà e lavoro: il lavoratore vende la propria forza lavoro al proprietario in cambio di un salario (sono i nuovi rapporti di produzione di tipo capitalistico). Nella bottega artigiana, in parte anche nel lavoro a domicilio (house system), il proprietario degli strumenti di produzione è anche colui che lavora; questo tipo di produzione richiede strumenti molto semplici a basso costo. Inoltre, egli compie da solo tutte le fasi del ciclo di produzione della sua merce. Invece le nuove macchine industriali (che permettono di centralizzare la produzione su larga scala) richiedono maggiori capitali per il loro acquisto, che molti artigiani non possiedono. Le nuove fabbriche sono proprietà di pochi capitalisti, e molti artigiani falliscono e trovano impiego come dipendenti salariati nella grande fabbrica. 2.Divisione del lavoro all’interno della fabbrica. 3.Concetto di macchinismo: sostituzione del lavoro umano con le macchine. La funzione umana diventa sempre più di controllo esterno della macchina. Da tutto questo discende la “disciplina di fabbrica”: il lavoro specializzato è elementare, sottoposto alla macchina e suoi ritmi, collettivo, gerarchico, con controlli costanti da parte di proprietari e superiori.
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